Friedrich Nietzsche Filosofia PDF

Title Friedrich Nietzsche Filosofia
Author Giada Studoc
Course Filosofia Morale
Institution Università degli Studi di Salerno
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Riassunti di Nietzsche completi adatti anche per il liceo....


Description

Vita e morte, i motivi che lo riconducono al nazismo, l’amicizia con Wagner. Friedrich Nietzsche è nato nel 1844 a Röcken, un villaggio della Prussia meridionale vicino Lipsia. Lui possedeva anche un secondo nome che successivamente abbandonò (Wilhelm). Fu figlio di pastori protestanti, suo padre Carl Ludwig Nietzsche fu precettore alla corte di Altenburg mentre sua madre Franziska Oehler era figlia di un pastore luterano. I due ebbero in seguito altri figli Elisabeth e Joseph, ma quest’ultimo morì a causa della febbre. Così Elisabeth e Friedrich trascorsero insieme gran parte della vita fin quando la sorella non sposò un ex insegnante di scuola superiore che divenne un antisemita. Fu però proprio la sorella ad occuparsi di Nietzsche negli ultimi suoi anni di vita, quando ormai il filosofo non riconosceva più nessuno. Infatti Nietzsche soffriva di una patologia neurologica. Si può ricordare a tal proposito l’episodio in cui dopo aver visto un cavallo fustigato a sangue, Nietzsche si avvicina per abbracciarlo e baciarlo e subito dopo cade a terra urlando per forti spasmi. Anche suo padre soffriva di una patologia neurologica e probabilmente fu lui ad averla trasmessa al figlio. Altri affermano però che la causa che lo spinse al crollo mentale fu l'enorme sforzo creativo a cui si sottopose negli anni precedenti. Nietzsche divenne muto e perse l’uso delle proprie gambe, così fu costretto alla sedia a rotelle. Nei suoi anni più critici oscillava tra fasi di tristezza acuta e altre di esaltazione totale. Dopo essersi trasferito con la sorella a Weimar, luogo in cui Elisabeth ha fondato il famoso “Archivio Nietzsche”, il filosofo morì a causa di una polmonite il 25 agosto del 1900. Nonostante la sua follia, oggi la filosofia di Nietzsche è studiata indipendentemente da questa condizione perché le sue teorie erano e sono di una straordinaria originalità ed hanno favorito lo sviluppo di una filosofia unica. Purtroppo però non tutti i cambiamenti avvenuti nel mondo grazie Nietzsche sono stati positivi, più che altro perché ci sono state persone che hanno deviato e mutato il suo pensiero originario. Primo fra tutti Hitler che ha fatto di Nietzsche il suo filosofo per la propaganda nazista. Il futuro dittatore, dopo aver visitato grazie ad Elisabeth, la Biblioteca dedicata a suo fratello, tradusse le opere del filosofo in chiave nazista. Però Nietzsche detestava quelli che osannavano il nuovo stato "Germania", questa nazione tendeva alla mediocrità per lui (ciò fu affermato nel tentativo di autocritica fatto “Nella Nascita della tragedia”). Hitler a differenza di Nietzsche non considerava un superuomo super nei confronti di se stesso, ma considerò un superuomo super nei confronti degli altri uomini. Nietzsche studiò religione, latino e greco e imparò anche a suonare il pianoforte. Nonostante la madre volesse che il figlio diventasse un ecclesiastico, Nietzsche si occupò invece di filologia diventando professore presso L’università di Basilea. Abbandonerà l’insegnamento proprio per dedicarsi con assiduità alla sua attività filosofica. Uno degli elementi che segnò fortemente la filosofia, ma anche la vita di Nietzsche fu l’incontro e l’amicizia stretta con il compositore Wagner, del quale apprezzava più la musica che la personalità. Probabilmente questo forte legame nacque a causa dell’amore di ambedue per la tragedia greca e per la filosofia di Schopenhauer. Entrambi risultarono essere stimolanti l’uno per l’altro, anche se Wagner influenzò di più Nietzsche tanto che, dopo la loro rottura, lui soffrì moltissimo conservando nel suo cuore il ricordo degli otto anni di amicizia con il famoso musicista. Ci sono varie supposizioni del perché i due abbiano litigato. Alcuni cercarono di incolpare la pazzia del filosofo, altri affermano che Wagner, essendo antisemita, non approvava l’amicizia che Nietzsche aveva stretto con Paul Reé, un ebreo. Un’altra ipotesi è che il musicista si sia infastidito perché il filosofo,

nonostante fosse stato invitato da Wagner stesso ad un festa non si presentò. La causa del litigio potrebbe anche riguardare il fatto che Nietzsche si sia offeso perché il compositore rivelò informazioni imbarazzanti sulla sua malattia. Molto probabilmente però i due litigarono per delle mutazioni del pensiero filosofico. Ci riferiamo al periodo in cui Nietzsche si allontanò da Schopenhauer, non accettando più la tesi dell’annientamento della volontà di vivere e l’etica della pietà. Inoltre, non considerava più l’arte uno strumento privilegiato per comprendere il mondo e la vita. In base ai suoi scritti possiamo suddividere la vita di Nietzsche in quattro periodi :  

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I PERIODO: scritti giovanili come “La Nascita della Tragedia” (1872-1876). Domina l’interesse e l’ammirazione per il filosofo Schopenhauer e il musicista Wagner. II PERIODO: scritti intermedi o del periodo illuministico come “La Gaia Scienza” ed “Umano troppo Umano” (1878-1882). Dove avviene il ripudio dei precedenti ispiratori e prevale un approccio di tipo “scientifico”. III PERIODO: scritti del meriggio come “Cosi parlò Zarathustra” (1883-1885) IV PERIODO:scritti del tramonto

In realtà qui dobbiamo fare una precisazione perché tradizionalmente le fasi della sua vita sono tre, ma una schiera di persone preferisce suddividere la sua vita in quattro fasi. Perché esiste questa distinzione? Il motivo è da ricercarsi nei suoi frammenti postumi che per alcuni non contengono niente di nuovo rispetto agli altri scritti, mentre per altri ritengono che ci sono elementi di novità (la volontà di potenza, il nichilismo ecc.). Descrizione di simboli rivelanti per Nietzsche: Cammello: animale in grado di sopportare grandi pesi, rappresenta il primo stadio dello spirito, fedele alla tradizione. Lo associamo alla prima fase del pensiero di N. Leone: animale autonomo e indipendente, indica l’epoca dello spirito libero, è la fase in cui ci si libera dal peso delle credenze religiose ed etiche. È la fase del nichilismo, in cui l’uomo si confronta con la “morte di Dio”. Lo associamo alla seconda fase del suo pensiero. Fanciullo: individuo non condizionato dalla società e dai suoi valori, simboleggia colui che ha ritrovato l’innocenza, inaugura un nuovo inizio. Avremo un uomo che crea la sua vita “al di là del bene e del male” (questo è il titolo di un’opera di Nietzsche tra l’altro).

La Nascita della tragedia.

1 fase

Una della opere più importanti di N. è la “Nascita della tragedia” in cui effettua una distinzione tra dionisiaco e apolineo che si concretizza nel contrasto in una serie di opposti: caos-forma, infinitofinito, oscurità-luce,ebbrezza-sogno. L’ordine, la razionalità, l’emblema della misura sono caratteristiche proprio di Apollo, invece Dioniso rappresenta il caos, la distruzione, ma anche la forza creatrice e irrazionale, la sensualità, la gioia. Queste coppie di opposti sono presenti in Natura e rappresentano le coordinate di fondo dello spirito greco e del suo mondo artistico. Il dionisiaco da cui scaturisce la forza vitale, si esprime nella musica. L’apolineo invece si esprime nelle forme limpide e armoniche dell’arte plastica e dell’epopea.

Nietzsche ritiene che l’arte greca originariamente abbia avuto un carattere dionisiaco, infatti scorgeva ovunque il dramma della vita e della morte, così come gli aspetti orribili dell’essere. L’apolineo nacque sul terreno di una visione dionisiaca e tentò di sublimare il caos nella forma. Tentò quindi di trasformare l’orribile e l’assurdo in un mondo definito e armonico. Ad esempio possiamo pensare al fatto che gli dei olimpici nacquero affinchè gli uomini potessero sopportare il dolore nato dalla precarietà, dalla durevolezza, dalla fragilità della vita. La vita può essere equilibrata però solo facendo convivere apollineo e dionisiaco e Nietzsche vuole farcelo comprendere attraverso la mitologia greca. In un primo momento, nella Grecia presocratica, impulso apolineo e impulso dionisiaco hanno convissuto separatamente. Successivamente, precisamente nell’età della tragedia attica (Sofocle e Eschilo), i due impulsi si armonizzarono tra loro trovando un equilibrio. La tragedia per Nietzsche affonda le sue radici nel coro tragico, ossia il coro dei seguaci di Dioniso, i quali erano mascherati da capri. I membri del coro ditirambico erano travestiti da satiri, demoni dei boschi metà uomini e metà capri. Il dramma tragico diviene tale quando Dioniso è rappresentato attraverso una serie di immagini che trasformano in un mondo di ideale compiutezza e bellezza, il vissuto di sofferenza dell’eroe. L’uomo greco avvertì l’esigenza di contenere nella forme rasserenanti della poesia l’esperienza del caos, dell’irrazionalità e della drammaticità della vita. Successivamente l’apolineo tenderà a prevalere sul dionisiaco e questo processo di decadenza inizierà con la tragedia di Euripide. A questo punto perisce la tragedia e nasce la filosofia che attraverso la ragione cerca di fornire una spiegazione rassicurante del mondo e tenta di rimuove i lati oscuri della personalità umana e della vita. Possiamo ricondurre questo processo all’insegnamento razionalistico di Socrate che metaforicamente compie un uccisione degli istinti (di Dioniso), a favore della ragione e della visione serena e misurata del mondo (di Apollo). È proprio Socrate ad essere il personaggio che segna il passaggio dall’antica tragedia alla filosofia. Nietzsche pensa che sia importante far rinascere lo spirito della tragedia greca, quello dionisiaco attraverso l’arte e la musica. Lui però comprende che non è possibile far rivivere lo spirito della tragedia greca perché non è possibile ritornare al passato e perché la cultura occidentale è caratterizzata dalla decadenza.

2 fase Nella seconda fase il filosofo si allontana da Wagner e criticherà la sua concezione della musica. Il famoso musicista infatti, riteneva che la musica fosse uno strumento per raggiungere un’altra dimensione, ma che non ha un valore in sè, mentre per il filosofo la musica è espressione dello spirito dionisiaco. Nietzsche scriverà un’opera intitolata “La Gaia Scienza” nella quale si comprende che l’autore ritiene che piuttosto recuperare la tragedia greca, sia preferibile demolire i valori metafisici e assecondare il bisogno di razionalità. È in questo momento che Nietzsche maturerà la sua concezione nichilista. Il leone lacera le false credenze, le menzogne, le costruzioni teoriche della metafisica e le tradizioni ed incarna lo spirito critico e libero della scienza. Nietzsche ritiene che sia preferibile distaccarsi dalla natura istintuale dell’uomo e diede origine ad un’opera intitolata “Umano, troppo umano”. La filosofia del mattino identifica il periodo critico ed illuministico del pensiero di Nietzsche e indica una riflessione che è in grado di emancipare l’uomo dalle tenebre del passato. La filosofia del mattino consente di liberare gli uomini dalle tenebre del passato e da tutte quelle credenze che da Socrate in poi hanno dominato la cultura europea in diversi ambiti (religione, morale). In più è

grazie alla filosofia che sarà possibile comprendere che il mondo creato dai metafisici è soltanto un’illusione. Una delle menzogne più grandi a cui l’uomo sfortunatamente crede ancora è Dio. Dio ha assunto una funzione storica importante, ha permesso infatti di rassicurare gli uomini e la sua figura ha permesso di aiutarli a sopportare la condizione umana. Dio ci rassicura, ci dà l’illusione di una felicità futura (paradiso). Famosa è l’affermazione di Nietzsche “Dio è morto” ed è chiaramente l’esito del nichilismo di Nietzsche. Ma che cos’è il nichilismo? Il nichilismo indica una condizione in cui l’uomo ha perso tutti i suoi valori assoluti e le credenze metafisiche. Il termine nichilismo infatti deriva da una parola latina che indica il “nulla”. L’uomo perdendo le sue certezze proverà un senso di vuoto, di incertezza. L’uomo con la scienza ha ucciso Dio e ha perso un punto di riferimento. Coloro che lo hanno ucciso però non si rendono conto che ormai Dio è morto. In più loro non hanno capito le conseguenze che sono derivate a seguito della sua morte. Però, occorre fare una precisazione. Il nostro mondo dominato dalla scienza ha sostituito l’immagine di Dio con altri idoli o dei. I nuovi miti in cui l’uomo crede sono il progresso della scienza, lo Stato, il Socialismo. L’uomo non si è quindi confrontato veramente con la terribile sensazione provocata dalla morte di Dio perché lo ha sostituito con altri valori. Occorre quindi per il filosofo annunciare la morte di Dio. Con Dio muoio i valori a lui legati, ma in particolar modo svanisce la possibilità di poter raggiungere una verità assoluta e poter avere un punto di riferimento che conferisce sicurezza e ordine nel mondo. Tutto ciò genera quindi una crisi psicologica e all’uomo spetta il compito di responsabilizzarsi, infatti lui deve dare un senso all’universo. Dovrà farsi Dio egli stesso e oltrepassare l’uomo diventando “oltreuomo”. In questa seconda fase, il filosofo tenta di decostruire la morale e riconosce che la morale cristiana è una morale del risentimento (o degli schiavi). È stata creata da uomini che sopraffati dall’invidia per i più forti (cioè coloro che sono in grado di accettare e sopportare la drammaticità della vita), tentano di imporre a tutti i loro meschini principi. Non è più buono=nobile e forte, ma è buono= umile, povero, infelice e sofferente. 3 fase Questa terza fase si apre con la considerazione del filosofo che solo chi è riuscito a negare e a distrugge è in grado di edificare e creare. Bisogna a questo punto trovare la forza per affrontare il niente. L’oltreuomo non è un essere di razza superiore, ma è un uomo oltre “l’ultimo uomo” incapace di una vera libertà. È un uomo libero che può sopportare le implicazioni della morte di Dio. L’oltreuomo ha saputo dire di “si” alla vita. Il suo avvenimento viene annunciato da Zarathustra e l’ora della sua avvenuta è il “meriggio”. In quel momento non ci sono ombre ed è raffigurato come un fanciullo ridente circondato di luce.

L’oltreuomo è capace anche di sopportare ciò che Nietzsche chiama “l’eterno ritorno dell’uguale”. Per il filosofo questo è il più abissale dei suoi pensieri. È l’idea secondo gli avvenimenti sono destinati a ripetersi e a ritornare eternamente. Questa visione ciclica del tempo, è contrapposta a quella della tradizione giudaico-cristiana. Secondo la tradizione guidaico-cristiana infatti, la storia è una catena di momenti irripetibili in cui ciascuno ha riferimento agli altri e l’intera catena è orientata verso un fine ultraterreno. La storia inizia con la creazione e ha termine con la fine del mondo e il giudizio universale. L’idea dell’eterno ritorno è simboleggiata da un serpente che si morde la coda.

Per Nietzsche l’uomo può raggiungere la vera felicità solo se sa godere dell’esistenza nella sua pienezza e nella sua attualità, nel momento presente. Quello che differenzia le due diverse concezioni sopracitate è la diversa prospettiva della felicità. Se nella concezione ciclica del tempo ogni istante contiene in sé il proprio valore ed il proprio fine dando importanza al momento presente, la concezione lineare del tempo depriva l’attimo ed il presente di ogni significato. In quest’ultima concezione il senso della vita è rimandato al futuro, infatti nella concezione cristiana gli uomini, dopo essere morti, raggiungo un luogo ultraterreno, ossia il paradiso. Per Nietzsche la storia non ha un fine assegnato dalla divina provvidenza, ma il senso coincide con l’uomo e la vita può godere di dignità. Tuttavia solo l’oltreuomo è capace di sopportare questa concezione temporale perché essendo riconciliato con la propria essenza, può desiderare che ogni istante della sua vita ritorni eternamente. L’oltreuomo sceglie l’eterno ritorno e crea un mondo in cui abbia senso volere il ritorno di ogni istante di vita vissuta. Il passato, il presente ed il futuro si susseguono e si ripetono costantemente. La concezione ciclica del tempo è propria della tradizione greco-orientale, in cui non compare il concetto di “creazione” e il mondo esiste in eterno. La Teoria dell’eterno ritorno è intrecciata a quella della volontà di potenza che per Nietzsche è l’essenza stessa della vita. Questa teoria non si caratterizza come mera conservazione, ma è un impulso a crescere e a voler sapere sempre di più rispetto al significato del mondo e del valore delle cose. La volontà di potenza si identifica nell’arte che è la forma suprema della vita. L’oltreuomo superando il nichilismo si assume la responsabilità di offrire nuovi significati, prospettive, non intesi come principi e parametri assoluti, ma come libere manifestazioni della vita. L’oltreuomo è un creatore perché ridà senso al mondo svuotato e inaridito. È grazie alla sua attività creatrice che comprende meglio il significato dell’eterno ritorno. Se l’uomo rimanesse ancorato ad una struttura del tempo lineare, sarebbe dipendente dal suo passato che paralizzerebbe la sua creatività. L’oltreuomo è capace di liberare l’uomo dal peso del passato. Il passato non appare come una dimensione che l’uomo deve subire passivamente, ma l’uomo assume un ruolo attivo con un atto di responsabilità. Trasforma il “così fu” in “così volli che fosse”. È grazie all’oltreuomo che abbiamo la possibilità di una trasvalutazione dei valori. Ciò non significa che una tavola di valori venga sostituita con una nuova, ma significa che i valori non sono più concepiti in maniera assoluta. I valori sono manifestazioni dell’attività creatrice dell’uomo. Si va quindi oltre al nichilismo, oltre al nulla e il vuoto che si sono affermati dopo la morte di Dio....


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