IL Romanticismo I Nglese PDF

Title IL Romanticismo I Nglese
Course Inglese
Institution Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM
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IL ROMANTICISMO IN GENERALE E NELLA LETTERATURA INGLESE Il Romanticismo è un vasto e complesso movimento culturale, filosofico ed artistico che nasce in Germania e in Gran Bretagna a cavallo tra la fine del 1700 e l’inizio del 1800 e che poi si propaga in tutta Europa. Il termine italiano “romantico” deriva dal corrispettivo inglese romantic che, a metà del XVII secolo, designa l’atteggiamento irrazionale e immaginoso nei confronti della realtà, con particolare riferimento alla lettura dei romances (opposti al novel, di ispirazione realistica) e dei romanzi d’avventura. Il termine - che inizialmente ha una sfumatura negativa se non dispregiativa va poi a definire quel rapporto con il mondo in cui sulla verità naturale prevalgono le sensazioni indistinte, le aspirazioni ideali, il fascino per il mistero e l’ignoto. Questa tensione all’assoluto (resa col termine tedesco Sensucht, “aspirazione, anelito”) si unisce col piacere che deriva dalla categoria estetica “sublime”, ovvero quel piacere che deriva dalla contemplazione di uno spettacolo (soprattutto naturale) grandioso e pauroso al tempo stesso. Se il Romanticismo, soprattutto in campo storico e filosofico, nasce come reazione alla “ragione” illuministica, cui opporre invece il primato della “passione” e del “sentimento”, gli sviluppi e gli influssi culturali del movimento sono davvero sterminati e coinvolgono buona parte della cultura moderna. Il Romanticismo in senso stretto si sviluppa tra fine del XVIII secolo e primi decenni del XIX sulla scia del movimento tedesco dello Sturm und Drang e tra i suoi grandi temi possiamo citare: 

Il primato dell’individualismo: in antitesi all’immagine razionale dell’uomo ereditata dalla filosofia illuministica e aal connesso primato del raziocinio si propugna l’irriducibile individualità di ogni essere umano, nella sua specificità storico-culturale e socio-politica. Ogni uomo, secondo i Romantici, non obbedisce solo ai principi della ragione ma anche (e soprattutto) alle sue passioni e ai suoi sentimenti;



Lo storicismo: opponendosi all’universalismo della filosofia dei lumi (simboleggiata al meglio dell’impresa dell’Encyclopédie di Diderot e D’Alembert) il Romanticismo rivaluta le tradizioni nazionali e il patrimonio culturale di ogni popolo, valorizzando e rivalutando periodi storici (tra tutti, il Medioevo, considerato dagli illuministi un “periodo buio” per l’umanità) prima caduti nel dimenticatoio 2. Parallelamente alla riscoperta della Storia c’è il crescente interesse per il folklore e la cultura popolare, ritenuta depositaria dei valori puri ed autentici ormai smarriti dall’uomo borghese;



Il sentimento e il dolore: due veri e propri Leitmotiv dell’eroe romantico è l’idea che le passioni e le pulsioni dell’uomo non possano trovare pace, e che la vita sia di fatto un “tendere verso” qualcosa di assoluto ed impossibile, che non è mai dato possedere completamente. L’uomo romantico anzi definisce la propria identità in stretta relazione allo Streben 3 a cui è sottoposto. Da qui la vasta gamma di ansie e disillusioni, speranze e disfatte cui va incontro l’uomo romantico, che si tormenta nella misura in cui la sua sensibilità è troppo sviluppata e il suo desiderio di patire impossibile da soddisfare completamente. Alla ricerca dell’ordine e dell’armonia si sostituisce allora la nostalgia indefinita per qualcosa che non si è posseduto mai del tutto oppure il desiderio irrisolto per ciò che non si può avere. Queste due tensioni spostano spesso in un “altrove” distante nel tempo e nello spazio (l’Oriente esotico, piuttosto che la Grecia classica o i secoli passati) il luogo della pace e della felicità individuali, mentre all’uomo romantico non resta che la “noia” che, intesa come assenza di contrasti e di emozioni, è la peggior condizione possibile 4. L’esaltazione delle passioni individuali conduce anche alla scoperta del lato

irrazionale dell’individuo, con un particolare interesse per la dimensione del sogno e della follia; 

Solitudine e titanismo: l’uomo romantico non è in armonia con il mondo in cui vive, che gli sembra piattamente orientato al soddisfacimento dei bisogni puramente materiali. Da qui derivano due atteggiamenti intrecciati tra loro: da un lato, la solitudine dell’eroe, che è tale proprio nella capacità stoica di sopportare le conseguenze della propria eccezionalità; dall’altro, il titanismo, cioè la ribellione volontaria contro forze così grandi e superiori (il Tiranno, il Mondo, la Natura, Dio) che l’inevitabile sconfitta diventa un segno di coraggio e di animo indomito. Esito spesso tragico di queste due tendenze è il suicidio, attraverso cui l’eroe romantico dimostra, in modo estremo, di non volere e di non potere scendere a patti con un mondo che egli non accetta;



L’amore e la Natura: l’amore (inteso in particolare sotto la forma della passione assoluta e spesso infelice) e la Natura sono i due grandi termini di confronto dell’eroe romantico, che vede nell’esperienza amorosa il vertice più alto del suo animo superiore e nello spettacolo della Natura la rappresentazione plastica e concreta del concetto di “divino”, in cui infondere i propri tormenti e le proprie illusioni, secondo appunto un atteggiamento tragico e titanico. Le figure femminili romantiche sono spesso protagoniste di amori tragici, mentre i paesaggi naturali vedono la prevalenza di scenari notturni, lugubri rovine o cimiteri, boschi e cascate, secondo il gusto del “sublime” e dell’“orrido”. Per altro verso, è possibile che il paesaggio naturale divenga invece il confidente per le inquietudini del protagonista, che qui può finalmente trovare pace e serenità;



L’ironia: di fronte alla grandezza della Natura e all’Infinito a cui l’uomo tende nel suo Streben c’è posto anche per un atteggiamento antitetico al titanismo e al dolore. quello dell’ironia, che nasce appunto dalla sproporzione tra le aspirazioni ideali e la realtà di fatto in cui l’uomo di trova immerso. Tale concetto verrà teorizzato in particolare da Friedrich Schlegel (1772-1829) nei suoi Frammenti (1797-1798).

Nel suo complesso, il Romanticismo apre allora una complessa ed articolata fase della storia umana, che, inaugurando la modernità, modifica in profondità i rapporti tra l’uomo e il mondo sulla scia di grandi eventi storici come il fallimento della Rivoluzione francese e l’età napoleonica e i primi segnali della Rivoluzione industriale. Il suo effetto è ravvisabile, oltre che in letteratura e in filosofia, anche nelle altre arti. In campo artistico ha molta importanza la teorizzazione sul “sublime”, “l’orrido” 5 e sul “pittoresco” (ovvero ciò che sfugge alla norma e alla convenzione, con particolare riguardo per i paesaggi naturali). Con il Romaticismo, in arte prende spazio quindi la ricerca di temi e soggetti che si allontanino dalla tradizione classica e dal gusto neoclassico. L’arte, nel pensiero romantico, diventa la porta d’accesso privilegiata per la conoscenza e, al tempo stesso, il campo in cui si manifesta al massimo grado l’eccellenza spirituale dell’individuo. Il pensiero romantico, oltre che sulla letteratura, avrà un profondo influsso sulla pittura e la musica, che viene considerata in questo periodo il linguaggio per eccellenza del sublime e di tutto ciò che va oltre le facoltà razionali dell’uomo. L’Inghilterra Il movimento romantico conosce nell’Inghilterra la sua prima terra d’esportazione. L’Inghilterra, infatti, vede affermarsi lungo tutto il XVIII secolo due correnti letterarie, quella sepolcrale e quella ossianica, da cui si svilupperanno in seguito le manifestazioni più strettamente romantiche.

La poesia sepolcrale nasce da riflessioni intorno alla morte e allo scorrere inesorabile del tempo, affiancate dal fascino cupo e notturno dei cimiteri. Tra i massimi esponenti di questo genere possiamo ricordare Robert Blair (1699-1746), Edward Young (1683-1765), autore dei Pensieri notturni, e in particolare Thomas Gray (1716-1771) con la sua celebre Elegia scritta in un cimitero campestre 8. La poesia ossianica (il nome si ispira ad un leggendario cantore, o bardo, della tradizione gaelico-irlandese) invece ripropone in veste moderna l’antica epica scozzese e tratta quindi di cavalieri erranti nella brughiera, di amori segnati dalla morte e dalla sventura e di spettri che tormentano nella notte i propri discendenti senza riuscire a trovare pace. La moda ossianica 9 nasce con la pubblicazione dei Canti di Ossian, editi nel 1760 dal poeta James Macpherson (1736-1796), che li spaccia come un ritrovamento di liriche del III secolo d.C. In realtà si tratta di un falso storico, in quanto Macpherson, partendo da pochi frammenti, scrive di suo pugno gran parte dei testi. Il romanticismo inglese nasce però ufficialmente solo nel 1798, con la Prefazione alle Lyrical Ballads di Wordsworth e Coleridge. Il compito che i due poeti si pongono è quello di rappresentare la vita quotidiana e il rapporto dell’uomo con le piccole cose della vita e in particolare con la Natura, al cui interno si nasconde però una fitta rete di senso e mistero, che spetta alla poesia indagare e rappresentare in forme eleganti ed ordinate (come da esempio nella lirica Daffodils). Se Wordsworth (1770-1850) rappresenta la parte più razionale di questo binomio poetico, Samuel Taylor Coleridge (1772-1834) è il componente più irregolare e romantico, come dimostrano alcuni suoi testi come La ballata del vecchio marinaio (1797-1798) e l’incompiuto Kubla Khan (1816). Un altro autore tipico del panorama romantico inglese è Lord George Byron (1788-1824), le cui opere (ma soprattutto la biografia personale) definiscono la tipologia dell’eroe letterario che, incurante dei propri nobili natali, disprezza le ricchezze materiali e le rigide norme sociali in favore dell’amore passionale e di una ricerca del sé che culmina con l’autodistruzione. John Keats (17951821), poco noto e apprezzato in vita, ricopre invece il ruolo del poeta romantico cantore della bellezza ideale (che in particolare sarà quella dell’arte e dell’architettura greche), intesa come l’unico valore che sopravvive alla precarietà dell’esistenza grazie alla funzione eternante della poesia e dell’immaginazione. “Manifesto” di questa concezione dell’arte è l’Ode su un’urna greca (1819) dove - quasi anticipando le posizioni dell’estetismo di Oscar Wilde - Keats afferma: “Beauty is truth, truth beauty” (“La bellezza è verità, la verità è bellezza”). Sul versante immaginifico e misticheggiante, è invece di spicco la figura di William Blake, incisore ed autore, tra le altre cose, dei Songs of Innocence e dei Songs of Experience, dove compaiono le poesie The Lamb e The Tyger. Sul piano romanzesco, gli autori di riferimento sono invece Walter Scott (1771-1832) e Jane Austen (1775-1817). Il primo è considerato con Ivanhoe (1820) l’ideatore del romanzo storico come oggi lo conosciamo. Scott dà vita ad una vicenda in cui gli eventi storici realmente accaduti si mescolano con l’invenzione letteraria senza scadere nel meraviglioso nel fantastico, ma evocando in linea con lo storicismo e la riscoperta del Medioevo del movimento romantico - l’atmosfera della storia inglese del XII secolo. In Jane Austen, autrice di romanzi come Ragione e Sentimento (1811), Orgoglio e pregiudizio (1813) ed Emma (1815), la componente romantica è declinata nella raffinata analisi ed introspezione psicologica sui personaggi femminili della middle class in via d’ascesa d’inizio Ottocento.

La poetica di Samuel Taylor Coleridge, visionario romantico

Il mare ha spesso ricoperto nelle opere letterarie maggiormente celebrate un ruolo di muto ed imperscrutabile protagonista, più che di mero elemento contestualizzante: dall’ira di Poseidone omerica alla tempesta shakespeariana (ma pressoché innumerevoli sono gli esempi), la vasta e irrequieta rapsodia di forme e colori ha sempre più cristallizzato il suo fascino. Fascino, per i Romantici, indubbiamente derivante dallo streben idealistico, anelito a quell’Infinito che si cela nel disperdersi all’orizzonte della distesa marina. Samuel Taylor Coleridge (1772 – 1834), caposcuola del primo Romanticismo inglese, sintetizza tali spinte fichtiane in una poetica suggestiva e sospesa in una dimensione sovrannaturale, eppure non antitetica alla realtà stessa. Il suo mare, nella Ballata del Vecchio Marinaio (poema incipitale delle Ballate liriche, operamanifesto scritta a quattro mani con William Wordsworth), è microcosmo attivo e atemporale, intriso di un misticismo fondato sul perfetto connubio tra moralità pietistica e ricerca del Senso. Samuel Taylor Coleridge fu uno dei più importanti esponenti del Romanticismo inglese, insieme a quel William Wordsworth che pubblicò insieme a lui, nel 1798, le Lyrical Ballads, inclusa la suddetta Ballata. La storia, che coinvolge maledizioni, spiriti, mostri marini e la Morte che gioca a dadi per le anime, viene raccontata da un anziano (o antico*) marinaio a un poveraccio che si stava recando a una festa nuziale. Il malcapitato è catturato dall'occhio del marinaio e dalla sua macabra storia. Alla fine, nonostante il comune intento rivoluzionario, Coleridge finirà per distanziarsi dall'opera dell'amico, con cui condivide il frontespizio delle Lyrical Ballads (le cui edizioni successive, se non erro, saranno curate proprio da Wordsworth). Tra i due, è lui quello più legato alla tradizione, a tal punto che la prima versione della Ballata contiene molti termini scritti con la grafia antica. Può essere utile ricordare che entrambi intrapresero la ricerca di una "lingua naturale" con cui esprimere i propri versi, giungendo a conclusioni molto distanti fra loro. Coleridge scrisse anche la "Biographia Literaria", un testo che contiene interessanti riflessioni sulla sua poetica insieme rivoluzionaria e antica. Vediamo cosa era per il poeta l'immaginazione e come egli la distingueva dalla fantasia. Che cos'è l'immaginazione per il poeta? Innanzitutto, ce ne sono di due tipi: una primaria e una secondaria. Quella primaria è la facoltà con cui noi esseri umani percepiamo il mondo, ovvero attraverso i cinque sensi. La seconda, invece, è la visione poetica, un senso che ha riesce a "idealizzare e unificare" il mondo. La poesia, diversamente dalla prosa, non mira infatti al particolare ma all'universale, al tutto e non alle singole parti. Sia nei sentimenti sia negli avvenimenti narrati, in poesia vi è una connotazione ideale, che in qualche modo trascende il mondo che percepiamo attraverso i sensi e va oltre. L'immaginazione (secondaria) così definita è pertanto il senso attraverso cui il poeta raggiunge il suo scopo, che non è copiare blandamente la realtà, bensì imitarla, ri-crearla. In parole povere, mentre tutti noi immaginiamo il mondo in base a ciò che vediamo e tocchiamo, il poeta avrebbe accesso a un sesto senso, che gli permette di raggiungere l'oggetto unico e ideale a cui, astraendo, si possono ricondurre tutti gli oggetti sensibili di un dato tipo. Come si differenzia questo super senso dalla più comune fantasia?

La fantasia è inferiore all'immaginazione, con cui ha ben poco in comune. La fantasia è semplicemente la capacità del poeta di aggregare metafore, similitudine e altri strumenti a sua disposizione - quelle che chiamiamo figure retoriche, ma potremmo metterci anche tutte le varie tecniche espressive e narrative. Si tratta di un modo di assemblare una poesia, in modo meccanico e senza la possibilità di raggiungere veramente l'universale, poiché la fantasia crea un contenuto incoerente, che è governato dalle regole che ci siamo dati ma non ha la facoltà di avvicinarsi a come

è il mondo: ne è solamente una copia. Come nel caso precedente ai nostri cinque sensi il poeta sostituiva l'immaginazione secondaria, in questo egli dispone di una guida, di un cestino che contiene tutti gli strumenti tipici della poesia. Il risultato non è che una copia della realtà, abbellita da figure retoriche. L'immaginazione, invece, come abbiamo visto porta a ri-crearla, che è cosa ben diversa. Interessante il fatto che Coleridge, parlando della fantasia, usi il termine fancy anziché fantasy. In italiano li traduciamo entrambi con "fantasia", ma fancy ha una sfumatura diversa: suggerisce qualcosa di più effimero, passeggero. "Fantasticheria" forse si avvicina di più al suo significato autentico.

APPUNTI NICO Periodisation: it’s artificial because a period doesn’t begin suddenly but in England the romantic period begins in 1798 when Wordsworth and Coleridge published the Lyrical Ballads (1798) the manifesto of the new poetry of that time and it ends in 1830. The definition of the romanticism was worked out in the Victorian Age. This definition is more literature-related. Scholars began to use another periodisation such as 1750-1850 so an entire century (a late 20th century definition). This definition is more historical-sociological. Sensibility, a concept introduced between 1740-1800, in the past also called Pre-Romanticism, it’s a period of transition. The poets of this period weren’t like the romantic ones but very similar. It’s a literature with a focus on the feelings and emotions. READERS British population in 1780 was 7 million and doubled in 1830 becoming 14 million. The readers increased by 6 times between 1780 and 1830 (from 1 million to 7 million readers) and this was positive for writers because people bought more books and the book market grew a lot. In 1800 60% of people could read and write and many more in Scotland. 1774 abolition of perpetual copyright (today it lasts 70 years after the author’s death), copyright was introduced in 1709. BOOKS Books were expensive because there were more readers, because they were few and also because they were published by subscription. Middle and lower class people could not afford them, just the nobility and the upper class could buy them. But there were public libraries so that people could borrow books and then return them without paying. Rich people supported authors, there were patrons of arts: patronage and subscription became less and less important during the years. That’s why books became cheaper. Working class best-sellers: “The pilgrim’s progress” by John Bunyan (1678) it’s about a protestant soul that struggles with the evil; “Rights of man” by Thomas Paine, it’s about the man’s rights and about French Revolution. Romantic best-selling authors: Sir Walter Scott who wrote popular poetry and above all fiction and Lord Byron. The other romantics sold much less but 18000 poetry books were published between 1780 and 1820: the romantic period was a golden age for poetry and since 1820 the readers’ interest was more biographical than textual.

The word “best-seller” was introduced in the 1890s but before the concept existed as we have seen. Some victorian novelists like Dickens, Trollope became millionaires. In the victorian period the novel became more popular than poetry and some poets like D

EDUCATION Primary school: theoretically was for everyone, at 10 years old most people began to work. On Sunday there were school lessons because on Sunday children didn’t work (run by Churches) Teachers: their job wasn’t prestigious because they were working class teachers; there were more women than men as teachers. Secondary school: grammar schools; public schools were expensive and exclusive and opened in the 16th century The girls had private tutors, there were mediocre schools. Many more schools were built by the end of the 19th century. University: Oxford, Cambridge and 4 in Scotland. The church of england controlled them and only anglicans could study there before 1871. In 1800 about 1500 students were at Oxford and Cambridge. Courses were based on the classics and math at Cambridge, the other subjects were optional. There were about 70 dissident academies that had modern syllabi: modern languages, geography, history, sciences, politics University College London (1829) founded by philosophers Bentham, Mill and others King’s College was founded as a response by Anglicans. Together, they became the University of London (1836) Since 1850, there were new colleges in other cities: colleges for girls first opened in the 1870s.

HISTORICAL BACKGROUND: THE LATE 18TH CENTURY Enc...


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