Fabio Vittorini Underworld, di Don De Lillo Opere Mondo PDF

Title Fabio Vittorini Underworld, di Don De Lillo Opere Mondo
Author Eleanora Colagiacomi Vasquez
Course Letterature comparate
Institution Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM
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https://www.youtube.com/watch?v=1fSBgZOp0Fs&t=2723s Underworld di Don Delillo Ci spostiamo temporalmente a ridosso degli anni duemila, questo romanzo pubblicato nel 97 negli Stati uniti, due anni dopo è tradotto in Italia è significativo. Peraltro perché come potete vedere, non si tratta di un libro, non sia stato semplicissimo tradurlo, ci sono voluti però soli due anni perché anche in Italia forse fosse pubblicato. Professor Vittorini senz'altro saprà dare qualche spunto anzi qualche informazione essenziali per entrare dentro questo romanzo. Due cose solo per magari cercare di entrare col piede giusto dentro questo libro Opere mondo Franco Moretti e’ il cognatore di questa formula, e tra le tante cose che dice, le opere mondo sono opere che tendono a esaurire il senso di un'intera cultura, cioè, sono opere molto ampie, molto vaste, i cui contenuti a volte davvero cercano in qualche modo di tener conto di tutto ciò che è stato detto, fatto e prodotto all'interno di una particolare cultura. Underworld fa un po questa cosa, la fa rispetto alla cultura statunitense contemporanea, più precisamente forse si potrebbe dire nella cultura del secondo novecento statunitense. Una breve prolessi, sperando di non di non fare anche uno spoiler nel farla, vale a dire che le soglie di questo romanzo sono soglie indicative, si inizia nel 51. Nel 1951 c'è una data precisa di inizio che e’ una data simbolica per più motivi e si finisce intorno appunto agli anni 2000. Questa è un'opera che racconta mezzo secolo di storia americana, la storia pubblica e privata, quindi e’ un romanzo che intreccia i grandi eventi collettivi a eventi privati, e che racconta tutto ciò secondo un elemento interessante, prima di cedere la parola al professor Vittorini, credo che sia interessante dire che tutta questa storia viene raccontata all'insegna di un grande eclettismo. Un eclettismo formale, soprattutto dentro questo romanzo ci sono tanti modi di raccontare, tante voci, credo che si possa dire che si tratti di un romanzo autenticamente polifonico, ci sono tante voci che parlano e che raccontano anche tanti media. Potremmo dire un romanzo intermediale come si usa dire oggi nella misura in cui tanta parte nelle storie raccontate hanno per esempio, il cinema a partire dal titolo, la musica. Tra l'altro De Lillo, si dice fosse sia un appassionato di musica di musica jazz, probabilmente nel comporre quest'opera c'è qualcosa di di jazzistico potremmo dire. C'è però anche la pittura, anticipo che i l prologo del romanzo prende il titolo da un quadro di cui magari diremo qualcosa di più preciso. Il primo capitolo uno dei primi capitoli più belli della letteratura, non solo contemporanea, un prologo vertiginoso che anche qui c'è già una componente artistica, non soltanto letteraria. Questo per dire che dentro questo libro ci sono tantissimi riferimenti ad altre arti, ad altri media e ad altre culture. E’ un libro complesso, non credo si possa dire è un libro difficile, un libro complesso ma che si legge tutto sommato ma che si legge con piacere. Vittorini Professore ordinario di Letterature Comparate all'università Iulm di Milano, i suoi interessi spaziano dal melodramma, alla letteratura strettamente

contemporanea. Ha pubblicato di recente un libro intitolato raccontare oggi metamodernismo tra narratologia ermeneutica intermedialità, in cui probabilmente parlerà anche stasera, certe questioni senz'altro verranno tirate in ballo, ma si è occupato anche di melodramma appunto. Di Italo Svevo, ha lavorato ai meridiani su Svevo e ha scritto anche una guida la Coscienza di Zeno. Grazie a Filippo e Paolo Giovannetti che mi ha invitato a parlare di questo romanzo su cui ho lavorato tanto negli ultimi anni, ma che amo molto. Quindi è una cosa che faccio con grande piacere cerco di riagganciarmi alle cose che sono state appena dette che sono un'ottima introduzione, diciamo per entrare nell'argomento. Alle mie spalle vedete una data, che è stata già evocata anche la Filippo, il 3 ottobre 1997, e’ la data esatta in cui questo romanzo è uscito. Ed è una data scelta non a caso, fra un istante vedremo, che nella scelta del giorno del mese di uscita del libro, che è una cosa alla quale di solito non si presta così tanta attenzione, insomma. C'è una sorta di intenzione calcolata dell'autore, insieme all'editore, per agganciare la trattazione, diciamo l'esplorazione di questo romanzo con il tema principale di questa rassegna, che è quella delle opere mondo. Vorrei partire con una sorta di antidoto che è una frase molto citata peraltro da Beniam Walter, uno dei più grandi e teorici della letteratura del secolo scorso, che nei passaggi di Parigi a un certo punto dice ragionando sulla storiografia quindi, sulle categorizzazioni e sulle semplificazioni che la storia fa su su quello che è accaduto realmente nel corso dei secoli, dice:” Le costruzioni della storia sono paragonabili a ordini militari, che accasermano e corazzano la vita vera. Contro di esse in moto di piazza dell'aneddoto, ci avvicina le cose nello spazio, le fa entrare nella nostra vita”. Cioè lui ci dice che sostanzialmente l'attenzione alla metodo quindi all'evento piccolo minuto, spurio, alla coincidenza degli eventi può servire per evitare le grandi semplificazioni della storia. Sono partito da qua perché vedrete, vedremo insieme fra un istante, Underworld, tutta la costruzione di questo romanzo sia nella fase di stesura sia nella fase proprio di messa in intreccio, è una sorta di grande costellazione di aneddoti sui quali l'autore sia dovuto soffermare a lungo. Il 3 ottobre fa parte di questa costellazione. Il concetto di Opera Mondo, coniato da Franco Moretti, che diceva Filippo prima e’ una categoria ormai canonizzata dalla teoria della letteratura dalla storiografia letteraria, che rischia di essere appunto una di quelle grandi semplificazioni. Se non è vista dall'interno del, se non è usata, la calandola dentro i testi, questa categoria identifica delle opere, secondo Moretti:“ enciclopediche, polifoniche, aperte, coltissime, stratificate , didascaliche, interminabili, che sono prodotti di un'epoca di un'epica moderna che non vuol più rappresentare una patria ma il mondo intero”. Moretti sottolinea una cosa che va nella direzione di una delle grandi categoria della storia della storia letteraria che è stata coniata negli ultimi 20 30 anni, cioè nella direzione del Global Novel. Vuol dire che le opere mondo sono opere che aspirano ad assorbire tutta la contemporaneità che è una contemporaneità, siamo nel 1997, già globalizzata profondamente spintamente globalizzata. Quindi ci avviciniamo ad Underworld proprio in quanto opera mondo, ma cerchiamo di schivare appunto il rischio della semplificazione, che potrebbe farci perdere un po la complessità di questa operazione. Per scongiurare questo rischio ci serviamo degli aneddoti, sia di quelli riguardanti la stesura del romanzo, che di quelli che stanno

dentro il romanzo come gli elementi della storia raccontata. Prima di iniziare, di entrare nel vivo del romanzo volevo chiedervi a titolo informativo se qualcuno di voi lo ha già letto. Io dirò delle cose della trama, diciamo che il percorso lo capirete strada facendo. Il percorso è un percorso non e’ lineare quindi sapere cosa c'è nelle ultime pagine del romanzo non toglie nulla in realtà la lettura al piacere della lettura. Non è uno di quei romanzi costruiti sulla linearità della trama e sull'idea del chissà cosa come va a finire, quindi non preoccupatevi se possiamo dire qualcosa del finale. Partiamo da questa immagine, questo romanzo è stato elaborato, diciamo nell'arco di un decennio sostanzialmente. Intanto il primo atto diciamo della stesura è anche della costruzione definitiva del romanzo e della pubblicazione nell'ottobre del 92 ottobre ancora del 92, di un racconto intitolato A Pafko at the wall - come sottotitolo: A Novella. Su questa rivista che si chiama Harper's. Questo racconto è di fatto quello che poi diventerà il primo grande blocco narrativo del romanzo, cioè il prologo a cui faceva riferimento Filippo prima. Questo racconto di fatto racconto conchiuso, che ha una vita propria, ed è stato pubblicato nel 2001 anche in volume separato, quindi De Lillo ci tiene a farlo esistere anche a sé stante. Racconta quello che vedete qua, racconta la finale del campionato di baseball americano dalle Major League, cioè il campionato federale diciamo, questa finale che si è giocata il 3 ottobre del 1951 in uno stadio di New York, che ho me non esiste più è stato sostituito da un quartiere residenziale ormai gentrificato, si chiamava Polo Grounds. La finale era tra le due squadre, due delle squadre più importanti di allora i New York Giants e i Brooklyn Dodgers. Questa partita ha la peculiarità, poi capirete il senso della metodo, ha la peculiarità di essere stata la prima partita trasmessa in diretta a reti unificate diciamo su tutto il territorio statunitense. Quindi siamo degli anni 50, quindi la televisione in america esiste già da un po. Da noi non esisteva quasi ancora, ma è ancora agli albori. Quindi è la prima diretta televisiva di un evento di questo tipo su tutto il territorio statunitense, la diretta di questa partita è stata fatta anche dai network radiofonici. è interessante il fatto che della radiocronaca di questa partita, normalmente sia le trasmissioni televisive che quelle radiofoniche allora non venivano registrate, non c'era diciamo ancora l'idea di creare degli archivi e delle memorie, di questi media relativamente giovani. Però il caso vuole che un signore che si chiama Lawrence Goldberger, fan semplicemente di una delle due squadre che giocavano, decise di registrare autonomamente, in realtà la fece registrare a sua madre attraverso un microfono. La trasmissione radiofonica di questa radiocronaca di questa partita, esiste una registrazione completa, è l'unico caso diciamo di quegli anni sulla quale De Lillo ha lavorato lungamente per costruire appunto questo racconto che diventa poi il primo atto, diciamo la prima parte di questo grande politico che e Underworld. Dettaglio e aneddoto, come finisce questa partita, finisce con un lancio,come ovvio che sia. Al nono inning Bobby Thompson, il battitore dei Giants chiude la partita con un Omran, cioè con una palla che viene buttuta fuori dal campo che quindi è irrecuperabile. Questo colpo diciamo è passato alla storia con un nome che in realtà già con una dicitura in realta è stata usata diciamo per contrassegnare anche eventi storici molto più importanti, dall'assassinio di Kennedy, insomma ad altri ancora precedenti perfino le bombe nucleari su Hiroshima e Nagasaki shot HEARD

AROUND THE WORLD, il colpo udito in tutto il mondo. Questo colpo, butta la palla fuori dal campo, all'esterno, cioè il giocatore esterno che in quel caso incaricato andare a comporre la palla a un certo punto si trova al limite del campo, come vedete in questa foto, questo è Andy Pafko attaccato a questo muro con la testa rivolta verso l'alto vedete anche tutti tutti tutte le facce del pubblico che guardando in una direzione che è quella della palla che sta arrivando. Guarda la palla irrecuperabile e rimane contro questo muro. Questa foto è diventato una foto storica di questa partita che a sua volta e storica anche per altre ragioni che adesso vedremo. Il nucleo iniziale dell'immaginazione di De Lillo, il granello di sabbia attorno al quale viene poi costruito questa sorta di perla narrativa è questa foto qua A Pafko at the wall, cioe Pafko al muro, quindi da qui inizia diciamo come dire la curiosità narrativa di De Lillo Il 3 ottobre del 1991 legge da qualche parte che è il quarantennale di questa finale di campionato, quindi dice ma fammi andare a vedere qualcosa. Quindi si va a cercare della documentazione, si va a cercare della documentazione e trova questa prima pagina del New York Times del giorno dopo, del 4 ottobre nel 1951, ovviamente non può che essere così. Dove lui dice,:” sulla sinistra avete in alto la notizia della vittoria dei Giants, sulla destra come una simmetria perfetta, sono le prime diciamo due colonne alte che sono seguite in basso da altre tre colonne, avete la notizia, invece, dello scoppio di una bomba atomica ad opera dei sovietici. lo stesso giorno, lui dice che incuriosito da quella ricorrenza, dal quarantennale di quella partita, dice io sono andato a fare delle ricerche di archivio, ho trovato, questo numero del New York Times, cioe si è andato a vedere le cronache di quel momento, e è stato colpito da un aspetto ,lui lo chiama PICTORIAL, c'è proprio grafico, dice questa simmetria perfetta come se non solo nell'economia della prima pagina il new york times di quel giorno, ma come se nella cultura americana dell'epoca, queste due cose potessero realmente essere più valenti. The shot heard round the world, il colpo diciamo di baseball di là che intercetta tutti i desideri dell'immaginario collettivo statunitense popolare chiaramente, e quest'altro colpo, quest'altro shot che è quello della bomba atomica in Kazakistan che era un esperimento nucleare , in realtà dei degli Stati Uniti. Siamo agli albori della guerra fredda, 1951, quindi era il momento in cui USA e URS facevano un po chi è che aveva gli armamenti più più grossi e non so più come le più potenti Quindi partendo da qua lui continua a fare delle ricerche e a un certo punto dice di this got me started to Underworld, cioè questo mi ha fatto iniziare il romanzo. In realtà da qui è partito per scrivere il racconto che esce nel 1992 però questo racconta evidentemente continua a ronzargli testa con l'idea che potrebbe diventare qualcosa di più esteso, che potrebbe essere messo in rete, e questa idea della rete e dei collegamenti fra un istante tornerà. Quindi continua diciamo a lavorare dentro di lui anche negli anni successivi Il racconto, così come l'intero romanzo, però noi ci fermiamo un istante sul racconto è costruito, veniva evocata prima è stata evocata anche nell'incontro precedente sui promessi sposi, secondo una ricetta ben precisa che una ricetta canonizzata da almeno, due secoli di narrativa, quando questo romanzo esce che alla ricetta del romanzo storico. La ricetta manzoniana per l'esattezza del romanzo storico, non tanto quella di

Scott cioè quella anglosassone. Che è quella per cui romanzo storico e’ una mescolanza di racconto di eventi storici, quindi con personaggi realmente esistiti eccetera eccetera, e racconti invece di cose inventate, così le chiama Manzoni, vero positivo e cose inventate. Di fatto questo racconto Pafko at the wall, così come tutto Underwall e’ costruito mescolando personaggi storici e personaggi fittizi i personaggi storici: Ralph Hogis, vengono poco messi in scena, De Lillo li racconta nell'atto di fare delle cose o di dire delle cose quindi vengono diciamo esplorate anche nella loro quotidianità, se si può chiamare possibilità quotidianita’ partecipare a una partita di baseball Quella del radiocronista Ralce Rogis, su quello della cui e radiocronache e’ rimasta registrazione preziosa, Jackie Gleason attore presentatore televisivo famosissimo all'epoca per una sitcom che si chiamava The Honeymooners, una delle primissime sit com della storia della televisione globale diciamo. Tutshore, un personaggio molto controverso, che era un ristoratore che avevano un ristorante che porta il suo nome in cui andavano tutti i vip dell'epoca, tra cui anche quelli che avevano citato e stiamoci per citare Frank Sinatra, questa è una foto che li vede tutti e tre insieme erano realmente amici e infine John J.Edgar Hoover che è stato il fondatore e direttore dell'FBI, dal 1965 al 1972 cioè quello che si è inventato la Polizia federale, prima esistevano polizie diciamo che erano polizie statali ,mettiamola così, lui ha creato questa sorta di meta polizia, che in qualche modo metteva in rete tutte le polizie locali. Questi quattro personaggi hanno realmente assistito a quella partita, cioè le cronache dell'epoca, le cronache mondane eccetera eccetera, e anche delle fotografie e anche un video, ci dicono che questi quattro signori sono stati il 3 ottobre il 51 a vedere quella finale di campionato. Su questa presenza De Lillo lavora, immaginando l'impatto della partita sulle loro coscienze sulle loro immaginazioni e anche mettendolo in corto circuito con quello che poi questi personaggi fanno, hanno fatto, e la storia ce lo testimonia, fuori di lì. In particolare, quello che interessa a De Lillo è il personaggio di Hoover, che diventa una sorta di Pivo, cioè di perno intorno a cui ruotano un sacco di situazioni narrativa del romanzo direttamente o indirettamente. Questo Hoover che è stato dicevo il direttore delle spie per quasi 50 anni, che copre diciamo un'estensione pari a quella della cronologia di questo romanzo, che come diceva Filippo copre mezzo secolo. Questo signore era famoso per una serie di motivi, diciamo uno di questi era che ha messo insieme nel corso di questi quasi 50 anni un archivio, di file, di cartelle diciamo, con dati privati di cittadini. Era l'epoca della caccia alle streghe, file diciamo con informazioni private, anche molto private, anche troppo private diciamo di cittadini che erano tutti, famosi non famosi, in questo modo tutti ricattabil. Quindi il suo archivio diciamo conteneva le vite di centinaia se non migliaia di persone, ripeto, notabili o no. Questa idea dell'archivio cioè del mettere insieme le informazioni, del collegare per poter manipolare, per poter costruire, decostruire, eccetera, è una delle idee su cui DeLillo insiste di più nella costruzione di questo romanzo, che è un romanzo tutto fatto di connessione. Quindi Hoover diventa un po l'incarnazione di questo metodo, il metodo del connettere oppure del segregare e poi del manifestare le informazioni.

Insieme a questi personaggi realmente esistiti c'è nel prologo un personaggio fittizio un ragazzino di colore che a 14 anni che il 3 ottobre del 51 entra allo stadio senza biglietto, scavalcando i tornelli e sparendo in mezzo alla gente, rincorso dalla vigilanza. Questo ragazzino diventa in realtà uno dei personaggi centrali del romanzo, se pure pochissimo presente oltre al prologo perché la palla realmente nella storia, diciamo del Baseball americano è stata buttata fuori dal diamante, dal campo, quel giorno e finisce nelle mani di questo ragazzino. Cioè de lillo la sua finita nelle mani di questo ragazzino che la prende e se la porta via, e questa pallina poi gli verrà sottratta notte tempo da suo padre che, fiuta la possibilità di venderla come cimelio, siamo nel bronx ,sono dei poveri disgraziati questi qua, fiuta questa possibilità di venderla come cimelio e quindi gliela toglie per andarla a poi a vendere. Questa pallina passa di mano in mano e arriva fino alla le mani del protagonista del romanzo che si chiama Nick e l'itinerario della pallina diventa una sorta di filo rosso che permette, nel momento in cui si legge il romanzo, di tenere insieme una struttura che diversamente e’ una struttura talmente proliferante che alla prima lettura risulta faticosa da gestire.

La struttura con una visione a volo d'uccello di tutto quello che c'è dentro il romanzo,

Quindi l'ordine, l'equilibrio strutturale di questo romanzo immaginate, una grandissima cattedrale che è tenuta in piedi da una pallina, è un'immagine curiosa però rende bene l'idea dell'ordine in questa narrativa, che è una narrativa di fine millennio e’ la narrativa del presente. Uno dei grandi romanzi della contemporaneità stretta. Un ordine che è un ordine precario, che ha un ordine che si può raggiungere solo a costo di una scommessa vertiginosa, non è più l'ordine del romanzo storico alla Manzoni, c'è un ordine solido, che di solito è irregimentato dall'esterno da qualcosa di superiore. La provvidenza, piuttosto che solo, il denaro di bBalzac cioè non ci sono meccanismi esterni che garantiscano l'ordine del romanzo. In questo caso l'ordine e’ garantito da un oggetto accessorio, secondarie, o anche un oggetto spazzatura di fatto che viene trovato in un negozio pieno di spazzatura, che è appunto una pallina. La ricetta del romanzo storico manzoniano, entra dentro il romanzo non solo nella misura in cui vengono mescolati personaggi storici, personaggi fittizi, ma anche attraverso questa immagine bellissima che nel narattore di Manzoni a un certo punto regala al suo lettore, non lo dice: A me se...


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