Emile Durkheim - Riassunto Fondamenti di sociologia PDF

Title Emile Durkheim - Riassunto Fondamenti di sociologia
Course Fondamenti di sociologia
Institution Università degli Studi di Milano-Bicocca
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dispensa primo anno scienze dell'organizzazione...


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Emile Durkheim Nato nel 1858, influenzato da Comte e Kant, insegna filosofia e scienze sociali, vuole validare la scienza sociologica (ancora sottosviluppata). Era contrario al marxismo rivoluzionario ma interessato al socialismo riformista.

Fatti sociali La società è un’immaterialità che esiste e produce effetti. Per Durkheim la società è un fatto morale, ovvero una coscienza collettiva su cui si basa la solidarietà sociale. Non è possibile ridurre le azioni degli uomini ad azioni mosse unicamente da interessi personali (come fanno gli utilitaristi inglesi), così come il pensiero umano non può essere ridotto ad un insieme di cellule (o nel caso della sociologia: la società non è solo un insieme di individui). Durkheim assume quindi una posizione spiritualista/idealista (SUI GENERIS) e antiriduzionista. La società è un insieme di fatti sociali che devono essere l’oggetto della sociologia. Fatto sociale= “È ciò che è caratteristico di un’intera società e ha nello stesso tempo un’esistenza autonoma, indipendente dalle sue manifestazioni individuali.” I fatti sociali sono esterni all’individuo ma da esso interiorizzati, tant’è che ne orientano il comportamento.  I fatti sociali esercitano su di noi una costrizione. “Essi consistono in modi di agire di pensare, di sentire, esterni all’individuo e dotati di un potere di coercizione in virtù del quale si impongono ad essi.” La teoria dell’homo duplex statuisce che l’uomo abbia due componenti: o Un’individualità unica e irripetibile  Rappresentazioni individuali o Una socialità necessaria e innata  Rappresentazioni collettive I due aspetti non sono separabili, la mia autonomia di pensiero (RAPPRESENTAZIONE INDIVIDUALE) è data anche dalla società che mi circonda (RAPPRESENTAZIONE COLLETTIVA). “La libertà è essa stessa il prodotto di una regolamentazione” - Le rappresentazioni individuali partono da rappresentazioni collettive - Lo stesso concetto di libertà è socialmente condizionato Per Durkheim bisogna considerare i fatti sociali come delle cose, nonostante la loro natura sui generis (immateriale), visto che “sono tutto ciò che è dato, che si offre e si impone all’osservazione”. I fatti sociali vanno spiegati tramite altri fatti sociali e non sono giudicabili, in quanto validi solo per una data coscienza collettiva che si giustifica da sé ed è in sé giustificata.

Anti riduzionismo RIDUZIONISMO: consiste nello spiegare con una sola causa un fenomeno (Marx). Durkheim e Weber sono anti riduzionisti, ovvero secondo loro non è possibile spiegare un fenomeno psicologico/biologico/economico con una sola causa.

Anomia = assenza di norme condivise. Quando le norme perdono efficacia e significato, le persone non sanno più cosa aspettarsi l’una dall’altra. La deregolamentazione favorisce la disgregazione sociale e l’insorgere della devianza. 1893: “divisione del lavoro sociale”

Solidarietà =ciò che crea coesione sociale, ovvero ordine nella società. Per Durkheim esistono due differenti tipologie di solidarietà:  Solidarietà meccanica  tipica di società semplici, omogenee, senza divisione del lavoro, in cui individui si riconoscono simili. Forte integrazione dovuta alla condivisione degli stessi valori. Ciò che li accomuna è avere norme comuni, stessi valori e riconoscersi appartenenti ad uno stesso gruppo  COSCIENZA COLLETTIVA o



Diritto repressivo: punizione che soddisfa la coscienza collettiva. Idea di punire, chi non rispetta le leggi. La punizione deve essere pubblica per rimarcare i valori della comunità.

Solidarietà organica tipica di società complesse, in cui vi è differenziazione sociale. Specializzazione del lavoro seguita da uno spiccato individualismo. Ciò che li unisce è ognuno serve all’altro  INTERDIPEDENZA o

Diritto restituivo: riparazione al diritto leso. La sanzione può essere di due differenti tipi: pecuniaria o restrizione della libertà personale, con la finalità di rieducare e reinserire il condannato, in modo da ristabilire l’ordine sociale.

Nella nostra società queste due solidarietà coesistono. Meccanica: gruppo dei pari famiglia. Organica: intera società. La divisione del lavoro è l’elemento che crea il passaggio tra solidarietà meccanica e solidarietà organica. Integrazione: possibilità dell’individuo di creare un’entità indipendente (società) attraverso l’integrazione reciproca. Regolamentazione: possibilità di creare un’entità indipendente tramite la regolamentazione degli impulsi umani.

Il corporativismo

Essendo la società moderna basata sulla solidarietà organica e tendenzialmente anomica necessita comunque di una morale collettiva e di istituzioni che la coltivino, integrino gli individui in quadri sociali dotati di autorità e funzioni educative. Lo Stato non può più adempiere a questa funzione. Trova specchio delle sue intenzioni nella scuola e nelle corporazioni di lavoratori (ispirate alle corporazioni medioevali). Scuola e mercato del lavoro sono agenti di socializzazione e gruppi secondari, la famiglia (gruppo primario) è in crisi, l’educazione passa al gruppo secondario. Molte funzioni che prima si attribuivano alla famiglia sono demandate ai gruppi secondari.

Fatti sociali normali e patologici

Devianza: un comportamento deviante è un comportamento che si contrappone alla coscienza collettiva, ovvero che crea un conflitto tra autonomia dell’individuo e costrizione della società. Fatti sociali possono essere: -

NORMALI: risponde alla caratteristica di comunità. Normale non significa che vada bene, ma solamente s’intende quel comportamento maggiormente diffuso. MORALE COMUNE PATOLOGICI: comportamenti che mettono in discussione la morale comune e l’ordine sociale. Comportamenti devianti che servono per il mutamento sociale. Normale e patologico sono concetti relativi (mutano nel tempo e nello spazio) e prescindono dalla connotazione morale giusto/sbagliato. “Occorre che l’originalità individuale abbia la possibilità di emergere […]. La libertà di pensiero della quale godiamo attualmente non avrebbe mai potuto venire proclamata se le regole che la vietavano non fossero state violate prima di venir solennemente abrogate.” 1897: “IL SUICIDIO” Uno studio psicologico avrebbe messo in luce il piano individuale, mentre uno studio sociologico cerca la causa efficiente che produce un dato tasso di suicidi e la funzione che esso assolve. Ad esempio: il tasso dei suicidi tra protestanti è maggiore che tra cattolici, questo perché il cattolicesimo è meno anomico del protestantesimo. Il suicidio è una fenomeno sociale con caratteristiche e cause sociali. È un fatto sociale normale in quanto evento comune in tutte le società, si classifica come patologico solo quando la corrente suicidogena aumenta consistentemente e repentinamente. SUICIDIO = Qualsiasi caso di morte derivata direttamente o indirettamente da un’azione positiva (fare  esempio: mi accoltello) o negativa (non fare  esempio: non mangiare per morire) compiuta dalla vittima stessa e che quest’ultima sapeva che avrebbe provocato quel risultato.” Il suicidio è causato dalla situazione sociale. Durkheim individua quattro modelli di rapporto tra solidarietà e corrente suicidogena: - Egoista/Altruista: per carenza/eccesso di integrazione. ▪ ▪

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Egoista= la coscienza individuale prevale su quella collettiva (esempio: per amore o rovescio economico) Altruista= l’individuo s’annulla completamente nella società e tende a seguire un imperativo morale (Esempio: ragazzi kamikaze o capitano della nave)

Anomico/Fatalista: per carenza/eccesso di regolamentazione. ▪

Anomico= avviene con il venir meno di riferimenti normativi (a=senza, nos=norme), (esempio: durante i cambiamenti sociali)



Fatalistico= passioni violentemente compresse da una disciplina eccessiva (esempio: chi si sposa giovane e sente la mancanza di libertà)

La religione nella società 1912: “le forme elementari della vita religiosa” L’idea del sacro Nel libro Le forme elementari della vita religiosa Durkheim affronta insieme la questione della ragione umana e della religione in quanto fatti sociali. Per Durkheim la religione è un prodotto della società: gli uomini producono le loro divinità nel momento stesso in cui si costituiscono in società e poi ne dimenticano l’origine, ed è così che nasce la credenza, con l’inconsapevolezza. Un processo molto simile a quello della società, che sottintende una capacità umana di creare cose che non esistono ma che producono effetti reali. Anche nello studio della religione Durkheim suddivide il lavoro in tre parti: - Definizione del fenomeno “La religione è un sistema coerente di credenze e pratiche che fanno riferimento all’idea del sacro, che accomunano gli individui appartenenti alla stessa comunità morale, la chiesa, la quale raduna attorno a sé le persone che si riconoscono in questo sistema di pratiche e credenze. Il sacro deriva dal latino separatum, appunto perché separa gli affari umani da quelli divini - Confutazione delle tesi precedenti Per Durkheim l’uomo crea gli dei, non in quanto uomo, ma in quanto uomo socializzato, la forza della relazione sociale determina la forza della divinità. Rifiuta l’animismo (mancanza di dimensione collettiva) e il naturalismo, ovvero che l’idea di Dio risieda nel singolo uomo o nella natura, in quanto rischiamo di rendere la religione un sogno/sistema di allucinazioni. - Studio originale Durkheim studia le forme elementari della vita religiosa, in particolare studia il totemismo delle tribù australiane, in quanto lì è più facile trovare, essendo forme semplici, quell’essenza di religione presente anche nelle forme più complesse ed evolute. Il totem è un qualcosa di sacro, inteso come forza anonima e diffusa, forza tratta dalla collettività, superiore agli individui. Nella collettività i singoli si sentono più forti, riconoscono che c’è qualcosa di superiore. La società ha le caratteristiche di un Dio: richiede ubbidienza, rispetto e amore. Essa ha il potere di creare una sorta di effervescenza collettiva, cioè esalta l’individuo facendolo sentire parte di qualcosa più grande di lui. ‘aspetto fondamentale della religione è quindi la presenza di cose sacre. Per Durkheim la solidarietà organica è preferibile, perché garantisce la libertà dei singoli. Sono più complesse, delicate, bisogna salvaguardare la coscienza collettiva, c’è il rischio di anomia (eccessivo individualismo) ma rispettano l’eterogeneità.

L’individualismo come religione civile

L’individualità è la sola cosa in cui l’uomo moderno crede e l’individualismo è il solo sistema di credenze che possa assicurare ‘unità morale nella società moderna. Il culto dell’individuo fa a meno di sacerdoti, templi, riti e simboli, per questo è molto più interiore: esso viene creduto in ognuno di noi in quanto individuo. Non è individuo utilitaristico, ovvero non è basato sul calcolo di interessi, bensì sul valore dell’individuo. Costituisce una religione civile, laica ed illuminata. L’unica religione possibile in una società consapevole del fatto che la RELIGIONE è UN FATTO SOCIALE....


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