Euripide PDF

Title Euripide
Author Laura Nucera
Course Letteratura latina (Liceo classico)
Institution Liceo (Italia)
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Summary

Riassunto su Euripide...


Description

EURIPIDE Le peculiarità che distinguono le tragedie euripidee da quelle degli altri due drammaturghi sono: la ricerca di sperimentazione tecnica attuata da Euripide in quasi tutte le sue opere e la maggiore attenzione che egli presta alla descrizione dei sentimenti, di cui analizza l'evoluzione che segue il mutare degli eventi narrati. La struttura della tragedia euripidea è molto più variegata e ricca di novità rispetto al passato, in particolare per la progressiva svalutazione del ruolo drammatico del coro, che tende ad assumere una funzione di pausa nell'azione. Anche lo stile risente della ricerca euripidea di rompere con la tradizione, mediante l'inserimento di parti dialettiche e l'alternanza delle modalità narrative. La novità assoluta del teatro euripideo è rappresentata dal realismo con il quale il drammaturgo tratteggia le dinamiche psicologiche dei suoi personaggi. L'eroe descritto nelle sue tragedie è una persona problematica ed insicura, le cui motivazioni inconsce vengono portate alla luce ed analizzate. Egli ribalta la visione delle figure femminili: Euripide però dava delle connotazioni negative a queste donne, infatti molti studiosi delle sue opere, lo definirono "misogino" (cioè colui che odia le donne), mentre altri pensavano che lui considerasse le donne perfette, e con questi testi voleva riuscire a trovare quel poco di peccatrice che c'è in loro. Le protagoniste dei drammi, come Andromaca, Fedra e Medea, sono le nuove figure tragiche di Euripide, il quale ne tratteggia sapientemente la tormentata sensibilità e le pulsioni irrazionali.

ALCESTI Admeto, re di Fere in Tessaglia, aveva ottenuto di poter prolungare la propria vita se, al momento del trapasso, un altro fosse stato disposto a morire in sua vece. Giunto il momento gli anziani genitori hanno rifiutato entrambi, la giovane moglie Alcesti ha invece accettato di sacrificarsi. Thanatos giunge nella reggia per portare via Alcesti, che fa promettere al marito di non risposarsi. Al momento del funerale il re e il padre Ferete si accusano reciprocamente di egoismo per non avere impedito il sacrificio di Alcesti. Il semidio, per ricambiare la generosità di Admeto si mette subito alla ricerca di Thanatos e gli strappa la giovane preda, che restituisce al marito nascosta sotto un velo. Il re inizialmente rifiuta di accogliere la nuova donna per maniere fedele alla promessa, ma infine cede. Molto aperto è il dibattito critico sul significato dell'opera, il cui nesso centrale è legato al tema della donna che realizza il sogno archetipico di dare la vita per il proprio compagno. La vicina di Alcesti è pretesto per mettere in scena un drammatico confronto tra padre e figlio, Eracle appare come un personaggio capace di allentare la visita drammatica alternativa al dramma satiresco, creando le premesse per il lieto fine di una vicenda luttuosa.

MEDEA Dopo aver aiutato il marito Giasone e gli Argonauti a conquistare il vello d’oro, Medea si è trasferita a vivere a Corinto insieme al consorte ed ai due figli, abbandonando il padre per seguire l'amore. Dopo alcuni anni però, Giasone decide di ripudiare Medea per sposare Glauce, la figlia di Creonte, re di Corinto. Questo infatti gli darebbe diritto di successione al trono, la donna si lamenta scagliando maledizioni sulla casa reale tanto che il re Creonte, sospettando una possibile vendetta, le intima di lasciare la città.Tuttavia, nascondendo con abilità i propri sentimenti, Medea resta ancora un giorno, necessario per poter attuare il proprio piano. Medea rinfaccia a Giasone tutta la sua ipocrisia e la mancanza di coraggio, ma Giasone sa opporre solo banali ragioni di convenienza. Di fronte all'indifferenza del marito, la donna attua la sua vendetta: per prima cosa ottiene dal re di Atene Egeo la promessa di ospitarla nella propria città, offrendo le proprie arti magiche per dargli un figlio; poi, fingendosi rassegnata, manda in dono alla futura sposa di Giasone una ghirlanda e una veste avvelenata. La ragazza, indossati i doni, muore bruciata da un rivolo di fuoco che si propaga dalla ghirlanda; la stessa sorte tocca a Creonte, accorso per aiutarla. A questo punto Giasone accorre per tentare di salvare almeno la propria prole, ma Medea appare sul un carro alato del

dio Sole, mostrando i cadaveri dei figli che ella stessa, seppur straziata nel cuore, ha ucciso, privando così Giasone di una discendenza. Alla fine la donna vola verso Atene, lasciando il marito a maledirla, distrutto dal dolore. L’anelito alla vendetta è fortissimo, qui l’infanticidio è il dramma privato di una donna ripudiata dal compagno, la soddisfazione di una persona offesa nel proprio orgoglio, Medea attesta che non esiste limite alla vendetta. Medea non è il tipo di donna che gli ateniesi erano abituati a vedere, però solo una tale figura poteva rappresentare la condizione della donna ateniese del V secolo a.C, priva di qualsiasi possibilità dinanzi alla prepotenza maschile. L’arte di Euripide è capace di far sorgere addirittura un sentimento di pietà verso questa infelice creatura condannatasi per sempre alla sofferenza e al rimorso di vendicarsi dell’uomo cui ha sacrificato patria e affetti.

IPPOLITO Ippolito, figlio di Teseo, re di Atene, e della regina delle Amazzoni, è un giovane che si dedica esclusivamente alla caccia e al culto di Artemide, per tale motivo Afrodite decide di punirlo suscitando in Fedra (seconda moglie di Teseo e quindi matrigna di Ippolito) una insana passione per il giovane. Questo sentimento fa apparire Fedra sconvolta e malata agli occhi degli altri. Dietro le insistenze della Nutrice perché riveli la causa del suo malessere, Fedra è costretta a rivelare il suo segreto. La Nutrice, tentando in buona fede di aiutare Fedra, lo rivela a Ippolito, imponendogli il giuramento di non farne parola con nessuno. La reazione del giovane è rabbiosa e offensiva, al punto che Fedra decide di darsi la morte. Prima di impiccarsi lascia un biglietto in cui accusa Ippolito di averla violentata. Quando Teseo scopre il cadavere della moglie e il biglietto, invocando Poseidone lancia un anatema mortale nei confronti di Ippolito. Il giovane dice al re di non avere alcuna responsabilità, ma non può raccontare l'intera storia perché vincolato dal giuramento fatto alla Nutrice. Teseo non gli crede e lo bandisce da Atene. Mentre Ippolito sta lasciando la città, la maledizione puntualmente si compie: un toro mostruoso uscito dal mare fa imbizzarrire i cavalli, che fanno schiantare il carro contro le rocce. Ippolito viene riportato agonizzante a Trezene, dove appare Artemide, la dea espone a Teseo la verità sui fatti, dimostrando quindi l'innocenza di Ippolito. Il re si rivolge allora al figlio, ottenendone in punto di morte il perdono. Euripide esplora le pieghe più nascoste dell’animo femminile e mette in contrapposizione i due protagonisti, mentre Ippolito ignora i turbamenti della passione, Fedra ne è consunta fino allo spasimo e nell’assumere la decisione del suicidio, la regina si preoccupa della propria reputazione anche dopo la morte e cerca di condurre alla rovina chi rifiutando il suo amore, l’ha indotta a tanto.

ANDROMACA Andromaca, vedova di Ettore, vive in Tessaglia nella reggia di Neottolemo, del quale è schiava e al quale ha dato un figlio. Il re ha poi sposato Ermione, figlia di Menelao e Elena; la regina non nasconde l’odio verso Andromaca e l’accusa della propria sterilità e spalleggiata dal padre Menelao ha deciso di uccidere la schiava insieme al bambino, Andromaca intuito il pericolo ha messo in salvo il figlio e si è rifugiata nel santuario di Teti. Menelao cattura il bambino e Andromaca si consegna come scambio ma egli non mantiene la parola data. Sopraggiunge Peleo, nonno di Neottolemo e umilia Menelao e la figlia liberando i prigionieri. Errmione vorrebbe uccidersi ma viene distolta da Oreste, il giovane convince la donna a seguirlo, rivelandole di aver fatto uccidere Neottolemo. Peleo è straziato e lo conforta Teti che apparsa ex machina gli annuncia la trasformazione in dio e le nozze di Andromaca von il troiano Eleno. lo studio dei sentimenti caratterizza la prima parte della tragedia, che a tale tema coniuga quello luttuoso e triste della guerra. La guerra rappresenta sempre un doppio volto, alla gioia della vittoria fanno riscontro i suoi effetti devastanti. Dietro ogni

schiavo di guerra c’è un individuo obbligato a vivere secondo norme molto diverse dalle proprie. Fra i protagonisti della tragedia Andromaca e Ermione sono due figure dai caratteri opposti, Ermione ha i tratti della donna immatura, gli agi della vita l’hanno viziata così che quando constata il fallimento del suo piano contro Andromaca non ha alcuna difficoltà a farsi portare via da Oreste, suo antico corteggiatore, pur sapendo che egli ha ordito la morte del marito Neottolemo. La bella figlia di Elena è stata condotta all’isterismo e a un complesso di inferiorità che tenta di annullare rinfacciando ad Andromaca la sua condizione di schiava. All’opposto è Andromaca, donna saggia che non si è arresa alle sventure e ha cercato di ricostruire la propria vita e ora non esita a consegnarsi ai nemici per salvare il figlio. La prepotenza di Menelao e Ermione ha buon gioco sulla buona fede della barbara troiana, ritroviamo qui l’atteggiamento razzista.

ERACLIDI Nell’attica Maratona, presso l’altare consacrato a Zeus, i figli di Eracle hanno trovato rifugio dalla persecuzione del re Euristeo. Demofonte, re di Atene, rifiuta di consegnare i supplici e si dichiara disposto alla guerra, si va allo scontro armato e un oracolo impone il sacrificio di una nobile vergine per conseguirne la vittoria. Macaria, una delle figlie di Eracle offre la vita per i fratelli. Euristeo viene catturato e Alcmena, madre di Eracle ottiene che egli sia punito con la morte. Euristeo prima di morire fa dono agli Ateniesi e alla città un oracolo secondo il quale il suo cadavere se sepolto presso il santuario di Atena Pallene, sarà garanzia di eterna protezione. Gli Eraclidi sembrano svolgere il tema propagandistico di Atene come luogo di protezione per deboli e oppressi, con i cittadini pronti a essere solidali con il loro re. Talune incongruenze, come quella di Euristeo che rifiuta di chiedere la grazia e accettare la morte, indeboliscono l’intero impianto. La profezia di Euristeo, collega l’opera alla realtà bellica del momento, mentre improntati a una linea di rispetto della tradizione sono gli ammonimenti alle donne a non considerare nulla di più bello che l’essere riservate.

ECUBA Il dramma risale alla guerra del Peloponneso, nel viaggio di ritorno dopo aver conquistato Troia, gli Achei si sono fermati nel Chersoneso trancio; lì il fantasma di Achille reclama il sacrificio di Polissena figlia di Priamo ed Ecuba. Ecuba è disperata, ha subito il sacrificio della figlia Polissena sul tumulo di Achille e la disperazione diventa furore incontenibile e furioso quando apprende che anche il figlio Polidoro è stato ucciso: l’assassino è Polimestore, re di Tracia e già suo ospite. Ora Polimestore è al capo acheo, alleato di Agamennone e a quest’ultimo Ecuba chiede il permesso di vendicarsi, lo ottiene e uccide il re tracio viene accecato e ne uccide i due figlioletti. Polimestore chiede vendetta ma Agamennone dà ragione a Ecuba. Per vendetta Polimestore predirà la morte del re per mano della moglie. Guerra, schiavitù e brama sono i temi dominanti, la furia vendicatrice esplode con effetti devastanti in un personaggio così poco appariscente quale Ecuba, fino alla morte di Polissena, Ecuba sembrava infatti in condizione di reggere ai colpi del destino. L’inattesa morte di Polidoro colma però in Ecuba la misura dell’umana sopportazione e allora la furia femminile si abbatte sugli innocenti figli del nemico, una vendetta non più volta a correggere un equilibrio alterato, ma destinata a dare sfogo a un amino esasperato.

SUPPLICI i Tebani hanno lasciato insepolti i cadaveri dei condottieri uccisi nell’assedio di Tebe, le loro madri (le supplici) guidate da Adrasto, giungono a Elusi per impetrare da Teseo, re di Atene, l’aiuto necessario per onorare quei cadaveri di onorevole sepoltura. Etra, madre di Teseo, intercede le supplici e riesce ad ottenere impegno dal figlio, giunge un araldo tetano che intima Teseo di non ingerirsi negli affari di Tebe ma il tetano ribatte che la legge impone di onorare i morti. Fra le due città è guerra, dopo aver ottenuto la

vittoria si procede al rito funebre e il rogo di Capaneo viene allestito diversamente al fine di onorare l’eroe colpito dalla folgore di Zeus; Evadne, moglie del defunto si getta sul rogo per riunirsi al marito. Ex machina compare Atena che fa giurare Teseo e Adrasto a un’eterna alleanza fra Atene ed Argo. Le Supplici esprimono le allusioni alla dolorosa esperienza della guerra, sono presenti riferimenti all’attualità, risulta un elogio della costituzione democratica di Atene pronunciato da Teseo che appare più una rievocazione del genuino spirito della democrazia che una celebrazione delle condizioni politiche del tempo. Teseo ironizza sul timore che la sepoltura degli Argivi faccia nascere da sottoterra creature mostruose contro Tebe, paure infondate che condizionavano non solo la vita politica, ma anche le scelte delle campagne militari.

TROIANE il giorno dopo la conquista di Troia e nell’imminenza del viaggio di ritorno gli Achei procedono al sorteggio delle prigioniere. A Ecuba l’araldo comunica che la figlia Cassandra è stata assegnata a Agamennone, Polissena alla tomba di Achille, la nuora Andromaca a Neottolemo e lei a Odisseo. Cassandra profetizza il destino che l’attende e si avvia alla sua sorte, da Andromaca condotta via con il piccolo Astianatte, Ecuba viene a sapere che Polissena è stata sgozzata. Inoltre, gli Achei hanno decretato che il figlio di Ettore sia gettato giù dalle mura di Troia, Andromaca è annichilita: può solo dare l’addio al piccolo, mentre l’araldo porta via Astianatte. Infine giunge Menelao: ha condannato a morte Elena e intende portarla in patria per eseguire la condanna. La sepoltura di Astianatte verrà data dalla nonna e nel frattempo il fuoco va divorando Troia, è la fine: Ecuba e il Coro si avviano alle navi. L’inumano destino dei vinti, la brutalità, la crudeltà dei vincitori sono i temi che occupano questo dramma, tale insistenza sul tema doloroso della guerra non è casuale: la qualità dello scontro armato andava deteriorandosi, mentre sentimenti come la pietà e il rispetto erano scomparsi, sostituiti da una politica di terrore fatta di città rase al suolo e da massacri. La circostanza che le Troiane siano contemporanee all’impresa di Sicilia non implica un rapporto tra i due eventi, ad impensierire il poeta è la spirale della guerra in sé sulla quale eleva il lamento di Cassandra: il che non significava una ricerca della pace dato che poi la stessa profetessa afferma che una bella morte reca gloria alla città.

IFIGENIA IN AULIDE. trama. La scena  ambientata in Aulide, dove le navi dirette verso Troia sono bloccate a causa di una bonaccia. Nel prologo si racconta che l'indovino Calcante ha affermato che solo sacrificando alla dea Artemide una figlia di Agamennone, Ifigenia, i venti torneranno a spirare. Ifigenia per non  con loro,  rimasta a casa, cos Agamennone, persuaso da Odisseo, le scrive una lettera in cui le prospetta un matrimonio con Achille, chiedendole quindi di raggiungerli in Aulide. In seguito per, pentito di questo inganno, cerca di avvertire la figlia di non mettersi in viaggio, scrivendole un altro messaggio. Il secondo messaggio viene intercettato da Menelao, che lo toglie di mano al vecchio che lo portava con s$, e rimprovera severamente Agamennone per il suo tentativo di tradimento. Arrivano quindi in Aulide Ifigenia e la madre Clitennestra, con il piccolo Oreste, per le nozze. A quel punto viene a galla la verit&, sicch$ le due donne si ribellano furiosamente: Clitennestra biasimando aspramente il marito, Ifigenia chiedendo piet& con parole toccanti. Anche Achille, nello scoprire che il suo nome era stato usato per un atto tanto infame, minaccia vendetta. Ifigenia per cambia atteggiamento e offre la propria vita, calmando la madre e respingendo l'aiuto di Achille. Al momento del sacrificio, per, la ragazza scompare ed al suo posto la dea Artemide invia una cerva, che in tal modo capiscono che la ragazza  stata salvata dagli dei. la flotta pu finalmente salpare verso Troia. Il personaggio di Ifigenia nell'opera  caratterizzato da un repentino cambiamento nel comportamento, passando nel breve volgere di pochi versi da ragazzina terrorizzata per il sacrificio, a persona che sceglie consapevolmente di morire. Tale mutamento  stato spesso giudicato troppo improvviso e di conseguenza non realistico, ma vale a mettere in luce con ancora maggiore evidenza la nobilt$ ed il coraggio della ragazza. L'opera si pu% fondamentalmente suddividere in due parti. La prima  basata su una sorta

di commedia degli equivoci. La seconda parte dell'opera  dedicata all'analisi della psicologia dei personaggi, i quali hanno tutti una caratteristica fondamentale: pur essendo alcuni tra i pi( grandi eroi della mitologia greca, essi appaiono impotenti ed incapaci di intervenire in maniera fattiva nella vicenda. IL RESO. trama: Decimo anno della guerra di Troia: una notte le sentinelle del campo troiano avvistano fuochi greci all'orizzonte. Enea decide allora di mandare un esploratore, Dolone, per capire cosa stia succedendo. Subito dopo, un pastore d& l'annuncio dell'arrivo di un esercito di Traci agli ordini del loro giovane re Reso, alleato della citt& assediata. Nel frattempo anche gli Achei mandano in missione due guerrieri: Odisseo e Diomede. Essi uccidono Dolone e penetrano nell'accampamento dei Traci, dove trucidano Reso nel sonno e rubano le sue preziose cavalle. In questo sono aiutati dalla dea Atena, che appare a Paride sotto le sembianze di Afrodite e lo convince che nessuno  entrato nel campo. Dell'omicidio di Reso viene inizialmente accusato Ettore, ma nel finale appare una Musa, madre di Reso, che chiarisce come si sono svolti i fatti e compiange il figlio morto, profetizzando poi per lui una prossima resurrezione ad opera degli dei inferi, i quali lo destineranno per a soggiornare perpetuamente in un misterioso luogo sotterraneo. Il Reso  una tragedia decisamente anomala all'interno del corpus euripideo, tanto che gi$ i filologi antichi dubitavano della sua paternit$., un'opera di scarso valore, nettamente inferiore a tutte le altre tragedie greche a noi note; i personaggi non hanno profondit$ psicologica e le potenzialit$ drammatiche della storia non vengono sfruttate. In tutte le tragedie di Euripide a noi note  il protagonista a subire la sorte tragica, invece in quest'opera Odisseo, il personaggio principale,  un eroe fortunato. IL CICLOPE. TRAMA: Quando Odisseo arriva al paese dei Ciclopi, la Sicilia, incontra Sileno, e gli offre di scambiare il proprio vino con del cibo. Sileno non sa resistere alla tentazione di farsi dare il vino, ma lo scambia con cibo non suo, bens del ciclope. Quest'ultimo poco dopo arriva, e Sileno per giustificare la mancanza del cibo accusa Odisseo di averlo sottratto di nascosto ed inoltre di averlo preso con la forza: ne nasce una discussione, ma il ciclope, poco interessato alla diatriba, porta Odisseo e alcuni uomini del suo equipaggio nella sua grotta, e divora alcuni di loro. Per liberarsi, Odisseo idea un piano: offrir& il vino al ciclope per farlo ubriacare, e poi lo accecher& con un palo di legno.Il ciclope e Sileno si ubriacano insieme, tanto che il primo comincia a chiamare il secondo Ganimede e lo invita nella sua grotta, probabilmente con qualche intenzione sessuale. A quel punto Odisseo decide di mettere in atto il suo piano. I satiri all'inizio si offrono di dare il proprio aiuto, ma quando arriva il momento si defilano. Odisseo allora chiede ai satiri un incitamento per l'impresa che a quel punto acceca il ciclope. Odisseo in precedenza aveva detto al ciclope di chiamarsi Nessuno, cos quando il ciclope accecato urla di dolore, e il coro di satiri gli chiede chi sia stato a ferirlo, la risposta  la famosa "Nessuno mi ha accecato", che scatena la derisione da parte dei satiri. Nel frattempo Odisseo e il suo equipaggio scappano s...


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