Il problem solving e il Clil PDF

Title Il problem solving e il Clil
Author Laura Buffolo
Course Didattica Speciale
Institution Università per Stranieri Dante Alighieri di Reggio Calabria
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Summary

relazione sul problem solving in Didattica Speciale...


Description

Il problem solving Con il termine inglese problem solving si intende il processo cognitivo messo in atto per analizzare una situazione data e trovare una soluzione. Per quanto concerne il significato da attribuire al problem solving , le posizioni non sono unanimi. La letteratura presenta diverse posizioni, come R.M.Garrett che considera il problem-solving come un'attività complessa di apprendimento che coinvolge il pensiero mentre R.M.Gagné sostiene che consista in un processo tramite il quale il risolutore "scopre una nuova combinazione delle regole già note, applicabili, se rielaborate, alla situazione problematica affrontata, individuando così la soluzione di un problema" . Ancora, M. Salvaratnam identifica il problem-solving con "il processo mentale attraverso il quale nuove informazioni vengono derivate da altre già note (i dati del problema)" ed osserva come il risolutore, nel corso di tale attività ricorra alle proprie conoscenze "che gli consentono, attraverso una successione di stadi risolutivi, di istituire un legame tra le serie di informazioni fornite dai dati e la soluzione del problema". Ed infine, M. Frazer individua nell'attività di problem-solving una successione di tre fasi articolate al loro interno (definizione del problema, risoluzione, controllo). Questo metodo si basa sull'individuazione di un problema e sulla sua soluzione. E’ un procedimento articolato per la risoluzione dei problemi, traducibile in un modello procedurale adattabile a diverse situazioni. A differenza del processo di apprendimento classico che prevede l’utilizzo di procedure schematiche ed automatiche , la didattica per problemi si basa su operazioni cognitive in grado di offrire una soluzione inaspettata. Generalmente il problem solving viene associato allo sviluppo delle abilità logico-matematiche di risoluzione di problemi, tuttavia questa non si rivela l'unica area didattica che può giovarsi di dette abilità: problem solving, in ottica interdisciplinare, vuol dire uso corretto dell'abilità di classificazione di situazioni problematiche e capacità, quindi, di risolvere problemi-tipo analoghi, siano

essi

pertinenti

all'area

logico-matematica

o

meno.

Quindi il problem solving e il metodo della ricerca e della scoperta, dal quale il problem solving trae procedure e presupposti teorici, sono approcci che possono comunemente essere applicati nelle diverse aree didattiche. Inoltre il metodo dei problemi, del quale il problem solving e' una sfaccettatura, pone come nucleo operativo la scoperta ed il dominio di situazioni problematiche in generale, al fine di sviluppare le potenzialità euristiche dell'allievo, e le sue abilità di valutazione e di giudizio obiettivo.

Per essere in grado di adattare la metodologia del problem solving, non è necessario essere in possesso di competenze specifiche proprie di una determinata area di conoscenza ma di quelle competenze trasversali necessarie a guardare i problemi da un punto di vista diverso in maniera tale da trovare soluzioni che possono essere molto semplici ma difficili da carpire. Il compito del problem solving è quello di trasformare un problema in un progetto da gestire. Se il problem setting individua cosa fare, il problem solving individua come farlo. Nel problem solving è possibile individuare sei fasi ben definite : - il problem finding, il problem setting, il problem analysis il problem solving, decision making e decision taking. -Problem finding: la prima fase è quella di riconoscere un ostacolo. Questo sta a significare che ci si è resi conto del fenomeno e lo si concepisce come deviante dalla norma nonché fonte di disagio. E’ una fase che sembrerebbe scontata ma non lo è, poiché è importante rendersi conto di essere in difficoltà per trovare una soluzione al proprio problema. E’ necessario anche identificare il risultato e gli effetti che vogliamo ottenere una volta risolto il problema. -Problem setting: in questa seconda fase è possibile identificare il problema, la sua definizione nonché l’obiettivo da raggiungere. -Problem analysis: nella terza fase il problema andrà scomposto in tanti secondari, più piccoli e più facilmente affrontabili e risolvibili. Per scomporre il problema può essere utilizzato o un algoritmo ad albero o altri strumenti di scomposizione e raggruppamento logico. -Problem solving: la quarta fase è quella da cui prende correttamente il nome di problem solving. Lo scopo è quello di riuscire a rimuovere le cause che hanno originato il nostro problema in maniera tale che questi non possa più ripresentarsi. Infatti, per risolvere un problema occorre cambiare qualcosa, altrimenti il problema successivamente si ripresenterà. -Decision making: in questa fase vengono valutati i punti di forza e di debolezza , le possibilità di successo nonché la realizzabilità di ciascuna idea proposta. In base a questa analisi è possibile individuare la soluzione più opportuna. -Decision taking: è l’ultima fase in cui occorre passare all’azione, monitorando il risultato raggiunto rispetto a quello che si vuole ottenere. Infatti, vengono verificati gli esiti e nell’ipotesi in cui siano positivi si continuerà ad applicare questa strategia di soluzione, al contrario si ricomincerà tutto il processo di problem solving per trovare una strategia migliore. E’ un passaggio fondamentale in quanto fa riflettere su come si è svolto il processo e sul perché dell’esito. In letteratura si trovano diverse schematizzazioni che spiegano i passaggi da seguire per migliorare le proprie capacità. La tecnica più nota è il F.A.R.E.

La prima è quella conosciuta

con l’acronimo F.A.R.E. che racchiude tutte le fasi per il

raggiungimento della soluzione: -Focalizzare: selezione e definizione del problema (circoscriverlo). E’ possibile aiutarsi come una descrizione scritta. -Analizzare:definizione edlle informazioni da ricavare e della loro importanza per poi raccogliere i dati. -Risolvere: creazione di soluzioni alternative e selezione della migliore. Sviluppo di un piano di attuazione. -Eseguire: definire l’obiettivo desiderato, esecuzione del piano e monitoraggio dei risultati. La seconda schematizzazione altrettanto famosa è quella secondo Lasswell ed usata fin dagli anni trenta nel giornalismo. E’ caratterizzato da cinque W e due H che schematizzano le fasi fondamentali per la soluzione di un problema:Who, chi è il referente o il committente, a chi ci si rivolge; what, che cosa si deve fare (progetto); where , dove si deve intervenire ; when, quando va fatto; why, perché si fa (obiettivo); how, come si deve fare- questo è lo sviluppo stesso del progetto; how much, quanto si può spendere. Grazie a questo metodo di apprendimento è possibile sviluppare una serie di abilità fondamentali per la vita futura del ragazzo. In primo luogo la capacità di analizzare e valutare la propria attività cognitiva, avendo così consapevolezza dei vari aspetti del lavoro mentale. Una persona, capace di individuare il tipo di ragionamento a cui è più portata, le difficoltà incontrate durante il processo risolutivo e i benefici ricavati, sarà anche in grado di scegliere per sé la strategia migliore o di trovare gli errori compiuti nel percorso di ricerca. Inoltre, la capacità di elaborare un pensiero creativo, detto anche pensiero produttivo, da contrapporre a quello riproduttivo che procede per automatismi. Un approccio creativo permette di analizzare il problema da diversi punti di vista, di riformularlo in termini nuovi, ottenendo una visione globale della situazione, lasciando la possibilità di cogliere al tempo stesso le parti che la costituiscono e i nessi tra queste. L’obiettivo finale è quello di dare vita ad “esseri pensanti”, dare ai ragazzi quello spirito critico fondamentale per affrontare una realtà globale e in continuo mutamento. La tecnica del problem solving risulta molto efficace nei confronti di allievi con disabilità intellettive gravi per insegnare loro modalità di soluzione di problemi corrette e adatte alle diverse situazioni. Per rendere più semplice questo apprendimento è possibile servirsi di strategie facilitanti, come quelle di riorganizzare e ristrutturare in maniera differente il materiale o i dati....


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