Riassunto counseling di fabio PDF

Title Riassunto counseling di fabio
Course Tecniche del colloquio e del counseling
Institution Sapienza - Università di Roma
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riassunto capitoli 4 5 6 counseling di Anamaria di fabio...


Description

COUNSELING

DALLA TEORIA ALL'APPLICAZIONE

Annamaria Di Fabio

PRIMA PARTE - CONOSCENZE PROPEDEUTICHE

CAPITOLO 3 - LA COMUNICAZIONE NON DIRETTIVA L Accettazione L Accettazione è, per Rogers, la capacità di accettare i sentimenti dell'altro, espressi dalle sue dichiarazioni, senza sentire il bisogno di valutarli né di agire su di essi con modalità investigative, interrogando l'altro o chiedendo informazioni aggiuntive e/o precisazioni. La finalità fondamentale è la facilitazione della comunicazione spontanea e naturale dell'altro. Si delineano in questo senso due indicazioni operative: - il calore; - la rispondenza della comunicazione. Si tratta quindi di possedere competenze comunicative in grado di salvaguardare il soggetto sia dal nostro ipercoinvolgimento che dalla nostra freddezza, garantendogli la possibilità di instaurare un legame caratterizzato da calore umano, interesse, rispondenza, grado d'attaccamento emotivo chiaramente e precisamente delimitato. Calore e rispondenza si concretizzano nella tolleranza riguardo l'espressione dei sentimenti dell'altro. Per poter tollerare l'espressione di sentimenti è indispensabile riuscire a coglierli nella comunicazione, ed inoltre importante è la capacità di ascoltare non tanto il significato razionale del messaggio verbale inviato quanto il significato profondo che l'altro esprime (bisogna chiedersi cosa sta provando l altro e non cosa sta dicendo). L'Approccio Comunicativo Non Direttivo si delinea come un rapporto interpersonale che resta

centrato sul soggetto con l'intento di favorire una facilitazione della comunicazione il più possibile spontanea. Bisogna quindi prendere le distanze da modalità interpretative e direttive che possono attivare nei soggetti difese e distorsioni relative al contenuto della comunicazione. Rogers considera quindi di particolare rilevanza i concetti di Laissez Faire (che non è pero indifferenza) e la considerazione degli elementi non verbali (ad es. tono della voce). In opposizione alla comunicazione accettante si colloca in particolar modo la comunicazione valutativa, che risulta essere tutto ciò che è vissuto dal cliente come un giudizio che è stato dato su di lui. Essa comprende sia la valutazione morale, sia la valutazione di caratteristiche del soggetto e della valutazione di cause o strutture. L'atteggiamento valutativo, sia che si esprima sotto forma di connotazione negativa che sotto forma di apprezzamento, costituisce una modalità di interazione che per l'individuo finisce per avere inesorabilmente una valenza di minaccia. Gli effetti che derivano dall'esercizio dell'accettazione sono un alto grado di sicurezza che si riesce a determinare negli interlocutori, e la sicurezza nasce dalla possibilità di essere se stessi senza sperimentare nell'interazione con l'altro forzature o interpretazioni anguste, che hanno sempre una valenza riduttiva, poiché impediscono un'interazione costruttiva e autentica. Bisogna inoltre essere in grado di non attuare l approvazione dell altro in quanto, essendo essa comunque una modalità valutativa, può attivare script comportamentali non autentici e stereotipati.

La Comprensione La parte attiva nell'interazione comunicativa non direttiva è attribuita alla modalità della Comprensione Empatica. L'Empatia finisce per essere una modalità di insight che consente la comprensione del messaggio profondo comunicato dall'altro e si realizza attraverso competenze di ascolto attivo e facilita la costruzione dell'insight dell'altro. Bisogna quindi essere in grado di "sentire come l altro" senza pero aggiungere a questo le sensazioni e le emozioni che sono più propriamente nostre. Per poter realizzare la comprensione empatica viene chiamato in causa l'accettazione in quanto in grado di favorire la libera espressione dei sentimenti dell'altro. Subentrano poi modalità di ascolto competente strettamente interconnessi a modalità di osservazione e competenze di comunicazione

facilitante, in grado di favorire lo sviluppo e di aumentare la portata dell'autocomprensione del soggetto mediante tecniche di chiarificazione comunicativa. Ascoltare profondamente la comunicazione dell'altro e l'aspetto non verbale consente di cogliere tutti gli aspetti in essa presenti. Un nodo problematico è costituito dal difficile Rapporto tra Empatia e Libera Interpretazione in cui bisogna apprendere la capacita di fornire all a ltro elementi dubitativi che gli permettano di riflettere sulla propria esperienza, non cercando perö di "imporgli" le nostre visioni (per quanto giuste possano essere). Un altro aspetto per la realizzazione pratica della comprensione empatica è il possesso da parte dell'ascoltatore di Competenze di Decentramento Cognitivo, che si basano sulla capacità del soggetto di uscire dal proprio schema di riferimento esistenziale e valoriale per muoversi all'interno dello schema di riferimento dell'altro. Per poter dare un decentramento cognitivo empatico l'ascoltatore deve possedere due caratteristiche fondamentali: - Solidità Emotiva: consente di permettere all'altro l'esplorazione di tutte le sue gamme affettive, di non cadere agli stesso in identificazioni confusive e di avere consapevolezza di ciò che sta alimentando a livello esperienziale nella relazione comunicativa; - Flessibilità Cognitiva: possibilità di aprirsi alle organizzazioni percettive dell'altro e costruzione cognitivo-affettiva a spirale in cui costrutti sono provvisori e non dogmatici perché, confrontati continuamente con la dinamica dell'esperienza, superano i limiti della fissità funzionale dei costrutti schematici. Nel caso dell'Incongruenza Comunicativa dell'Altro, provocata da una discrepanza tra comunicazione verbale e non verbale, la difficoltà è costituita dalla lontananza tra l'esperienza effettiva dell'altro e le sue verbalizzazioni e quindi il carattere delle verbalizzazioni dell'ascoltatore dovrà rimanere il più possibile ancorato al registro dubitativo facendo attenzione a fermarsi al grado di riconoscimento dell'altro. L Influenza Circolare tra Accettazione e Comprensione Empatica si realizza quindi in un rapporto in cui la comprensione consente al soggetto di sperimentare l'accettazione e l'accettazione è condizione per una sempre migliore comprensione. Riassumendo le Direttrici di Riferimento per la Comprensione Empatica risultano (Rogers, 1964):

- il tono della voce; - l'importanza di non fissare l'attenzione sul contenuto intellettuale della comunicazione, ma piuttosto sui sentimenti ed esperienze presenti sia rispetto ai sentimenti più ovvi ed espliciti sia rispetto ai sentimenti ed esperienze solo accennati e non evidenti, in relazione ai quali il contenuto che viene alla luce può anche essere avvertito dal soggetto come nuovo o estraneo in seguito alla verbalizzazione dell'ascoltatore; - la forma dubitativa della presentazione della comunicazione di riflesso da parte dell'ascoltatore al suo interlocutore che presuppone un riscontro di accettazione totale, parziale o di rifiuto. Questo permette una maggiore consapevolezza del soggetto. La Congruenza L'attenzione è posta sulla Congruenza come modalità di apertura all'ascolto di sé, ancor prima che degli altri, e sulla consapevolezza che ne deriva. La consapevolezza di ciò che sta sperimentando risulta quindi in grado di consentire al soggetto di essere profondamente se stesso nel corso dell'interazione comunicativa. L Incongruenza per Rogers è la discrepanza fondamentale tra il significato della situazione, come è registrato a livello organismico e com è rappresentato simbolicamente a livello di coscienza dal soggetto. Per poter comunicare con congruentemente è necessario pertanto che il soggetto abbia possibilità di accesso all'ascolto consapevole di sé, di ciò che sta sperimentando, senza ritrosia, inibizioni o repressioni, modificando sensibilmente le sue percezioni sulla base delle sollecitazioni e del confronto diretto con l'esperienza. (Se non ci si percepisce correttamente, la comunicazione può incorrere nelle doppio legame di Bateson, cioè al doppio rapporto esistente quando la mancanza di consapevolezza dei nostri reali sentimenti nei confronti dell'altro ci conduce inevitabilmente ad una comunicazione in contraddizione tra piano verbale e non verbale che risulta ambigua). I Problemi che la Congruenza Attiva sono: - essere autentici anche quando si hanno esperienze emotive negative verso l altro. In questo caso bisogna essere in grado di prendere le distanze senza perö rigettare sull altro la nostra rabbia e la nostra frustrazione;

- incongruenza tra comunicazione verbale/non verbale. Bisogna riuscire a non cadere nel ruolo professionale stereotipato ma accettare i propri elementi emotivi suscitati dalla comunicazione con l altro. La Comunicazione Efficace La Comunicazione Efficace necessita di: - maturità personale in grado di consentire al soggetto l'accesso alla consapevolezza piena di ciò che sta sperimentando sul piano cognitivo, comportamentale e affettivo; - capacità monitorizzare la sua espressione verbale e non verbale; - capacità di eterocentrismo che si estrinseca nell'obiettività, si alimenta della buona conoscenza di sé e si fonda sulla flessibilità cognitiva; - capacità di penetrazione nei vissuti dell'altro; - capacità di monitorizzare contemporaneamente sia la comunicazione verbale che non verbale dell'altro per rilevarne congruenza ed incongruenze, realizzando un ascolto attivo; - attenzione costante è ciò che l'interlocutore esprime sia nei confronti di se stesso e della relazione e della situazione comunicativa. La Consapevolezza ed Efficacia Non Direttiva si realizza tramite la consapevolezza di sé in relazione al piano corporeo, affettivo-emozionale e comportamentale ed è alla base dell'efficacia operativa del facilitatore. Per stare in relazione con l'altro è indispensabile che il soggetto sia in grado di stare pienamente in relazione con se stesso, riuscendo ad ascoltare ciò che proviene dal proprio corpo e della propria emotività, senza nessuna cancellazione, distorsione, alterazione o manipolazione.

SECONDA PARTE - L $INTERVENTO

CAPITOLO 4 - IL COUNSELING Le Ricadute Operative di una Rivoluzione Copernicana nella Relazione d Aiuto La Prima Innovazione fondamentale introdotta da Rogers insiste nel ribaltare l'impostazione tradizionale volta ad intendere l'aiuto come un'elargizione al soggetto di tutto tranne che della fiducia

nelle sue possibilità nelle sue capacità. L'attenzione ora si sposta sul cliente-persona e l'aiuto consiste in uno strumento di libertà attraverso il quale determinare il dispiegarsi delle energie possedute dalla persona. La relazione di aiuto non consiste più nel proporre soluzioni ma nel facilitare nel soggetto il processo di decisione responsabile attraverso risposte di comprensione-facilitazione da parte del counselor, nel pieno rispetto dei sentimenti, del vissuto, dei tempi e delle decisioni della persona. Il saper essere dell'operatore di aiuto diventa prioritario rispetto al saper fare e fondante rispetto alla validità dell'intervento stesso. La Seconda Innovazione è costituita dall'interesse per ciò che determina l'efficacia degli interventi, e sottolinea l'importanza attribuita alla ricchezza interiore dell'operatore, da intendersi come processo personale ma non come patrimonio statico e inesauribile, e pertanto come potenzialità individuali in continuo affinamento formativo. L'uso del sé è ritenuto un fattore fondamentale nel processo di aiuto e costituisce il focus della formazione. Che Cos'è il Counseling: Finalità e Metodologia Bisogna analizzare le Definizioni di Counseling: - Definizione di Burnerr (1977): consiste nell'abilitare il cliente a prendere una decisione riguardo a scelte di carattere personale o a problemi e difficoltà speciali che lo riguardano direttamente; - Definizione della BAC (Associazione britannica di Counseling, 1985): si realizzano intervento di counseling quando una persona che riveste regolarmente o temporaneamente il ruolo di counselor, offre o concorda esplicitamente di offrire tempo, attenzione e rispetto ad un'altra persona, o persone, temporaneamente nel ruolo di cliente. Compito del counseling è quindi dare al cliente un'opportunità di esplorare, scoprire e chiarire dei modi di vivere più fruttuosi e miranti ad un elevato stato di benessere; - Definizione di Reddy (1987): il counseling risulta un insieme di tecniche, vita e atteggiamenti per aiutare le persone a gestire i loro problemi utilizzando le loro risorse personali. Counseling non significa allora dare consigli, consigliare ma lo Scopo (insito nella sua stessa etimologia consulo=avere cura di, venire in aiuto) è pertanto offrire alla persona che fruisce dell'intervento l'opportunità di esplorare, scoprire e rendere chiari gli schemi di pensiero e di azione,

per vivere più congruentemente, vale a dire aumentando il proprio livello di consapevolezza, facendo un uso migliore delle proprie risorse rispetto ai propri bisogni e desideri e pervenendo ad un grado maggiore di benessere. Le Finalità del Counseling possono venire riassunte dall'espressione "aiutare le persone ad aiutarsi" e la metodologia è espressione dei principi rogersiani imprescindibili nella costruzione del personale della relazione di aiuto sulla base dei quali è costruito il colloquio tecnico di comprensione-chiarificazione. Abilità di Counseling: Condizioni di Base, Abilità di Base e Microabilità Le Abilità di Counseling comprendono fondamentalmente abilità di comunicazione. Esse possono essere distinte in: 1. Condizioni di Base: per una buona relazione di counseling si necessita di: - empatia; - congruenza; - accettazione positiva incondizionata; - buona comunicazione col cliente. Rogers inoltre attribuisce una grande importanza alla formazione dell’operatore, anche se sappiamo che il conseguimento delle abilità tecniche è decisamente subordinato al possesso di qualità umane. 2. Abilità di Base: per avere una buona relazione di counseling esse comprendono: - capacità di comunicare la propria empatia;

- capacità di praticare l’ascolto attivo; - riflettere sulle emozioni e sui contenuti dell’altro; - facilitare il meccanismo di chiarificazione progressiva attraverso la riformulazione; - consapevolezza del linguaggio corporeo; - capacità di autosservazione e automonitoraggio; - capacità di osservare l’evoluzione del rapporto interpersonale; - capacità di conduzione del colloquio seguendo le sue varie fasi; - capacità di evitare i frequenti rischi di conduzione del colloquio.

3. Microabiltà: altrettanto fondamentali, sono: - prestare attenzione; - mantenimento contatto visivo; - tono di voce. Sulla base di queste abilità il colloquio prevede un ampio consumo energetico. Si può rischiare l’affaticamento psichico e il sovraccarico cognitivo. In più è importante non fissarsi sul ruolo prestabilito (essere in ogni momento della propria vita un counselor), ma vivere le proprie relazioni quotidiane in modo libero. Se ciò non avviene si rischia un eventuale sovraccarico. E' inoltre utile ricordare che “tutti nella loro vita possono aver bisogno di un intervento di counseling” (anche il counselor stesso). Le Fasi del Counseling Le Fasi dell'Intervento di Counseling sono (Reddy, 1987): 1. Prima Fase: l’intervento facilitante del counselor (empatia, congruenza, accettazione positiva incondizionata, ascolto attivo, interesse per la persona in quanto tale e non per il problema, attenzione focalizzata sul vissuto del cliente e non sui fatti...) è volto al riconoscimento e alla definizione del problema da parte del cliente. Il compito del counselor in questa fase è la Comprensione, che rappresenta la condizione senza la quale non sarebbe possibile avere un’evoluzione positiva della relazione di counseling. Il cliente di solito non ha chiaro il suo problema, anche se vi ha riflettuto per molto tempo (attraverso il processo di ruminazione mentale, cioè di ritorno sempre sugli stessi punti con una percezione dei fatti che rimane sempre alterata dalle stesse convinzioni, anche se il soggetto si sforza di avere punti di vista diversi). La propria percezione soggettiva è quindi alterata, ed è questo il vincolo che ostacola il soggetto nelle sue riflessioni, in quanto esso si trova troppo coinvolto. La difficoltà si ha anche nel tentativo di spiegare il problema, che spesso è nebuloso o incomprensibile anche per lui. Il counselor faciliterà l’espressione del cliente, e questo serve per evitare il rischio di trarre conclusioni personali e di conseguenza interpretazioni che non siano d’aiuto per il cliente; 2. Seconda Fase: sempre grazie all’intervento facilitatore del counselor, essa è volta alla Ridefinizione del Problema. Il compito del counselor in questa fase è la stimolazione del cliente perché si determini quel movimento verticale della coscienza riflessiva, movimento indispensabile per una

piena comprensione del problema. Il lavoro è finalizzato ad evidenziare eventuali incrinature nello schema mentale del cliente, fino a quando quest’ultimo non è pronto a eliminarlo ed elaborarne un altro. Al termine di questa fase il cliente si è concentrato sulla complessità della situazione ed è in grado di considerare questo suo problema da un’angolatura diversa, più esaustiva (si usa la Metafora Viaggio secondo cui il cliente sa dove vuole andare ma non con quali mezzi); 3. Terza Fase: è volta alla Gestione del Problema da Parte del Cliente. Prevede un intervento del counselor che facilita il processo decisionale, che rimane però comunque autogestito. Il counselor facilita il cliente attraverso: - uso di varie tecniche con cui definire il problema; - formulazione di varie strategie per conseguire l’obiettivo; - valutazione di ciascuna strategia; - scelta della strategia; - valutazione dei tempi richiesti; - accettazione decisionale; - verifica della congruità della scelta. In questo senso il counselor aiuta quindi il cliente nella scelta di varie opzioni con cui approcciarsi al problema.

La Relazione d'Aiuto La Relazione d'Aiuto, nella definizione di Rogers (1951) è "una relazione in cui almeno uno dei due protagonisti ha lo scopo di promuovere nell’altro la crescita, lo sviluppo, la maturità e il raggiungimento di un modo di agire più adeguato ed integrato. L’altro può essere o un individuo o un gruppo. Una relazione d’aiuto potrebbe essere definita come una situazione in cui uno dei partecipanti cerca di favorire, in una o ambedue le parti, una valorizzazione maggiore delle risorse personali del soggetto ed una maggiore possibilità d’espressione". Questa definizione permette quindi di fare riferimento alle relazioni comunemente diffuse (ad es. quelle familiari) e a quelle più strettamente professionali (ad es. insegnante-allievo, medico-paziente). La relazione d’aiuto si distingue per la sua difficoltà, perché implica molte abilità e quindi una ottima

padronanza tecnica. Perché questa relazione avvenga in modo corretto, è necessario che l’operatore abbia avuto un training di formazione seria, precisa, puntuale ed appropriata. La formazione quindi è importante, ma non è da intendersi come qualcosa che possa essere quantificato in ore, programmi, corsi o scuole. La formazione è continua, e l’individuo apprende informazioni ed esperienze continuamente in modo dinamico da qualsiasi cosa che lo circonda. Gli Elementi Fondamentali di una Relazione d'Aiuto possono essere riassunti da alcune parole-chiave (Rogers, 1951): - Contatto psicologico: una relazione di aiuto presuppone necessariamente una relazione interpersonale; - Incongruenza: è una discrepanza tra l'esperienza reale dell'organismo è l'immagine di sé che l'individuo ha quando si rappresenta quell'esperienza; - Congruenza: indica una condizione sperimentata dal soggetto che consente di essere liberamente e profondamente se stesso nella relazione e quindi nel corso del colloquio; - Comprensione Empatica: è la capacità di riuscire a sentire il mondo personale del cliente come se fosse nostro, senza però mai perdere la qualità fondamentale del "come se" (mantenendo quindi una distinzione sé-altro); - Accettazione Positiva Incondizionata: non vengono poste condizioni per l'accettazione dell'altro e la persona viene apprezzata senza cadere nella valutazione sele...


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