Grammatica Storica PDF

Title Grammatica Storica
Course Civilta' greca
Institution Università di Bologna
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Appunti di grammatica storica ...


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GRAMMATICA STORICA FONETICA Sistema fonetico di una lingua= insieme dei suoni che in una lingua vengono selezionati per avere una funzione distintiva di significato; insieme dei fonemi che costituiscono una lingua. Fonema / morfema, significante / significato. Fonema= unità linguistica minima priva di significato ma distintiva di significato. Morfema= unità linguistica minima dotata di significato es radice verbale, desinenza ecc; portatore di significato lessicale / grammaticale. La parola indoeuropea si compone di vari morfemi: prefisso (1) + radice (2) + suffisso (3) + desinenza (4). Infisso (5) nella radice es λαμβανω = infisso nasale. Λαμβ: radice Αν: suffisso con nasale Ω: due morfemi fusi: vocale tematica + desinenza Cinque morfemi. Affissi= prefissi, suffissi, infissi. Il sistema fonetico greco rispecchia quello i.e. e comprende tre tipi di fonemi (tripartito): 1) VOCALI= il sistema delle vocali i.e. è uguale al sistema greco Timbro: A E I O U; due quantità, breve e lunga. E’ un sistema vocalico con opposizioni di timbro e quantità. 2) CONSONANTI 3) SONANTI= caratteristiche intermedie tra vocali e consonanti (tratti propri delle vocali e tratti propri delle consonanti). - Semivocali / semiconsonanti - Liquide - Nasali Erano già indoeuropee. Se e come si sono conservate in greco?  NASALI: si sono conservate: nasale bilabiale (sonora): μ (m) nasale alveolare/dentale (sonora): ν (n) (le nasali sono sonore) Lo sviluppo delle nasali i.e. in greco non è univoco (duplice natura delle sonanti i.e.: le sonanti i.e. nelle lingue derivate dall’i.e. conoscono due tipi di sviluppo: consonantico e vocalico): 1 sviluppo consonantico (μ e ν) 2 sviluppo vocalico:

- Nasali con appoggio vocalico: realizzazione in parte vocalica e in parte consonantica: μ e ν con vocale α di appoggio: αμ / αν - Vocali vere e proprie: vocalizzazione completa della nasale i.e.= αᾰ Esempi: α privativo: prefisso che risale a un prefisso già i.e. che si può ricostruire come costituito da una nasale *m˳- (cerchietto sotto= sonante che vocalizza): realizzazione in greco di questo prefisso= ἀ / ἀν Una forma possibile dell’alfa privativo è ἀν se alfa privativo viene applicato a una parola che comincia con vocale: αιτιος “responsabile”, con l’alfa privativo si compone l’aggettivo composto αναιτιος: la nasale i.e. che rappresenta questo prefisso può conoscere due tipi di realizzazione: vocalizzazione completa, vocalizzazione parziale della sonante nasale di partenza. In greco esiste un altro prefisso in α che non è alfa privativo es απας “tutto insieme, tutto intero”, contiene l’idea di interezza: l’alfa qui ha lo spirito aspro, non dolce come l’alfa privativo: prefisso diverso che deriva da un altro prefisso i.e.: alfa copulativo, da prefisso i.e. ricostruibile come formato da una sibilante e una nasale bilabiale *sm ˳- : la nasale vocalizza interamente, la sibilante in posizione iniziale lascia come sua traccia l’aspirazione (spirito aspro: si spiega in virtù del fatto che c’era una sibilante iniziale). Radice ie dell’uno, dell’unità: avv απαξ con spirito aspro (prefisso + suffisso di formazione verbale) “una sola volta”, idea di unità della radice. Latino: semel: la radice sem viene da *sm (differenza di grado apofonico). Stessa radice in simul. Stessa radice in greco nel numerale 1: εις μια εν con spirito aspro traccia della sibilante iniziale che poi è caduta. LIQUIDE Liquida laterale λ Liquida rotante / rotata ρ Due possibili realizzazioni: - Realizzazione consonantica λ ρ - Realizzazione vocalica: con alfa di appoggio: αλ – λα, ρα – αρ Differenza con le nasali ie: le liquide non prevedono una vocalizzazione completa. Esempio: στελλω: presente tematico, *στελ – yω: il presente si forma con la radice stel + suffisso formativo di moltissimi temi di presente in greco caratterizzato da uno iod. La radice del presente si presenta in un grado apofonico normale (ε: vocale breve di timbro e). Nell’aoristo passivo il grado apofonico cambia (grado zero, che caratterizza spesso la formazione dell’aoristo passivo; stessa radice priva della vocale): *stl˳- in greco la radice non si può realizzare così, in greco si richiede una vocale per pronunciare una sillaba: questo grado apofonico si realizza in greco con una

vocalizzazione parziale della liquida: σταλ- : εσταλην. Esempio della realizzazione della liquida laterale come αλ. SEMIVOCALI Iod, waw - Realizzazione vocalica: ι υ sia brevi che lunghe - Realizzazione consonantica: iod e waw hanno due storie diverse: iod ie: si è trasformato in altro prima dei primi documenti scritti: non ne abbiamo una documentazione grafica waw: abbiamo un segno grafico greco: digamma (grafema) (waw: fonema), è sopravvissuto più a lungo rispetto allo iod IOD Nella sua realizzazione consonantica non è sopravvissuto in greco come fonema autonomo ma si è trasformato in altro a seconda del contesto fonetico. Esempi: - Iod iniziale di parola antevocalico: semplice aspirazione / consonante doppia: 1) Indebolimento del suono fino a lasciare traccia in una semplice aspirazione (sviluppo debole). Esempio: fegato: lat. iecur, greco epar: la seconda parte di queste due parole è molto diversa (c’è un meccanismo alla base di questo cambiamento); la prima parte ie – e: vocale di timbro e comune, ma il latino è più conservativo rispetto al greco in questo caso perché conserva lo iod iniziale di parola antevocalico che si realizza in latino come i. Il greco perde lo iod iniziale quasi completamente: ne resta traccia solo nell’aspirazione, nello spirito aspro. [All’origine dell’aspirazione iniziale in greco di parola (spirito aspro): sibilante ie sparita; iod]. 2) Sviluppo forte. Esempio: giogo: lat. iugum, gr. Ζυγον. Latino: iod iniziale conservato, in linea con l’ie. Greco: ζ= consonante doppia. Realizzazione forte, fortissima di iod iniziale ie antevocalico: si realizza come consonante e non solo, consonante doppia. - Iod interno di parola: sviluppi vari a seconda del suono con cui iod si trova direttamente in contatto Esempio στελλω presente suffissale (radice + suffisso iod). Λ+ iod= doppia lambda, lambda geminato: liquida seguita da iod= assimilazione (iod si assimila al lambda) (iod suffisso formativo di presente). Altro tema di presente suffissale: φυλασσω: φυλακ – y – ω: velare sorda + iod= doppio sigma in tutti i dialetti / doppio tau in attico. (y suffissale) Φθειρω < *φθερ – y – ω: iod + ro= sorta di metatesi, scambio che porta lo y a diventare secondo elemento di dittongo con la vocale precedente: risultato ειρω αιρω ecc WAW - Posizione iniziale di parola antevocalica: scompare senza lasciare traccia

 επος < * Ϝεπος (spesso questo waw è attivo in Omero, si sente es nella metrica: a volte bisogna tenerne conto nella scansione dell’esametro). Poemi omerici= stratificazione linguistica. Spirito dolce in epos perché il waw a differenza dello iod non lascia aspirazione. Epos= “parola / esametro epico, verso” Stessa radice del verbo ειπον in tutte le sue realizzazioni: lat. vox: il latino conserva la semivocale iniziale. Ϝek(labiovelare) / Ϝok(labiovelare). Οψ= voce in greco, stessa radice, grado o, realizzazione p della labiovelare come in epos e waw che scompare (spirito dolce), realizzazione in p perché le labiovelari nel passaggio dall’ie al greco si sono trasformata in labiali davanti a vocale di timbro a, o. DITTONGHI Semivocali ι e υ in greco possono fungere da secondo elemento di dittongo. Dittongo= unità formata da due suoni, due elementi che rappresentano un’unità dal punto di vista fonetico, una sola sillaba perché il dittongo è formato da vocale + semivocale. Nucleo vocalico= primo elemento del dittongo; secondo elemento= semivocale con funzione consonantica (realizzazione consonantica delle sonanti è secondo elemento di dittongo): il secondo elemento di dittongo si aggrega alla vocale. In greco ci sono tante sillabe quante vocali: vocale= nucleo formativo della sillaba, attorno alla vocale si aggregano diversi suoni: di natura consonantica o sonantica. Dittonghi propri / impropri= DITTONGHI A VOCALE LUNGA / A VOCALE BREVE. A vocale lunga/a primo elemento lungo= iod sottoscritto (iod che diventa muto molto presto, età ellenistica, IV sec aC, perché la pronuncia diventa molto squilibrata a vantaggio del primo elemento al punto che non si pronuncia più il secondo elemento; la grafia dello iod sottoscritto risale all’epoca bizantina). Il primo elemento è lungo: vocale lunga + sonante. E’ una sequenza che in fine di parola può essere interessata alla legge di Osthoff (vocale lunga originaria seguita da sonante e consonante in fine di parola si abbrevia. Esempio: Ζευς < *dieus: il nome di Zeus in indoeuropeo è ricostruibile come formato da una sequenza in cui una consonante occlusiva dentale sonora è seguita da uno iod (nesso iniziale), poi vocale di timbro e lunga seguita da sonante (waw) seguita a sua volta da consonante che è sibilante finale desinenza di nominativo singolare: situazione in cui agisce la legge di Osthoff: in greco la vocale originaria lunga si abbrevia dando vita a un dittongo a vocale breve (ευ). Molti dittonghi a vocale lunga hanno subito l’abbreviamento della vocale a causa della legge di Osthoff: i dittonghi a primo elemento lungo sono sequenze precarie dal punto di vista fonetico: caratterizzati da squilibrio molto forte tra primo e secondo elemento. La loro evoluzione nella storia del greco è duplice: può andare

nella direzione di un abbreviamento del primo elemento (nel caso della legge di Osthoff) o nella direzione di una monottongazione (lo iota di un dittongo a vocale lunga non viene pronunciato già nel IV secolo aC: fenomeno per cui un dittongo si trasforma in monottongo, viene pronunciato un solo suono). CONSONANTI Sistema fonetico greco: 1 continue (sibilante) 2 occlusive Un caso a sé è quello delle consonanti doppie, che in realtà si lasciano ricondurre a questi tipi: unione di due consonanti riconducibili a queste tipologie. SIBILANTE La sibilante ie nel passaggio al greco riceve trattamenti diversi a seconda della posizione in cui si trova e dei suoni con cui viene a contatto: 1. La sibilante lascia una semplice aspirazione in posizione iniziale antevocalica, si indebolisce al punto da lasciare di sé soltanto un’aspirazione (in gr spirito aspro). Esempio: numerale 7: il lat conserva la sibilante ie in posizione iniziale di parola antevocalica: septem, gr. ἑπτα: l’elemento sep- si è indebolito diventando ἑπ- in greco. 2. Scompare completamente in posizione intervocalica Esempio: verbo ἒχω: radice verbale ie *segh-: nel tema di presente in greco non troviamo né la sibilante iniziale antevocalica né lo spirito aspro perché interviene la legge di Grassmann= dissimilazione delle ispirate: qualora siano presenti all’interno di una sequenza fonetica due suoni aspirati troppo vicini fra di loro uno dei due si dissimila, perde la propria aspirazione trasformandosi nel suono sordo corrispondente. Nella radice c’è l’aspirata. L’aspirazione iniziale che naturalmente rappresenta l’esito dell’indebolimento della sibilante iniziale scompare per dissimilazione. < impf ε ἶχον < *ε – σεχ – ον: sibilante intervocalica destinata a scomparire completamente, indebolimento totale: contrazione tra le due vocali di timbro e che danno ε ἶcome esito: non è un dittongo, è il risultato della contrazione di due vocali brevi di timbro e. ει e ου sono grafie che non sempre corrispondono a dittongo: dal punto di vista grafico sono dittonghi, fonetico non sempre, sono grafie ambigue. La tendenza alla monottongazione è un fenomeno che riguarda non solo i dittonghi a vocale lunga ma tutti i dittonghi nella storia della pronuncia del greco: grafie che nel tempo per l’evoluzione della pronuncia finiscono per corrispondere non più a due suoni ma ad un unico suono lungo corrispondente a vocale di timbro e lunga e

chiusa e a vocale di timbro o lunga e chiusa. Il fatto che queste grafie corrispondano a e lungo chiuso e o lungo chiuso fa sì che possano essere utilizzate anche per rappresentare graficamente e lungo chiuso e o lungo chiuso non derivanti dalla semplificazione di dittonghi: es è il caso della contrazione: εε > η risultato= vocale lunga dello stesso timbro che unisce le due vocali brevi che si trovano a contatto. Per rappresentare questo e lungo chiuso che deriva da contrazione può essere utilizzata la grafia ει perché nella realtà concreta dell’uso linguistico questa grafia corrispondeva a η (e lungo chiuso). 3. In posizione finale di parola la sibilante ie si conserva sempre 4. La sibilante geminata tende a semplificarsi Esempio: γενος, dativo plurale γενεσι < γενεσ – σι doppio sigma perché uno è del tema (tema in sibilante), l’altro fa parte della desinenza: si semplifica. La sibilante scempia risultato della semplificazione di una sibilante geminata è una sibilante secondaria, che dal punto di vista fonetico è forte, resistente, e non è quindi soggetta al fenomeno della scomparsa della sibilante intervocalica (sibilante primaria= già in posizione intervocalica, scompare). 5. Esiti vari: combinazione della sibilante con consonanti e sonanti Esempio: aoristo: es vb νεμω, aoristo= ἒνειμα < ε – νεμ – σα (aoristo sigmatico): esempio di incontro tra nasale e sibilante: può dare esiti diversi a seconda del fatto che la sibilante sia primaria o secondaria (originaria, più debole, o a sua volta frutto di qualche trasformazione). In questo caso è primaria: prevale la nasale (resta μ e non σ) e questa semplificazione del gruppo fonetico nasale+sibilante produce un allungamento di compenso della vocale precedente: altro caso di ει= grafia non corrispondente a dittongo: questo non è un dittongo ma una vocale risultante da un allungamento di compenso, è una vocale allungata: altro caso di e lungo chiuso graficamente notato ει perché non deriva dalla semplificazione di un dittongo ma da un allungamento di compenso. Regola: il gruppo nasale+sibilante si semplifica a vantaggio della nasale con allungamento di compenso della vocale precedente. Se il sigma è secondario prevale sulla nasale. Esempio: π ᾶσα, femminile di πας π ᾶσα παν, tema παντ-, per formare il femminile si aggiunge un suffisso -ya, suffisso formativo di femminile: *παντ – yα: τ+y= σ (assibilazione, esito= sibilante) > *πανσα (sibilante secondaria: frutto della trasformazione di qualcos’altro, suono forte): nasale+sibilante secondaria= prevale la σ, rimane la sibilante e si verifica un allungamento di compenso della vocale precedente > ᾶ (alfa lungo, infatti possibilità di usare l’accento circonfesso). Maschile: *παντ + ς desinenza del nominativo maschile singolare > τ+σ= ς che è sibilante secondaria, nasale+sibilante prevale la sibilante secondaria con allungamento di compenso.

OCCLUSIVE Si denominano in base al punto di articolazione. Sistema delle occlusive ie: più articolato rispetto a quello gr che ha operato una semplificazione. LABIALI (anche in gr) DENTALI (anche in gr) VELARI (anche in gr) PALATALI (in più rispetto al gr) LABIOVELARI (in più rispetto al gr) - Le labiali ie sono di tre tipi: sorda (*p), sonora (*b), sonora aspirata (*bh); anche nelle dentali l’aspirata è una sonora aspirata; anche nelle velari > l’aspirata è sempre una sonora in ie, a differenza del sistema delle occlusive greco, dove le aspirate sono sorde. Semplificazione del sistema delle occlusive ie in greco: che fine hanno fatto le palatali e le labiovelari? PALATALI: diventano delle velari: la tipologia delle occlusive palatali in greco non si conserva assolutamente e si schiaccia del tutto sulle velari. Nelle lingue ie si distingue un gruppo occidentale (lingue centum) e un gruppo orientale (lingue satem) in base al trattamento delle velari ie: la differenza fondamentale consiste nel fatto che le palatali nelle lingue centum diventano velari (prevale il suono velare), nel gruppo delle lingue satem es antico indiano diventano delle fricative. LABIOVELARI: il greco non le conserva e le trasforma in altre occlusive diverse a seconda del suono che segue. Labiovelari= labiale + velare: fonemi probabilmente caratterizzati proprio da un punto di articolazione velare (velo pendulo) ma un’articolazione anche labiale: suoni misti dal punto di vista articolatorio. Questo carattere misto dei suoni ne ha determinato la debolezza, eccezione in latino, che conserva la labiovelare sorda e le dà la grafia qu e talora conserva la sonora a cui dà suono u. In greco lo sviluppo delle labiovelari ie avviene in tre fasi successive nel tempo progressive tra di loro: 1) La prima fase, la più antica, ha interessato quelle labiovelari che si trovavano in un rapporto di contiguità con un suono “u”: sono queste quelle che si sono trasformate per prime perché sono suoni troppo vicini e troppo simili: dissimilazione= perdita della componente labiale, trasformazione in velare Esempio: lupo *lu kos. Simbolo delle labiovelari= stesso simbolo delle velari con u in apice ad indicare l’articolazione labiale. La labiovelare qui è preceduta dal suono u: sequenza in cui ci sono due suoni uguali troppo vicini dal punto di vista fonetico, inevitabilmente avviene una dissimilazione: perdita della

componente labiale, trasformazione in velare. In greco abbiamo λυκος: la labiovelare diventa una velare, κ. Esempio 2: * guna (alfa lunga), una delle radici ie per la donna: labiovelare+suono u= dissimilazione, gr da labiovelare a velare sonora (rimane lo stesso grado di sonorità) > γυνη. 2) La seconda fase di trasformazione riguarda le labiovelari seguite da vocali di timbro e, i (labiovel+e, labiovel+i). Esito= dentale. Esempio: congiunzione coordinativa copulativa enclitica ie * ke > τε, lat que con la labiovelare conservata, enclitica anch’essa. Esempio 2: * kis > τις, lat quis Esempio 3: numerale 4: * ketur > τεσσαρες/…(varie forme dialettali), lat quattuor [t+y= σ, t+waw (u) =σσ] 3) Terza fase: interessa le labiovelari davanti ad a/o/consonante (labiovel+a/o/cons), esito labiale. Esempio: ἧπαρ, iecur < *ie kr. Lo iod iniziale antevocalico si indebolisce lasciando soltanto un’aspirazione, la vocale resta e nella quantità lunga, a fronte della vocalizzazione della rotante che diventa αρ la labiovelare si trova davanti a un suono “a” e labializza: esito π. Il latino conserva la labiovelare. # il gruppo dialettale eolico non partecipa alla seconda fase di trasformazione delle labiovelari: in eolico la labiovelari, che siano davanti a e, i, a, o, consonante, (seconda e terza fase) hanno sempre come esito le labiali (la fase due si schiaccia sulla terza). Per questo il numerale 4 nel dialetto eolico presenta un π iniziale. MORFOLOGIA Parola ie: morfema= unisce significante e significato (lessicale o grammaticale). Morfemi ie: radice, che non puoi mai mancare, a cui si aggregano altro morfemi come il suffisso, la desinenza, prefisso e infisso. La struttura della parola greca ha le stesse caratteristiche di quella ie (si costruisce attorno a un morfema radicale). Il greco conserva alcuni indizi che ci permettono di riconoscere la vitalità espressiva del morfema ie: - Mobilità della sede dell’accento e al tempo stesso capacità dell’accento di contribuire a definire il significato di una parola es. parole omografe ma non omofone come λευκός (agg “bianco, splendente”) / λεῦκος (nome di un pesce): l’accento è in grado di differenziare due parole altrimenti omografe. (L’accento doveva essere un tratto che differenziava la parola ie in maniera molto più massiccia di quanto non faccia in greco.) - Apofonia ie: capacità di un morfema di cambiare la propria forma per veicolare significati diversi

APOFONIA INDOEUROPEA Variazione della componente vocalica di un morfema per esprimere significati diversi (detta anche alternanza vocalica). 1) suffisso -τερ (usato per i termini di parentela e per i nomina agentis. Ha una gamma completa di realizzazioni). Πα/τηρ (due morfemi: radice+suffisso): NOM SING III declinaz, no desinenza. Tema in -ρ (nom sing= forma a desinenza zero). Suffisso: vocale di timbro e lunga. Πα/τερ/α (desinenza dell’acc sing della III declinaz): ACC SING (altra forma apofonica del suffisso -τερ: vocale di timbro e breve) Πα/τρ/ος: GEN SING. Suffisso senza vocale. Πα/τρα/σι: DAT PLUR. Suffisso in -τρα Prime due forme: presenza della vocale all’interno del suffisso, di quantità lunga/breve e di timbro e. Terzo caso: caratterizzato dall’assenza della vocale. Quarto caso: coincide con il terzo: i...


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