Capitolo 1 - La postura PDF

Title Capitolo 1 - La postura
Author Lorenzo NAPOLI
Course Scienze motorie
Institution Università del Salento
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CAPITOLO 1 – LA POSTURA La postura è la posizione assunta nello spazio dal corpo nel suo insieme o dai singoli segmenti che lo compongono. È un concetto “in movimento”, ossia deve essere considerata non solo in fase statica ma anche in fase dinamica, proprio per questo infatti, è possibile definire la postura anche come l’insieme delle posizioni delle articolazioni e dei segmenti del corpo in un certo momento. Siamo obbligati ad assumere posizioni più consone alle situazioni e alle esigenze quotidiane. Possiamo così affermare che il concetto di POSTURA si identifica anche nel concetto di equilibrio tra soggetto e ambiente circostante. Questa importante funzione viene affidata ad un intero sistema chiamato Sistema Tonico Posturale (STP), un insieme di strutture comunicanti a cui è affidato il compito di: - Lottare conto la gravità - Opporsi alle forze esterne - Permettere l’equilibrio nel movimento, guidarlo e rinforzarlo. Per realizzare questo processo neuro-fisiologico l’organismo utilizza diverse risorse:  Esterocettori (tatto, vista, udito)  Propriocettori (la capacità di percepire e riconoscere la posizione del proprio corpo nello spazio e lo stato di contrazione dei propri muscoli)  Centri superiori (integrano i selettori di strategia, i processi cognitivi e rielaborano i dati ricevuti dalle due fonti precedenti) I differenti recettori possono essere tutti elementi che causano lo scompenso, ma essi possono ugualmente adattarsi ad uno squilibrio che proviene da un altro recettore, in particolar modo  OCCHIO su DENTI e PIEDI  DENTI su PIEDI  PIEDE su TUTTO Tutti i recettori si adattano. La componente adattiva, spesso reversibile in un primo tempo, si fisserà dopo qualche mese. La disarmonia posturale può causare notevoli disagi alla colonna vertebrale, alla muscolatura, alle articolazioni e alle cartilagini. È quindi fondamentale trovare degli appoggi ideali per risolvere le problematiche che non consentono un corretto equilibrio del corpo, in molti casi i dolori causati dalle spinte differenziate si possono manifestare in zone lontane dalla zona plantare, come nel caso della catena ascendente o viceversa manifestarsi nella zona inferiore del corpo ed avere una causa che parte dai denti, caso della catena discendente.

Mèzières definì le catene muscolari come “un insieme di muscoli poliarticolari e con la stessa direzione, che si succedono scavalcandosi, e ciò senza soluzione di continuità, come le tegole di un tetto” Sono molteplici i fattori che influenzano la postura: FATTORI PSICOLOGICI La postura è anche un mezzo per manifestare la consapevolezza che il soggetto ha del proprio corpo ed è l’espressione di esperienze dolorose e di emozioni. FATTORI GENETICI La familiarità e la razza rappresentano fattori importanti e ovviamente non modificabili che vanno tenuti sempre in considerazione. FATTORI ESTERNI Alcune professioni e alcuni sport possono comportare atteggiamenti posturali e movimenti particolari capaci di modellare il sistema muscolare incidendo sulla postura FATTORI NEUROFISIOLOGICI Sono innumerevoli e tra questi ad esempio si possono citare le varie afferenze, in particolar modo la vista. Essa consente di modificare la postura in relazione al rapporto tra il nostro corpo e l’ambiente circostante FATTORI BIOMECCANICI Svariati fattori anatomici e biomeccanici sono correlati alla postura come ad esempio forma delle ossa, posizione e mobilità articolare. Ne deriva che le disfunzioni posturali possano essere il risultato di deformità strutturali, problemi di sviluppo o patologie specifiche. LA BAROPODOMETRIA L’analisi baropodometrica consente di rilevare le pressioni plantari; i dati acquisiti sono necessari per effettuare lo studio del passo e dell’appoggio del piede e per evidenziare le deviazioni causa di dolore ai piedi e alle articolazioni sovrastanti (caviglie, ginocchi, bacino ecc..). Essa si divide in 3 differenti esami:

- ANALISI STATICA Permette di valutare in maniera quantitativa i difetti nell’appoggio, zone di ipercarico e di determinare la percentuale di ripartizione del peso corporeo sugli arti inferiori

- ANALISI DINAMICA Con questa analisi si effettua uno studio delle fase dinamica grazia alla valutazione dell’andamento delle impronte durante il passo. Anche in questo caso possono essere valutati i difetti dell’appoggio e vengono visualizzati una serie di grafici che mostrano l’andamento dei parametri significativi durante il passo quali la superficie di appoggio, la lateralità e la velocità di avanzamento dei baricentri pressori. Oltre a simulare una semplice camminata si può anche simulare un gesto atletico o un particolare movimento dolorante

- STABILOMETRIA Viene calcolato lo spostamento dei centri di pressione di ciascun arto e del baricentro corporeo, per evidenziare le oscillazioni del soggetto in risposta alle influenze gravitazionali. Questo tipo di analisi consente di verificare l'interazione dei sistemi vestibolari, oculomotori e propriocettivi che concorrono all'equilibrio della persona. I dati ricavati dall'analisi stabilometrica sono particolarmente utili per i soggetti con problemi di equilibrio conclamati e per gli atleti che devono affrontare una fase riabilitativa post-traumatica. L'obiettivo dell'indagine posturale è quello di risalire alle cause dei disturbi; una postura scorretta può, infatti, essere all'origine di moltissime problematiche che vanno dal mal di testa alle vertigini

Cosa accade mentre camminiamo? Il semipasso inizia con la contrazione dei muscoli gemelli e del soleo i quali, sollevando il calcagno e flettendo la gamba, staccano già il piede dal suolo; immediatamente dopo si contraggono i muscoli flessore lungo delle dita e flessore lungo dell’alluce. Il distacco del piede dal suolo è pure favorito dall’azione dei peronieri, del tibiale posteriore e dei muscoli propri del piede. Staccandosi così dal suolo, un arto diventa oscillante e l’altro è portante. Al distacco dal suolo segue la flessione della coscia sul bacino a opera del muscolo ileopsoas e la flessione della gamba sul ginocchio a opera degli ischiocrulali ( capo lungo del bicipite, del semimembranoso e del semitendinoso). Entrano allora in azione il tibiale anteriore e l’estensore lungo dell’alluce, i quali flettono dorsalmente il piede e lo ruotano all’indietro. In tal modo l’arto si accorcia notevolmente ed evita di urtare il suolo con la punta del piede nel movimento di oscillazione anterograda. Una volta oltrepassato l’arto portante (che è esteso e poggiato su tutto il piede), l’arto oscillante si estende a opera del muscolo quadricipite per iniziare l’atterraggio. Il suolo è toccato dal calcagno, e si avvia la fase di rotolamento. Nella discesa verso il suolo i muscoli tibiale anteriore e estensore lungo dell’alluce esercitano un’azione di freno sulla punta del piede in modo che il contatto col suolo avvenga dolcemente. Una volta compiuto il semipasso l’arto si estende saldamente a opera dei quattro muscoli del quadricipite e da oscillante diventa portante Esempi di andature patologiche: - andatura steppante: può essere legato a una paralisi del tibiale anteriore. Ne deriva un equinismo che comporta l’appoggio prima con l’avampiede e solo dopo col tallone. Per compensare si tende quindi a flettere maggiormente anca e ginocchio.

- Andatura paraparetica o pareto-spastica: può essere conseguenza di lesioni del midollo spinale al di sotto del rigonfiamento cervicale. Varia a seconda del grado di spasticità. Nei casi iniziali il malato cammina speditamente ma al contatto col suolo l’arto corrispondente si irrigidisce: è l’andatura saltellante. Nei casi più gravi, gli arti si irrigidiscono, le cosce si avvicinano, le ginocchia si toccano. - Andatura falciante: l’arto è esteso da contrattura spastiche, per cui in fase oscillante non si accorcia e per evitarne il contatto col suolo si effettua un movimento a semicerchio. Il piede, cha ha una contrattura in varo-equino, sfiora il suolo col suo margine antero-esterno o con la punta. - Andatura festinante: tipica del parkinson. Passi piccoli e affrettati, testa e tronco inclinati in avanti, avambraccio flessi e addotti al troco. Progressivamente i passi divengono più accelerati. - Andatura atassica cerebellare: tipica delle lesioni cerebellari, è definita anche andatura dell’ubriaco. La base è allargata, le braccia abdotte, la traiettoria è irregolare e i passi sono a zig-zag Riflessi statocinetici Sono provocati dall’accelerazione lineare. Ciò accade, per esempio, durante una caduta. Sono richiamati da impulsi originati nell’utricolo e sono mediati dalla via vestibolo-spinale laterale. Un riflesso statocinetico è la reazione vestibolare di piazzamento. Questo riflesso stimola la macula dell’utricolo che provocherà l’estensione degli arti superiori. La distruzione degli utricoli elimina tale risposta. Un riflesso fondamentale è la reazione visiva di piazzamento. Molti riflessi posturali mediati dal sistema vestibolare possono essere richiamati anche da stimoli visivi. Pertanto il sistema visivo è in grado di compensare le lesioni dell’apparato vestibolare e delle sue vie centrali. se la vista non compensa le lesioni vestibolari, l’individuo cade. La volta plantare Si può definire come un’elica a due pale, che viene identificata come elica podalica: la pala posteriore (verticale) è rappresentata da calcagno e astragalo, la pala anteriore (orizzontale) dai metatarsi. Avvolgere e svolgere le eliche aumenta o appiattisce la volta. Verticalizzando il calcagno accresce la volta, orizzontalizzandolo, cioè pronandolo (si adagia mediamente) la riduce fino al piattismo

Il piede appoggia al suolo con 3 pilastri ossei di sostegno rappresentati dalla grande tuberosità del calcagno posteriormente, dalla testa del 1° metatarso anteriormente e medialmente, e dalla testa del 5° metatarso anteriormente e lateralmente. I tre punti di appoggio sono riuniti da 3 arcate ossee che costituiscono e sorreggono la volta plantare: - Arco interno: dal tallone al I° metatarso - Arco esterno: dal tallone al V° metatarso - Arco anteriore o tasverso: che va dal V al I metatarso...


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