Susan Sontag- DAVANTI AL DOLORE DEGLI ALTRI RIASSUNTO PDF

Title Susan Sontag- DAVANTI AL DOLORE DEGLI ALTRI RIASSUNTO
Author Francesca Palasciano
Course fotografia
Institution Accademia di Belle Arti di Bologna
Pages 19
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Summary

RIASSUNTO DEL LIBRO DI SUSAN SONTAG (DAVANTI AL DOLORE DEGLI ALTRI)- MANCA L'ULTIMO CAPITOLO- FATTO BENE CON IMMAGINI...


Description

SUSAN SONTAG- DAVANTI AL DOLORE DEGLI ALTRI -La guerra, attraverso i media, è ormai parte di ciò che vediamo e sentiamo in ogni casa. Già alla fine del XIX secolo ci si interrogava sul modo in cui rispondere alle continue informazione sui tormenti della guerra. 1899- Il primo presidente del Comitato Internazionale della Croce Rossa, Gustave Moynier, scriveva : 'ora sappiamo ciò che avviene ogni giorno in tutto il mondo. E' come se le descrizioni fornite dagli inviati dei quotidiani mettessero sotto gli occhi dei lettori (attraverso i giornali) , i feriti che agonizzano sui campi di battaglia.' Tuttavia, anche se le agonie di battaglia erano divenute evidenti come mai prima, era un'esagerazione affermare, già nel 1899 , di sapere ciò che succedeva in tutto il mondo. E lo è ancora adesso, nonostante le sofferenze della guerra siano palesi di fronte ai nostri occhi- Ma nel gergo giornalistico , è uno spazio piccolissimo rispetto al mondo reale. Perciò , la consapevolezza delle sofferenze causate dalla guerra è, in qualche modo, una costruzione- contrariamente ad un testo scritto la fotografia possiede una sola lingua potenzialmente destinata a tutti. Nelle prime guerre di cui esistono resoconti fotografici, la Guerra di Crimea e la Guerra civile americana, il combattimento vero e proprio non era alla portata della macchina fotografica. Per quanto riguarda le fotografie di guerra pubblicate tra il 1914 e il 1918, erano fotografie che più che altro testimoniavano gli strascichi della guerra – la devastazione e dunque i paesaggi disseminati di cadaveri, il villaggi distrutti ecc. Per il monitoraggio fotografico vero e proprio bisognerà attendere un perfezionamento dell'attrezzatura, a cui si giunge dopo qualche anno- ovvero macchine fotografiche leggere, come la Leica, con pellicole da 35 mm . Il primissimo prototipo funzionante delle nuova fotocamera per pellicola cinematografica 35mm perforata viene completato nel marzo 1914 da

Oskar Barnack. Col nome Leica (Leitz Camera), la fotocamera, inventata e ulteriormente perfezionata da Oskar Barnack, viene posta in produzione di serie e presentata al pubblico per la prima volta nel marzo 1925 alla Fiera di Primavera di Lipsia.

Divenne così possibile scattare fotografie nel pieno della battaglia , studiare da vicino le vittime civili e i soldati. – Prima guerra documentata- Guerra civile spagnola (1936-1939) – Fu dunque la prima guerra documentata in senso moderno, da un troupe di fotografi inviati in prima linea nelle città bombardate e i cui scatti furono pubblicati su quotidiani sia in Spagna che all'estero. – Invece , la guerra mossa dagli Stati Uniti contro il Vietnam fu la prima guerra documentata giorno dopo giorno, che creò una nuova tele-intimità con la morte e la distruzione. Da allora le battaglie e i massacri divennero parte costante dell'intrattenimento domestico. -Forte impatto delle immagini Un evento diviene reale agli occhi di chi è altrove e lo segue in quanto 'notizia' perchè fotografato . Ma anche una catastrofe di cui si ha esperienza diretta, trasformata in notizia, finisce spesso per sembrare simile alla sua rappresentazione. E' il caso dell'attentato al Wordl Trade Center dell'11 settembre 2001 descritto come o . L'incessante susseguirsi delle immagini, come tramite video, streaming ecc, domina la nostra quotidinità ma è la fotografia, IL FERMO-IMMAGINE che è più di impatto ai nostri occhi. In un mondo sovraccarico di informazioni, la fotografia costituisce un modo rapido per apprendere e memorizzare i fatti. – Una fotografia è simile ad una citazione. – - La più famosa fotografia scattata durante la Guerra civile Spagnola è quella di ROBERT CAPA- è la fotografia di un miliziano immortalato nell'attimo in cui viene colpito da un proiettile nemico, e quasi tutti coloro che sanno qualcosa

della guerra ricordano questa foto. Il punto è che si tratta di un'immagine scioccante. Reclutate dal giornalismo le immagini devono scioccare, attirare l'attenzione. Infatti nella nostra cultura ' lo shock' è all'ordine del giorno. – L'attività fotografica è caratterizzata da una caccia all'immagine più drammatica. – Andrè Breton afferma “la bellezza sarà convulsa o non sarà” Come lasciare altrimenti un'impronta del proprio prodotto e della propria arte quando si è costantemente travolti dalle immagini se non attraverso lo shock? Sessantacinque anni fa, tutte le fotografie erano una novitàSarebbe stato inconcepibile , per Virginia Woolf, apparire come un'immagine riprodotta su magliette, calamite per il frigo etc. Nel 1936-1937 , le immagini di guerra non erano poi così tantequelle evocate dalla Woolf sembrano 'semi-clandestine'. La situazione attuale è invece completamente diversa- L'immagine è divenuta iperfamiliare e ipercelebrata . Fin dal 1839, quando furono inventate le macchine fotografiche, la fotografia ha 'corteggiato la morte', infatti una fotografia è letteralmente la traccia di qualcosa che è stato posto davanti all'obiettivo , le fotografie si rivelano superiori a qualsiasi dipinto nel fornire il momento di un passato ormai svanito. Con le macchine portatili, come abbiamo visto, la fotografia acquisì un autorità e un'immediatezza superiore a quella di qualsiasi racconto verbale . 1945- Sicuramente fu l'anno in cui la capacità della fotografia di registrare e definire la realtà più abominevole mai esistita ebbe la meglio su qualsiasi narrazione, con le fotografie scattate ad inizio Maggio nei campi di Bergen-Belsen, Buchenwald e Dachau , o quelle scattate da testimoni giapponesi come Yosuke Yamahata nei giorni successivi alla bomba atomica lanciata su Hiroshima e Nagasaki. L'età dello shock, per l'Europa , era iniziata invece trent'anni prima, nel 1914 , durante la Grande Guerra. Le cose fino ad allora parse scontate finirono per essere definite fragili- come la capacità

descrittiva delle parole . Nel 1915, persino Henry James, scrittore e critico letterario statunitense, dichiarava al New York Times , che usavano le fotografie come illustrazioni, si aggiunsero pubblicazioni settimanali come la francese nel 1929, l'Americana e l'inglese nel 1938, che erano interamente dedicate alle immagini con brevi didascalie di accompagnamento. – Inoltre, la fotografia di guerra, se pubblicata su una rivista , era circondata da parole e pubblicità di altri prodotti . – Infatti, ad esempio , il 12 Luglio 1929, fu pubblicata su la fotografia di Capa (quella del miliziano in punto di morte) e occupava l'intera pagina destra- Sulla sinistra, invece, troviamo un'inserzione pubblicitaria della Vitalis, una marca di brillantina – Le due pagine affiancate indicano , implicano l'una l'invisibilità dell'altra. FOTOGIORNALISMO : Vide riconosciuto il suo ruolo a partire dagli anni 40 . La seconda guerra mondiale, fornì ai fotografi di guerra una nuova leggittimità – da Guerra alla guerra ,di Friedrich alle prime fotografie di Capa, esponente



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di una generazione di fotografi politicamente impegnati. Sull'onda di questo nuovo consenso liberale, passarono in primo piano le questioni relative all'indipendenza e al sostentamento dei fotografia- Una delle conseguenza di questo nuovo contesto fu la fondazione, nel 1947 , a Parigi, da parte di Capa e di alcuni amici tra cui Chim e Henry Cartier Bresson di una cooperativa , l'agenzia fotografica Magnum. Lo scopo immediato della Magnum era di ordine pratico ; Fare da tramite tra fotografi temerari indipendenti e le riviste illustrate che li utilizzavano come inviati. Ma la vera missione morale della Magnum era assegnare ai fotogiornalisti una vera e propria missione- ovvero quello di raccontare il proprio tempo in qualità di testimoni. Attraverso la Magnum , la fotografia si dichiarava UN'IMPRESA A CARATTERE GLOBALE. Il fotografo poteva avere qualsiasi origine e la zona di sua competenza era Tuttavia , la memoria della guerra rappresenta più un fatto 'locale'. Ad esempio, gli Armeni , la maggior parte in diaspora, mantengono vivo il ricordo del genocidio del 1915 – I greci invece ricordano la guerra civile che ci fu nel loro paese negli anni Quaranta. Ma , per uscire dalla cerchia ristretta di chi vi è direttamente coinvolto, la guerra deve rappresentare qualcosa che vada al di là degli interessi opposti di chi la combatte. Tuttavia la maggior parte delle guerre non acquisisce questo significato più ampio – Come la guerra del Chaco (1932-1935), una carneficina a cui presero parte la Bolivia e il Paraguay – Tale conflitto , in cui persero la vita centomila soldati, fu documentato da un fotoreporter tedesco ,Willy Ruge, che realizzò splendidi primi piani di battaglia , oggi dimenticati come quella guerra.

Willi Ruge- Willi Ruge ha coperto la guerra del Chaco (19321935), sponsorizzata dalla Bolivia e dal Paraguay. La guerra del Chaco ha causato la morte di centomila soldati.

-Per quanto riguarda invece la Guerra Civile Spagnola nella seconda metà degli anni Trenta, , la guerra serba e croata contro la Bosnia negli anni Novanta, il conflitto israelo-palestinese (aggravatosi a partire dal 2000), a queste guerre fu assicurata l'attenzione di molte macchine fotografiche. (perchè si tratta di conflitti più ampi- ad esempio la guerra civile spagnola ha rappresentato una presa di coscienza contro la minaccia fascista, la guerra in Bosnia costituiva invece la presa di posizione di un piccolo paese dell'Europa Meridionale che voleva restare indipendente contro la potenza dominante della regione e ovviamente il conflitto ancora in atto tra Israele e Palestina , conflitto di etnia e caratterizzato dall'antico pregiudizio pro o contro il popolo ebreo, l'immagine di Israele come uno stato segregazionista che esercita un dominio brutale sulle terre conquistate nel 1967. EXCURSUS La Guerra Civile spagnola è considerata la “prova generale della seconda guerra mondiale”, avendo visto, in primo luogo, la contrapposizione tra gli schieramenti che qualche anno dopo si sarebbero affrontati nel conflitto globale, ovvero le forze fasciste, sostenute economicamente e militarmente dall'Italia mussoliniana e dal Terzo Reich, e le forze repubblicane, appoggiate

innanzitutto dall'Unione Sovietica. In secondo luogo, la guerra di Spagna è prova generale anche perché rappresenta, per gli schieramenti contrapposti, l'occasione per testare nuove armi e strategie, tra le quali il bombardamento terroristico diretto a colpire strutture civili, e quindi la popolazione, e la guerriglia, le cui tecniche verranno riprese dai movimenti europei di Resistenza al nazifascismo. Al termine della Grande Guerra (1 GUERRA MONDIALE), anche la Spagna vive un'intensa stagione di agitazioni politiche, note come “triennio bolscevico” (1918-1921). Nel contesto di crisi del sistema politico, in alcuni settori della destra tradizionale si fa strada l'idea di dare vita ad una versione spagnola del fascismo, che rispecchi i desideri della destra autoritaria riproponendoli in chiave moderna, e che sconfigga definitivamente le organizzazioni di sinistra. Il progetto di “rivoluzione dall'alto” si traduce nella dittatura del generale Miguel Primo de Rivera (1923-1930), che trasforma in linea politica i valori e lo spirito corporativistico dell'esercito. Il nuovo rapporto fra corona e forze armate sarà la base del quarantennio franchista. Vista dall'Italia fascista, la Spagna appare una “nazione sorella”; Mussolini pensa all'alleanza con il generale de Rivera come possibilità di ripristinare il controllo “latino” sul Mediterraneo. Successivamente, l'avvento del “generalissimo” Francisco Franco rafforzerà queste speranze. La crisi economica globale del 1929 esaspera anche la situazione sociale interna alla Spagna. Il governo di Primo de Rivera non sopravvive alle pressioni del paese, che chiede il ripristino del regime costituzionale. Primo de Rivera si ritira nel 1930 ed è sostituito da altri alti ufficiali. Alle elezioni del 1931 lo schieramento repubblicano vince in molte città, e ciò provoca il crollo della monarchia e l'avvento della Seconda Repubblica Spagnola. Questa, tuttavia, si trova a dover gestire la difficile eredità economica e sociale del regime precedente. La crisi incide inevitabilmente sulla popolarità delle sinistre e così, già alle elezioni del '33, la Repubblica subisce una sterzata a destra, ricordata come “biennio nero” (1934-35). A questo segue un nuovo cambio di rotta: alle elezioni del febbraio 1936, infatti, vince il Frente Popular (che unisce repubblicani, socialisti, comunisti e parte degli anarchici), e ciò finisce con il preoccupare la destra filofascista, che inizia a pensare a un atto di forza. L'alleanza con l'esercito è così scontata, e coincide con un'intensa attività ostruzionista nei confronti dell'operato del governo . Il golpe reazionario prende le mosse, nel luglio 1936, nel protettorato marocchino, in cui è di stanza parte dell'esercito iberico al comando di Francisco Franco.

-La Germania nazista utilizza il conflitto spagnolo per mettere alla prova le sue nuove forze armate, in particolare l'aviazione, che nell'aprile 1937, con il sostegno italiano, rade al suolo la cittadina di Guernica (Paesi Baschi), che diverrà, anche grazie a un famoso dipinto di Pablo Picasso, il simbolo della guerra terroristica contro i civili. L'Italia fascista invia un contingente di 70.000 uomini (T. Detti, G. Gozzini, Il Novecento, Bruno Mondadori, 2002) e, nel marzo 1938, si rende responsabile, tra le altre cose, del bombardamento terroristico su Barcellona. rancisco Paulino Hermenegildo Teódulo Franco y Bahamonde[3], solitamente abbreviato in Francisco Franco e conosciuto anche come il Generalísimo de los Ejércitos o il Caudillo de España è stato un generale e politico spagnolo. Fu l'instauratore, in Spagna, di un regime dittatoriale noto come franchismo,

La dittatura spagnola ha fine solo con la morte naturale del caudillo (il condottiero), avvenuta nel 1975.

-Quindi queste guerre vennero documentate mentre guerre molto più violente ,in cui i civili vengono massacrati in aria , come la guerra civile del Sudan, sono state trascurate dalla fotografia. – Gli scenari di sofferenza documentati dai più ammirati fotografi degli anni Cinquanta- Sessanta , si trovano sopratutto in Asia e in Africa – come le fotografie di Werner Bishop delle vittime della carestia in India, quelle della carestia in Biafra di Don McCullin , quelle di Eugene Smith dell'inquinamento di un villaggio di pescatori giapponesi. – Dalla metà degli anni Settanta quasi tutti i fotografi di guerra più noti hanno pensato che fosse loro compito mostrare il vero volto della guerra – Larry Burrows scatta fotografie a colori degli abitanti straziati dei villaggi vietnamiti , foto che vengono pubblicate su , a partire dal 1962 e che hanno rafforzato la protesta contro la presenza americana in Vietnam. – Burrows perse la vita a bordo di un elicottero militare americano che venne abbattuto- Fu il primo grande reporter a fotografare un 'intera guerra a colori (passo avanti in termini di verosomiglianza e shock) – Eccezione fatta per l'Europa , che ha rivendicato il diritto alla non belligeranza , è vero che la maggior parte non metterà in dubbio le giustificazioni del proprio governo per intraprendere o continuare una guerra – Occorrono infatti condizioni particolari perchè una guerra diventi impopolare – In queste circostanze , il materiale raccolto dai fotografi acquista grande importanza- Ma se tale protesta è assente, la stessa fotografia può essere letta come un'immagine che mostra il pathos, o 'l'eroismo' della guerra . - Le intenzioni del fotografo non determinano il significato della fotografia, che è indipendente e sostenuta dalle convinzione delle varie comunità che se ne serviranno. – L'iconografia della sofferenza

– L'iconografia della sofferenza ha una lunga discendenza. Le sofferenze in genere considerate degne di rappresenzazione sono quelle imputabili all'ira , divina o umana. Invece la sofferenza derivante da cause naturali , come il parto o la malattia, è sempre stata poco rappresentata. – Il gruppo statuario che rappresenta il tormento di Laocoonte e dei suoi figli ( assaliti da un serpente marino), e le innumerevoli rappresentazioni pittoriche e scultoree delle passione di Cristo o delle terribili esecuzioni dei martiri cristiani sono appunto rappresentazioni che mirano a commuovere e ad eccitare- L'osservatore è portato a provare compassione per chi soffre, e , nel caso dei santi cristiani, sentirsi ispirato da un modello di fede. – La voglia di immagini di sofferenza sembra essere forte come il desiderio di immagini che mostrano corpi nudi. – Per molti secoli, nell'arte cristiana, le raffigurazioni dell'inferno hanno soddisfatto entrambi i desideri (corpi nudi e corpi sofferenti)- così come anche i miti pagani, che offrono qualcosa per tutti i gusti. Ma la rappresentazione di tali crudeltà non ha alcuna implicazione morale- si tratta di un'atto provocatorio : Riuscite a guardare? – - Acquaforte di Goltzius – Il drago che divora i compagni di Cadmo, 1588 – La raffigurazione del volto strappato a morsi dal resto della testa ci fa provare un orrore enorme, ma molto diverso da quello che proviamo di fronte ad una fotografia, ad es, di un veterano della prima guerra mondiale

sfigurato dalle pallottole. La rappresentazione raffigurata di un orrore ci causa uno shock diverso, forse più intenso rispetto alla fotografia che è una registrazione- un'orrore inventato può essere insostenibileGuardiamo ad esempio il dipinto di Tiziano dello Scorticamento di Marsia. La sua vista può essere insostenibile.

Di fronte ad una fotografia di un orrore reale, allo shock si aggiunge il senso di vergogna. Forse, le uniche persone che hanno il diritto di guardare queste immagini, sono coloro che possono fare qualcosa per alleviarle- Come, ad esempio i chirurghi. Noi altri siamo tutti dei voyeur. In entrambi i casi, comunque una scena orrenda ci rende meri spettatori o vigliacchi. Il tormento è un soggetto canonico nell'arte. La pratica artistica di rappresentare qualcosa di deplorevole come qualcosa a cui bisognerebbe in qualche modo porre fine, fa il suo ingresso nella storia dell'arte con un soggetto particolare ; Le sofferenze inflitte ad una popolazione di civile da parte di un esercito. – Soggetto laico per eccellenza che si impone nel XVII secolo– 1663- Jacques Callot pubblicò una serie di 18 acqueforti intitolata Les Misères e les Malheurs de la Guerre ( Le

grandi miserie della guerra): Questa serie rappresentava le atrocità commesse contro i civili dalle truppe francesi durante l'invasione e l'occupazione della Lorena , patria dell'artista, nei primi anni Trenta del Seicento . – Si tratta di scene popolate da molti personaggi – Prospettiva ampia e profonda- Ogni didascalia è un commento in versi sulle varie catastrofi ritratte. – Callot ci mostra varie scene , come il reclutamento dei soldati, poi i saccheggi, gli stupri , gli strumenti di tortura ecc. - Insistenza sulla ferocia dell'esercito.

Successori di Callot- Hans Ulrich Franck, un artista minore tedesco che, nel 1643, verso la fine della guerra dei Trent'anni, ( guerra che dilaniò L'Europa Centrale dal1618 al 1648),cominciò a eseguire una serie di acqueforti – Portata a termine nel 1656 , raffiguranti contadini uccidi dai soldati. Ma chi più e meglio di tutti si concentrò sugli orrori della guerra fu Goya, nell'Ottocento. – Goya, - Los Desastres de la Guerra- si tratta di 83 acqueforti incise tra il 1810 e il 1820, che raffigurano le atrocità perpetuate dai soldati di Napoleone che nel 1808 invasero la Spagna per soffocare la rivolta contro il dominio francese. Le immagini di Goya portano lo spettatore molto vicino agli orrori. Le attrattive della spettacolarità vengono eliminate- La



guerra non è una spettacolo. La serie di stampe di Goya non è una narrazione ; Ogni immagine, accompagnata da una didascalia ,che lamenta la malvagità degli invasori, è indipendente dalle altre. L'effetto risulta devastante. L'arte di Goya rappresenta un piunto di svolta nella storia della sensibilità e percezione della sofferenza. Con Goya, si introduce nell'arte un nuovo standard di sensibilità davanti al dolore. https://cultura.biografieonline.it/disastri-della-guerra-go...


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