Fonetica - Protogermanico - Manuale di linguistica germanica PDF

Title Fonetica - Protogermanico - Manuale di linguistica germanica
Course Filologia Germanica
Institution Università degli Studi di Parma
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I fenomeni di fonetica più importanti del protogermanico e del germanico. ...


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FONETICA: FENOMENI DEL GERMANICO 1. ACCENTO E INDEBOLIMENTI IN SILLABA ATONA L’accento in indoeuropeo era prevalentemente di tipo musicale ed era mobile (la sua posizione era variabile), con funzione distintiva a livello morfologico e lessicale. Nella fase più antica del germanico (“protogermanico”) l’accento aveva ancora posizione variabile (come si può vedere nelle condizioni per la legge di Verner), mentre nel “germanico comune” l’accento si fissa sulla sillaba radicale ed è di tipo intensivo (o espiratorio, non più musicale). In seguito al fissarsi dell’accento sulla sillaba radicale si è dato maggior rilievo nella pronuncia all’inizio della parola con conseguente indebolimento della frontiera sillabica e degli elementi in posizione atona. Questo fatto ha concorso, nel germanico e nelle fasi più antiche delle lingue germaniche, alla realizzazione di alcuni fenomeni per il vocalismo in sillaba tonica (es. metafonie) in quanto elementi vocalici in sillaba atona hanno modificato la vocale radicale. In seguito agli indebolimenti in sillaba atona si è accelerato il processo di perdita o di livellamento di elementi distintivi soprattutto nelle sillabe finali (es. desinenze) con conseguenze in ambito morfologico (declinazione nominale e coniugazione verbale). Infatti nel passaggio dall’ie al germanico e dal germanico alle lingue germaniche si riscontra nel sistema flessivo una progressiva evoluzione da strutture di tipo sintetico (le desinenze chiariscono le diverse funzioni di un termine, es latino) a strutture di tipo analitico (richiedono articoli, pronomi e preposizioni per specificare le strutture grammaticali). Prove del cambiamento dell’accento da mobile a fisso sulla sillaba radicale (nel passaggio da ie a germ): caratteristiche dell’accento nelle lingue germaniche moderne; differente trattamento del vocalismo in sillaba tonica rispetto alla sillaba atona; fenomeni di indebolimento vocalico e consonantico nelle sillabe atone; metro della poesia germanica antica (caratterizzato dall’allitterazione, che è la ripresa di un suono in posizione iniziale di parola, non dalla rima che interessa la parte finale della parola successiva alla sillaba tonica). Oltre all’accento primario che cade sulla radice della parola di può avere, se il termine è un composto o se è formato con particolari suffissi, anche un accento secondario. (es. ags wúldorfùll=”glorioso, pieno di gloria”; l’originario aggettivo ags “full”=pieno, ha via via assunto anche la funzione di suffisso, mantenendo un accento secondario). Una trattazione particolare richiede la posizione dell’accento in forme con prefisso, a seconda che si tratti di verbi o di sostantivi: i sostantivi hanno l’accento sul prefisso, in quanto esso era già unito alla radice al momento del fissarsi dell’accento in germanico; i prefissi verbali, invece, non portano l’accento, perché originariamente separati dal verbo. Nel caso di derivati, la posizione dell’accento corrisponde a quella della forma originaria. Esiti dell’indebolimento delle vocali e delle consonanti in sillaba atona nel germanico rispetto all’indeuropeo e successivamente nelle lingue germaniche fino agli stadi attuali: • Vocali brevi: Tendenza a cadere in germanico, soprattutto in sillaba finale. • Vocali lunghe: In germanico troviamo ancora in sillaba finale vocali lunghe, mentre esse tendono ad abbreviarsi nelle lingue germaniche. • Dittonghi: I dittonghi in sillaba atona sono soggetti a monottongazione e a successivi indebolimenti nelle lingue germaniche. • Consonanti: La nasale –n e la dentale –t in posizione finale tendono a scomparire già in germ, eccetto in monosillabi.

2. VOCALISMO: VOCALI BREVI E LUNGHE, DITTONGHI, SEMIVOCALI, LIQUIDE E NASALI SONANTI Datazione: II – I sec a.C. Il vocalismo germanico presenta una riduzione rispetto a quello indoeuropeo. Infatti: INDOEUROPEO - 11 vocali, di cui 5 lunghe e 5 brevi + schwa - 6 dittonghi (prima lettera a/e/o + seconda lettera i/u) GERMANICO - 8 vocali, di cui 4 lunghe e 4 brevi - 3 dittonghi (ai, au, eu ed ei indoeuropeo che si monottonga e da esito di i lunga in protogermanico) Brevi indoeuropeo: a e i o u ə  Brevi germanico: a e i u MUTAZIONI: La o indoeuropea da esito di a germanica, schwa sparisce. Lunghe indoeuropeo: a e i o u  Lunghe germanico: æ i o u MUTAZIONI: la a: indoeuropea diventa o: germanica, dal protogermanico al germanico occidentale la æ si suddivide in ē1 (e lunga aperta) ed ē2 (e lunga chiusa) La ē lunga indoeuropea (in germanico resta lunga, mentre nelle lingue germaniche tende ad aprirsi), mentre la ē2 non è di origine indoeuropea e ci sono varie teorie sulla sua origine. Confrontando i due sistemi delle vocali lunghe (germanico e germanico comune) si nota la tendenza a differenziare progressivamente la e: di origine indoeuropea nel senso di una tendenza all’apertura e questo processo porterà nelle lingue del germanico settentrionale ed occidentale ad avere la trasformazione di e1>a: mentre in gotico il fonema resta invariato.

 SEMIVOCALI La semivocale palatale /ḽ/ e la semivocale velare /Ṷ/ dell’ie si conservano in germ. */j, w/, cambia soltanto la convenzione grafica. In aat. /w/ cade all’inizio di parola davanti a liquida. ie. / ḽ/ > germ* /j/ > ags. /ge/1 aat. /j/ ie. /Ṷ/ > germ* /w/ > ags. /w/ aat. /w/ oppure caduta della 2 semivocale 1 il “ge” soltanto grafico, si pronuncia /i/, come la semivocale palatale, che quindi rimane tale. 2 in aat. c’è la caduta della semivocale /w/ all’inizio di parola davanti a liquida.  LIQUIDE E NASALI SONANTI Le liquide e le sonanti dell’ie hanno sviluppato in germanico la vocale di appoggio /u/: ie. Ḷ, Ṛ, Ṃ, Ṇ > germ* /ul, ur, um, un/

3. CONSONANTISMO: I MUTAZIONE CONSONANTICA E LEGGE DI VERNER Sistema consonantico dell’indoeuropeo: luogo / modo

occlusive

nasali liquide semivocali

sibilanti

sorde

sonore aspirate sr. sn.

sr, sn

labiali P B (PH) BH M [s,z] dentali T D (TH) DH N L,R palatali K G (KH) GH I [j] velari K G (KH) GH U [w] labiovelari KW GW (KWH) GWH La serie delle palatali dell’indoeuropeo non viene considerata in germanico in quanto non è presente. •

I MUTAZIONE CONSONANTICA: (detta anche Legge di Grimm) è una legge fonetica che regola la modifica delle consonanti occlusive nel passaggio dall’indoeuropeo al protogermanico: - le occlusive sorde dell’indoeuropeo (*p, *t, *k, *k ) diventano in germanico fricative sorde (*f, *þ, *h,ʷ *h );ʷ - le occlusive sonore aspirate dell’indoeuropeo (*bh, *dh, *gh, *g h) diventano in germanico fricative ʷ sonore (* , * , * , *ƀ ᵭ ǥ ǥʷ); - le occlusive sonore dell’indoeuropeo (*b, *d, *g, *g ) diventano in germanico occlusive sorde (*p, *t, ʷ *k, *k ).ʷ



LEGGE DI VERNER Secondo la Legge di Verner le occlusive sorde dell’indoeuropeo danno esito in germanico di fricative sonore se si trovano all’interno di parola, in ambito sonoro (tra due vocali o tra una vocale e una sonante) e se l’accento non cade sulla sillaba precedente. Le occlusive sorde dell’indoeuropeo (*p, *t, *k, *k ) diventano in germanico fricative sonore (* , * , * , *ʷ ƀ ᵭ ǥ ǥʷ)

1. ALTERNANZA GRAMMATICALE

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Il fenomeno dell’alternanza grammaticale (individuato da Jacob Grimm e ricorrente in particolare nel paradigma di alcuni verbi forti) consiste nell’alternanza tra forme che presentano in germanico una fricativa sorda (all’infinito e al preterito singolare) e forme che hanno invece la corrispondente fricativa sonora (al preterito plurale e participio preterito). Nel primo caso si tratta dell’esito della I isoglossa della I mutazione consonantica, mentre nel secondo caso si hanno delle fricative sonore per la legge di Verner. Infatti mentre nelle forme dell’infinito e del preterito singolare l’accento cadeva originariamente sulla sillaba radicale, nelle forme del preterito plurale e del participio preterito l’accento seguiva e la consonante soggetta a mutamento si trovava all’interno di parola, in ambiente sonoro. Secondo la legge di Verner si ha anche germ. */s/>*/z/ e successivamente per il fenomeno del rotacismo nel germanico settentrionale e occidentale */z/>/r/ (vedi le forme del preterito del verbo “essere” inglese: preterito singolare was, preterito plurale were). Oltre ai verbi forti, casi di alternanza grammaticale si possono avere anche: tra verbo forte e verbo debole da esso derivato: es. verbo forte: germ.*nesan(an), ags. genesan, aat. ginesan “essere salvato” verbo debole: germ. *nazjan(an), ags. generian, aat. nerien “salvare” forme nominali corradicali che presentano questo fenomeno (es: inglese death “morte”, e dead “morto”, che hanno rispettivamente una fricativa sorda dentale /θ/ e un’occlusiva sonora dentale /d/). In gotico non è presente questo fenomeno, e secondo gli studiosi possono essere due le ipotesi: o in gotico non si è sviluppata l’alternanza, o vi è stata un’estensione analogica delle fricative sorde dal presente al preterito plurale e participio preterito dei verbi forti.

Nel tempo ci sono stati conguagli analogici per questo fenomeno e ancora si hanno nelle lingue moderne, come nel caso del preterito del verbo “essere” in tedesco: pret. sg. War / pret. pl. Waren: la /r/ dalla forma del plurale si è estesa al singolare, a differenza dell’inglese che mantiene l’alternanza tra le due forme. Es. verbo “essere”: germ. *wesan(an) got. wisan ags. wesan aat. wesan pret.sg. *was was wӕs was pret.pl. *wēzun wēsum wǣǣron wā r um

2. INDEBOLIMENTI VOCALICI IN SILLABA ATONA Nei fenomeni di indebolimento oltre all’accento influisce anche la lunghezza della sillaba tonica, in quanto se è breve tende a conservare elementi atoni successivi, al contrario se è lunga tende a promuoverne la caduta o l’indebolimento. In seguito agli indebolimenti in sillaba atona si sono avute ricadute anche in ambito morfologico che hanno portato a una ristrutturazione del sistema sia nominale che verbale e allo sviluppo di strutture analitiche in luogo di quelle sintetiche che caratterizzavano ad esempio il latino. a) Indebolimenti nelle sillabe finali e nelle desinenze. Si nota il mutamento del timbro delle vocali brevi che possono anche essere soggette a caduta, se in posizione finale, mentre le vocali lunghe si abbreviano e i dittonghi, dopo essersi monottongati, tendono a dare esito di vocali brevi. b) Indebolimento nelle sillabe mediane e nei suffissi. Nelle sillabe mediane, a seconda della lunghezza della sillaba radicale, si sono avuti indebolimenti e la tendenza è stata a una più netta perdita di elementi, soprattutto nei polisillabi. Anche le vocali lunghe sono diventate brevi e possono aver subito ulteriori indebolimenti. Nei composti, invece, questi portavano un accento più breve anche sul secondo elemento, per cui in questi casi si ha una diversa e migliore conservazione dei costituenti di parola. Per quanto riguarda i suffissi, questi conservano meglio il timbro delle vocali, in quanto svolgono un’importante funzione nella formazione e derivazione delle parole, per cui devono essere ben riconoscibili. Il tedesco conserva di più rispetto all’inglese elementi in sillaba atona; bisogna però anche ricordare che l’inglese, anche per quanto riguarda la posizione dell’accento e gli indebolimenti, ha subito a partire dal periodo medio-inglese una forte influenza del francese e del latino, soprattutto attraverso prestiti che hanno conservato tratti e caratteristiche originarie. c) Indebolimenti vocalici nei prefissi. I prefissi nelle lingue germaniche sono generalmente atoni, tranne che nei sostantivi: la vocale dei prefisso, se tonico, si conserva, mentre si indebolisce se è atono. Se si ha un sostantivo derivato da un verbo, esso presenta il prefisso indebolito come il verbo. Molto diffuso nelle lingue germaniche è il prefisso per la formazione del participio preterito: germ. *ga-, ags ge-, aat gi-/ge-; in tedesco questo prefisso è ancora presente sia nei verbi forti che nei verbi deboli, mentre in inglese non è più in uso, per effetto di un conguaglio analogico con le altre forme del paradigma....


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