Le Supplici di Euripide chiara PDF

Title Le Supplici di Euripide chiara
Author Chiara Perillo Scarpato
Course Filosofia Politica
Institution Università degli Studi di Torino
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--> Le Supplici di Euripide Un testo interessante su questi argomenti è "le Supplici" di Euripide, tragedia greca rappresentata nel 422 a.c. In questa tragedia c'è un passaggio in cui si confrontano argomenti pro e contro la democrazia. Questa tragedia è compresa nel ciclo tebano e racconta ciò che avviene dopo la vicenda di Edipo, Antigone e Creonte, quando sette eserciti si armano contro Tebe. In particolare questo passo racconta di quando l'araldo tebano giunge ad Atene per chiedere aiuto e chiede per prima cosa: "Chi è turhanos (tiranno) in questa città?" La parola turanos, tiranno, non aveva quella inflessione negativa che gli attrubiamo oggi, egli domanda solo chi è il comandante. Teseo, il mitico Re di Atene, disse "hai cominciato con parole tarde quando hai chiesto di un Re, la città non è retta da uno solo, è libera, da noi governa il popolo con cariche annuali senza mai dare al censo eccelsi privilegi e con la volontà di dare diritti anche ai poveri". Su queste parole si fonda l'essenza della democrazia ateniese, con l'importanza del fatto che la povertà non conti. La quale tesi ritorna nel discorso Epitafio. L'Araldo tebano rispose "com'è possibile che non vi sia un Re che governi il popolo, essendo che il popolo è incapace di ragionare rettamente?" Alla domanda del perchè il popolo non dovrebbe essere capace di ragionare rettamente, l'araldo tebano risponde "un poveretto, che si occupa della terra, ammesso che non sia uno stupido, ha troppo da fare per volgere l'occhio all'interesse pubblico?". Questa tesi ritorna anche in Platone. La risposta di Teseo è una difesa della democrazia.

--> Il discorso Epitafio di Pericle Nella letteratura greca, esistono diverse critiche alla democrazia con argomenti che mettono in dubbio la competenza dei cittadini comuni che compongono il demos. Esiste tuttavia anche la testimonianza degli amici della democrazia (protagora sostiene che i cittadini non istruiti sarebbero in grado di divenire cittadini grazie all’opera educativa che offre la citta. L’idea è quella di una citta democratica palestra di democrazia, dove i cittadini si auto educano). Questo pensiero viene anche affrontato in un importante discorso, ovvero “il discorso epitafio” di Pericle, si tratta di un discorso che sarebbe stato pronunciato da Pericle alla fine del primo anno della guerra del Peloponneso, quindi un anno prima della morte di Pericle a causa dell’epidemia della peste. > Il discorso epitafio, era un genere letterario ben preciso, solitamente era celebrativo del valore dei soldati in battaglia. Tuttavia, in questo discorso, comunemente considerato come “il manifesto ideologico della democrazia ateniese”, Pericle celebra i principi su cui si costruisce la forma di governo democratica e anche a cultura democratica (Bobbio sostiene che quei principi e valori sono quelli che stanno a fondamento della stessa democrazia dei moderni). Fin dall’incipit si capisce che questo sarà un discorso diverso dagli altri, che in genere si limitano ad osservare il valore dei guerrieri.

--> Incipt: originalita’ del modello ateniese Atene viene presentata come un modello (paradigma) per l’intera Grecia. Il modello democratico ateniese si contrappone al modello opposto dei nemici, ossia gli “spartani”, ma ad essere contrapposte non sono solo due forme di governo ma due diverse forme di PAIDEIA, ovvero due diverse forme di educazione e cultura.

«Il nostro sistema politico non si propone di imitare le leggi di altri popoli: noi non copiamo nessuno, piuttosto siamo noi a costituire un modello [paradeigma] per gli altri» --> La democrazia come regime dell’ugualianza In che cosa possiamo dire, che Atene è originale? E’ originale nell’essere il regime dell’uguaglianza ossia in democrazia (demockratia). La demockratia però è definita in negativo ossia come il contrario dell’oligarchia: nell'oligarchia comandano i pochi, mentre nella democrazia comandano i molti. Nella democrazia vale il principio dell’uguaglianza di trattamento, le leggi regolano la vita privata in modo che tutti abbiano un trattamento uguale (eguaglianza in senso giuridico). > ad atene non esistono differenze di rango tra gli individui, perché la reputazione di un individuo non dipende dalla nascita o dalla sua ricchezza ereditata ma esclusivamente dal merito (arete’) l'aretè era una parola classica usata in queste circostanze, ed era però intesa come sinonimo di buona nascita. In un contesto democratico l’aretè assume un significato diverso: non si trattava più di una qualità innata, ma qualcosa che si dimostra attraverso il proprio comportamento. «Le leggi regolano le controversie private in modo che tutti abbiano un trattamento uguale, ma quanto alla reputazione di ognuno, il prestigio di cui possa godere chi si sia affermato in qualche campo non lo si raggiunge in base allo stato sociale di origine, ma in virtù del merito [ areté]» > La povertà non è un impedimento, la società ateniese non è priva delle stratificazioni sociali (nel senso che esistono i ricchi come esistono i poveri), ma non conta la differenza di ricchezza, tutti sono allo stesso modo cittadini. (eguaglianza di opportunità) «quanto all’impedimento costituito dalla povertà, per nessuno […] è di ostacolo la modestia del rango sociale» --> La democrazia come regime di liberta’ La democrazia non è solo il regime dell’eguaglianza, ma anche il regime della libertà. In questa parte del suo discorso Pericle esalta la libertà di fare ciò che ciascuno sceglie nella vita privata. > Nella storia del pensiero politico, libertà può significare due cose diverse: 1. il primo aspetto riguarda la libertà negativa ossia assenza di impedimenti e costrizioni. In questo aspetto della libertà negativa, siamo liberi quando nessuno ci impedisce di fare quello che vogliamo e nessuno ci costringe a fare ciò che non vogliamo. 2. Il secondo aspetto invece coinvolge la libertà positiva (Rousseau) ossia libertà intesa come obbedienza della legge che noi stessi ci siamo dati (dare leggi a se stessi) . (liberta negativa -> dei moderni mentre Libertà positiva -> antichi) Leggendo il discorso di Pericle, ci accorgiamo che qui viene celebrata invece la libertà negativa e viene confrontata con il modello spartano in cui invece vige una morale comune censoria. Ad Atene invece, ciascuno si comporta come meglio preferisce e non esiste nessun controllo sulla vita dei singoli. «La nostra tuttavia è una vita libera non soltanto per quanto attiene ai rapporti con lo Stato, ma anche relativamente ai rapporti quotidiani, di solito improntati a reciproco sospetto: nessuno si scandalizza se un altro si comporta come meglio gli aggrada, e non per questo lo guarda storto, cosa innocua di per sé, ma che pure non manca di causare pena»

--> Il rispetto della legge Platone nella sua feroce parodia del sistema ateniese, in particolare del sistema democratico, equipara la democrazia ad una forma di anarchia (assenza di potere). Nell’ottavo libro della repubblica descrive una citta in cui ciascuno fa ciò che gli pare. Pericle, invece, nell'Epitafio, dopo aver difeso il principio della tolleranza nei confronti del vivere la vita privata, aggiunge che nel vivere la vita pubblica tutti sono tenuti a rispettare le leggi ma per timore. Le leggi vanno rispettate, non per la paura di una sanzione, ma per il senso del dovere. Il rispetto si deve soprattutto alle leggi fondamentali e alle leggi non scritte (leggi degli dei). «Ma, se le nostre relazioni private sono caratterizzate dalla tolleranza, nella vita pubblica il timore ci impone di evitare col massimo rigore di agire illegalmente, piuttosto che in obbedienza ai magistrati in carica e alle leggi» --> Amore per il bello e la cultura La paideia (formazione o educazione) attica, quella che viene celebrata da Pericle, si distingue da quella dorica (spartana) perché avviene anche attraverso momenti ludici: occasioni di svago che servono per coltivare lo spirto, il gusto delle cose belle. Il cittadino ateniese è diverso dal cittadino totale spartano, il quale fin dall’infanzia viene educato per diventare un bravo guerriero. In battaglia, Pericle esalta il modello di vita ateniese che non è monocorde, apprezza che gli individui coltivino una pluralità di interessi e pur partecipando alla vita politica non si occupino solo e unicamente di quello. «Nel nostro lavoro abbiamo provveduto a creare un gran numero di momenti di riposo per ricreare lo spirito, da un lato introducendo l’abitudine di gare e riti sacrificali, che celebriamo per tutto l’anno, dall’altro coltivando il gusto per splendidi arredi privati, da cui traiamo un quotidiano diletto che rasserena l’animo» «Amiamo il bello, ma non lo sfarzo, e coltiviamo i piaceri intellettuali, ma senza languori»

--> Atene citta’ aperta Questo atteggiamento nei confronti della vita implica anche un'apertura nei confronti dell’esterno. Atene è una citta aperta per i visitatori che provengono da fuori (non avevano terrore dello straniero). Questo aspetto della vita ateniese, sarà criticato da Platone, (in particolare nel Platone "anziano”). Si prevede una regolamentazione delle entrate e delle uscite dalla citta ispirata alla sospettosità degli stranieri, che invece non esiste nel discorso pericleo. «Anche nel modo in cui ci prepariamo alle pratiche di guerra siamo diversi dai nostri avversari. Offriamo la nostra città agli altri come un bene da godere in comune, e non accade mai che, decretando l’espulsione degli stranieri, allontaniamo qualcuno da un’occasione di apprendimento o da uno spettacolo, anche se l’assistervi può tornare utile ad un nemico, cui tale visione non sia stata impedita»

--> Elogio della partecipazione Pericle chiarisce che i cittadini pur occupati in molte attività, si informano regolarmente degli affari pubblici e partecipano alla vita collettiva. Viene fatto l’elogio della liberta’, nella sua prospettiva positiva del termine, ovvero libertà di partecipazione come fondamento della città democratica. (non partecipazione = apatia politica “buoni a nulla”) «La cura degli interessi privati procede per noi di pari passo con l’attività politica, ed anche se ognuno è preso da occupazioni diverse, riusciamo tuttavia ad avere buona conoscenza degli affari pubblici. Il fatto è che noi siamo i soli a considerare coloro che non se ne curano non persone tranquille, ma buoni a nulla”

--> Elogio della discussione Il discorso procede, illustrando il modo in cui vengono assunte le decisioni comuni ad Atene ossia

non prima di una riflessione collettiva , perché, ci dice Pericle: “E siamo gli stessi a partecipare alle decisioni comuni ovvero a riflettere a fondo sugli affari di Stato, poiché non pensiamo che il dibattito arrechi danno all’azione; il pericolo risiede piuttosto nel non chiarirsi le idee discutendone, prima di affrontare le azioni che si impongono» .

È un punto molto importante, dove si trova una risposta all’obbiezione politologica di Alcibiade che aveva accusato la democrazia di essere un governo basato sulla forza (forza dei molti). Pericle sostiene che il punto di forza della democrazia è: la libera discussione, ossia prima di decidere attraverso il voto, i cittadini esercitano l’isegoria (libertà di parola), in quanto pensano e discutono. Non pensano come gli spartani, che affermano che pensare sia sintomo di mancanza di coraggio, anzi al contrario di ciò, vedono negativo il “decisionismo”, ovvero la presa di decisone senza averci riflettuto. > Questo punto viene anche trattato nel 3 libro di Tucidide: viene raccontata la vicenda di Mitilene, città alleata con Atene durante la guerra del peloponneso che ad un certo punto si rende colpevole di DEFEZIONE, ovvero tradimento. Mitlene passa con Sparta e gli atenesi si riuniscono indignati di cio che è avvenuto e deliberano in maniera molto veloce, senza pensare, di “eliminare” tutta la popolazione maschile di Mitilene e far diventare le donne e bambini schiavi. Il giorno dopo però, viene convocata una nuova assemblea in quanto sentono l’esigenza di tornare sulla loro decisione. In quel contesto prevalgono gli argomenti di DIODOTO (più ragionevoli e tranquilli) che invita alla riflessione della decisione precedentemente presa in quanto “l’eliminazione” della popolazione di Mitene avrebbe portato ad una brutta immagine di Atene.

La democrazia, se correttamente intesa, non si riduce al governo dei molti e non si fonda esclusivamente sulla forza del numero. Essa trae la propria legittimità, dal fatto che prima del voto i cittadini abbiano avuto la possibilità di formarsi un’opinione attraverso un dibattito libero ed informato (l’idea che sta anche alla base delle teorie contemporanee della democrazia partecipativa). --> Atene e gli altri «E siamo i soli a prestare liberamente aiuto agli altri non tanto per calcolo ma piuttosto in pegno di libertà» . Questa è forse l’affermazione più ideologica, meno credibile, del discorso epitafio. Pericle può citare l’aiuto di Atene ad altre città greche all’inizio delle guerre persiane, non dice però, che nel frattempo sono successe diverse cose, come Atene che è diventata un impero che impone la sua egemonia nelle città alleate perciò dire che l’aiuto portato da Atene alle altre città è disinteressato, è difficile da credere. --> Il “discorso epistafio” è ideologia o realta’? La vera domanda è quanto è attendibile il quadro dipinto dal Pericle truciditeo? Quanto corrisponde effettivamente al modo di vivere di Atene nell’età periclea? Non dobbiamo leggere questo discorso come se fosse una fotocopia della realtà. In questo discorso vengono enunciati gli “ideali” che spesso sono traditi dalla realtà o che comunque non sono pienamente realizzati. Quindi non dobbiamo vederlo come una rappresentazione di falsa coscienza, ma dobbiamo prendere atto che gli ideali rappresentati: libertà, uguaglianza, partecipazione sono ancora ideali che stanno al fondamento del modello democratico....


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