Gestalt - Koffka e Köhler PDF

Title Gestalt - Koffka e Köhler
Author SALVATORE FRATEANTONIO
Course Psicologia Cognitiva
Institution Università Telematica Internazionale UniNettuno
Pages 8
File Size 145.8 KB
File Type PDF
Total Downloads 71
Total Views 142

Summary

Download Gestalt - Koffka e Köhler PDF


Description

Teorie della Gestalt e Max Wertheimer Alla fine dell’800 si diffonde la Gestalt (in tedesco “forma”), una nuova corrente di ricerca psicologica che mira ad approfondire maggiormente la teoria della percezione. Diffusa prevalentemente in America, continua a prendere piede fino a diventare la più importante scuola psicologica europea del XX secolo. Uno dei fondatori della Teoria della Gestalt è stato Max Wertheimer (18801943). Costui studiò psicologia, filosofia, musica a Praga, Berlino, Wurzburg e Francoforte. Il suo lavoro, nel 1912, sulla percezione del movimento stroboscopico, segna infatti la nascita della scuola gestaltista. La Gestalt si inserisce all’interno di una prospettiva di tipo fenomenologico secondo il quale è centrale l’esperienza che si verifica in un soggetto nel momento in cui lo stesso esamina un certo fenomeno (sensazioni, immagini ecc…). Questa corrente si oppone radicalmente all’empirismo ma si riallaccia alla riflessione di Immanuel Kant e alla sua concezione dei processi di conoscenza, dalla quale ricava un pensiero sui contenuti dell’esperienza. La Gestalt deriva perciò dalla riflessione filosofica: l’utilizzo del metodo fenomenologico, l’attenzione per gli aspetti innati della conoscenza, la considerazione delle funzioni psichiche come oggetto di studio. La psicologia della Gestalt fa riferimento al concetto di forma, globalità, detta appunto “psicologia della forma”, ed è quel corpo di affermazioni teoriche e impostazioni metodologiche che si sono sviluppate a partire dai primi lavori di Max Wertheimer, Wolfgang Kohler (1886-1941) e Kurt Koffka (1887-1967). Questi personaggi, nel 1921, insieme fonderanno la rivista Psychologische Forschung, che rappresentera’ l’organo principale che pubblicizza le innovazioni e i nuovi studi della corrente psicologica gestaltiana. La tesi fondamentale della teoria della Gestalt viene formulata da Wertheimer nel 1924 in questo modo: “In alcuni casi ciò che accade al tutto non può essere dedotto dalle proprietà delle parti considerate isolatamente, piuttosto, ciò che accade alle parti dipende, in condizioni ben

definite dalle leggi che governano la struttura intrinseca del tutto di appartenenza”. Esiste una discordanza tra realtà fisica e percettiva. Ad esempio se guardiamo fuori dal finestrino da un treno in corsa, abbiamo la sensazione di stare fermi con la terra che si muove intorno a noi (ciò che Wertheimer definisce movimento stroboscopico). La percezione è condizionata dalla nostra esperienza sensoriale, la nostra mente si conforma per farci vedere oggetti e quindi situazioni in un modo o nell’altro. I gestaltisti principalmente si rivolgevano ad alcuni aspetti della vita psichica: la percezione, il pensiero, i processi cognitivi in generale. I gestaltisti rifiutano completamente l’impostazione degli strutturalisti affermando che: - La coscienza non è scomponibile in elementi semplici e che il “tutto è più della somma delle singole parti” (cioè che la globalità di un fenomeno non può essere spiegata ricorrendo alla semplice unione di più elementi); - L’approccio fenomenologico richiede di osservare la realtà in maniera diretta attribuendole quel valore che essa ci presenta. Il concetto di Gestalt: la qualità Gestalt (del tutto) non è riferibile alla presenza dei singoli elementi, ma dipende dalle relazioni che esistono tra di loro, dalla loro struttura, dalla particolare organizzazione con cui sono posti. Wertheimer pubblicò un articolo sulla percezione dei movimenti e descriveva la percezione del movimento fenomenico o “fenomeno phi” come un movimento apparente ed illusorio. Egli afferma inoltre che ciò che si ricorda di più è una sintesi della realtà e che il riconoscimento di una figura deriva dall’esperienza.

Le figure di Kurt Koffka e Wolfgang Köhler - Chi sono? - Collaborazione e assistenza negli studi con M. Wertheimer Come detto precedentemente, la psicologia della Gestalt nasce in Germania nel 1912 con la pubblicazione degli studi svolti da Wertheimer, con l’assistenza di Kurt Koffka e Wolfgang Köhler, sul fenomeno “phi” o movimento stroboscopico, quello alla base della percezione del movimento cinematografico. Kurt Koffka (Berlino, 1886 - Northampton, Massachusetts, 1941), psicologo tedesco, fondatore insieme a W. Köhler e M. Wertheimer, della cosiddetta Gestalt psychologie. Dopo un iniziale interesse per problemi filosofici (in particolar modo per la filosofia kantiana) si dedicò alla psicologia, diventando assistente di O. Külpe a Würzburg, poi professore all'universita’ di Giessen (1918 - 1924). Nel 1921 fondò assieme a W. Köhler, K. Goldstein, M. Wertheimer, la rivista Psychologische Forschung, in cui comparvero molti contributi alla nuova psicologia. Stabilitosi definitivamente negli Stati Uniti nel 1927, insegnando alle università di Cornell e Wisconsin, diede larga diffusione alle concezioni gestaltiste, influendo notevolmente sull'ambiente americano, nonostante il massiccio predominio di metodi e tesi behavioristiche. Die Grundlagen der psychischen Entwicklung (1921) costituisce un tentativo di applicare i principi della Gestalt alla psicologia infantile. L'opera più notevole, per l'impostazione teorica e la ricchezza del materiale raccolto, resta la grande sintesi Principles of Gestalt psychology (1935). Tra le sue opere, va assolutamente fatta menzione de: Über Vorstellungen (1911); The growth of mind (1924). Kurt Koffka partecipò agli esperimenti di Wertheimer sul movimento apparente e fu uno degli esponenti del principio dell’isomorfismo (operare tra processi fenomenologici del cervello). Isomorfismo: vi e’ identita’ strutturale tra mondo fenomenico (psichico) e mondo fisiologico (sistema nervoso centrale). Se ciò è vero, allora conoscere le leggi che organizzano l’esperienza fenomenica significa anche conoscere le leggi che operano nel cervello.

Isomorfismo per Wertheimer: Gestalt disciplina “logica”: il mondo reale ha una sua esistenza con logica interna, le cui strutture dovevano essere dimostrabili matematicamente. Le attivita’ cognitive del soggetto dovevano allora consistere nel cogliere questa presentazione, per questo, il mondo fenomenico doveva essere strutturalmente isomorfo al mondo reale. Oltre M. wertheimer e K.Koffka, nche Wolfgang Köhler tratto’ l’isomorfismo, come verra’ descritto piu’ avanti. Wolfgang Köhler (Reval, Estonia, 1887 - Enfield, New Hempshire, 1967) psicologo, studiò a Berlino, dove fu allievo di C. Strumpf. Nel 1921 fondò, con K. Koffka, K. Godstein, M. Wertheimer, H. Gruhle, la rivista Psychologische Forschung; nel 1922 successe al maestro nella cattedra di psicologia all'universita’ di Berlino; nel 1934 emigrò negli USA, dove fu professore all'universita’ Swarthmore (Pennsylvania). Köhler è uno dei principali esponenti della Gestalt psychologie e insieme a Koffka, come assistenti, collaborano con Max Wertheimer, portando avanti diversi studi, tra i quali, uno di maggior rilievo sugli effetti di immagini in movimento generate da uno stroboscopio. Köhler, dedito agli studi sulla psicologia animale (a lui si deve l’importantissimo concetto di Insight) e formulatore della più popolare concezione di isomorfismo e del concetto di campo (1920). - Psicologia animale e concetto di Insight Köhler dal 1913 e per tutta la prima guerra mondiale e’ direttore del Stazione di ricerca sulle scimmie antropoidi, insediata dall’Accademia Prussiana delle Scienze a Tenerife. Qui organizza una serie di situazioni incentrate sul modo in cui le scimmie affamate riescono a impossessarsi di porzioni di cibo che non sono direttamente alla loro portata. Le esperienze di Köhler non sono molto rigorose, almeno secondo i criteri scientifici di oggi, ma vengono considerate tra le piu’ rappresentative della psicologia moderna. - In una circostanza, dove ci sono delle banane al di la’ di una rete e dove ci sono a terra dei bastoni semi-cavi di bambu’: la scimmia, dopo una serie di tentativi senza esito, all’improvviso mette assieme i bastoni di bambu’ come un telescopio e poi li usa per tirare a se’ le banane.

- In un’altra circostanza, dove c’e’ una banana appesa molto in alto: lo scimpanze’ fa dei balzi senza ottenere nulla; poi si allontana, guarda, sembra come riflettere, prende una cassa lì vicino e ci sale sopra, ma ugualmente non riesce ad arrivare abbastanza in alto; allora afferra una seconda cassa, la mette sopra la prima, sale sopra al tutto e finalmente riesce a mangiare la banana. Kohler organizza una serie di situazioni incentrate sul modo in cui le scimmie aamate riescono a impossessarsi di porzioni di cibo che non sono direttamente alla loro portata Le esperienze di Köhler non sono molto rigorose, almeno secondo i criteri scientici di oggi, ma vengono considerate tra le più rappresentative della psicologia moderna. In una circostanza, dove ci sono delle banane al di là di una rete e dove ci sono a terra dei bastoni semi-cavi di bambù: la scimmia, dopo una serie di tentativi senza esito, all’improvviso mette assieme i bambù come in un telescopio, e poi li usa per tirare a sé le banane. In un’altra circostanza, dove c’è una banana appesa molto in alto: lo scimpanzé fa dei balzi senza ottenere nulla; poi si allontana, guarda, sembra come riettere, prende una cassa lì vicino e ci sale sopra, ma ugualmente non riesce ad arrivare abbastanza in alto; allora aerra una seconda cassa, la mette sopra la prima, sale sopra al tutto e nalmente si mangia la banana Secondo Köhler, queste indagini dimostrano che spesso gli animali, così come gli uomini, non interagiscono con il loro ambiente solo per tentativi ed errori, ma anche seguendo una specie di intuizione o di illuminazione interiore, che chiama Insight, ovvero attraverso una ristrutturazione del campo percettivo-cognitivo. L’animale gestaltista non e’ una macchina automatica che funziona a gettoni, per stimolo-risposta-rinforzo, come il cane di Pavlov o il ratto di Skinner. Köhler tende ad attribuire intelligenza al soggetto che apprende, dove intelligenza non e’ solo la sedimentazione dei processi appresi, ma anche

l’aspetto creativo, quello in grado di cogliere i “nessi chiave” di una situazione. - Isomorfismo per Köhler Gestalt disciplina “biologica”: identita’ tra eventi del campo fenomenico ed eventi del sistema nervoso. Se il nostro mondo fenomenico possiede una forma, una struttura, una dinamica, allora bisogna trovare a livello del SNC (sistema nervoso centrale) una forma, una struttura, una dinamica che la rispecchino. - Il modello di Campo I processi di percezione sono auto-organizzati in un campo: concezione dinamica dei processi cognitivi che si fonda su concetti come la pregnanza e l’equilibrio. Il campo visivo deve essere considerato come una superficie astratta tetradimensionale, avente una dimensione temporale oltre a quelle spaziali. Questo modello fu approfondito da Köhler. Esistono forze di coesione e forze di freno: - Coesione: ci consentono di spiegare i fenomeni di movimento; - Freno: spiegano la stabilita’ dei contorni e delle posizioni. Questi effetti, oltre a verificarsi nel mondo inorganico della fisica, si hanno anche in quello organico della filosofia e della psicologia. Per questo motivo la teoria della forma e’ spesso chiamata teoria del campo poiche’ tra il mondo fenomenico studiato dalla psicologia e il mondo psicologico studiato dalla fisiologia, esiste un’isoformismo dato dalla identita’ di legge di strutturazione che regolano entrambi i mondi. Mentre l’atteggiamento fenomenologico differenzia la psicologia della Gestalt dalle scuole precedenti sul piano metodologico, sul piano teorico è cruciale il concetto di “teoria di campo”. Kohler per spiegare cosa si debba intendere per teoria da campo ricorre ad un esempio: Aristotele nello studiare i movimenti degli astri ha ipotizzato che le stelle e i pianeti fossero fissati su sfere di cristallo rotanti. La scienza ha potuto dimostrare che i movimenti degli astri dipendono da un complicatissimo equilibrio generato dall’interazione di molte forze e che la regolarità dei movimenti è ottenuta come risultato dall’equilibrio delle tensioni esistenti tra tutti i corpi celesti.

Una impostazione che segue Kohler è quella di Wertheimer. Egli si proponeva di analizzare quali fossero le condizioni in cui si può giungere ad un atto di intelligenza creativa, quel tipo di pensiero che ci permette di risolvere i problemi e che Wertheimer ha definito produttivo. Molto spesso nell’apprendimento o nella ricerca di una soluzione vengono seguiti dei metodi che prevedono atti puramente mnemonici, dettati dall’applicazione passiva di regole già apprese.

Nella formulazione originale di Wertheimer e soprattutto nella definizione “ufficiale” di Gestalt da parte di Köhler (1929) possiamo rintracciare il concetto alla base della teoria: in cui alcuni casi cio’ che accade al tutto non puo’ essere dedotto dalle proprieta’ delle parti considerate singolarmente. Piuttosto cio’ che accade alle parti, dipende dalle leggi che governano la struttura intrinseca del tutto di appartenenza. Il punto di vista classico della psicologia rispetto alla percezione viene capovolto. La percezione non è preceduta dalla sensazione ma è un processo immediato, influenzato dalle passate esperienze solo in quanto queste sono lo sfondo dell’esperienza attuale. Un gestaltista osserva il reale e accetta l’esperienza in maniera diretta. Il famosissimo libro Gestalt Psychology che Kohler scrive nel 1947 è un’acuta polemica in difesa dei principali punti della teoria della Gestalt. Infatti nel periodo in cui la Gestalt si trapianta in America, la psicologia ufficiale nordamericana vive una piena fase di sviluppo del comportamentismo. E’ facile comprendere come i due modi quello gestaltista e quello comportamentista, fossero completamente agli antipodi. Si può precedere per stereotipi (percezione o concetto relativamente rigido ed eccessivamente semplificato o distorto di un aspetto della realtà, in particolare di persone o di gruppi sociali): la teoria, della Gestalt, privilegia l’organizzazione e la globalità dei fenomeni, utilizza un metodo fenomenologico, si interessa di problemi quali il pensiero e la percezione e

quindi sottolinea gli aspetti di teoria della conoscenza che la imparentano alla filosofia. Dall’altra, c’è il comportamentismo, che bandisce decisamente ogni mezzo di indagine che non sia oggettivo, intendendo per oggettivo solo il misurabile; che rifiuta il ricorso a entità come la coscienza, analizza variabili estremamente semplici (molecolari) e rifugge da quelle di tipo complesso (molari), professa un esplicito anti-teoricismo e, infine, del comportamento studia prevalentemente le modalità di apprendimento. Il tempo e lo sviluppo della psicologia americana, hanno fatto sì che diventassero di vasto dominio gli aspetti più validi della psicologia della Gestalt: i risultati ottenuti in percezione, il concetto di organizzazione dei fenomeni psichici; la possibilità di prendere in considerazione variabili di ordine superiore, complesse, globali anche se meno analizzate, e quindi il riscatto del dato “ingenuo” fornito dalla realtà direttamente attraverso il metodo fenomenico....


Similar Free PDFs