Guerra DEL Peloponneso PDF

Title Guerra DEL Peloponneso
Course Storia greca
Institution Università degli Studi Suor Orsola Benincasa
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GUERRA DEL PELOPONNESO È la guerra che vide opporsi Sparta (lega Peloponnesiaca e alleati) e Atene (lega Delio-Attica), motivo per cui fu definita anche guerra civile/ dei greci. Questa guerra dura 27 anni (dal 431 al 405) che termina con la sconfitta di Atene. La conosciamo grazia a Tucidide = storia della guerra del Peloponneso, vicende fino 411 anche se si capisce che ne conosce la conclusione. Verrà portata avanti da Sen. Divisione della guerra in 3 fasi, eredità di Tucidide: 

GUERRA ARCHIDAMICA (431-421): corrisponde ai primi 10 anni del conflitto. Si chiama così perché deriva da uno dei due re spartani all’inizio dello scoppio dell’ostilità da parte di Sparta. Si tratta di Archidamo. Nel 429 muore Pericle e il governo passa nelle mani di Cleone (non aristocratico). Con il generale ateniese Demostene gli ateniesi sbarcarono presso l’isola di Sfacteria (Peloponneso) e riescono a catturare 120 opliti spartani. Al comando degli spartani giunge Brasida che riuscì a strappare ad Atene la città di Anfipoli. Dopo vari tentativi, nel 421 le due polis firmano il TRATTATO DI NICIA, uno politico ateniese che ha dato l’iniziativa. Si tratta di una pace bilaterale cioè è una pace in cui non sono coinvolti gli alleati. È quindi una pace debole e, anche se doveva durare 50 anni, poco dopo il conflitto continua con gli alleati. Questa pace proponeva il bipolarismo di Cimone.



FASE INTERMEDIA: comprende gli anni che vanno dal 418 al 413. Ad Atene si opposero due figure. Nicia che voleva manente l’egemonia bipolare e Alcibiade, imparentato con Pericle, che vuole continuare la guerra. Nel 418 Atene e sparta ritornano a scontrarsi con la battaglia di Mantinea (Arcadia, Peloponneso). Accanto ad Atene militano una serie di comunità del Peloponneso di tradizione democratiche ostili a Sparta come la stessa Mantinea, Argo (nemica storica di sparta) ed Elide grazie ad Alcibiade. Gli ateniesi vengono sconfitti. Nicia si dedica all’asservimento di Melo nelle Cicladi (416) mentre nel 415 Atene compie una spedizione alla volta della Sicilia con Alcibiade. La Sicilia era da sempre stata adocchiata dagli ateniese poiché rappresentava il trampolino per poter dominare l’intero occidente. La spedizione partì con il pretesto di aiutare l’alleata Segesta (esistevano già da tempo alcuni accordi tra Sicilia e Grecia). Ma, poco prima della partenza, Alcibiade fu incolpato della decapitazione di due statue ad Atene. Avrebbe avuto il permesso di partire ma sarebbe poi stato processato. Alcibiade fugge e lascia la questione nelle mani di Nicia che si accinge ad attaccare Siracusa. Quest’ultima però viene aiutata dagli spartani con il generale Gilippo che porterà alla disfatta degli ateniesi e la sconfitta avrà una notevole incidenza sull’andamento del conflitto.



GUERRA DECELEICA O GUERRA IONICA: si data dal 413 al 404, che vede la sconfitta di Atene ed è l’anno in cui la flotta della lega peloponnesiaca guidata da Lisandro entra nelle acque del Pireo. In un primo momento Alcibiade si rifugia a sparta e invita gli spartani ad occupare Siracusa e di Decelea. È detta deceleica perché deriva dall’aggettivo DECELEA. Era il nome di un borgo dell’Attica, a poca distanza da Atene, che aveva una tradizione di rapporti con sparta. Per tale motivo sparta manda una guarnigione a Decelea per tenere sotto scacco Atene ad esempio ostacolandone l’arrivo dei rifornimenti. Inoltre, sotto consiglio dell’Ateniese Alcibiade, viene occupata. È detta anche ionica poiché la maggior parte dell’operazione militare di quest’ultima fase si svolgono nelle acque della Ionia (Asia Minore). In questa fase c’è l’ingresso della Persia non come forza militare ma come aiuto politico e finanziario. Entrambe le poleis si contengono la Persia ma sono gli Spartani che si aggiudicano il contributo che hanno portato loro alla vittoria.

CARATTERISTICHE GENERALI DEL CONFLITTO GUERRA TOTALE: Prende parte tutto il mondo greco e viene combattuta su più fronti. GUERRA IDEOLOGICA: scontro tra democrazia ateniese e oligarchia spartana GUERRA ETNICA: scontro tra stirpi diversi cioè ioni (Atene) e dori (Sparta). GUERRA DI LOGORAMENTO è, dal punto di vista militare, una guerra che si compone di poche battaglie campali. È una serie di operazioni di guerriglia.

CAUSE Le sappiamo grazie a Tucidide che fa una distinzione di importanza fondamentale relativa alle guerre in generale: CAUSE OCCASIONALI E CAUSA VERA DEL CONFLITTO. CAUSE OCCASIONALI: Sono 3 episodi concentrati tra il 435 e il 432 che vedono lo scontro delle due leghe. Questi sono:  La questione di Corcira Atene, nel 434-33 decide di stringere un’alleanza politica con Corcira (Corfù), isola del mare Ionio allora in guerra con Corinto per questioni politiche. Questa alleanza rompeva gli schemi sia da un punto di vista politico ma anche perché Corinto era la fondatrice di Corcira nel VIII. L’intento degli ateniesi era quello di indebolire Corinto e avere la flotta di Corcira. La battaglia si svolge presso l’isola Sibota nel 433 ma con la vittoria dei corinti. 



La questione di Potidea era una delle città più importanti della penisola calcidica, nel nord della Grecia che, essendo fondata da Corinto, continuava ad inviarle dei magistrati con funzione di sorveglianza ma faceva parte anche della lego delio attica e quindi doveva pagare un tributo. A causa di questo dualismo Atene, dopo un aumento del tributo, obbligò la poleis a cacciare i magistrati corinzi e ad abbattere le mura. Al rifiuto della poleis Atene l’assediò per ben 2 anni fino alla resa della città Il decreto contro Megara è un decreto che vietò l’accesso all’agorà ai cittadini di Megara. La motivazione è di natura religiosa in quanti avrebbero coltivato terre sacre ai confini dell’attica ma fu anche di motivo economico dato che i Megaresi erano alleati con Corinto e Sparta.

CAUSA VERA: Tucidide la attribuisce alla crescita della potenza ateniese durante la petecontetia che suscita timore negli spartani che si vedono costretti a dichiarare guerra. La responsabilità formale è degli spartani mentre la responsabilità morale è degli ateniesi. In particolare il contrasto più che Atene e sparta è Atene e Corinto, alleata di Sparta. È proprio Corinto a voler la guerra. Alcuni ambienti di sparta oppongono resistenza per la disparità delle risorse economiche e militari/navali. Cede e si esprime a favore della guerra. Sparta entra in guerra in nome della difesa e dell’autonomia dei greci minacciata dalla politica aggressiva degli ateniesi anche se a guerra conclusa Sparta assume una linea politica contrastante a quelli che erano i valori. La strategia di Pericle consiste nell’evitare lo scontro su terra ferma. La flotta ateniese, le nuove tecniche di combattimento e la possibilità di sbarcare cogliendo gli spartani impreparati avrebbe creato notevole disagio per il nemico che era ancora rimasto al vecchio modo di combattere. Ma, dopo la prima invasione spartana, questa strategia non fu attuata e quindi gli ateniesi avevano l ’ordine di ritirarsi e lasciare le terre alla devastazione nemica. La città non poteva soffrire la fame visto che il controllo del mare garantiva l’arrivo di ogni merce. RISVOLTI NELLA POLITICA INTERNA DI ATENE Momento importante è la morte di Pericle nel 429, vittima di peste. Nonostante avesse voluto fortemente la guerra dettando pure la strategia (NO SCONTRO SULLA TERRA FERMA), non ha avuto modo di combatterla. La morte di Pericle significa per la storia politica di Atene significa l’ascesa dei DEMAGOGHI (capi del popolo), successori e politici ateniesi che assumono la guida della politica di Atene. Erano democratici radicali che accentuano la politica periclea (es: aumento de salario per l’esercito delle cariche pubbliche) mentre per la politica estera sono contrari ad una pace con gli spartani e proseguono il conflitto. Quella dei demagoghi è una novità all’interno della politica poiché sono di estrazione non aristocratica. Un altro risolto è rappresentato da crisi temporanee del governo democratico, due in particolare. Coincidono con momenti particolarmente difficili sul piano militare. 

411 a.C. dopo la spedizione fallimentare in Sicilia, alcuni rappresentanti dell’oligarchia cittadina come ANTIFONTE approfittando di questa situazione. Inizialmente in accordo con alcuni democratici (sostenitori di una democrazia moderna), mettono in atto un colpo di stato che viene definito LEGALE. Si tratta di un ossimoro ma lo definiamo tale perché gli oligarchici creano all’interno della città un clima di intimidazione così forte che porta l’assemblea a votare una

serie di provvedimenti che abrogano quelli che erano i provvedimenti presi dal governo democratico. Praticamente l’assemblea si toglie dei poteri. Si viene ad instaurare IL GOVERNO OLIGARCHICO DEI 400. Sono 400 cittadini di estrazione aristocratica che sostituiscono il consiglio dei 500. È un’esperienza di pochi mesi che cade a causa della ribellione da parte di alcuni membri della lega delio-attica, i dissidi sorti tra gli stessi oligarchici, richieste di trattative con gli spartani che non vengono accettate e principalmente dalla dura reazione contro i 400 della flotta della lega stanziata nelle acque dell’isola di Samo. La flotta è la principale sostenitrice e minaccia di intervenire contro la stessa Atene. Dopo la caduta dei 400 si sussegue quello dei 5000. Si tratta di un governo oligarchico ma molto moderato. Anima principale di questo governo è TERAMENE. Ma anche la loro esperienza politica termina dopo poco, nella primavera del 410. I democratici radicali tornano ad avere il controllo sotto la guida di TEOFONTE. La prima cosa che fanno è bocciare un’altra richiesta di pace avanzata da Sparta. 

404 a.C. i peloponnesiaci impongono ad Atene lo scioglimento della lega delio-attica, abbattere le mura, deve consegnare la flotta e pagare un’imposta di guerra molto alta. Gli alleati di Sparta vogliono invece la distruzione di Atene. Tra le condizioni imposte ad Atene non c’è nulla relativa l loro ordinamento politico ma, di fronte alla sconfitta, Atene non può continuare ad avere un governo di tipo democratico anche perché si è innescato un odio nei confronti dei democratici che avevano voluto fortemente l’avvio della guerra.

COSA AVVIENE AD ATENE? Viene nominata una commissione di 30 membri alla quale viene dato il compito di organizzare una nuova costituzione della città di tipo oligarchico e filospartano. Questi 30 però prendono il governo della città e viene denominato governo dei 30 tiranni (404). Questo evento compare nelle fonti antiche, non in quelle coeve (denominato solo 30) ma nelle fonti successive. È un governo che gode, almeno inizialmente, di alcuni ambiti spartani gravidanti intorno alla figura di Lisandro. Tra i 30 si determina presto una spaccatura che vede contrapposti TERAMENE (moderato) e dall’altra parte CRIZIA (estremisti). A prevalere di Crizia comporta un’accentuazione del carattere oligarchico del governo dei 30 e si traduce in una vera e propria persecuzione nei confronti dei democratici. I 30 danno avvio ad un governo dispotico che conferirà loro la definizione di tiranni. Questa esperienza dura poco perché nel 403 i democratici moderati allontanati si organizzano sotto la guida di Trasibulo. Si ha uno scontro armato in cui prevalgono i democratici e ne prendono il potere.  

PROCLAMAZIONE DI UNA GENERALE AMNISTIA cioè Atene cerca di ripartire. Da questa amnistia sono esclusi i 30 e i loro più stretti collaboratori. PROCESSO DI SOCRATE è uno dei primi atti di governo dei democratici che lo accusano e condannato a morte nel 399. È uno dei più grandi filosofi che non ha lasciato nulla di scritto ma sappiamo di lui e del suo insegnamento grazie a Platone. Viene accusato di non rispettare le divinità della città e di corrompere i giovani (si rifanno ad Alcibiade e Crizia). Poteva sottrarsi alla condanna ma, in segno di rispetto verso le leggi e le istituzioni della polis, si rifiuta. Muore per avvelenamento (cicuta). Ci sono motivazioni più profonda da cercare nell ’insegnamento di Scorate: insegnava ai suoi allievi di cercare la verità dentro di sé ed era avvertito come minaccia da Atene soprattutto dopo la caduta del governo dei 30.

ARCHAIOLOGHIA Tucidide con i suoi antefatti è la miglior fonte storica che ci descrive la guerra del Peloponneso. Egli registrò gli eventi fino al 411 poi continuati da Senofonte con le Elleniche. Tucidide fu un testimone diretto nonché politico attivo nelle vicende che riferisce. Pone la sua attenzione sulle dinamiche politiche. La sua non e un’opera solo storica ma anche uno strumento pedagogico: credeva infatti che la natura umana non mutasse e quindi la conoscenza delle vicende passate aiuta gli uomini non commettere gli stessi errori. L’unità greca si era ricomposta con le guerre persiane ma termina con l’avvento della guerra del Peloponneso. Non si tratta di una guerra combattuta tra due poleis ma divideva le città persino al loro interno, con una conseguenza di stasis. Una di queste è corcica che vide l’opporsi della fazione oligarchica e democratica. Tensione che poi esplose nel 427 a cui accorsero Atene e sparta schierandosi dalla parte dell’ideologia che rappresentavano.  Nel passo ci dice che le stasis vedono ogni genere di morte e crimine, anche di sangue. È una gara di violenza ed un circolo vizioso in cui prevale l’impeto di sopraffazione. A innescare questo circolo vizioso sono le poleis maggiori che, offrendo supporto pratico e ideologico, riuscivano a dominare la poleis in questione. Queste estasi, dice Senofonte, furono presenti in tutte le poleis del periodo. Dice inoltre che il governo tirannico di Atene, subito dopo la sconfitta, fece più morti della guerra e stesso nel governo oligarchico si vennero a creare discrepanze tra famiglie. Tucidide scrive del governo dei trenta dopo la sua caduta, ma il ricordo è talmente vivido che è percepibile nelle sue parole. CONGRESSO DI GELA La Sicilia è sempre stata un terra attraversata da conflitti e soprattutto di esperimenti politici. Le varie tensioni della Sicilia, in particolare tra Dori e Ioni, sfocia nel 427 con lo scontro tra Siracusa e Leontini con il rapido intervento degli ateniesi poiché consanguinei. Ma il congresso di Gela, nel 424 portò i rappresentati sicelioti a stipulare un accordo di pace. Tra le figure spicca Ermocrate il cui discorso ci viene riportato da Pausania. Egli si dichiara portavoce dell’intero territorio e non della sua Polis. Questo è un elemento di novità rispetto a quella che era la mentalità greca. L’argomentazione procede su due piani: da una parte egli dice che le stasis in ogni polis creano solo danni e da una parte dice che la stasis che stanno vivendo non è della singola città ma si tutto il territorio. Inoltre accusa arene della sua falsa buona condotta i cui interventi sono giustificati per il fattore dinastico. Ermocrate la accusa invece che le sue spedizioni, i suoi aiuti, sono solo di natura propagandistica. Viene così stipulato un accordo che però dura fino al 422. Atene fu quindi costretta alla ritirata ma si ripresentò nel 415. LA GUERRA IONICA: UNA GARA DI TRASFORMISMO Dopo la disfatta in Sicilia nel 413 Atene vive un momento terribile: la popolazione temeva l’attacco nemico e molti alleati della lega defezionarono. La Persia approfittò di questa debolezza per riprendere il dominio sulle poleis greche dell’Asia Minore. I due satrapi Farnabazo e Tissafene chiesero aiuto a Sparta: il primo disse di intervenire nell’Ellesponto e l’altro nella Ionia. A determinare poi la decisione fu il contributo dell’esiliato ateniese Alcibiade il quale, oltre a svelare le strategie di Atene spinse Sparta ad impegnarsi nella Ionia (guerra ionica). I persiani assicurarono l’appoggio economico per proseguire la guerra. Alcibiade intanto cerca di convincere Tissafene a mutare indirizzo politico verso Atene. Nel passo di Tucidide ci viene riportato in forma indiretta il loro discorso. Per garantirsi la fiducia di Tessafene, Alcibiade gli promette che al suo ritorno gli concederà il ruolo di ago della bilancia in quelli che erano gli affari interni ad Atene. Questo piano è detto divide et impera. Una seconda proposta è quella di rivendicare la vittoria con il nome dei Persiani, così come stava avvenendo con Atene. Lo scopo di Alcibiade è quello di rientrare ad Atene che, in preda ad un momento di crisi, gli conferirà le vesti di leader e salvatore. Rientra nel 408 quando ormai le sue precedenti accuse non sono nulla rispetto ai meccanismi che si erano innescati a causa sua, compresa l’alleanza tra Persia e Sparta....


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