Appunti sulla lettura della Medea di Euripide PDF

Title Appunti sulla lettura della Medea di Euripide
Course Teatro e drammaturgia dell'antichita'
Institution Università degli Studi di Genova
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Appunti sulla lettura della Medea di Euripide...


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Medea è infanticida. Questa è la connotazione: uccide i figli. Com’è possibile che Euripide abbia creato questo personaggio che non ha precedenti. Era colei che aveva aiutato Giasone a vincere il vello d’oro ma la tradizione infanticida la inventa lui. Com’è possibile che gli spettatori possano stare dalla parte di Medea. Lei ha natura eroica, i lettori siamo dalla parte sua dal primo all’ultimo. Nell’ambito della costruzione del personaggio siamo di fronte a qualcuno che trae esclusivamente da sé stesso le radici della propria esistenza, le direttrici della propria vita. Medea trae esclusivamente da sé stesse le direttive della propria vita NATURA EROICA e AUTOCOSCIENZA di sé, collocata al primo posto.

INCIPIT Medea non compare, è in scena la sua balia che racconta come lei sia arrivata in Turchia esule a Corinto.n è stata abbandonata perché Giasone ha sposato una principessa, poi si sentono le sue urla insieme al coro. -PROLOGO: notizie sulla disperazione di MEDEA. -ENTRA IL CORO, URLA FUORI SCENA LA SUA MALEDIZIONE. -ENTRA IN SCENA MEDEA CON UN MONOLOG, si rivolge alle donne di Corinto e denuncia la propria situazione: è STRANIERA, DONNA, SENZA PATRIA, SENZA PARENTI, SENZA AMICI. Questa prima tirata alle donne di Corinto ALLARGAMENTO D UNA DENUNCIA ALLA COLLETTIVITA’, TUTTE LE DONNE HANNO UNA CONDIZIONE MINORITARIA. CHIEDE AL CORO DI TACERE PERCHE’ TROVERA’ UNA SOLUZIONE. ENTRA IN SCENA CREONTE e C’E’ UN BEL DIALOGO. CREONTE LE CONCEDE UN GIORNO, UN GIORNO CORRISPONDE STATUTARIAMENTE ALLO SPAZIO DELLA TRAGEDIA. TRAGEDIE E COMMEDIE ANTICHE E ANCHE GRAN PARTE DI QUELLE MODERNE SI SVOLGONO CON UNITA’ DI TEMPO D’AZIONE.RIMASTA SOLA DOPO IL DIALOGO CON CREONTE MEDEA COMINCIA UN SECONDO MONOLOGO E C’E’ UN PASSO AVANTI, PERCHE’ LEI HA OTTENUTO UN GIORNO. È nei monologhi che si trova il travaglio del pensiero. Dopo il dialogo con Creonte lei sa di avere un giorno e lei dice che in questo giorno si vendicherà, ma non sa come, come tutti i personaggi furenti l’istinto le dice che i due devono morire. NON VUOLE IL RISO DEI NEMICI, COME AIACE. PRIMA TRAFIGGERE GLI SPOSI CON LA SPADA, POI UCCIDERLI STECCHITI CON UN VELENO. ENTRA A SPADA IN PUGNO E LI UCCIDE ENTRAMBE (TERZA OPZIONE) LA MENTE QUANDO PROGETTA QUALCOSA ONDEGGIA A SOLUZIONI VARIE. Mai nulla appare chiaro immediatamente, manco vengono nominati i figli nel secondo monologo. Ipotizza 3 modi diversi di vendetta. Quello che è certo è che vuole vendetta.

A partire da questo monologo Medea crea una sua personale strategia d’azione. CORO Siamo donne: ESPERTISSIME IN OGNI SPECIE DI MALE.

UNICO MOMENTO TEATRALE ANTICO E MODERNO FINO A HYBSE in cui c’è un’accesa protesta per la condizione delle donne. Gli uomini meritano gli inganni. FINIRANNO DI PARLARE MALE DI NOI, FINIRANNO DI DIRE INFAMIA SULLE DONNE. DESISTERA’ LA PROGENIA DEI POETI DA DEFINIRE INFEDELI NOI DONNE. Il coro esprime una coscienza di impotenza.

Come viene costruito il personaggio? Prologo e fin qui è del tutto impotente, prostata, fisicamente, si rotola per terra quando ulula. NON HA NULLA. È tutto generato dal suo cervello ciò che verrà dopo. Sono miti di fortissimi autocoscienza di sé. I 5 monologhi rappresentano l’andamento del pensiero che progetta l’azione. ORA ENTRA IN SCENA GIASONE. VUOLE TUTELARE LA SUA EX FAMIGLIA, MEDEA E’ PIENA DI FURORE. CI SONO DUE DIALOGHI TRA I DUE, NEL PRIMO LEI INSULTA LUI, MENTRE LUI SI DIFENDE. NEL SECONDO DIALOGO TRA I DUE MEDEA RECITA E HA DECISO COSA FARE, LO DEVE INGANNARE. FA FINTA DI ESSERE

Giasone: mi ha salvato VENERE.  Ma dalla mia salvezza hai ricavato ben più di quel che hai speso, e te lo dimostro

Hai imparato cos’è la gustizia, non abiti più in un paese barbaro. Tutti i greci conoscono te. Sai cosa sono le leggi, sei diventata famosa in tutta la Grecia per la tua intelligenza. 2. “L’HO FATTO PER TE” MEDEA TIRA UNO SGANASSONE A GIASONE.  CERCA DI STARE CALMA. 1.

3.

Il motivo principale era di garantirci un'esistenza comoda, fuori dalle ristrettezze - so bene che quando uno diventa povero, tutti gli amici si dileguano. E volevo anche allevare i bambini in maniera degna del mio casato, dare dei fratelli ai figli che ho avuto da te, metterli tutti su uno stesso piano e costituire così un'unica famiglia.

Cacciata in esilio di Creonte, in 24 h deve prendere i figli e sparire Scenata con l’ex marito L’abbandono Le donne del coro sono le uniche che stanno con lei (solidarietà femminile, loro sono greche lei è turca. Differenza profonda tra le’ssere asiatici ed essere europei. Da una parte c’è medea, intorno a lei una civiltà orientale, corinto civiltà occidentale.

INCONTRO CON IL RE di atene EGEO

STRATEGIA INTELLIGENTE NON STA NELL’APPLICARE MATEMATICAMENTE CIO’ CHE SI SI E’ PREFISSATI, MA NELL’ADATTARSI ALLE OCCASIONI CHE VIA VIA SI OFFRONO. MEDEA HA UN’OCCASIONE CHE NON SI ASPETTAVA. DIALOGO CON EGEO: egeo vuole avere dei figli ma è sterile, lei non vuole andare via in esilio. Chiede a Egeo di ospitarla, in cambio avrà i figli che tanto vuole.

TERZO MONOLOG, PROSPETTA L’UCCISIONE. FINO A QUI D’INFANTICIDIO NON SI E’ MAI PARLATO. NUMERARE MONOLOGHI.

Primo monologo (anche se interagiscono le donne di Corinto) termina dicendo che si vendicherà Il secondo monologo : esplicita dichiarazione di vendetta con suggestio falsi: inizialmente qualcuno prospetta un finale divrerso da quello che ci sarà sviare lo spettatore teatralmente. È un sistema per tenere viva l’aspettativa e poi stornare le attese del lettore/spettatore. Psicologicamente è questo il piano: -provvisorie soluzioni (morti stecchiti, in ogni caso il marito muore sempre) Terzo monologo: la vendetta si concretizza nel proposito di Infanticidio. Perché risulta verosimile? Com’è stato preparato? Cos’è scattato nella PSICHE di Medea, che ha trovato come vendicarsi COLPENDO I FIGLI. È stato preparato. Medea ama i suoi figli, non li detesta. Lei non li sta considerando perché è dominata dalla passione della vendetta. Come arriva a pensare di ucciderli? Questo è preparato da: primo dialogo CREONTE MEDEA DIALOGO GIASONE – MEDEA EGEO-MEDEA

Questi 3 dialoghi portano progressivamente alla scelta infanticida.

STICOMITIA: 1 verso per uno, battuta per battuta.

Nella lunga tirata di giasone che corrisponde alla lunga tirata di Medea GIASONE DICE:

il motivo principale era garantirci un’esistenza comoda.

Tutto il dialogo con EGEO su che cosa verte?

IN QUESTI 3 DIALOGHI A UN CERTO PUTNO MEDEA METTE A FUOCO CHE LE COSE PIU’ IMPORTANTI PER QUESTI 3 MASCHI SONO I FIGLI. NELLA LORO CONVERSAZIONE TUTTI E 3 A UN CERTO PUNTO DICONO: IL MIO PRIMO PENSIERO SONO I MIEI FIGLI. Lo dichiara Creonte, Giasone e soprattutto EGEO ha un desiderio pazzesco di avere figli. PREPARAZIONE TEATRALE a questo punto è verosimile che la nostra prtagonista interamente concentrata sulla vendetta contro di lui. A questo punto non è casuale ma è voluto, Creonte, Giasone, Egeo (RE DI ATENE), che arriva a prometterle rifugio in ATENE se soltanto lei farà in modo di dargli dei figli, scatta nella psiche (ciò che scrivono i greci deriva da una profonda attenzione alle emozioni del cervello umano, non è teatro psicologico) che per un maschio la cosa conta sono i figli. Ecco perché di colpo nel terzo monologo appena uscito di scena EGEO c’è la trionfante evocazione agli dei: ORA SI CHE TRIONFERO’ SUI MIEI NEMICI. Il coro non può infuire su quello che accade, non può cambiare l’azione  la richiesta al coro di tacere è un luogo comune, accade sempre che si chieda. Nemmeno quando il coro è dinamico e protagonista come nelle tragedie di ESCHILO, nemmeno quando sembra attivo (nell’agammenone) non sposta di niente l’azione principale. Le donne di corinto sono state create per creare confidenza, presenza di qualcuno con cui potesse parlare il personaggio isolato di Medea. AIACE ha i marinari di salamina, (coro maschile) Antigone è l’unica eccezione importante: SOFOCLE ha creato un coro maschile, perché lì la volontà era isolare ancora di più il personaggio. Sofocle badava a creare il grande protagonista, deve essere isolato. Aiace è solo, non esiste un dialogo vero con i marinai, ne con sua moglie. Filottete è profondamente solo, l’ha fatto vivere 10 anni da solo. ANTIGONE è profondamente SOLA. La sua decisione di sfidare il tiranno e seppellire con le sue mani il fratello nonostante l’avesse vietato le elggi non scritte sono più forti delle leggi scritte ma provvisorie dello stato. Non viene seguita però dalla sorella, dalla corte, dal RE CREONTE, SOFOCLE piazza un coro di vecchioni tebani (con cuinon poteva parlare) crea così il suo personagio più celebre insieme ad EDIPO. Generalmente sono cori dello stesso sesso del protagonista. Sono scelte teatrali precise, MEDEA ha il coro che come lei chiede tace. AGAMENNONE viene scannato nella vasca da bagno il coro s’interroga velocemente chiedendo che succede e fa passare quel po’ di tempo che fa si che esca dicendo “L’HO AMMAZZATO”. (AGAMENNONE) Anche qua le donne si disperano quando sentono le urla (in medea) e viene scritto il oro ruolo in modo tale che pur reagendo non abbiano modo di intervenire. Casi del ‘900 in cui c’è il coro Thomas Elliot CATTEDRALE assassino della cattedral,e ha un coro di donne della catedrale che descrivono la loro sorte infelice. Esprimono solidarietà al vescovo che è dalla parte dei poveri, ma non fanno nulla quando viene scannato davanti all’intera popolazione dove sta servendo messa. E’ UN CASO UNICO. IL CORO SCOMPARE DAL TEATRO MODERNO. È il connotato del teatro greco, già in quello latino è ridotto a separare gli atti. SENECA fa delle lunghe tirate di Coro. Spesso i cori dei greci sono densi di significati.

(PIRANDELLO, STRINGBERG) Il teatro moderno non ha il coro, il coro è manifestazione e momento teatrale sensato solo nel dramma greco antico, seppure non agisce, ma è inutile per quanto rigaurda il corso dell’azione, l’azione non la determinano loro. I GRECI avevano capito che non è mai la gente a determinare le cose (interpretazione).

MEDEA DICE CHE SI SACRIFICHERA’ PURCHE’ I FIGLI RIMANGANO COL PADRE, SE NE ANDRA’ SOLO LEI IN ESILIO. I FIGLI DEVONO RIMANERE NELLA CASA REALE, GIASONE DICE CHE SI PUO’ FARE, LO CHIEDERA’ ALLA NUOVA MOGLIE. A QUESTO PUNTO MEDEA PREPARA PER I BAMBINI I DONI NUZIALI DESTINATI ALLA SPOSA. mentre le porgete questi gioielli: è molto importante che li riceva proprio lei nelle sue mani.

Dopo un breve intervallo che prefigura quello che accade, il coro ha la visione di quello che sta accadendo: La bellezza e il divino splendore la inducono a indossare il peplo, a cingere la corona d'oro. Si agghinda da sposa per i morti, cadrà in questa rete orrenda, nella trappola di morte, non sfuggirà al destino.

Il coro PIANGE TUTTO QUESTO, lo può fare perché conosce i piani di MEDEA. Il precettore è stupito del dolore che esibisce MEDEA di fronte a questa notizia. Avere consegnato i doni, e che la principessa fosse così contenta dei doni concessi, davanti al pieno successo dell’operazione di MEDEA è stupito da MEDEA che piange IRREVERSIBILITA’ di ciò che è accaduto che fa si che MEDEA diventi scuri in volto non puo’ più tornare indietro adesso.

QUARTO MONOLOGO E così farò. Ma entra in casa, occupati dei ragazzi, delle cose di cui hanno bisogno tutti i giorni. Creature, creature mie, ormai avete una città, una casa dove abiterete per sempre, senza vostra madre, che resta abbandonata nella sua sventura.

PER MEDEA LA CASA DOVE ABITERANNO I FIGLI SARA’ L’ALDILA’, PER IL PRECETTORE LA CASA. ANFIBOLOGIA TRAGICA Chi parla intende una cosa, chi ascolta ne intende un’altra Non rivedrete più, davanti agli occhi, vostra madre, VOI PASSATE A UN ALTRO TIPO DI ESISTENZA.

Non vedrà quel momento perché saranno morti, per il precettore perché saranno a Corinto  ANFOBOLOGICO. L’EMOZIONE SCATTA. Guarda i figli e le viene in mente il momento in cui li ha partoriti. Ha un flashback e poi una corsa in avanti, tutta la vita possibile le passa davanti agli occhi.

CHE COSA DEVO FARE?--> DILEMMA c di ORESTE, DI MEDEA, DI AMLETO. Per 5 versi c’è un capovolgimento rispetto alla strategia di vendetta, rispetto alla lucidità e alle decisioni. Questa volontà di vendetta la manda a quel paese, ragionando con se stessa si chiede perché debba privarsi dei figli solo per colpire il padre AL DIAVOLO. Ma cosa caspita mi succede? Voglio diventare lo zimbello di tutti e lasciare impuniti i nemici? Componente più forte risalta.

CUORE MIO ANDREMO DA ATENE FUGGIREMO INSIEME 3 VERSI. DEVONO ASSOLUTAMENTE MORIRE  NON PUO’ PORTARLI CON SE, ORAMAI A CORINTO HANNO VISTO CHE I DONI DEI BAMBINI SONO STATI MORIFERI, si è creata quel meccanismo irreversibile e a questo punto non puo’ portarli via. SARO’ IO CHE LI HO MESSI AL MONDO AD UCCIDERLI. Vi abbraccio con tenerezza AVVICINAMENTO AI BAMBINI

CONTATTO FISICO LA FA COMPLETAMENTE ANCORA PER UN ULTIMO ATTIMO DEVIARE DALLA PROPRIA STRATEGIA. Toccarli la manda nell’emozione più violenta. la passione in me è più forte della ragione PASSIONE DELLA VENDETTA, si intende la passione contro GIASONE. La ragione sarebbe risparmiare i figli.

L’importanza del monologo sta nella presenza non perentoria ma ben visibile di una sorta di frantumazione dell’autocoscienza di Medea. Questo più volte rischia la frantumazione: 1- la prima volta: CHE DOLORE COSA DEVO FARE? ALL’INFERNO LE DECISIONI DI PRIMA. Qui la deviazione è abbastanza lunga dai propri propositi.

2- Non farlo no, sciagurata  FA UNA SORTA DI APPELLO A SE STESSA, c’è un io che ha preso una decisione e un IO che vi si oppone. Il suo IO, uno degli IO più giganteschi della civiltà occidentale, subisce un divario, una frattura con un altro IO questa è la componente che bisogna cercare di cogliere. Ci sono 2 io in lei, sono tutti e due molto forti: non sono mai fino a qui andati in nessunissimo conflitto. Questo conflitto non è isolato. Quando ORESTE NELL’ODISSEA dopo aver ideato il piano e ha il pugnale alzato si ferma e recita il rituale: COSA FACCIO? Cosa devo fare? HA UN’ESITAZIONE brevissima di una battuta ORESTE. CHE FARE VIENE ATTRIBUITO A LENIN, grande teorico della riv. Russa. Oreste è facilitato, il suo servo dice che il DIO APOLLO gli ha detto di FARLO, scaricare sugli dei è una buona soluzione e a quel punto ORESTE AFFONDA il suo pugnale. MEDEA per un lungo e sofferto monologo dimostra una scissione. Questa scissione è tra l’io forse più perentorio del teatro antico e l’io della madre. Perché PER STRAZIARE il padre loro devo straziare doppiamente me? e se è così, sarò io, che li ho messi al mondo, a ucciderli.

Quell’IO in greco è un NOI. NOI CHE LI ABBIAMO MESSI AL MONDO. Da qui la necessità dell’infanticidio non viene più discussa. È come se la lacerazione si fosse ricomposta, questi 2 io che erano in conflitto di fronte alla constatazione dell’irreversibilità trovino una composizione: io li ho messi al mondo e io li uccido. COMPOSIZIONE DEL CONFLITTO e dopo il conflitto non c’è più.

IO SO IL MALE CHE STO PER FARE C’è la coscienza del gesto, SOCRATE – MORALE SOCRATICA: se conosci il bene allora agirai secondo il bene. Viene ucciso nel 399 a.C. Alla base di ciò c’era l’affermazione che l’insegnamento divulgato a tutti, se sai cos’è il bene allora fai il bene. Questa è una specie di identificazione che secondo la morale socratica deve dominare. QUA EURIPIDE DICE L’ESATTO CONTRARIO morale socratica gode di considerazione zero. Medea dice che conosce bene il male che sto per compiere. E’ IL PRINCIPIO OPPOSTO, vedo che questa strada è il male e c’è una forza che mi trascina a sceglierla. Siamo sulla soglia (che non viene superata) L’IO NON VIENE SCISSO NEL MONDO GRECO, NEANCHE NEL MONDO LATINO, PER ARRIVARE A CIO’ BISOGNA ARRIVARE A SANT’AGOSTINO. CI SONO TRACCE PERO’ DI QUESTO NEGLI AUTORI DI TEATRO. Andando a ritroso, SENECA a metà del primo secolo d.C. crea una FEDRA che dice: vi chiamo a testimoni o DEI che io non voglio quello che voglio. IO NON VOGLIO QUELLO CHE DESIDERO. Seneca adorava i giochi di parole, è molto più avanti rispetto a EURIPIDE (nella scissione dell’IO). Infatti FEDRA è l’eroina più imitata nel 1500-1600. L’IO è una totalità che non s’incrina nell’iliade, nell’odissea, nei tragici greci e nella letteratura che segue fino a FEDRA ed EDIPO di SENECA (che hanno una specie di tormento interiore). Seneca lo copiano tutti ma i testi in sé non sono capolavori (a parte FEDRA). Alcune intuizioni però sono capolavori. Tra il teatro greco e quello latino ci sono 500 anni di differenza. Se si dovesse seguire quello che è il cosiddetto cammino dell’IO, si presenta in maniera compatta. IN MEDEA C’E’ UN’INCRINATURA ma poi c’è una ricomposizione. Si dichiara pienamente cosciente del male che sta per fare. DICHIARA CHE LA PASSIONE è PADRONA. La passione è padrona dei sistemi mentali che noi chiamiamo ragionamento. La passione per la vendetta, è la passione di colpire l’uomo che l’ha derisa. Non è più appassionata che razionale, non dice questo: dice che la sua passione di vendetta si nutre e si serve dei metodi, dei modi, dei meccanismi della ragione.

Segue un CORO: come e perché si possono uccidere i figli. LEITMOTIV. LE DISCUSSIONI DI CARATTERE MORALE, FILOSOFICO POSSONO FARLE ANCHE LE DONNE CORO. Nel frattempo medea vede arrivare uno dei servi di Giasone. Il messaggero riferisce in genere verso la fine della tragedia cos’è successo e riferisce cose che in scena non si possono rappresentare. ANGELI: anche nel vangelo sono messaggeri. ANGELOS: italiano NUNZIO messaggero.

Quando giunsero i tuoi due figli, insieme al padre e si avviarono verso le stanze della sposa, fummo felici noi, i servi angustiati per le tue disgrazie: corse e si propagò di orecchio in orecchio la voce che tu e tuo marito vi eravate riconciliati. MOMENTO IN CUI TUTTI PENSANO CHE TUTTO SIA A POSTO.

"Non avere del malanimo contro chi è amico, basta con la collera, voltati verso di loro, considera caro chi è caro a tuo marito. Accetta i doni che ti portano, prega tuo padre di revocare l'esilio di questi bambini, per amor mio". Alla vista dei doni, non seppe resistere, fu d'accordo in tutto col marito, e prima che lui e i figli fossero lontani dalla reggia, prende il peplo ricamato, se lo prova, si acconcia la corona d'oro sui riccioli, davanti a uno specchio risplendente, sorridendo alla propria quieta immagine. Poi balza dal seggio regale, posa a terra, con grazia, il candido piede, va in su e in giù per le stanze. Felicissima per i regali, più e più volte si rizza sulla punta dei piedi a guardarsi sino ai talloni. Quello che accadde dopo fu uno spettacolo orrendo. Di colpo impallidisce, si piega da un lato, indietreggia barcollando, trema intutta la persona, riesce a stento a lasciarsi cadere sul trono per non stramazzare a terra. Inizialmente ha un attacco paraepilettico, poi si risveglia con un lungo gemito. Racconto dell’orrore magistrale, non risparmia nulla dell’agonia di lei e dell’abbraccio mortale che tocca a lui. La morte per fuoco e il trasformarsi della persona umana in una specie di tronco sanguinolento che goccia è assolutamente realistico. È una descrizione realistica – horror, destinata a far presa. Va recitata bene. Chi fa il nunzio ha solo questa parte e deve saperla fare.

QUINTO MONOLOGO FINALE.

(Quando Medea dice nel primo monologo: dicono che lgi uomini devono difenderci, e noi stiamo comode a casa, ma io preferirei imbracciare 3 volte un’arma piuttotso che partorire. DATO DI FATTO che non c’era sollievo secoli fa durante il parto). Amiche, ho deciso: ucciderò i miei figli subito, al più presto, e poi mi allontano da questo paese. Se indugio, li consegnerò come vittime a una mano più nemica della mia. Devono assolutamente morire: e se è così, li ucciderò io, che li ho generati. Preparati, mio cuore. Ma perché esito? Quello che devo fare è orribile ma inevitabile. La mia povera mano impugni la spada, la impugni. Avviati, Medea, verso una vita di dolore, non essere vile, non ricordarti che li hai generati tu, questi figli, e come gli volevi bene: scordati per questo breve giorno dei tuo...


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