Geografiaufficiale - prof Paola Savi. PDF

Title Geografiaufficiale - prof Paola Savi.
Course Geografia delle comunicazioni e del commercio internazionale  
Institution Università degli Studi di Verona
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GEOGRAFIA delle comunicazioni e del commercio internazionale-PAOLA SAVI. Esame scritto 6 domande a risposta aperta, 60 minuti. LO SCENARIO DI RIFERIMENTO: LA GLOBALIZZAZIONE ECONOMICA Lo scenario di riferimento del nostro corso è quello del commercio internazionale in un contesto più ampio che è que...


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GEOGRAFIA delle comunicazioni e del commercio internazionale-PAOLA SAVI. Esame scritto 6 domande a risposta aperta, 60 minuti. LO SCENARIO DI RIFERIMENTO: LA GLOBALIZZAZIONE ECONOMICA Lo scenario di riferimento del nostro corso è quello del commercio internazionale in un contesto più ampio che è quello della globalizzazione economica. Chiariamo alcuni concetti: i concetti di questa prima fase non sono tutti i concetti chiave della geografia economica, servono per iniziare il ragionamento. La globalizzazione economica, scenario di riferimento del commercio estero e dei fenomeni e processi che saranno analizzati. Oggi si parla spesso di globalizzazione, però non ci accontentiamo di fermarci ai luoghi comuni, dovremo cercare di dare delle soluzioni, è un fenomeno troppo complesso da lasciare incompleto e senza risposte. All’interno di questo fenomeno multiforme- globalizzazione- andremo a parlare di una sua dimensioneLA GLOBALIZZAZIONE DELL’ECONOMIA, è questo quindi lo scenario di riferimento del commercio estero. Dovremo introdurre anche l’analisi di alcuni indicatori che misurano la globalizzazione e del commercio estero in dettaglio. Non ci accontentiamo di descrivere i fenomeni dal punto di vista quantitativo ma dovremo anche dimostrare attraverso degli indicatori e dati statistici che questo fenomeno della globalizzazione dell’economia esiste in un certo senso, e ciò ci da modo di vedere come si muove. 1.

Da qui passeremo alle cause che sono alla base della globalizzazione economica- si parla di DIVISIONE INTERNAZIONALE DEL LAVORO come chiave di lettura. Se parliamo di lavoro in realtà facciamo riferimento ad una suddivisione internazionale della PRODUZIONE, delle fasi produttive su scala globale. Sostanzialmente la suddivisione del lavoro, oggi nella fase attuale, i nostri prodotti non vengono piu realizzati in pochi paesi, la produzione viene frammentata e scomposta e ogni parte viene prodotta in un paese, ogni paese tende a specializzarsi in una componente di un prodotto o in una lavorazione di un semilavorato poi tutte queste parti si riuniscono in un paese e ne esce il prodotto finito. Tutte queste parti del pc, si muovono nello spazio, danno origine a flussi commerciali, il prodotto poi dove verrà venduto, magari in Europa, o in altri paesi quindi di nuovo FLUSSO COMEMRCIALE. Domanda prof- È in atto un processo di DEGLOBALIZZAZIONE? La globalizzazione sta rallentando, alcuni dicono che essa è finita, sec la prof è un’affermazione forte, da vedere in futuro. Questo è un tema importante per il commercio internazionale, è un quadro che sta mettendo in crisi quel processo di progressiva liberazione del commercio estero.

Quest’anno dovremo comunque far riferimento ad un altro fenomenoPANDEMIA DI COVID19, un evento imprevedibile che non è di natura, economica o politica, però di fatto è un evento che ha avuto un fortissimo impatto sull’economia.

CONCETTI CHIAVE: -

SPAZIO TERRITORIO/ORGANIZZAZIONE TERRITORIALE AMBIENTE SCALA GEOGRAFICA TEMPO

I primi sono: SPAZIO- TERRITORIO--> normalmente si confondono, solitamente li usiamo come sinonimi. In geografia sono due concetti diversi, sono complementari si integrano ma hanno significati diversi. Lo spazio è il concetto centrale della geografia, perché la geografia si occupa di comprendere lo spazio e i fenomeni che osserva, es. fenomeni di ordine economico: flussi commerciali, di questo si occupa la geografia economia rapporti tra fenomeni di natura economica e spazio. La geografia culturale analizza fenomeni di natura culturale; La geografia delle popolazioni si occupa del fenomeno delle migrazioni. Si sono costruiti nel corso del tempo degli argomenti che sono un po’ specifici nei diversi settori della geografia. 1- Come DEFINIAMO QUINDI LO SPAZIO? Nel tempo è cambiato il significato che noi diamo al concetto di spazio, perché fino a poco tempo fa l’analisi dello spazio aveva un carattere sistematico, si andava a vedere la localizzazione degli oggetti geografici, in particolare la loro collocazione rispetto alle coordinate geografiche, latitudine longitudine e la loro distanza rispettiva. Era la geografia che oggi viene chiamata nozionistica, andava a catalogare o numerare i diversi oggetti della superficie terrestre, andava sostanzialmente a elencare questi oggetti e individuare la loro posizione esatta sulla superficie terrestre. Questa idea di spazio come sistema di coordinate di localizzazioni è nota come spazio assoluto, per molto tempo è stato cosi. Se prendiamo la cartina però vediamo che di assoluto nello spazio c’è molto poco, es. se ci riferiamo alle proiezioni geografiche: guardiamo le due mappe.

Queste due mappe ci rappresentano lo spazio in 2 modi diversi, però l’oggetto è lo stesso ovvero il globo terrestre. In effetti una proiezione geografica è un metodo che ci permette di trasferire una superficie sferica come quella della terra su un piano, che può essere la carta o il monitor di un computer. Questo trasferimento indica un processo di adattamento che è la PROIEZIONE, che produce delle distorsioni, nelle aree e nelle distanze; sono diverse. Nessuna delle due è corretta o sbagliata, sono solo proiezioni che fanno riferimento a due cose diverse, ovvero o rinunciano a rappresentare le distanze o le aree. Quindi di fatto lo spazio assoluto non esiste, e lo spazio appare ancora meno assoluto se noi introduciamo altri elementi di complessità ovvero MODI ALTERNATIVI DI considerare LA DISTANZA. LA DISTANZA- ALTRO CONCETTO CHIAVE ma non all’interno dei 5. Ma quali distanze? Oggi si è imposto un altro concetto di distanza: Distanza tempo- distanza costo ragioniamo in termini di quella che si chiama distanza funzionale che a poco a che fare con la distanza fisica, e produciamo delle rappresentazioni spaziali diverse da quelle delle carte geografiche perché cambiano con il mutare della distanza funzionale.

Es. in questa slide noi rappresentiamo le distanze che separano le città europee rispetto ad un cuore, in due date diverse, 1993 e questo è un dato reale. Distanze misurate in termini di tempi di percorrenza ferroviari, già nel 1993 abbiamo una visione dell’Europa diversa, più attuale della distanza, quindi la distanza non è misurata in termini kilometrici; è cambiata la distanza tempo, ovvero il tempo di percorrenza.

In queste due carte vediamo un’Europa che si restringe, in realtà secondo le rappresentazioni internazionali non si restringe nulla, c’è una convergenza spazio temporale e una riduzione della distanza temporale, quindi i luoghi si avvicinano. Un fenomeno simile lo possiamo vedere se rappresentiamo la distanza non in termini di tempi ma di costo, tipo almeno per i passeggeri dopo gli anni 90, ovvero dopo che il trasporto aereo è stato liberalizzato, vuol dire che due città sono più vicine. Più inseriamo elementi di ragionamento e meno questo spazio diventa assoluto. La geografia non studia più gli oggetti, la loro posizione, è uno SPAZIO FATTO DI RELAZIONI. Non sono gli oggetti ma sono le relazioni tra gli oggetti. È cambiato il significato: OGGI RAGIONIAMO IN TERMINI DI SPAZIO RELAZIONALE, sono tanti i fenomeni a cui noi possiamo fare riferimento; se da queste relazioni andiamo a vedere le relazioni di tipo economico teniamo una sottocategoria dello spazio geografico che è lo spazio geoeconomico Spazio geoeconomico? Si occupa le relazioni però prevalentemente quelle di carattere economico.

2- Da spazio A TERRITORIO: quali relazioni in geografia? - Relazioni orizzontali: sono chiamate anche interazioni spaziali, e collegano fra loro i diversi oggetti geografici localizzati in punti diversi nello spazio geografico. Ad esempio: flussi di denaro in realtà non si scambia materialmente del denaro; flussi di conoscenze; flussi di persone; flussi che riguardano le migrazioni. Quando noi ci limitiamo all’analisi delle relazioni orizzontali ci limitiamo ad una dimensione astratta, tutti questi flussi li vediamo attraverso dei dati statistici, quindi ci fermiamo alla dimensione dello spazio, quando noi analizziamo le rel.oriz facciamo delle analisi di carattere SPAZIALE. Concetto di spazio: astratto e lo descriviamo attraverso relazioni orizzontali e dati statistici. - Relazioni verticali: vengono definite anche ECOLOGICHE, perché riguardano il rapporto tra i singoli oggetti geografici e le caratteristiche dei luoghi in cui questi si localizzano. Cosa si intende per caratteristiche: presenza di risorse naturali, o infrastrutture, o relazioni che diventano poi di carattere immateriale, cultura imprenditoriale, e che ci spiegano perché un’impresa si è localizzata in quella determinata area. È l’insieme di relazioni oriz, e verticali che costruire il TERRITORIO. È un concetto meno astratto rispetto al concetto di spazio. Si parla spesso di organizzazione territoriale, sono le caratteristiche che relazioni orizzontali e verticali assumono in un determinato territorio, è una sorta di fotografia di un territorio in un determinato momento.

Prendiamo un porto, la maggior parte dei nostri porti, se noi guardiamo oggi sono delle strutture artificiali, però perché un determinato porto è nato proprio in quella posizione? Perché cerano delle condizioni naturali che permettevano l’approdo e l’avvio delle navi, quindi c’era un’insenatura--> relazioni verticali con le caratteristiche del luogo. La maggior parte dei nostri porti è nato cosi. Però il porto può sviluppare le sue funzioni in realtà se lo inseriamo in un complesso di relazioni di carattere orizzontale, ovvero colleghiamo il porto alla miniera, perché in quel porto arrivano materie prime e da quel porto possono partire per un impianto industriale.

Oppure in quello stesso porto si sono sviluppate delle attività di carattere industriale e quindi da questo porto partono dei beni prodotti qui e vanno verso altri mercati, lo stesso la miniera che non nasce se non c’è un giacimento minerario, quindi una condizione di carattere verticale. Un impianto industriale nasce dove ci sono le condizioni, es. territorio pianeggiante, poi l’impianto attiva una serie di relazioni. Certe caratteristiche con i luoghi possono cambiare nel tempo, molte città sono rimaste nello stesso posto ma le risorse che hanno fatto nascere la città non ci sono più. Nel percorso di analisi potremmo avere anche una sostituzione di risorse, risorse che erano importanti in passato ma ora non lo sono più. Oggi magari hanno preso più importanza altre risorse, come le infrastrutture. 3- Altro concetto chiave L’AMBIENTE: nel linguaggio comune si parla di ambiente industriale o altri ambienti. In geografia si parla di ambiente fisico; in geografia si dice che l’ambiente fa parte del territorio anche se questo non deve trarci in inganno, se consideriamo l’ambiente come geosfera siamo inseriti nell’ambiente, qui ragioniamo in termini più scolastici. Il territorio ha tutta una serie di risorse, l’ambiente è una parte che riguarda l’ambiente naturale e fisico. 4- Altro concetto la SCALA GEOGRAFICA: in geografia parliamo di due tipi di scale: la prima è la scala cartografica-diversa da quella geografica, è la seconda- quella cartografica è ciò che mi permette di operare una riduzione dalla realtà alla carta, mi riduce l’oggetto geografico trasferito nella carta, quindi rapporto tra una misura sulla carta e una misura nella realtà. Quindi scala 1:200 000, 1 cm nella carta = 200 000 cm nella realtà. Quando parlo di dimensione spaziale, io sta volta mi riferisco ad una CITTA’ come spazio, allo stesso modo una scala ancora più piccola posso analizzare un fenomeno a livello di quartiere- mi da tutta un’altra dimensione, oppure posso andare a scale più grandi vado ad una scala che è globale, quindi devo vedere i flussi su scala globale, ad esempio se analizzo il commercio internazionale. Quindi piccolo e grande hanno 2 significati diversi a seconda che io ragioni in termini di scala cartografica e scala geografico perché: Nella scala cartografica- grande scala è ciò che ha un piccolo denominatore perché se io confronto una scala 1: 10 000 con una Scala 1:200 000, la scala 1:10 000 mi da un livello di dettaglio dei fenomeni che io analizzo superiore rispetto alla scala 1:200 000. Al contrario nella scala geografica ciò che piccolo è piccolo, ad es. scala di un distretto industriale; se dico grande scala vado su una scala nazionale fino a quella globale. È diversa anche la scelta delle scale perchè i nostri fenomeni sono analizzati utilizzando livelli di osservazione diversi in altri termini la scelta della scala dipende dal tipo di fenomeno e non implica perdita di informazioni con il passaggio da una scala all’altra; semplicemente il fenomeno che io analizzo ha senso più ad una scala che ad un’altra.

In geografia economica il ragionamento geografico è spesso transcalare perché usa varie scale geografiche per l’analisi dello stesso fenomeno, perché alcuni fenomeni hanno conseguenze diverse, impatti diversi che noi vediamo solo se facciamo questa operazione di transcalarità. Per spiegarlo es: a partire dagli anni 90 del secolo scorso si è messo in atto un processo di delocalizzazione produttiva, ovvero molte imprese sono andate a produrre all’estero o hanno spostato all’estero parte della produzione. Questo fenomeno della delocalizzazione produttiva posso analizzarlo su scala globale ma posso metterlo in relazione con il commercio estero perché ha incrementato i flussi del commercio estero. Ma se voglio fare una analisi più dettagliata della delocalizzazione produttiva devo considerare che ha prodotto sul territorio degli altri fenomeni, in particolare un fenomeno di DEINDUSTRIALIZZAZIONE, diminuzione del numero di imprese e dei posti di lavoro nelle aree di origine e che ha avuto una serie di conseguenze, cambiamento dei valori immobiliari del suolo ecc. Allora se io voglio vedere l’impatto della delocalizzazione in termini dell’industrializzazione faccio un’operazione di transcalarità e vado su una scala più piccola, anche quella della regione o scala della città. -

Noi utilizziamo quasi sempre la scala geografica, quella cartografica bisogna sapere solo c’è .-

5- TEMPO: consideriamo anche che anche noi in geografia abbiamo sempre un occhio sulla coordinata temporale, perché se guardiamo i nostri territori vediamo anche che l’organizzazione di un determinato territorio è anche il prodotto della storia, di epoche e modi di produzione. Es. se dico che Verona ha una specializzazione turistica marcata e vado a vedere perché ce l’ha- se le guardo bene le vedo come una sovrapposizione di diverse epoche storiche e oggi sono andate a sedimentarsi sul nostro patrimonio culturale. Noi procediamo per grandi periodi, non guardiamo i dettagli. Anche la geografia ha questa doppia coordinata- quella spaziale e temporale. Iniziamo a pensare alla: GLOBALIZZAZIONE- se ne occupano un po’ tutte le discipline. Noi partendo da definizioni di carattere generale arriveremo a definizioni di carattere geografico. Prima immagine se penso alla globalizzazione; annullamento spazio-tempo. Questo effetto di riduzione della distanza è ancora più evidente se pensiamo a internet o alle telecomunicazioni. Gl diffusione di prodotti materiali e servizi globali. Pensiamo a prodotti di uso comune che noi utilizziamo, è tutto dovuto alla grande espansione delle multinazionali.

Seconda lezione- 30 settembre:

cosa pensiamo quando facciamo riferimento alla globalizzazione? Abbiamo visto un’idea di riduzione dello spazio-tempo, lo colleghiamo alla diffusione globale di beni e servizi e questa a sua volta è legata alle espansioni delle multinazionali; alcune multinazionali hanno iniziato a conquistare i mercati anche prima della globalizzazione recente, tra queste non ci sono solo le multinazionali classiche ma anche quelle italiane.

Vediamo le acquisizioni delle multinazionali recenti, dal 2010. Parliamo in questa slide del settore dolciario. Negli anni 40 è nato un grande gruppo che ha 30 mila dipendente e serve tantissimi paesi, è un percorso importante. Un ulteriore passaggio: abbiamo parlato fin ora di prodotti ma ci sono altre caratteristiche fondamentali: capacità omologante di omogenizzare le culture, i gusti, i modi di acquisto ed è un classico supermercato in questo caso della catena Walmart, colosso americano. I non luoghi  sono spazi locali, di piccola dimensione, ma sono uguali in tutto il mondo, spazi che non hanno una storia. Es. di non luoghi: centri commerciali sorti negli ultimi decenni, oppure grandi stazioniaeroporti, che hanno perso le loro connotazioni specifiche.

Def di globalizzazione: - Metafora del villaggio globale di McLuhan, che faceva riferimento alla comunicazione, dei media; l’evoluzione dei media degli anni 60 trasformerà il mondo in un villaggio globale che trasformerà il mondo in un villaggio, tutto sarà uguale e connesso. - Levitt, negli anni 80 da una definizione prettamente economica, ovvero della globalizzazione come una progressiva integrazione economica, che porta ad una sorta di un mercato unico, unificazione del mercato globale. Queste definizioni ci dicono che la globalizzazione non è un fatto cosi recente come spesso lo definiamo noi, entrambe sono riduttive se le vediamo nell’ottica attuale.

Se parliamo di McLuhan in realtà questo villaggio globale non si è realizzato, i prodotti e luoghi non sono tutti uguali, le differenze esistono anche all’interno di paesi economicamente avanzati. Per la sec definizione: l’integrazione economica esiste, è una delle dimensioni delle globalizzazioni. A quali def possiamo far riferimento noi che siano un po’ meno riduttive e che ci permettano di collocare il fenomeno della globalizzazione in un percorso storico: definizione pensiamo alla globalizzazione come un Cambiamento di scala nell’organizzazione di molti fenomeni, che fino agli anni 70 noi vedevamo organizzati in scala di piccola dimensione, oggi pero essi hanno acquistato una dimensione di carattere globale. Es- organizzazione della produzione, se fino agli anni 70 la produzione era concentrata su scala locale, oggi succede che questa organizzazione ha assunto un’altra dimensione spaziale. Le varie parti del ciclo produttivo si sono frammentate e si sono distribuite su piu paesi dimensione globale. Poi dematteis- geografo importante nel panorama europeo dice: invece di pensare alla gobalizazione come annullamento della distanza pensiamola come: Ampliamento, intensificazione e accelerazione delle relazioni tra soggetti localizzati in differenti aree del pianeta, che coinvolge più dimensioni (economica, ambientale, culturale) Esito di un percorso storico ….» (Dematteis et al., 2010) Questo passaggio è importante perché ci consente di vedere la globalizzazione non come un fenomeno contemporaneo, degli ultimi 20 30 anni, ma la possiamo vedere come esito di un percorso storico, quindi come la fase attuale di un percorso che è già iniziato in passato. Questo processo di integrazione delle economie, non inizia oggi ma parte da lontano, da quelle fasi storiche dove noi abbiamo visto un’apertura dei traffici commerciali che hanno portato in Europa dei prodotti agricoli che sono diventati la base della nostra alimentazione, dei simboli del cibo, della cultura gastronomica italiana. Se parliamo di percorso storico il nostro punto di partenza è la rivoluzione industriale. Dal pdv geografico ha cambiato tutti i fenomeni che riguardano le relazioni spaziali e l’organizzazione stessa del territorio, Con la riv industriale è cambiato il processo di urbanizzazione, che ha cambiato il volto di interi territori. Molti storici dicono che in realtà se guardiamo alla storia recente, hanno operato diverse globalizzazioni, se parliamo di essa dobbiamo vederla suddivisa in diverse fasi; non dobbiamo pensare ad una cosa unica, ma varie fasi. Una prima globalizzazione secondo loro è quella che va ai primi decenni dell’800 fino alla fine dell’800, quindi periodo che accompagna la diffusione della riv industriale, dal suo centro di origine quindi Inghilterra e anche una prima liberalizzazione commerciale, Primo aumento consistente dei traffici, dovuto allo scambio di materie, ma anche al forte sviluppo di trasporti, non solo la ferrovia ma anche il trasporto navale. Con la diffusione del vapore si è sviluppato m...


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