Guy de Maupassant - Bel-Ami PDF

Title Guy de Maupassant - Bel-Ami
Author Lucia Nucci
Course Letteratura italiana e letterature europee
Institution Sapienza - Università di Roma
Pages 3
File Size 117.9 KB
File Type PDF
Total Downloads 46
Total Views 138

Summary

Vita e opere di Guy de Maupassant, con riflessione sul libro "Bel-Ami"....


Description

Guy de Maupassant – Bel-Ami Henri-Renè-Albert-Guy de Maupassant nacque il 5 agosto 1850 a Tourville-sur-Arques (Francia). La madre era colta e sensibile appartenente all’alta borghesia, grande amica e compagna di giochi di Gustave Flaubert, autore di Madame Bovary; fu una donna dalle non comuni doti letterarie, appassionata dei classici, in particolare di Shakespeare. Da lei ereditò l'amore per l'arte. Ben diversa era la sensibilità del marito, poco interessato alla letteratura e piuttosto incline alla bella vita. I suoi frequenti tradimenti e i continui litigi portarono presto i coniugi alla separazione. Guy visse con la madre fino a tredici anni; tra il mare e l’entroterra lussureggiante della Normandia, Guy crebbe appassionandosi alla natura e agli sport da praticare all'aperto. L'infanzia trascorse libera e attiva; a tredici anni entrò nel convitto ecclesiastico di Yvetot, dove, per consolarsi della noia e della disciplina, si dedicò a numerose letture proibite. Durante il liceo a Le Havre e poi a Rouen, Louis Bouilhet e Flaubert cominciarono a guidare la sua formazione letteraria. Nel 1869 si trasferì a Parigi e s'iscrisse alla facoltà di giurisprudenza, che abbandonò l'anno successivo per partecipare alla guerra franco-prussiana: questa esperienza maturò in lui un odio profondo per i militari, la guerra, i politici, osservando con sconfinata amarezza come fosse proprio la gente del popolo, del tutto estranea agli interessi del conflitto, a battersi per la difesa della patria. Nel 1872 ottenne un impiego noioso e monotono al ministero della Marina. In quel periodo si manifestarono i primi sintomi della sifilide che lo condurrà lentamente alla morte. A partire dal 1875 Maupassant inizia a scrivere brevi opere teatrali e qualche racconto. Gustave Flaubert lo prende sotto la sua protezione, accompagnandolo al suo debutto nel giornalismo e in letteratura. A casa di Flaubert incontra il romanziere russo Ivan Turgenev, i francesi Émile Zola ed Edmond de Goncourt, e molti dei protagonisti della scuola realista e naturalista. Scrive saggi e articoli pubblicati da giornali molto diffusi. Il 5 maggio 1880 Gustave Flaubert muore e Maupassant perde un grande amico e maestro. Poche settimane dopo la morte di Flaubert, Maupassant ottiene un lungo congedo dal ministero della Marina, cui seguirà il definitivo abbandono dell'impiego, motivato da problemi di salute. Dal 1881 Maupassant è tormentato da feroci emicranie, provocate dalla sifilide precedentemente contratta, cui riesce a sfuggire solo facendo uso di sostanze stupefacenti. In quello stesso periodo egli pubblica la sua prima raccolta di racconti. Nel 1880 pubblica Boule de Suif. Nel 1883 termina il romanzo Une vie, vendendone 25.000 copie in meno di un anno. Il suo secondo romanzo Bel Ami, apparso nel 1885, raggiunse le 37 ristampe in quattro mesi. Maupassant scrive senza grossi sforzi testi sempre interessanti dal punto di vista stilistico ed estremamente acuti nella descrizione della complessità dell'animo umano. È a quest'epoca che scrive quello che alcuni critici considerano il suo vero capolavoro Pierre et Jean. Di due anni dopo è Mont Oriol. Viaggiò in Algeria, Italia (in particolare in Sicilia), Gran Bretagna, Alvernia. Nel 1889 lo scrittore è duramente colpito dall'internamento forzato in un ospedale psichiatrico del fratello Hervé, da molti anni sofferente, il quale morirà nello stesso anno a Lione dopo un'atroce agonia. Nel corso del 1891 i problemi fisici (febbre, dolori di ogni genere, transitorie paralisi), si intrecciano con quelli psichici (amnesie, allucinazioni, difficoltà di ragionamento). Nessuna cura ormai è in grado di dargli sollievo. All'inizio del 1892 tenta il suicidio e viene internato in una clinica, dalla quale non uscirà più. Compaiono crisi epilettiche. Il 28 giugno entra in coma. Muore di neurosifilide - a 43 anni - il 6 luglio 1893, dopo diciotto mesi di sostanziale incoscienza, e viene sepolto a Parigi. Tutte le opere di Maupassant esprimono un pessimismo cupo e radicale: gli individui sono condannati alla meschinità, alla brutalità o all'impotenza, schiacciati dal peso di una vicenda incomprensibile e inutile. Basti pensare al protagonista di Bel-Ami, senza talento, mediocre persino nella bassezza. Tutto è misero, squallido, piatto. Così nel romanzo Una vita, in cui Jeanne incontra

solo delusioni e tradimenti e si lascia trascinare e travolgere dalla sventura. La "sofferenza di vivere" è rappresentata in modo spietato; il dolore dei suoi personaggi è assoluto senza essere grande, e quindi non suscita neppure un autentico moto di compassione. Per questo non diventano eroi: sono spietati ma meschini, oppure inebetiti dagli avvenimenti. Forse l'unica eccezione è il personaggio di Pierre nel romanzo Pierre e Jean, giudicato da molti il suo capolavoro; e non a caso Pierre verrà semplicemente espulso dalla famiglia, che non può tollerare il suo ruolo di coscienza infelice. L'universo narrativo di Maupassant appare dunque estremamente ricco e composito, ma anche statico e per certi versi riduttivo. L'esistenza tutta è ridotta a interessi materiali e piaceri effimeri, un'avventura cinica e sporca, priva di qualunque forma di speranza, percorsa dalla paura, dall'angoscia e dalla follia. Il linguaggio sobrio e preciso, la tecnica narrativa che trova nella brevità della novella una misura perfetta, lo sguardo inflessibile e apparentemente impassibile hanno creato la facile leggenda di un Maupassant naturalista, ossequioso discepolo di Zola e Flaubert. Il romanzo di Guy de Maupassant Bel-Ami è la storia del successo di un uomo che ha raggiunto tutte le mete che si è prefissato con le sue sole forze. La vicenda si svolge per la maggior parte a Parigi, nel gruppo di persone formato dai principali giornalisti de La Vie Française e dai loro amici e familiari. Georges Duroy, dopo aver svolto per due anni il servizio militare in Algeria, si è trasferito a Parigi, dove - da sei mesi - lavora come impiegato alle Ferrovie. Mentre una sera si aggira per le strade e i viali attorno all' Opéra, solo, squattrinato e roso dall'invidia per i ricchi che vede passeggiare, incontra casualmente Charles Forestier, un vecchio commilitone che, dopo il congedo, aveva iniziato una carriera di giornalista ed era diventato caporedattore politico de La Vie Française. Forestier incoraggia l'amico ad intraprendere la via del giornalismo e lo invita a pranzo per presentarlo al signor Walter, un ricco finanziere, proprietario e direttore de La Vie Française. Nella stessa occasione, Duroy conosce la bella e intelligente moglie di Forestier, Madeleine, e un'amica di quest'ultima, Clotilde de Marelle. Madeleine aiuta il protagonista a scrivere il suo primo pezzo giornalistico, ma poi i loro rapporti si raffreddano e Georges diventa amante di Clotilde. Pochi mesi dopo, i Forestier si trasferiscono nel sud della Francia, a causa delle peggiorate condizioni di salute di Charles, e l'assenza dell'amico consente a Duroy di acquistare spazio nel giornale. Quando una lettera di Madeleine lo informa che il marito sta per morire e lo implora di raggiungerla per aiutarla a sopportare il momento, Duroy si reca a Cannes dai due amici. Dopo la morte di Forestier, Duroy chiede alla giovane vedova di sposarlo e, dopo qualche settimana di riflessione, lei accetta. Su suggerimento della futura moglie, Duroy inizia a firmarsi Du Roy, per attribuirsi un'ascendenza nobiliare. Dopo il matrimonio, i novelli sposi partono per la Normandia, dove i genitori di Georges conducono una vita molto modesta, gestendo un'osteria di campagna. L'incontro coi suoceri non è gradito da Madeleine, che ben presto convince il marito a tornare in città. La coppia s'inserisce sempre più nella politica e negli affari. Madeleine, grazie alle sue conoscenze, riesce molte volte ad apprendere ciò che succede nel "dietro le quinte" della politica. Sulla base di queste informazioni, marito e moglie scrivono assieme, col determinante apporto di lei, articoli che spesso servono per avviare campagne di stampa contro ministri ed altri uomini di potere. In breve, comunque, le cose tra Georges e Madeleine si guastano. I colleghi iniziano a prendere in giro Duroy, per il fatto che i suoi articoli assomigliavano in modo sorprendente a quelli di Forestier, segno rivelatore di chi fosse la vera autrice. Duroy, ormai non più innamorato della moglie, inizia una storia con Virginie Walter, moglie del suo editore. Grazie a lei, viene a sapere che il nuovo governo, giunto al potere con l'appoggio del giornale, ha in progetto di invadere il Marocco e che il signor Walter, a conoscenza dei piani governativi, ha elaborato una grossa speculazione finanziaria.

Frequentando i Walter, Duroy approfondisce la conoscenza con la loro figlia più giovane, una graziosa ragazza di nome Suzanne. Architetta quindi un piano per liberarsi della moglie, entrando, assieme a un commissario di polizia, nell'appartamento dove Madeleine si incontrava con il ministro degli Esteri, Laroche-Mathieu, e sorprendendo i due in flagrante adulterio. Fugge quindi con Suzanne Walter, accettando di tornare a Parigi soltanto quando i genitori di lei acconsentono al loro matrimonio. Il romanzo termina con le sfarzose nozze celebrate alla Madeleine. Tra gli invitati, oltre ai maggiori esponenti della politica e della società parigina, c'è anche Clotilde De Marelle, che aveva rotto con lui alla notizia del suo fidanzamento con la signorina Walter. Dallo scambio di battute tra Georges e Clotilde, si capisce che lei gli ha perdonato il secondo matrimonio e che la loro relazione clandestina può riprendere. Il protagonista del racconto, Georges Duroy, rappresenta il prototipo dell'arrampicatore sociale d'ogni tempo. Duroy, nei cui tratti è ravvisabile lo stesso Maupassant, svolge la funzione di antieroe nel romanzo che lo segue nella scalata sociale: in funzione della lezione realista ricevuta dal romanziere dai grandi scrittori francesi del tempo, la storia evade ogni tentativo di "tragicismo" per narrare le vicende del personaggio. Sebbene vitale e prorompente in tutte le sue manifestazioni ed esternazioni, Duroy non è dipinto in maniera tale da accattivarsi le simpatie del lettore: l'estremo cinismo che dimostra nelle relazioni amicali ed amorose lo rende distante dal lettore e dallo scrittore stesso. L’arrampicatore di successo non si guadagna quindi nessuna simpatia ma evita anche di connotarsi come diabolico, poiché non esprime passionalità tipicamente romantiche: un personaggio cattivo che, grazie alla bravura di Maupassant, non ha forti contrasti ma rappresenta l'uomo mediocre alle prese con una vita presa di petto per garantirsi una soddisfazione personale che esclude il contatto intimo con l'altro. Anche i personaggi minori non vengono ritratti se non come mediocri "mezzi" tramite i quali Duroy ottiene ciò che vuole: perfino le sue amanti, che rappresentano lo sfogo della parte sensuale dell'uomo, non contrastano né accompagnano l'uomo, che procede solo ed autoescluso per sua stessa volontà, per la propria via. Si ritiene che il dipinto Monsieur Louis Pascal di Henri de Toulouse-Lautrec sia stato ispirato dalla figura di Georges Duroy....


Similar Free PDFs