Gay si nasce? Capitolo 1 PDF

Title Gay si nasce? Capitolo 1
Course Psicologia dell'orientamento Sessuale
Institution Università degli Studi di Torino
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Riassunto capitolo 1 del libro Gay si nasce?...


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GAY SI NASCE? LE RADICI DELL'ORIENTAMENTO SESSUALE di Simon LeVay Capitolo 1:

CHE COS'E' L'ORIENTAMENTO SESSUALE? L'orientamento sessuale riguarda la scelta del sesso del nostro partner sessuale, ovvero è il tratto che ci predispone a provare attrazione sessuale per persone del nostro stesso sesso (omosessuale, gay o lesbica *), per persone del sesso opposto (eterosessuale o etero) o per persone di entrambi i sessi (bisessuali). *omosessuale e gay non rappresentano la stessa connotazione. Omosessuale = un'etichetta applicata a un insieme di persone; Gay = termine che le persone omosessuali hanno scelto per definirsi e che ha in gran parte sostituito la parola omosessuale.

Criteri per l'orientamento sessuale Quando parliamo di attrazione sessuale nei confronti degli uomini o delle donne non facciamo riferimento ai sentimenti sull'attrazione sessuale, ma alla tendenza o predisposizione a provare tali sentimenti per un periodo di tempo più lungo, anche durante l'intero arco di vita. I primi studi sul tema svolti da Alfred Kinsey (anni '40-50) definivano il comportamento sessuale come il grado in cui una persona ha effettivamente contatti sessuali con uomini o con donne. Tuttavia il comportamento sessuale viene influenzato da molti fattori. Quando viene scelto un partner sessuale sono diverse le variabili che possono influenzare la nostra scelta: la loro disponibilità, il senso morale della persona, il desiderio di conformarsi alle norme sociali o di avere figli, la curiosità, gli incentivi economici e molti altri ancora. Possiamo distinguere due tipi di attrazione sessuale:  attrazione fisica: desiderio di impegnarsi in reali rapporti sessuali;  attrazione romantica o emotiva, desiderio di un'unione psicologica che non sempre necessita di essere espressa con contatti sessuali. Questo tipo di attrazione può tradursi anche in numerose forme di amicizia intima non esplicitamente sessuali. Alcuni autori nel definire l'orientamento sessuale considerano, oltre i sentimenti e il comportamento sessuale, un altro fattore: l'aurosal. Aurosal sessuale = “l'esser eccitati” da un punto di vista sessuale, condizione di temporanea eccitazione che una persona può provare in presenza di un partner attraente, mentre guarda immagini di tipo erotico o mentre immagina o inizia un rapporto sessuale. Può essere monitorato in laboratorio misurando le reazioni a livello genitale. Per gli uomini viene posto uno strumento elettronico intorno al pene che misura il grado e il livello di erezione; per le donne viene utilizzato un dispositivo che rileva i cambiamenti di colore sulle pareti della vagina. Questi fenomeni considerano solo l'attrazione fisica e la loro misurazione permette di eludere qualsiasi tipo di resistenza della persona nel parlare dei propri sentimenti (ad esempio viene utilizzato per valutare il desiderio sessuale di chi ha molestato bambini). Tuttavia lo stato psicologico di eccitazione sessuale può anche non essere preceduto necessariamente da un'eccitazione genitale. A tal proposito alcuni ricercatori nei loro studi chiedono ai soggetti di valutare il proprio livello di eccitazione sessuale mentre guardano diversi tipi di immagini o di video potenzialmente eccitanti. Altri ricercatori ancora hanno cercato di valutare l'eccitazione psicologica attraverso la tecnica del brain imaging funzionale (vedi cap. 8). In conclusione, il metodo migliore per conoscere l'orientamento sessuale di una persona è quello di chiederle di raccontarci da chi si sente attratta sessualmente.

L'orientamento sessuale negli uomini e nelle donne La terminologia di orientamento sessuale (eterosessuale, omosessuale e bisessuale) sottolineano l'equivalenza dell'orientamento sessuale nei due sessi. Infatti sia negli uomini che nelle donne, l'eterosessualità indica l'attrazione per persone del sesso opposto, l'omosessualità l'attrazione per persone dello stesso sesso e la bisessualità l'attrazione per persone di entrambi i sessi. Tuttavia, usare questi termini ha senso anche quando stiamo cercando le cause di tali orientamenti? Esistono alcuni modelli di sviluppo che funzionano per entrambi i sessi. Ad esempio: 1. possiamo immaginare che lo sviluppo dell'eterosessualità derivi da un processo psicologico in giovane età, quindi inizialmente stabiliamo un senso di appartenenza al nostro sesso come uomini o donne e poi escludiamo le persone del nostro stesso sesso dai possibili partner sessuali. A questo punto le persone dell'altro sesso diventano i nostri potenziali oggetti d'attrazione. Quindi in questo caso l'omosessualità sarebbe la conseguenza dell'identificazione infantile con l'altro sesso, invece che con il proprio sesso anatomico. 2. Ipotizziamo che l'eterosessualità sia il risultato di un tratto “conformista” che porta sia gli uomini che le donne ad accettare le norme culturali che regolano il proprio sesso, di conseguenza l'omosessualità sarebbe il risultato di un tratto “ribelle” che causerebbe il rifiuto di queste norme. In contrasto con queste ipotesi possiamo accentuare l'equivalenza dell'eterosessualità negli uomini e dell'omosessualità nelle donne poiché entrambi provano attrazione per le donne; analogamente l'eterosessualità nelle donne è l'equivalente dell'omosessualità negli uomini in quanto entrambi sono attratti dagli uomini. I ricercatori in sessuologia che hanno adottato questa visione utilizzano i termini:  “ginefilico” → ovvero attratto dalle donne, quindi vale per gli uomini etero e per le donne gay;  “omofilico” → attratto dagli uomini, quindi vale per le donne etero e per gli uomini gay. Inoltre sono stati costruiti dei modelli di sviluppo che si adattano a questo punto di vista, ipotizzando che ci sia un certo gene responsabile dell'attrazione sessuale per aspetto, voce, profumo ecc delle donne, questo stesso gene sarebbe disattivato (o assente) nelle donne etero e negli uomini gay. Lo stesso discorso vale anche per le donne gay e gli uomini etero. Un altro ipotetico modello fa riferimento all'effetto gratificante del piacere sessuale come agente causale, affinché una persona divenga permanentemente orientata nei confronti del sesso del partner con cui ha avuto il primo rapporto sessuale. Questo modello è quello più utilizzato in passato per spiegare lo sviluppo dell'orientamento sessuale, in particolare dell'omosessualità (vedi cap. 2). Infine è possibile costruire dei modelli ibridi che integrino elementi dei precedenti modelli.

La stabilità dell'orientamento sessuale Definire l'orientamento sessuale come uno dei tratti implica che vi sia una certa stabilità nel tempo. Sono pochi gli studi longitudinali che hanno indagato i possibili cambiamenti dell'orientamento sessuale delle persone nel tempo. Un esempio è una ricerca del 2003 dove i ricercatori della University of Otago in Nuova Zelanda hanno chiesto a un gruppo di uomini e donne nati nella stessa città nel 1972 e nel 1973, e seguiti nel tempo, quale fosse il loro orientamento sessuale a 21 e 26 anni. A 21 anni, 443 su 448 uomini hanno dichiarato un'attrazione esclusiva o quasi nei confronti delle donne, di questi uomini solo l'1% hanno riferito di aver provato attrazione significativa nei confronti degli uomini a 26 anni. Allo stesso modo, su un totale di 430 donne, 422 donne hanno dichiarato un 'attrazione esclusiva o quasi nei confronti degli uomini, e di queste donne solo 6 hanno riferito un'attrazione significativa per le donne all'età di 26 anni. Quindi l'orientamento eterosessuale è rimasto quasi sempre stabile. Dei 5 uomini non eterosessuali a 21 anni, 4 lo erano ancora a 26 anni. Delle 8 donne non eterosessuali, soltanto 3 lo erano ancora cinque anni dopo. Un altro studio condotto dalla psicologa Diamond della University of Utah ha analizzato 89 giovani donne la cui attrazione era non eterosessuale all'inizio dello studio. 10 anni dopo sono state intervistate e solo 8 erano ancora non eterosessuali. Tuttavia è emerso che si siano presentati più cambiamenti nelle etichette che la donna stessa assegnava al proprio orientamento di quanto in realtà il suo orientamento fosse davvero cambiato. Quindi si può concludere che l'orientamento sessuale di base generalmente non subisce cambiamenti sostanziali.

È anche emerso che molte donne possono sperimentare un'attrazione sessuale diversa da quella normalmente prevista dal proprio orientamento sessuale latente. Inoltre un altro fenomeno che può accadere è che uomini e donne facciano coming out come gay o lesbiche ad un'età avanzata, anche dopo matrimoni eterosessuali. Solitamente gli uomini hanno dichiarato di essere consapevoli della loro attrazione per gli altri uomini, ma hanno evitato contatti (o li hanno cercati di nascosto) e non si sono considerati gay per diversi motivi: vergogna, religione, desiderio di famiglia tradizionale ecc. Le donne riportano altre ragioni, quella più comune è di non essersi mai accorte della loro attrazione omosessuale fino a quando hanno incontrato una donna specifica. Per lungo tempo c'è stato un dibattito sulla possibilità che possano essere utilizzati alcuni tipi di intervento per le persone gay che vogliono diventare eterosessuali. I metodi proposti includono la psicoanalisi, altre forme di psicoterapia e programmi di gruppo basati sulla religione. Tuttavia la maggior parte dei professionisti crede che queste terapie (chiamate riparative o di conversione) abbiano poche possibilità di successo e che possano causare alle persone gay un danno significativo. Uno studio condotto da R. Spitzer (2003), psichiatra della Columbia University, ha riportato le confessioni di 200 id che avrebbero parlato di un significativo cambiamento del proprio orientamento sessuale (da omosessuale a eterosessuale) dopo una terapia di conversione. Le donne riferirebbero un simile cambiamento + frequentemente degli uomini, ma in genere pochi individui confermano un completo cambiamento del loro orientamento sessuale. Lo studio di Spitzer è stato poi sconfessato (con annesse scuse, vedere nelle note pag. 20) nel 2012. I risultati ottenuti dallo studio possono essere interpretati (secondo l'autore del libro) come il fatto che poche persone gay altamente motivate possano essere aiutate ad impegnarsi e trarre un certo grado di piacere da una relazione eterosessuale, cercando di opprimere i propri sentimenti omosessuali. Ciò potrebbe spiegare come molte persone prima di fare coming out si siano sposate e abbiano creato una famiglia. Sarebbe quindi più utile utilizzare delle terapie che aiutino le persone a superare l'odio di sé, spesso motore che spinge gli id omosessuali a voler diventare eterosessuali.

La prevalenza di orientamenti sessuali differenti Alfred Kinsey ha inventato una scala dell'orientamento sessuale chiamata “scala Kinsey” con 7 livelli che vanno da 0 (eterosessualità esclusiva) a 6 (omosessualità esclusiva), i numeri intermedi rappresentano diversi gradi di bisessualità. Alcuni ricercatori contemporanei utilizzano meno livelli, cinque o in alcuni casi anche tre. Ci sono diverse ricerche che hanno indagato la distribuzione degli orientamenti sessuali nella popolazione attraverso indagini a larga scale su campioni casuali (principalmente USA, Gran Bretagna, Australia e Canada). I risultati tipici sono quelli ottenuti da uno studio americano condotto nei primi anni '90:  il 96,4% degli uomini e il 98,3% delle donne ha riferito un'attrazione eterosessuale esclusiva (o quasi),  lo 0,06% degli uomini e lo 0,8% delle donne un'attrazione bisessuale,  il 3,1% degli uomini e lo 0,09% delle donne un'attrazione omosessuale esclusiva (o quasi). Nonostante la molteplicità degli studi possono essere individuati alcuni punti in comune: 1. l'eterosessualità è di gran lunga l'orientamento più comune sia tra gli uomini che tra le donne; 2. vi è una differenza tra i due sessi in riferimento alle persone non eterosessuali. La maggior parte degli uomini non eterosessuali è omosessuale, al contrario le donne non eterosessuali riferiscono un'attrazione bisessuale o omosessuale. Alcune ricerche riportano percentuali maggiori di donne bisessuali che omosessuali. Secondo alcuni critici questi dati potrebbero essere sottostimati, in quanto gli intervistati potrebbero essere restii nel confessare le proprie attrazioni omosessuali. Tuttavia, sono state condotte anche ricerche che hanno eliminato quegli elementi che potrebbero portare i soggetti a dichiarare “il falso” (garanzia dell'anonimato, compilazione del questionario al pc senza la presenza di un intervistatore ecc) e anche in questi casi la stima della prevalenza di persone gay è rimasto abbastanza invariato. Michael Bailey et al. Della Northwestern University hanno studiato l'orientamento sessuale di uomini e donne misurando la loro eccitazione genitale durante la visione di video erotici. Di seguito i risultati:  il gruppo degli uomini (sia etero che omosessuali) ha avuto registrazioni genitali coerenti con quanto dichiarato rispetto alle loro attrazioni sessuali. Tuttavia gli uomini che si erano dichiarati bisessuali hanno mostrato una reazione molto intensa per un solo sesso (solitamente quello maschile), nonostante avessero riferito più o meno la stessa eccitazione soggettiva. Questa discrepanza tra risposta genitale e soggettiva ancora oggi è un enigma, una possibile ipotesi è che a volte gli uomini bisessuali provano tipi diversi di attrazione per gli uomini e per le donne (ad esempio attrazione romantica per le donne e attrazione fisica/sessuale per gli uomini).  Il gruppo delle donne ha dato risultati opposti rispetto a quelli degli uomini, molte donne hanno mostrato pattern di eccitazione bisessuale, anche coloro che avevano dichiarato di provare un'attrazione esclusiva solo per un sesso. I dati relativi al gruppo delle donne sono stati confermati anche da altri studi, questo potrebbe confermare con la teoria di alcuni autori secondo cui l'orientamento sessuale delle donne sia più fluido. Michael Bailey ha ipotizzato che le donna non abbiano un orientamento sessuale, ma una preferenza per un partner maschile o femminile guidata da motivazioni non sessuali.

Esistono delle categorie? Alla luce di questi risultati possiamo affermare che l'orientamento sessuale degli uomini è descrivibile in due categorie: etero o gay, mentre l'orientamento sessuale delle donna ha una qualità più dimensionale. Steven Gangestad e M. Bailey e N. Martin hanno utilizzato nelle loro ricerche l'analisi tassometrica, ovvero una procedura statistica che valuta se un tratto psicologico, per quanto possa apparire dimensionale nei dati grezzi, in realtà ha una qualche struttura categoriale sottostante. Applicato all'orientamento sessuale, l'obiettivo è quello di valutare un grande insieme di dati e vedere come l'orientamento sessuale varia con altri dati misurati, ad esempio la conformità di genere durante l'infanzia e la mascolinità o femminilità in età adulta. Dall'analisi è emerso che alla base dei dati vi erano due categorie: “nascoste” e “latenti”. Una categoria sembrava essere formata quasi solo da persone eterosessuali (85-88% degli uomini e 90-95% delle donne, l'altra categoria sembrava essere formata da numeri uguali di persone gay ed eterosessuali (12-15% uomini e 5-10% donne). Ciò significa che un fattore di sviluppo (come un gene o il livello di ormone prenatale) dirige lo sviluppo verso l'eterosessualità e un fattore alternativo offre la capacità per lo sviluppo omosessuale senza fissarlo rigidamente. Quindi le persone in cui opera quest'ultimo fattore gravitano verso un orientamento o un altro in base alle condizioni ambientali o alla pura casualità. L'ORIENTAMENTO SESSUALE NELLE DIFFERENTI CULTURE (pag. 26-31)...


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