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Course Approcci metodologici e ambienti tecnologici per la didattica della scuola secondaria
Institution Università degli Studi di Padova
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Appunti delle lezioni della professoressa De Rossi ...


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APPROCCI METODOLOGICI E AMBIENTI TECNOLOGICI PER LA DIDATTICA DELLA SCUOLA SECONDARIA La competenza digitale Come si è sviluppato il tema della tecnologia applicata alla formazione nelle politiche europee? Nel contesto europeo, le politiche educative si sono legate fin da gli anni ’90 alla transizione verso la società della conoscenza, intendendo la conoscenza come il principale vettore di evoluzione delle società occidentali. Obbiettivi (Consiglio EU, Lisbona, 2000)  Stabilire un obiettivo strategico chiaro e concordare un programma ambizioso al fine di creare infrastrutture del sapere.  Il passaggio a un’economia digitale, basata sulla conoscenza è un potente motore per la crescita, la competitività e l’occupazione  gli stati membri devono garantire che tutte le scuole dell’UE abbiano accesso a internet e alle risorse multimediali entro la fine del 2001 e che tutti gli insegnanti necessari siano in grado di usare internet e le risorse multimediali entro la fine del 2002. Strategie  Garantire a tutti gli studenti, al termine del ciclo di studi, la possibilità di acquisire una cultura digitale.  Fornire a tutti gli insegnanti una cultura adeguata adattando i relativi programmi di formazione e introducendo misure che promuovano l’utilizzo concreto delle tecnologie digitali durante le lezioni.  Offrire una formazione permanente a tutti i lavoratori al fine acquisire e mantenere una cultura digitale. Strategia Europa 2020 La prospettiva era quella di mirare ad una crescita intelligente, sostenibile e solidale, basata su 5 obbiettivi: 1) L’occupazione 2) L’innovazione 3) L’istruzione 4) La riduzione della povertà 5) I cambiamenti climatici e l’energia Formazione degli insegnanti  La competenza digitale è una competenza chiave nella formazione degli insegnanti.  La formazione dovrebbe includere la competenza digitale avanzata, non concentrandosi solo sulle abilità d’uso delle ICT.  Necessità di coinvolgere gli insegnanti, sin dalla formazione iniziale, sulla competenza digitale avanzata che implica competenza metodologica mirata all’uso delle ICT nella didattica. Orientamenti per la competenza digitale  Tra le 8 competenze chiave (madrelingua, lingue straniere, matematica-scienza e tecnologia, digitale, imparare a imparare, sociali e civiche, imprenditorialità, consapevolezza culturale) quella digitale viene allineata al leggere, scrivere e far di conto.  Le competenze sono definite come “una combinazione di conoscenze, abilità, atteggiamenti appropriati al contesto” e la competenza digitale consiste nel saper utilizzare con dimestichezza e spirito critico TSI (tecnologie della società dell’informazione) per il lavoro, il tempo libero, l’informazione.  La competenza digitale è supportata da abilità di base nelle ICT (information and communication tecnology) ossia uso del computer per reperire, valutare, conservare, produrre, presentare e scambiare informazioni, partecipare a reti collaborative.

Principali tipi di literacy implicati nella competenza digitale Secondo lo schema di Ala-Mutka, 2011, ci sono 5 domini principali che costituiscono la competenza digitale (che si traducono in literacy): 1) ICT LITERACY: cioè la conoscenza tecnica, l’uso, le applicazioni dei software e degli strumenti, che inizialmente sembrava essere quella fondamentale e quale esclusiva ma poi si è visto non essere sufficiente. 2) INTERNET LITERACY: cioè la capacità di operare in ambienti multimediali di rete, quindi conoscendo internet e le modalità di navigazione. 3) INFORMATION LITERACY: cioè trovare, organizzare ed elaborare informazioni sui supporti vari. 4) MEDIA LITERACY: cioè interpretare, utilizzare e produrre con i media. 5) DIGITAL LITERACY: ingloba le altre 4 e significa saper utilizzare gli strumenti digitali in modo responsabile, efficace e mirato. Questo obiettivo riguarda la formazione degli insegnanti ed è una competenza indispensabile per i cittadini e quindi gli studenti che devono essere preparati. Superare la visione tecnicista nell’insegnamento  APPROCCIO TRADIZIONALE  Il computer veniva visto come un tutor, cioè una guida in grado solo e semplicemente di dare dei feedback in maniera trasmissiva.  APPROCCIO COSTRUTTIVISTA  Le tecnologie diventano dei veri e propri strumenti cognitivi e aiutano a sviluppare degli ambienti di apprendimento dove lo studente riesca ad integrare l’apprendimento dall’ambiente formale della scuola agli ambienti informali, che sono quelli della conoscenza nella vita quotidiana, nella vita di relazioni e nei contesti socioculturali. Questioni aperte Sono fondamentalmente 4 e principalmente riguardano l’ORGANIZZAZIONE E LA GESTIONE DELLA DIDATTICA, cioè spazi e tempi, ma anche importanti ASPETTI METODOLOGICI. Non è possibile pensare di integrare le tecnologie senza innovare anche l’assetto metodologico, i format didattici. Tutto ciò è possibile solo se le scuole sono in grado di dotarsi di nuove INFRASTRUTTURE TECNOLOGICHE, in modo da poter creare dei veri e propri AMBIENTI DI APPRENDIMENTO. Azioni nazionali scuola digitale (2007) L’Italia dal 2007 ha promosso importanti azioni, tra cui:  L’AZIONE LIM, cioè la prima azione dal 2007 in poi per diffondere la dotazione scolastica arricchendola di lavagne interattive multimediali.  L’EDITORIA DIGITALE SCOLASTICA, cioè un’editoria che integra la parte del libro tradizionale cartaceo con una serie di estensioni, di supporti e di approfondimenti sia per il docente che per lo studente attraverso piattaforme integrate.  I PROGETTI CL@SSI 2.0 e SCUOLA 2.0, cioè vere e proprie sperimentazioni di ambienti integrati che prevedono l’allestimento di vere e proprie classi digitali. Sfide dell’innovazione tecnologica e ricadute nella didattica Sono sfide ancora aperte, ad esempio:  La ridefinizione delle categorie spazio-tempo della didattica. La tecnologia infatti consente di flessibilizzare e personalizzare i tempi ma anche di lavorare su spazi differenti, non solo lo spazio dell’aula ma anche attraverso connessioni e ambienti virtuali lavorare in spazi di lavoro che coinvolgono i ragazzi anche nelle attività pomeridiane o con gruppi più allargati.  Passaggio da un insegnamento basato sulle conoscenze curricolari a una didattica centrata sulla costruzione sociale.  Partecipazione diretta ai processi di riduzione della cultura e non solo della sua trasmissione. DigiCompEdu (2017) Documento europeo molto importante. È sostanzialmente un syllabus, quindi un insieme di competenze che sono state delineate relativamente alla competenza degli insegnanti e degli educatori, che poi si traducono anche in competenze per gli studenti. Questo documento è molto importante perché raccoglie l’esperienza di questi anni e la rende più sistematico coinvolgendo altri tipi di competenza che sono molto importanti nella didattica.

La cosa più importante di questo documento è che ci suggerisce, ad esempio, un set di qualifiche, che possono essere utili per andare a tratteggiare il profilo della persona competente in materia digitale. Ingloba anche le competenze pedagogiche, quindi la tecnologia deve essere integrata alla pedagogia e cioè alla capacità di educare, di formare e di progettare percorsi che, in maniera metodologicamente avanzata e innovativa, integrino le tecnologie. La sua funzione, inoltre, è quella di riuscire ad armonizzare le opinioni, gli orientamenti e soprattutto il lessico riguardante l’integrazione dell’ICT nella formazione degli insegnanti. PNSD (Piano Nazionale Scuola Digitale) Si basa sui seguenti punti:  L’integrazione degli obiettivi della scuola digitale all’interno dei piani triennale per l’offerta formativa delle scuole, per lo sviluppo della cittadinanza digitale.  Creare ambienti per la didattica digitale integrata e la collaborazione.  Sviluppare l’uso dei device a scuola, cioè fare in modo che gli studenti possano utilizzare le proprie risorse non solo per l’intrattenimento nel tempo libero ma anche in maniera finalizzata per l’apprendimento e per dei compiti specifici.  Imparare ad utilizzare la documentazione digitale per documentare le proprie attività.  Utilizzo delle ICT per favorire l’inclusione, per favorire capacità di ricercare e costruire informazioni, fino ad arrivare ad una cosiddetta creatività digitale, cioè essere in grado di utilizzare il digitale per sviluppare nuove forme originali di produzione e conoscenza.  Una nuova figura è stata individuata in questo piano, la figura dell’animatore digitale, cioè insegnanti che, debitamente formati, all’interno della scuola assumono questa funzione. Framework TPACK Cosa fa l’insegnante? Dipende dalla capacità dell’insegnante di progettare l’ambiente di apprendimento in modo non tradizionale, cioè in modo da unire le nuove tecnologie a nuove forme di didattica , di sviluppare classi socialmente attive, incoraggiando l’interazione cooperativa, l’apprendimento collaborativo, il lavoro di gruppo, la prospettiva inclusiva. Tutto ciò per essere realizzato richiede lo sviluppo di un nuovo insieme di competenze per la gestione della classe. Le competenze chiave del futuro includeranno quindi la capacità di sviluppare metodi innovativi e di utilizzo della tecnologia per migliorare l’ambiente di apprendimento e per promuovere conoscenza delle tecnologie, abilità d’uso approfondito e competenza nella creazione di conoscenza. Principali categorie di conoscenza degli insegnanti 1) CONOSCENZA DEI CONTENUTI: conoscenza pedagogica generale, con particolare riferimento ai principi generali e alle strategie di organizzazione e gestione della classe che sembrano trascendere le discipline di insegnamento. 2) CONOSCENZA CURRICOLARE: dei programmi e dei materiali che servono come “strumenti del mestiere”. Riguarda i programmi e la successione degli obbiettivi di apprendimento e soprattutto la comprensione da parte dell’insegnante dove si colloca la sua azione all’interno di un intero contesto complesso e quadro generale nel quale bisogna garantire l’unitarietà dell’apprendimento da parte degli studenti. 3) CONOSCENZA PEDAGOGICA DEI CONTENUTI DISCIPLINARI: amalgama speciale di contenuti e pedagogia, cioè la conoscenza dei discenti e delle loro caratteristiche, la conoscenza dei contesti educativi, la governance dell’istituzione e le caratteristiche della comunità. Il framework: TPACK  TPACK = Technological Pedagogical Content Knowledge, cioè una serie di conoscenze che si dovrebbero integrare nella mente dell’insegnante che progetta l’azione didattica per costruire un nuovo tipo di conoscenza integrata, per cui progettando non si parta ad esempio dai contenuti pensandoli non collegati alle scelte metodologiche e alle scelte delle tecnologie.  Schema: le 3 aree di conoscenza integrate tra di loro formano delle intersezioni che danno luogo a delle integrazioni di conoscenza sempre piu complessa, racchiuse dalle conoscenze che l’insegnante deve avere relativamente alla gestione della classe, ai propri studenti e agli ambienti nei quali si opera.  Il TPACK riguarda 7 tipi di conoscenza, che costituiscono 3 forme di base: 1) CK-Content Knowledge: conoscenza dei contenuti.

2) PK-Pedagogical Knowledge: conoscenza didattica. 3) TK-Technological Knowledge: conoscenza delle tecnologie. Queste 3 conoscenze sono conoscenze fondamentali che devono essere costruite nel corso della preparazione che l’insegnante deve avere in formazione iniziale ma poi vanno continuamente rinnovate e approfondite anche con la formazione in servizio, in quanto i contenuti di una disciplina si evolvono e si specializzano a seconda delle scelte didattiche, delle innovazioni e dei cambiamenti che la tecnologia ci offre. Integrazioni Rappresentano aree di intersezione integrate differenti e sono rappresentate da: 1) PCK-Pedagogical Content Knowledge: conoscenza pedagogica delle discipline. Ogni insegnante dovrebbe conoscere la propria disciplina come esperto metodologico di quella disciplina e dovrebbe quindi essere in grado di capire come quei contenuti possano essere adattati e rielaborati al meglio per essere insegnati e offerti in maniera semplice e accessibile a tutti gli studenti. 2) TCK-Technological Content Knowledge: conoscenza tecnologica del contenuto, quindi come il contenuto può essere lavorato in maniera differente nella sua preparazione a seconda che si usi una tecnologia piuttosto che un’altra. 3) TPK-Tecnological Pedagogical Knowledge: conoscenza tecnologicopedagogica, che è una conoscenza che va continuamente aggiornata perché le tecnologie e le risorse tecnologiche devono essere conosciute dagli insegnanti per la loro peculiare specificità di adattamento che possono avere per quanto riguarda l’azione insegnativa e l’azione apprenditiva. Ad esempio, in questi ultimi anni ci sono molte app che sono adattate e adattabili alla didattica e quindi possono essere usate per il lavoro scolastico, ma nell’individuazione delle loro caratteristiche l’insegnante deve essere in grado di capire quanto e come la loro adeguatezza possa facilitare o complicare l’insegnamento. Struttura delle discipline  Ogni disciplina ha un aspetto logico in sé, cioè la conoscenza che ne hanno gli esperti e gli studiosi, le fonti di ricerca scientifica da cui proviene e il lungo viaggio che la disciplina compie a partire dalla ricerca scientifica degli esperti fino ad arrivare tra i banchi scolastici e a diventare materia insegnabile.  Qui entra in gioco l’aspetto psicologico della disciplina, cioè come la disciplina di studio si relaziona allo studente (ad es. alla motivazione, alla capacità di comprensione, all’età dello studente) e alle esperienze e agli elementi fondamentali della disciplina che possono essere utilizzati e più adatti in un certo contesto di apprendimento. Insegnante esperto disciplinare?  L’insegnante non deve aggiungere fatti nuovi alla scienza che insegna.  Deve riuscire ad individuare gli elementi della disciplina già presenti nell’esperienza deli studenti.  Deve individuare gli interessi che possano favorire il loro sviluppo verso l’aspetto logico della disciplina.  L’insegnamento migliore è quello che presenta la “materia” sotto forma di concetti collegati tra loro in maniera organica, sistematica. Tre aspetti rilevanti per l’analisi delle discipline 1) ORGANIZZAZIONE, cioè quale rapporto esiste tra le varie discipline e tra i vari contenuti della disciplina affinché l’insegnante sia in grado di compiere delle scelte a seconda del contesto scolastico (a seconda della classe, dei ragazzi, delle differenze all’interno di una classe). 2) STRUTTURA SOSTANZIALE, cioè un’organizzazione interna che riesca a riunire i concetti principali, i fatti e i principi che la contraddistinguono. 3) STRUTTURA SINTATTICA, cioè le deduzioni e l’interpretazione dei fenomeni attraverso i quali gli studenti posso arrivare a comprendere le interpretazioni dei fenomeni che la disciplina offre. Conoscenza curricolare (curricolar knowledge)  La conoscenza curricolare è importante e richiama alla capacità dell’insegnante di comprendere tutta la ricchezza degli strumenti che vengono offerti dalla società che cambia e si evolve e quindi devono essere adattati e rielaborati per poter entrare nella scuola, nonostante questo oggi spesso non avvenga.





Si riferisce ai programmi d’insegnamento in rapporto ai diversi gradi scolari, ai materiali didattici disponibili in relazione a tali programmi e alle indicazioni e controindicazioni per l’impiego di particolari materiali in particolari circostanze. Si tratta del “capire bene i materiali per tale insegnamento” nel conoscere “testi alternativi, software, programmi, materiali visivi, film, dimostrazioni di laboratorio o “sollecitazioni” alla ricerca “

Pedagogical Content Knowing È un framework che deriva dal TPACK ma è un po’ piu dinamico perché ci suggerisce la conoscenza della pedagogia, la conoscenza dei contenuti della disciplina, la conoscenza dei contesti nei quali l’apprendimento si sviluppa e le possibilità di sfruttare la ricchezza territoriale e culturale di alcuni contesti specifici che ci mettano in rete con il territorio ma allo stesso tempo che ci mettano nella condizione di conoscere quali sono le criticità, le carenze e le difficoltà di un territorio e quindi che ci suggeriscano come poter lavorare per contrastare queste difficoltà. La conoscenza del contesto è quella che ci riporta a un modello fondamentale, che è il modello per competenze, che è orientato al contesto. Il contesto è quella dimensione integrata nella quale riusciamo a collocare realmente lo studente con le caratteristiche di persona in fase di sviluppo che apprende e quindi che compie un percorso evolutivo nel quale la scuola e la funzione dell’insegnante sono fondamentali per essere guida e per dare supporto. Modello dinamico PGKG  L’insegnante, secondo questo modello dinamico, deve agire in situazioni in cui gli obiettivi sono incentrati sull’insegnamento di contenuti specifici per studenti specifici in contesti specifici. Questo vuol dire essere capaci di leggere i contesti e le situazioni e di proporre una propria didattica che sia adeguata alle istanze e alle richieste.  Le frecce contenute nel modello rappresentano lo sviluppo di questo framework come risultato di nuove esperienze e attività di apprendimento e quindi la sua natura dinamica. Questo vuol dire che conoscere e integrare contenuti, tecnologie e metodologie, tenendo conto delle complessità dei contesti ma anche delle specificità personali e motivazionali degli studenti, significa innescare nuovi circuiti virtuosi che riescano a generare un insegnamento attivo, propositivo e partecipativo che aiuti a progredire nel percorso di formazione di ogni studente. La trasposizione didattica La trasposizione didattica  Con trasposizione didattica s’intende un fenomeno che trascende la scuola e le discipline di insegnamento riguardando tutte le azioni umane tese a rendere il sapere insegnabile e suscettibile di essere appreso.  Chevallard definisce la trasposizione didattica come il passaggio dal sapere sapiente, ad esempio la matematica dei matematici, al sapere insegnato, ossia la matematica insegnata nelle scuole, giustificando la necessità di ricorrere a tale costrutto specificando due sistemi di conoscenza, che sono tra di loro correlati ma distinti. Uno è teso alla spiegazione dei fenomeni, cioè i contenuti del sapere sapiente, l’altro è teso all’insegnamento del sapere, cioè il sapere insegnabile. Quindi questo designa, in senso stretto, un passaggio fondamentale che va costruito sapientemente dall’insegnante e deve considerare questi due aspetti fondamentali della didattica. La trasposizione della didattica, infatti, interessa 2 livelli: uno esterno e uno interno. Quello esterno riguarda la trasposizione del sapere sapiente nei programmi scolastici, affidata in primo luogo a politici ed esperti, e consiste nel processo di selezione dei contenuti che si ritiene di voler trasferire alle nuove generazioni; quello interno avviene quando elementi del sapere sapiente passano nel sapere insegnato e si verifica nel sistema didattico interno, cioè quel sistema che si sviluppa nell’aula, con la classe e nell’azione dell’insegnante ed è dato da 3 elementi fondamentali, che sono l’insegnante, gli allievi e il sapere insegnato, uniti alle interazioni che si sviluppano attraverso l’interazione continua di questi 3 elementi. Quindi, la trasposizione didattica interna, in breve, rappresenta quell’insieme delle ulteriori trasformazioni socialmente negoziate che il curriculum formale subisce poi nella situazione reale dove avviene l’istruzione, all’interno del processo di insegnamento e apprendimento e attraverso un vero e proprio contratto didattico che intercorre tra insegnanti, allievi e contenuti che si sviluppano attraverso l’azione didattica.  Il delicato lavoro dell’insegnante è anche quello di sviluppare creatività didattica, cioè non seguire dei percorsi rigidi schematici da manuale, e deve essere in grado di scegliere gli elementi insegnabili. Questi





elementi insegnabili sono tali se hanno una legittimità epistemologica e sociale e soprattutto se sono sequenzializzati, cioè messi una sequenza e in un ordine logico che non è quello del sapere scientifico, non è quello solo del sapere presentato dai programmi, ma è una sequenza discussa, negoziata e scelta dall’insegnante con il contesto ...


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