Riassunto il vangelo e il denaro PDF

Title Riassunto il vangelo e il denaro
Author Lisa Mandini
Course Teologia III
Institution Università Cattolica del Sacro Cuore
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Riassunto completo ...


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Il vangelo e il denaro

Riassunto: Il vangelo e il denaro 1. PROBLEMI DI ESEGESI TEOLOGICA Il vangelo propone la povertà come un ideale per tutti? Alcuni passi della scrittura sembrano favorire una risposta positiva a tale domanda, è necessario confutare questa risposta positiva per far sì che si presenti con chiarezza il pensiero proposto da Cristo sul denaro. I passi che inducono a presentare la povertà come un valore cristiano sono la prima beatitudine che Matteo enuncia (Beati i poveri di spirito, perché in essi è il regno dei cieli), Luca esprime invece il suo: Beati voi poveri perché vostro è il regno di Dio, il giovane ricco di Matteo: Se vuoi essere perfetto va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo. ! Il caso delle beatitudini La difficoltà nell’interpretare le beatitudini sui poveri dipende dalla differenza che separa la redazioni di Matteo da quella di Luca. Le conclusioni alla quale è arrivato Jacques dopo aver analizzato i due testi sono diverse. Le beatitudini dei due evangelisti non dicono la stessa cosa, i poveri in spirito e i poveri di cuore di Matteo designano le persone che hanno un cuore umile davanti a Dio. I poveri della beatitudine di Luca sono poveri reali, contrapposti ai ricchi. Questa differenza è carica di conseguenze: la beatitudine di Matteo celebra l’umiltà del cuore, quella di Luca sarebbe un incoraggiamento dato a coloro che sono in una povertà reale. In più non bisogna concepire le beatitudini sui poveri come se presentassero la povertà come un ideale da perseguire. In matteo si tratta dell’umiltà del cuore e non di povertà reale. ! Il caso del giovane ricco Nella sua opera padre Thaddée Matura conferisce attenzione all’episodio del giovane ricco, lo vede come un testo chiave che dimostra il radicalismo dell’insegnamento di Gesù che dice di fronte alle ricchezze del giovane ‘’va, vendi quello che hai e dallo ai poveri’’. La sua analisi lo induce a sostenere che queste parole non si rivolgono a una persona in particolare ma a tutti. Altri esegeti reputano che tale invito era rivolto solo al gruppo ristretto dei discepoli e che di conseguenza ha solo valore storico visto che questo tipo di discepoli non esiste più. Altri ancora ritengono che queste parole prendano di mira un gruppo particolare, coloro che nella comunità ecclesiale sono investiti di una funzione di servizio. Però Matura pensa che i testi autorizzano solo un’unica interpretazione, ossia le esigenze radicali di Gesù si rivolgerebbero a tutti. ! Accostato al pensiero di Matura vi è quello di Jaques Ellul, che ritiene che le parole di Gesù si rivolgano ad ogni cristiano e vuole che si mantenga il radicalismo della richiesta di Gesù. ! Bisogna prendere sul serio queste due scelte ma bisogna farlo anche per rifiutarla con la massima fermezza. In primis perché questa interpretazione invita a dare insegnamenti ai credenti che non è possibile dare loro, insegnamenti che non ascolterebbero. È una buona strategia quindi presentare l’atteggiamento cristiano di fronte al denaro come un ideale che non è possibile avere? È molto inopportuno presentare la povertà come un ideale per i cristiani, la povertà è per definizione una condizione di sofferenza per via di una insufficienza. La povertà quindi non è un ideale, bisogna stare attenti a non interpretare e proporre la beatitudine della povertà in un modo che farebbe della religione cristiana un oppio dei popoli. !

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Il vangelo e il denaro 2. MATERIALI PER UN PENSIERO CRISTIANO SUL DENARO Un preliminare: il pericolo delle ricchezze Il pericolo delle ricchezze è un tema molto frequente nella Bibbia e in particolare nel Vangelo di Luca, ma nonostante ciò sembra essere un tema evitato. In questo silenzio vi è un paradosso, che è possibile spiegare da una parte con timore di contraddire una convinzione contemporanea, quella che riconosce la grande importanza dei soldi per coloro che vivono da persone responsabili nelle nostre società competitive. Oggi possiamo parlare in modo valido del pericolo delle ricchezze solo a una condizione, ossia riconoscere che è legittimo perfino necessario possederle. In seguito è importante riflettere sui pericoli delle ricchezze, come i Vangeli invitano a fare. In primo luogo, occorre rendersi conto che il denaro affascina, rappresenta tutto ciò che si può procurare, significa sicurezza, piacere, potere, tutte le apparenze della felicità. I legami tra il denaro e i desideri sono molto stretti, a volte tale fascino è così grande che il denaro diventa una realtà che conta al di sopra di tutto. Il denaro è allora Mammona, il falso dio il cui culto falsa l’equilibrio della vita umana. Il denaro inverte tutta la gerarchia dei desideri quanto diventa per colui si lascia affascinare il Mammona di iniquità di cui parlava Gesù. ! Il primo male del culto del denaro consiste in una alienazione dell’essere nell’avere. Colui che percepisce tutte le cose in termini di dollari, che si dedica a una corsa folle per procurarsi i gadget più futili (ecc.) manifesta uno squilibrio, il denaro crea l’impressione di dare tutto. Eppure non dà amore, saggezza, gioia, salute, pazienza nella prova. Quando affascina il denaro prova un secondo male, indurisce il cuore, rende il ricco incapace di restare aperto ai bisogni altrui. La parabola del ricco cattivo illustra alla perfezione questa ignoranza tranquilla nei confronti dell’infelicità, delle delle sofferenze altrui. Il culto del denaro snatura la relazione con gli altri.! Inoltre usurpa il posto di Dio nell’anima. Nel pensiero di Gesù ciascuno deve prendere molto sul serio il rapporto con il denaro, che ha una potenza spirituale. Quando ci si abbandona al fascino dei soldi non solo si perde il contatto con le aspirazioni del nostro essere, non solo ci si chiude agli altri ma ci si chiude con Dio stesso. ! Obiettivi dell’insegnamento di Gesù In Gesù non vi è alcuna traccia di un timore morboso relativo al godimento dei beni materiali, né vi è alcuna condanna dell’interesse che una persona può e DEVE avere per il miglioramento delle sue condizioni di vita. Gesù appare come un essere normale, capace di rallegrarsi e di celebrare. Gesù non condannava la situazione dei ricchi, ma si limitava a dire loro il pericolo delle ricchezze. ! Un secondo pensiero che fa parte della trama dell’insegnamento di Gesù riguarda il posto che dovrebbe occupare la preoccupazione per i beni materiali. Non è vero che Gesù invita alla noncuranza verso tutto ciò che concerne il denaro e la sicurezza finanziaria, ha più volte fatto all’interno del Discorso della montagna elogio della previdenza e prudenza, ciò che condanna è l’atteggiamento di coloro che si lasciano divorare e investire dalle preoccupazioni per i beni materiali fino al punto di divenire incapaci di interessarsi a Dio e al suo regno. ! Tra la noncuranza e la preoccupazione per il dinaro c’è spazio per un atteggiamento responsabile. ! Una terza idea fondamentale dell’insegnamento di Gesù tratta della preoccupazione che dobbiamo avere per gli altri, si tratta dell’invito a condividere i propri beni e a donare a coloro che sono nel bisogno. L’uomo non mai solo con se stesso e con Dio quando si tratta del denaro, è sempre posto davanti agli altri e in particolare dinanzi a chi è più bisognoso. L’insegnamento cristiano sul denaro è infatti strettamente collegato al precetto dell’amore. !

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Il vangelo e il denaro La parabola del samaritano e l’evocazione del giudizio finale sono probabilmente i passi più importanti di tutto ciò che troviamo nel Nuovo Testamento rispetto ai soldi. Proclamano con chiarezza la necessità del dono in uno spirito di carità nei confronti di coloro che sono nel bisogno. Condannano l’uso egoistico del denaro e celebrano la generosità del dono. ! La preoccupazione per i poveri ! Il rapporto con i poveri è uno dei grandi temi del Vangelo. Jurgen Moltmann ha mostrato l’importanza della speranza per ogni uomo, poiché ogni uomo è povero in un senso radicale, essendo votato all’insuccesso, alla sofferenza e alla morte. Gesù non si è accontentato di rivelare ai poveri la speranza del Regno, ha interpellato i ricchi con il massimo vigore ricordando loro che devono preoccuparsi di aiutare i poveri e di aiutarli a uscire dal loro stato di dipendenza. ! 3. LA SOCIETÀ ATTUALE DI FRONTE AL DENARO La celebrazione del denaro Il primo problema nella società attuale risiede nella promozione esacerbata del desiderio, ha una duplice radice, ogni giorno si lanciano sul mercato nuovi prodotti e si offrono nuove possibilità all’uomo di oggi. Per la loro solo presenza queste possibilità costituiscono altrettanti alimenti offerti dal desiderio e suscettibili di provocarlo e alimentarlo. La pubblicità è onnipresente per gli occhi e orecchie, ha un solo scopo: attirare, sedurre, provocare desiderio. Non sorprende che l’uomo sia un essere monopolizzato da desideri invadenti in misura maggiore rispetto al passato. Si aggiunge a questa promozione del desiderio una generalizzazione dell’edonismo radicale, questo consiste nel pensare che il fine della vita sia la felicità, la quale è il massimo del piacere definito come la soddisfazione di tutti i desideri e bisogni di un individuo. Questa generalizzazione deriva da un complesso di cause diverse: l’uomo è portato spontaneamente a soddisfare i suoi desideri, ha quindi una inclinazione edonistica naturale; una certa psicanalisi ha contribuito alla tendenza a darsi come ideale l’edonismo radicale. Tuttavia, la mentalità che caratterizza l’edonismo radicale si diffonde mediante tutto ciò che è veicolato dai media e dalla pubblicità. ! La celebrazione dell’egoismo Lalande attribuisce quattro significati al termine egoismo:! 1.

Riguarda la metafisica, caduto in disuso!

2.

Proprio della psicologia: definito come un amore di sé o una tendenza naturale a difendersi, a mantenersi, a proteggersi; in quest’ottica l’egoismo è contrapposto all’altruismo. !

3.

Mondo della morale: amore esclusivo o eccessivo di sé, o ‘’carattere di colui che subordina l’interesse degli altri al suo e giudica tutto dal suo punto di vista”!

4.

Concerne l’ambito dell’etica: teoria che fa dell’interesse individuale il principio esplicativo delle idee morali e il principio direttivo del comportamento. !

Per egotismo invece Lalande propone tre diversi significati, due dei quali sono interessanti per l’argomento di questo testo. Il primo: tendenza a pensare al proprio io e a rapportarvi tutta la propria vita mentale. Il secondo: identificato con il culto dell’io e con la preoccupazione esclusiva di coltivare se stessi, il che è eretto a fine unico del comportamento. ! Il passaggio dall’egotismo all’egoismo è facile e fatale. La tendenza psicologia naturale a preoccuparsi dell’io si sviluppa in modo del tutto naturale. La nostra epoca conosce una

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Il vangelo e il denaro celebrazione senza precedenti dell’egoismo. Ci si occupa molto della propria saluta, prioritariamente di quella mentale e psichica, non sembrano contare né il passato né il futuro, si assiste a una rinascita del capre diem, emergere dei una cultura narcisistica. ! Nella nostra società lo stato si fa carico sempre più dell’aiuto o dell’assistenza da recare agli sventurati, a tutti coloro che sono schiacciati dalla macchina economica, l’esistenza di questi programmi sociali può provocare effetti secondari carichi di conseguenze. In coloro che sono assisti si osservano abusi che assumono la forma di una tendenza alla pigrizia o all’abdicazione davanti allo sforzo. Un effetto secondario dei programmi sociali è che si diffonde sempre più una mentalità secondo cui i problemi degli altri sono competenza dello stato e non mio. Questa mentalità se non contrastata può andare in una direzione di cultura dell’egoismo. ! Il sindacalismo poi, è divenuto uno strumento di rivendicazione collettiva per i suoi membri. Tutte le sue energie sono monopolizzate per richiedere salari migliori, ferie più lunghe, il sindacalismo è quindi divenuto un luogo in cui si mantengono e si coltivano egoismi collettivi. ! Segni di speranza Erich Fromm si è dedicato a mostrare varie sfaccettature e espressioni del lato generoso che troviamo negli esseri umani. L’egoismo e la pigrizia non sono le uniche tendenze umane. Talvolta anche alcuni orientamenti estremisti sono solo una espressione degradata del rifiuto di una società ingiusta, corrotta e individualistica. ! Il ruolo degli educatori non può consistere sono nel mettere in guardia, ma si basa sulle tendenze positive e generose dello psichico umano e nel trovare i mezzi che permettono a queste tendenze di prendere il sopravvento sulle tendenze al possesso egoistico e al ripiegamento su di sé. ! Si impone la preoccupazione contemporanea per la giustizia che si esprime solo attraverso l’importanza data al rispetto dei diritti. Il rispetto dei diritti mobilita molte persone e molta riflessione, è occasione di ricerche. Simone Weil ha affermato l’assoluta priorità del dovere sul diritto, dicendo che occorre sapere imperniare la propria riflessione e la propria azione sull’obbligo che abbiamo verso i bisogni degli altri se vogliamo assicurarci che alla fin fine tutto lo scalpore attorno ai diritti non serva solo ad alimentare la tendenza a rivendicare per se stessi. ! Se bisogna parlare di diritto bisogna parlare di obbligo, in particolare dell’obbligo verso i bisogni degli altri. La presenza dello spirito di condivisione è visibile nell’emergere delle iniziative e delle istituzioni più varie imperniate sull’idea della condivisione. Il volontariato è la contraddizione assoluta dello spirito della vendita. ! 4. ELEMENTI DI UNA PEDAGOGIA L’obiettivo da perseguire in ogni educazione alla fede è far riflettere. Non è possibile farlo senza avere una idea sufficientemente chiara della strada che la riflessione deve seguire. Far riflettere significa che si aiuta a riflettere, si tratta di assicurarci che l’insegnamento di Gesù sia bene compreso. ! Il significato spirituale del denaro Far comprendere il significato spirituale del denaro dovrebbe essere il primo obiettivo, questo significa fare il discorso di Gesù su Mammona. Significa quindi far capire che il denaro può diventare quel falso Dio di cui Gesù parlò, significa far intravedere il potere di seduzione del denaro. !

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Il vangelo e il denaro Il denaro è Mammona ogni volta che si impone alla coscienza come un Dio e ogni volta che una persona di lascia andare a dargli tutto lo spazio nella propria vita, Mammona è il Denaro divenuto falso dio. La scoperta di Mammona è impossibile senza un esame di coscienza per scorgere in sé tutto il posto che possono prendervi i desideri o gli appetiti smodati, egoistici, privi di ogni prospettiva. Mammona si scopre riconoscendo la nostra fragilità di fronte al denaro. ! L’effetto più evidente dell’asservimento al Denaro è stato segnalato da Gesù “nessuno può servire due padroni perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro, non potere servire dio e la ricchezza”. Colui che sceglie il denaro non è più capace di restare aperto a dio. ! Esiste un altro disordine provocato dal culto di Mammona, l’incapacità di servire il prossimo. Questo fenomeno è facilmente osservabile: il culto del denaro rinchiude la persona su sé stessa e inaridisce in essa ogni generosità. Il secondo male che incombe sul servo del denaro è l’incapacità di amare gli altri. ! Il fallimento provocato dal fatto di servire il denaro è totale. Significa inaridimento dell’amore che è la fonte di arricchimento più grande della persona, è apertura. Senza rapporto con dio, la vita è come senza orizzonte. ! Valori cristiani di fronte al denaro L’educatore alla fede non può limitarsi al discorso di Mammona. Occorre proporre uno sguardo positivo sul denaro. I valori esprimono scelte profonde, un atteggiamento nei confronti dei desideri, una maniera di concepire se stessi e di rapportarsi con gli altri. I valori si esprimono in parole, bisogna quindi dirli, non senza riconoscere che le parole sono sempre insufficienti per esprimere le realtà complesse. Valori è sempre al plurale, non è possibile accontentarsi di un solo valore di fronte al denaro.! Analogia con i colori: esistono colori primari e colori secondari. Allo stesso modo è importante discernere valori assolutamente primari che si esprimono senza mezzi termini, pur ammettendo che c’è spazio per valori che siano come dei buoni sottoprodotti dei primi. ! Esistono due grandi valori cristiani di fronte al Denaro: il riserbo e la condivisione. Sono entrambi primari e essenziali. Sono distinti e complementari. Possono essere entrambi individuati nell’insegnamento di Gesù e per questo sono veramente cristiani, definiscono una mentalità, uno spirito, una modalità di esistenza, una visione del mondo di fronte alla ricchezza. ! Il riserbo: Il dizionario Robert fornisce il seguente significato: atteggiamento che consiste nel non confidarsi in modo indiscreto, nel non impegnarsi, nel guardarsi da ogni eccesso nei discorsi e nei giudizi. ! Il senso del riserbo non è né irresponsabilità né disinteresse, né imprevidenza, né disprezzo sistematico per il denaro e per ciò che lo rappresenta. Il senso del riserbo di fronte al denaro è il rifiuto di lasciarsi investire dal denaro in un modo che distruggerebbe la corretta gerarchia dei nostri rapporti con Dio e con gli altri. Questo rifiuto è fondato su una giusta valutazione delle cose, è la capacità di resistere alle seduzioni alimentate dalla pubblicità e dai richiami che sorgono nel cuore dei desideri. Questo rifiuto comporta la forza di resistere all’invadente passione per l’uguaglianza anche quando si esprime nelle rivendicazioni collettive, sindacali o di altro tipo. ! La condivisione: condividere è una parte essenziale della vita del cristiano, sotto questo termine si nascondono molte cose che si possono ricondurre a due grandi atteggiamenti. !

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Il vangelo e il denaro In primo luogo, un rifiuto, quello di lasciarsi and al godimento egoistico dei propri beni, quando decidiamo di fare della condivisione un valore accettiamo di decentrarci da noi stessi. Pensare agli altri significa rifiutarci di distogliere lo sguardo per non vedere il povero o colui che ha bisogno. Rifiutare di distogliere lo sguardo è già qualcosa, ma la condivisione diventa un valore quando decidiamo in modo positivo e deliberato di pensare agli altri.! Condividere non vuol dire solo pensare agli altri, significa anche dare. Il dono non può essere qualcosa di simbolico, deve essere reale. Non viene fornita alcuna regola di condivisione tranne questa: la condivisione deve essere seria per essere vera. ! False piste Quando si tratta di educazione all’atteggiamento cristiano davanti al denaro, due grandi tentazioni sembrano altrettante false piste o strade che non portano da nessuna parte. Per quanto attiene alla vita economica si possono pensare a due tipi di educazione. Una sarebbe imperniata un un mutamento delle mentalità, la seconda sarebbe orientata a un mutamento della società stessa, nelle sue strutture. Qui seguiamo una falsa pista quando diamo più importanza al secondo tipo di educazione. Non si tratta di negare che alcuni mutamenti potrebbero essere necessari, ma quello che è in causa qui è l’orientamento che consiste nel pensare che l’educazione all’atteggiamento cristiano di fronte al denaro debba investire in modo prioritario su questo versante e seguire principalmente questa strada. ! Gesù non è mai stato orientato verso una critica di concezioni politiche o economiche, bensì verso la conversione delle mentalità. Tutta la storia contemporanea dimostra che un mutamento delle strutture non determina la conversione delle persone. Quindi sarebbe grave se l’educazione alla fede cristiana perdesse di vista la sua missione propria che consiste nell’operare in vista della conversione dei cuori. ! La povertà come ideale? ! Una seconda falsa pista consiste nel presentare la povertà come un ideale o un valore. Il teologo Guiterrez ha sottolineato l’ambiguità e le fluttuazioni che hanno circondato la storia del termine povertà. Mira a mostrare che la povertà materiale non può costituire un ideale dal punto di vista del vangelo, in quanto per la bibbia la povertà è uno stato scandaloso che attenta alla dignità umana e d...


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