Gadda - LA COGNIZIONE DEL DOLORE PDF

Title Gadda - LA COGNIZIONE DEL DOLORE
Author Sarha Fiorenza
Course Letteratura italiana contemporanea
Institution Università degli Studi di Catania
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RIASSUNTO E ANALISI ...


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CARLO EMILIO GADDA - LA COGNIZIONE DEL DOLORE (1937-1941) Nato il 14 novembre 1893, visse un’infanzia e un’adolescenza tormentate: nel 1909 avvenne infatti l'evento che segnò la sua vita, la morte del padre. Alla morte del padre, la madre costringe ai figli a grandi ristrettezze economiche al fine di mantenere lo status symbol della borghesia lombarda: la villa di Longone in Brianza. Questi elementi biografici stanno alla base della nevrosi di Gadda: l’ossessione per la villa e il rapporto di odio-amore con la madre. Dopo aver conseguito la laurea in Ingegneria al Politecnico di Milano, come suo fratello Enrico, esercitò la professione per qualche anno per poi, nel 1915, arruolarsi come volontario nella Prima Guerra Mondiale. Convinto interventista, in questi tormentati anni Gadda iniziò ad avvicinarsi alla scrittura: scrisse una serie di diari di guerra che vennero pubblicati sono nel 1955 e, in una redazione più ampia, nel 1965 con il titolo Giornale di guerra e prigionia. Al suo ritorno dalla guerra egli scopre che suo fratello è morto in guerra. Questa morte gli diventa come un mito personale: un esempio di coraggio e coerenza sul quale misurare la propria inutilità. Infatti, vi è l’origine dell’intera rinuncia a vivere che caratterizza tutta l’esistenza di Gadda, con un rifiuto per tutti i rapporti al di fuori della famiglia, come se fosse un misogino. Il culmine si ha con la morte della madre di Gadda dopo la quale inizia la stesura della Cognizione del Dolore, come se fosse la rielaborazione della propria giovinezza e del rapporto con la madre, con la quale non ha mai avuto un rapporto sereno, e proprio in quell’occasione vende la casa e poi prende forma una prima bozza de “La cognizione del dolore”, un romanzo che verrà pubblicato sulla rivista “Letteratura” tra il 1938 e il 1941. Nel 1957 “quel pasticciaccio brutto di via Merulana”, opera che gli conferirà notorietà. Carlo Emilio Gadda ci lascia nel 1973, il 21 maggio, all’età di 79 anni. Nel 1936 scrive a Gianfranco Contini: “la mia casa di campagna (…) mi procura più grattacapi che una suocera isterica. Sono le fisime casalinghe, brianzole e villereccie di un mondo che è tramontato per sempre lasciandomi solo stucchevoli tasse da pagare. – Mi vendicherò”. La sua vendetta sarà appunto La cognizione L’amore dell’ordine e dell’equilibrio fa riferimento a valori extrastorici, infatti, ogni modello ideale e concreto viene fortemente criticato. Gadda, e allora, affascinato dal disordine però in maniera inconscia a causa della sua celebrazione delle forme di vitalità orientate contro la morale repressiva della borghesia. L’ordine e il disordine, quindi, affascinano e spaventano Gadda allo stesso tempo. Ciò comporta una forte difficoltà nell’organizzare la sua ideologia in maniera coerente, allora rivela la crisi una funzione intellettuale (criterio di conoscenza). Egli allora interpreta la crisi del ceto intellettuale di quel periodo, consapevole di questo suo ruolo ha sempre interpretato lo scrittore in maniera neorealista (impegno civile e fiducioso nella storia). Poetica e pensiero All’interno delle riflessioni teoriche del Novecento, Gadda assume notevole importanza soprattutto per ciò che concerne lingua e stile. L’autore gioca fortemente nelle sue opere su plurilinguismo e pluristilismo, creando un sovrapponimento continuo di codici diversi. Questa commistione di registri dà luogo, nelle opere di Gadda, a una forte polifonia che solitamente prende il nome di pastiche. Altra importante caratteristica della poetica di Carlo Emilio Gadda è il realismo: le sue opere possono essere considerate un puntuale dipinto della borghesia e aprono la strada ad una approfondita analisi della realtà sociale, dai tratti quasi scientifici – caratteristica forse dovuta agli studi ingegneristici. Stile Agli occhi di Gadda il mondo appare come un groviglio di fatti e cause che non si lasciano comprendere. Questo disordine della realtà, per cui prova attrazione e repulsione, gli porta un’esigenza di chiarezza difficile da raggiungere. Da tale convinzione deriva la tipica struttura di molti testi, nei quali vi è un andamento di inchiesta come un’indagine poliziesca che non arriva mai alla scoperta del colpevole. Per lui la letteratura doveva contribuire a smascherare, senza pietà né falsi pudori, i difetti degli uomini e le colpe della società. Lo sperimentalismo Gaddiano Gadda ha profondamente rinnovato la narrativa italiana di questo secolo attraverso un originale uso e mescolazione di dialetti, gerghi, tecnicismi e linguaggi diversi. Allo scopo di dare, quindi, risalto ai propri sentimenti, Gadda sperimenta la strada dell’espressionismo, cioè una procedura letteraria che deforma la rappresentazione del reale attraverso un vistoso intervento sulla lingua. Gadda - La cognizione del dolore, Rinaldi Vicende editoriali e testi di accompagnamento Come gli altri romanzi gaddiani, anche La cognizione del dolore nasce dal montaggio di frammenti narrativi muniti di una certa autonomia e come gli altri romanzi non giunge alla definitiva compiutezza a causa dell'imperversare della

guerra. Gadda iniziò la stesura dell'opera a seguito della morte della madre, avvenuta il 2 aprile del 1936. Venne pubblicato incompleto (i primi 7 capitoli), tra il 1938 e il 1941, sulla rivista Letteratura di Alessandro Bonsanti. Interrotta la pubblicazione in rivista, il destino della Cognizione – o almeno di alcuni tratti – si incrocia con quello di altri testi: I primi sette tratti del romanzo uscirono su altrettanti numeri della rivista “Letteratura” (1934-1941). Altri frammenti apparvero nell’Adalgisa. Disegni milanesi (1944) e nelle Novelle dal Ducato in fiamme (1953). Riuniti e rielaborati, questi materiali uscirono in volume nel 1963. L’edizione definitiva (con due nuovi tratti) è del 1970. Pur essendo un libro coerente e unitario, la Cognizione è rimasta incompiuta, e non solo per l’assenza del finale: secondo Gadda, è la vita stessa a non poter essere esaurita in un libro. “La cognizione del dolore” ha una bibliografia incoerente a causa della totale ritrosia dello scrittore, della non volontà di pubblicare il testo ritenuto inadeguato, pericoloso per i rancori e le polemiche che avrebbe suscitato se i personaggi fossero stati riconosciuti come reali, se qualcuno si fosse riconosciuto per qualche somiglianza. Il romanzo esce in volume solo nel 1963, dopo un decennale periodo di trattative fra l'autore e l'editore Einaudi. Einaudi, che in quel momento rappresentava l’editore di grandi dimensioni più colto ed elitario del panorama italiano, dovette pazientare dodici anni prima di poter licenziare il romanzo, seppur ancora incompleto, ma Gadda rappresentava per la casa torinese uno dei perni fondamentali di un ambizioso progetto culturale, cui era impossibile rinunciare nonostante le sue stravaganze, i tradimenti e i continui ripensamenti. Oltre alla celebre introduzione di Contini, l’edizione Einaudi, apparsa nella collana “Supercoralli”, contiene anche un’altrettanta celebre nota editoriale, scritta in forma di dialogo e intitolata L’Editore chiede venia del recupero chiamando in causa l’Autore, in cui sono narrate le travagliate vicende del romanzo. A partire dalla quarta edizione del 1970, Gadda introdusse due capitoli finali, che non concludono comunque la trama del racconto. Incompiutezza della Cognizione tre ipotesi: - accidentale: è venuta a mancare la spinta (la morte della madre) che aveva stimolato l’autore alla scrittura. - intrinseca: dovuta allo stile (necessità di incompiutezza) - voluta: Gadda si rifiuta di dare uno scioglimento. La cognizione del dolore si presenta dunque come un puzzle (anche di generi letterari) in cui una stessa situazione – la villa in campagna, il rapporto con la madre e con la società, il dolore e le sue cause – è considerata da vari punti di vista con un unico scopo: la sua conoscenza o cognizione. Il libro è dunque volutamente composto di pezzi assai diversi e cronologicamente distanti fra loro – una poesia del 1932, un racconto scritto fra il 1938 e il 1941, una introduzione risalente presumibilmente al 1963 – eppure chiamati a far parte di un disegno che è unitario e organico non per la linearità dello sviluppo narrativo (che anzi resta bloccato e incompiuto) ma per l’intenzione che il titolo dell’opera preliminarmente dichiara. E infatti i vari elementi non si dispongono in una successione cronologica, né la suggeriscono, ma si collocano nell’eterno presente della cognizione che li combina fra loro. Si potrebbe definire un Libro-Bilancio di un’intera vita e di un problematico rapporto con la famiglia, La cognizione del Dolore nasce dai fantasmi gaddiani più antichi, dall’ossessione feudale della casa e dal rimorso nei confronti della madre morta. La scrittura fra il 1937 e il 1941 ebbe davvero una funzione liberatoria quasi terapeutica. Quando lo riprese in mano per prepararlo alla pubblicazione Einaudiana, quella descritta nel romanzo era un’esperienza già conclusa, legata a ricordi giovanili ormai lontani. La poesia Autunno, inserita poi un secondo momento ha come scopo un ironizzare sull’atmosfera di quelle pagine ormai lontane, distanziandole in un affettuoso ricordo lirico ma anche un malinconico sorriso. La scrittura tra il 1937 e il 1941 ebbe una funzione liberatoria, terapeutica. Quando Gadda riprese in mano le sue vecchie pagine nei primi anni Sessanta per preparare la pubblicazione einaudiana, La cognizione del dolore era un'esperienza conclusa, legata all'abbandono della giovinezza. L'inserimento della poesia Autunno, dedicata come il romanzo alla Brianza serve a riassumere e ad ironizzare l'atmosfera di quelle pagine, distanziandole in un affettuoso ricordo lirico ma anche in un malinconico. É un tono lontanamente pariniano col quale Gadda ritorna a motivi della Cognizione, come quello del disordine e della sporcizia che invade il chiuso campo dell'idillio e del sogno. Straniante rispetto alla prosa gaddiana è la scelta della poesia: genere praticato dallo scrittore solo in gioventù, con prove rimaste inedite o pubblicate tardivamente. Nella letteratura gaddiana, fatta di fantasmi ricorrenti e continuamente variati, anche le poesie, anche i frammenti marginali delle poesie riflettono le figure centrali e profonde intorno a cui ruota ogni pagina, ogni libro dell'intera vita: la madre, la casa, il fratello morto, il Tempo inesorabile che tutto porta via.

Complicazione della struttura narrativa attraverso la divagazione. Il romanzo ritarda l'entrata in scena del protagonista di un centinaio di pagine e riempie questo spazio lasciato vuoto con materiali in apparenza non pertinenti: dopo aver accennato alle vicende provinciali di vigilanza per la notte senza eccezione per i mutilati o i "sordi di guerra": prende poi a raccontare la storia della guardia notturna Pedro Manganones alias Gaetano Palumbo che si finge sordo per ottenere una pensione di invalidità. Interrompe questa divagazione per inserirne un'altra sulle ville della Brianza; passa da una villa particolare, dei Bertoloni, già dimora del grande vate nazionale Carlos Caconcellos (parodia di Gabriele D'Annunzio e del Vittoriale) e ora più volte colpita dal fulmine; per giungere infine al medico del paese, che conosce ulteriori sviluppi della storia del Manganones e si presta a far visita a Gonzalo. La vicenda del finto sordo, già diviso in 2 frammenti e ora interrotta per riprendere la trama principale, sarà recuperata in chiusura del capitolo 4, quando il medico racconterà al suo paziente come Pedro sia stato smascherato dal colonnello medico Di Pasquale. La prima parte del romanzo i chiude ponendo al centro di questo digressivo labirinto, la figura del protagonista e la sua confessione in forma di dialogo terapeutico con il dottore. Cognizione del dolore alterna e sovrappone continuamente materiali attinge diverse lingue straniere (spagnolo, francese, tedesco), ma anche ai dialetti (milanese, napoletano); concede largo spazio ai latinismi e al latino classico, sfrutta diversi linguaggi settoriali o tecnici (come nell'ultima citazione la terminologia scientifica e quella storicoreligiosa). L'italiano della Cognizione deve molto alla lingua rinascimentale di Machiavelli e Guicciardini, ma anche all'italiano dell'800 e a quello parlato contemporaneo. Questi molteplici materiali sono adibiti dall'autore all'interno di tre registri o toni stilistici principali, che già individuava nel Racconto italiano. Il primo, "umoristico", è illustrato esemplarmente dalla pagina già citata sulle ville in Brianza e forma la struttura portante della scrittura gaddiana. Umoristico Logico-razionalistico che deriva dalla formazione filosofica dell’Ingegnere e nella Cognizione è legato a riflessioni molto vicine alla psicoanalisi (cap VI). Questo registro non esclude gli apporti lessicali più diversi, legati alla filosofia, medicina, latino. Lirico alto che è definito da Gadda stesso, enfatico, tragico e simbolistico e che in questo romanzo ha un ruolo importantissimo. Nelle pagine centrali del romanzo, infatti, Gadda usa un registro sublime e lirico, si tratta infatti delle pagine dedicate al rapporto (tragico) fra Madre e Figlio. (cap V) La struttura del romanzo, altamente asimmetrica, è sfruttata per comunicare una simile idea di disarmonia. Alla tendenziale linearità cronologica delle scene principali fanno da contraltare gli artifici del prologo, costituito da un complesso intreccio di immagini solo parzialmente legate fra loro e animato da un consistente “umorismo”. Le grandi scene dei capitoli successivi, poi, cronologicamente e tematicamente più omogenee, tendono ugualmente a una variazione continua, facendosi cornice di quanto avviene nella mente dei personaggi, attraverso la commistione dei loro ricordi, del loro fantasticare e delle loro parole. Allo stesso tempo i momenti descrittivi, riflessivi, lirici “complessivamente nascondono o smentiscono l’azione”, destinata a rimanere bloccata in un immobilismo a tratti simile a quello dei personaggi. La scrittura (e riscrittura) della pagina gaddiana procede “nel senso della complicazione argomentativa e rappresentativa: introducendo continue transizioni dal generale al particolare, o viceversa dal particolare al generale”. L’autore delinea la figura di Gonzalo tracciando un autoritratto: oltre a comunicargli i propri tratti fisici, trasmette al protagonista aspetti della propria psicologia, come l’incapacità di fermarsi all’aspetto superficiale delle cose, la ricerca impacciata delle cause, l’amore per l’ordine, il silenzio, la solitudine. Il romanzo accoglie inoltre un richiamo alla vicenda personale dello stesso Gadda anche nel ruolo dei Nistitúos provinciales de vigilancia para la noche: è qui contenuto infatti un riferimento satirico e amaro all’insofferenza dell’autore nei confronti della “protezione” squadrista offerta dal fascismo. STRUTTURA La Cognizione è divisa in due parti per un totale di nove capitoli. Alcune volte i tratti coincidono con unità di contenuto; altre volte la misura sembra dettata da ragioni editoriali. Le scene sono le seguenti. a) la visita medica b) pomeriggio in villa: la madre e il temporale (quotidianità dolorante della madre di Gonzalo). b2) cena di Gonzalo (la non-vita) c) c) la madre e gli altri: il furto al finanziere Trabatta d) d) la madre e gli altri: la minaccia di morte

e) e) aggressione alla madre TRAMA 28 agosto 1834. La cognizione del dolore è ambientato nell'immaginaria repubblica latino-americana del Maradagàl, appena uscita da una guerra col vicino Stato del Parapagàl. L'ambiente reale che traspare dalle pagine dell'opera è, per molti versi, quello lombardo della Brianza, durante il fascismo. (paesaggi e come abitudini, vedi il piatto tipico di ossibuchi col risotto menzionato nelle pagine del libro). A Lukones, il dottor Felipe Higueróa viene avvisato dal peone José che don Gonzalo Pirobuttirro d'Eltino lo attende nella sua villa per una visita. Egli è il vero protagonista della storia, (nonché alter ego trasfigurato di Gadda) che vive da solo insieme alla madre. È una figura autobiografica: come Gadda, è un ingegnere-filosofo, legge gli autori classici e sta componendo un romanzo; ha combattuto in guerra, durante la quale è morto il fratello aviatore. Lungo la storia emerge il triste passato di Gonzalo: per esempio, si viene a sapere che odia il padre defunto, perché volle edificare a ogni costo la villa, solo per non sfigurare davanti ai ricchi del luogo. Quella casa per Gonzalo è l’immagine dell’irrazionalità del mondo, costruita com’è in una zona troppo solitaria, con un muretto basso e sbilenco, esposta alle incursioni dei malintenzionati. Gonzalo è un ingegnere nevrotico che ha perso il fratello in guerra, conduce una vita appartata insieme alla madre e ama la letteratura, alla quale vorrebbe dedicare sicuramente più tempo. Non gode di ottima fama tra i cittadini di Lukones, i quali lo ritengono iracondo, misantropo e crudele, nonché avido e vorace. Quando il dottor Higueróa giunge alla villa, dopo aver ascoltato lo sfogo della domestica Battistina, spaventata a morte dagli eccessi d’ira del padrone di casa: la vecchia donna gli racconta una storia orripilante di soprusi da parte di Gonzalo sulla povera madre, che vivrebbe nel terrore di questo figlio violento con chiunque. Il dottor Higueróa, tuttavia, lo visita e non riscontra niente di anomalo ma lo sollecita a distrarsi. Gonzalo, indifferente agli inviti del dottore, si sfoga. La parte seconda si apre con il capitolo primo in cui domina la figura della madre, di cui si adotta il punto di vista: anch'ella è in preda all'angoscia, per la solitudine, la vecchiaia, il ricordo del figlio morto in guerra, la presenza inquietante dell'altro figlio, di cui è tracciato un ulteriore, cupo ritratto spirituale. Nel secondo capitolo la madre e il figlio si incontrano: si approfondiscono i motivi della reciproca incomprensione e dell'incomunicabilità. Egli è infatti preoccupato per l’eccessiva generosità della madre e teme per la sua incolumità, visto che è spesso fuori per lavoro. Una soluzione ci sarebbe: Gonzalo potrebbe abbonarsi al “Nistitúo provincial de vigilancia para la noche”, un gruppo che offre vigilanza notturna alle ville dei ricchi del paese. Ma l’ingegnere proprio non vuole saperne di affidare la propria sicurezza, quella della madre e della villa a degli sconosciuti che, tra l’altro, non sopporta e si lamenta anche dei soldi che se ne vanno in mille rivoli; rifiuta seccamente di pagare i soldi dell'abbonamento di vigilanza. Nel rapporto di Gonzalo con la madre il risentimento e l'aggressività si aggrovigliano con una tenerezza che si esprime in un senso di colpa, in un'ossessiva preoccupazione per la fragile vecchia signora. Dopo la morte del patriarca e del figlio maggiore, ucciso in guerra, ‘’la Signora’’ prende la decisone di terminare la costruzione della villa di Lukones per sopperire al lutto che l’ha colpita, circondandosi così di contadini, bambini e borghesi. Tuttavia, questo gesto di generosità causa l’ira del figlio, che nella sua dimora vorrebbe trovare pace e protezione dal mondo esterno destabilizzato dalle battaglie e, soprattutto, l’amore incondizionato della madre, la quale sembra averlo messo in secondo piano, privandolo delle attenzioni di cui lui ha bisogno. Difatti, sarà proprio questa gelosia che porterà Gonzalo a minacciarla di morte, spinto presumibilmente da un complesso di Edipo mai superato. Il giovane, quindi, di fronte all’apparente abbandono materno, inizia ad essere pervaso dai sensi di colpa per essere sopravvissuto alla guerra e, chiudendosi sempre più in sé stesso, Gonzalo è spesso lontano da casa per motivi di lavoro, il fratello minore è morto in guerra; la madre rimane sola a vagare per le stanze e pensare ai figli. Una sera Gonzalo torna da un viaggio, lei gli prepara la cena e lo studia timorosa, come se avesse soggezione di lui. Il figlio ha uno slancio e l'abbraccia, ma l'arrivo del servitore interrompe il momento di affetto. Gonzalo, irritato dal suo sudiciume e dall'aspetto miserando, lo caccia dalla stanza. Si rievocano altre consimili scene di violenza (Gonzalo calpesta un ritratto del padre). Qualche tempo dopo, Gonzalo sorprende in cucina la madre con diversi abitanti di Lukones. Non sopporta tale invasione della sua casa, s'infuria con la madre e la minaccia («se ti trovo ancora una volta nel braco dei maiali, scannerò te e loro...


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