Pascoli IL Lampo E IL Tuono PDF

Title Pascoli IL Lampo E IL Tuono
Author ️Renato Cogliati
Course Letteratura italiana
Institution Università degli Studi di Bergamo
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Summary

ANALISI POESIE. MOLTO FACILE, COMPRENSIBILE, DETTAGLIATO E UTILE PER LE VERIFICHE O INTERROGAZIONI...


Description

IL LAMPO, di Giovanni Pascoli TESTO 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7.

E cielo e terra si mostrò qual era: la terra ansante, livida, in sussulto; il cielo ingombro, tragico, disfatto: bianca bianca nel tacito tumulto una casa apparì sparì d'un tratto; come un occhio, che, largo, esterrefatto, s'aprì si chiuse, nella notte nera. PARAFRASI

Il cielo e la terra apparvero (si mostrò: perché illuminati improvvisamente dal chiarore del lampo) quali erano: La terra ansimante (ansante: sembra respirare affannosamente durante il temporale, come un essere umano in agonia), di un colore plumbeo (livida) e sconvolta (in sussulto); il cielo pieno di nuvole (ingombro), cupo (tragico) e sconvolto (disfatto): una casa bianchissima (bianca bianca = anadiplosi, l'accostamento di due aggettivi conferisce valore superlativo) appare all’improvviso (d’un tratto) e subito scompare (apparì sparì – ossimoro e asindeto dato dall’accostamento delle due forme verbali senza segni di interpunzione) nel silenzioso sconvolgimento ( tacito tumulto = ossimoro e allitterazione; tacito nel senso di taciturno perché non è ancora scoppiato il tuono); come un grande occhio (come un occhio - similitudine; come l’occhio del morente che si apre un’ultima volta) che atterrito (esterrefatto) si apre e si chiude (s'aprì e si chiuse) nel buio della notte (nella notte nera: allitterazione). ANALISI E COMMENTO "Il lampo" viene pubblicata per la prima volta nella terza edizione di Myricae, nella sezione "Tristezze". Dal carteggio di Pascoli emerge che questa poesia si riferisce alla morte del padre e al suo ultimo sguardo da morente. E’ una poesia fortemente simbolica e in essa domina il senso visivo. Il paesaggio appare, improvvisamente, per un fugace lampo che, squarciando la notte, illumina una casa: l’immagine è una metafora della brevità della vita, della sua precarietà. La casa viene descritta attraverso il colore bianco, per segnarne l'aspetto positivo come rifugio di fronte al temporale e simboleggia il "nido" familiare. Alla casa e al colore bianco che la differenzia, si contrappone il nero della notte con sensazioni opposte di paura e angoscia. Il valore simbolico è reso evidente dalla personificazione degli elementi naturali: la terra è ansante; il cielo è tragico. Gli aggettivi utilizzati descrivono le reazioni fisiche e psichiche tipiche dell’essere vivente che prova paura, pur essendo riferiti a elementi della natura. Il climax ascendente (vedi gli aggettivi riferiti al cielo e alla terra: ansante, livida, in sussulto e ingombro, tragico, disfatto) sottolineano il passaggio ad una condizione sempre più disperata. Anche la casa è umanizzata, la bianchezza estrema evidenziata dall’anadiplosi, richiama il pallore di un volto in preda alla paura, e la similitudine con l’occhio, degli ultimi due versi, rende l’idea dell’attonito sgomento degli esseri viventi di fronte alle tempeste della vita.

Metrica:Ballata piccola di endecasillabi. Due strofe (un verso-strofa e una sestina); Rime libere. Schema: A, BCBCCA. La lirica apre con un verso isolato per mettere subito in rilievo il soggetto trattato. Il testo è molto breve ma accuratamente costruito.

IL TUONO, di Giovanni Pascoli TESTO 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7.

E nella notte nera come il nulla, a un tratto, col fragor d'arduo dirupo che frana, il tuono rimbombò di schianto: rimbombò, rimbalzò, rotolò cupo, e tacque, e poi rimareggiò rinfranto, e poi vanì. Soave allora un canto s'udì, di madre, e il moto d'una culla.

PARAFRASI nera come il nulla: è una similitudine che paragona il colore nero con l’assenza e il vuoto; E nella notte nera come il nulla - l'allitterazione dei suoni nasali e gravi trasmette il senso di cupa angoscia e di oscurità che precede il momento del fragore improvviso del tuono. arduo = ripido, scosceso. rimbombò, rimbalzò, rotolò: sinestesia, vi è l'associazione della percezione uditiva a quella visiva. Dà un ritmo incalzante e veloce. rimareggiò = tornò a farsi sentire con il rumore delle onde del mare che si rifrangono. Con il progressivo attenuarsi del fragore anche il ritmo si fa più lento e scandito dalla ripetizione della congiunzione e. Vanì = svanì

ANALISI E COMMENTO Questa lirica fa parte della quinta edizione di Myricae e appartiene alla sezione “Tristezza”. Pascoli in questa poesia, vuole descrivere il tuono che, con alto fragore, rintrona nella notte scatenandosi in tutta la sua violenza terribile. L’essere umano all’udire questa forza possente della natura, s’impaurisce come il bimbo che piange spaventato nella notte buia (il nero della notte è simile al nulla; dove il nulla è simbolo di morte). In chiusura, tipicamente pascoliane, le figure della madre e della culla (simbolo di nascita, vita) si contrappongono all’immagine minacciosa della natura: ma la presenza di questi due riferimenti consolatori, simboli di protezione e innocenza (madre e culla), più che introdurre una nota di speranza sembra voler sottolineare la tragicità dell’esistenza nell’associazione determinata dalla rima “nulla:culla". Si può dire che questa poesia sia il proseguimento di quella intitolata Il lampo (facente parte della triade Temporale, Il lampo e Il tuono) ed infatti inizia con le stesse parole che chiudevano Il lampo: “nella notte nera”. Presenta inoltre altri elementi in comune come l’identica struttura metrica e l’identico schema delle rime. Entrambe le liriche sono costruite su un accostamento di sensazioni: nel Il tuono prevalgono le sensazioni uditive, mentre nel Il lampo vi sono quelle visive. La rappresentazione di un fenomeno

naturale e la descrizione di un paesaggio costituiscono il tramite per far emergere i sentimenti del poeta.

METRICA Ballata piccola di 7 versi endecasillabi, con schema A BCBCCA. La poesia si apre con un verso isolato (come per Il lampo), introdotto dalla congiunzione e che sembra quindi voler proseguire un discorso, una riflessione. Numerose le onomatopee che unitamente alla ripetizione della consonante r (allitterazione) efficacemente riproducono il fragore del tuono. Altre allitterazioni sono presenti in buona parte del testo (della n al v.1; di r, u, o ai vv. 2,3,4,5). Negli ultimi due versi il ritmo si fa più lento e cadenzato rendendo l’impressione dell’acquietarsi dell’atmosfera....


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