Riassunto del Il Romanticismo PDF

Title Riassunto del Il Romanticismo
Author Alessia Ferraro
Course Letteratura Italiana
Institution Liceo Scientifico e Classico Sassuolo
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Questo file contiene il riassunto del Romanticismo in letteratura italiana...


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IL ROMANTICISMO In Italia il movimento romantico si sviluppa intorno al 1816, ma era già in atto da tempo nel resto d’Europa dalla fine dell’700. Il termine “Romanticismo” può essere utilizzato come • Periodo storico(Romanticismo storico) e indicare, dunque un determinato periodo di tempo più o meno vasto [1798(Athenaeum)-1857( pubblicazione dei fiori del male Baudelaire)]; esso investe tutti gli aspetti della civiltà occidentale, coinvolgendo oltre alla letteratura anche le varie arti( arte figurativa, musica) i pensiero e più in generale la mentalità del secolo. • Movimento letterario(Romanticismo perenne), che si concreta in scuole o gruppi legati da interessi e valori comuni che si concretizzano nelle opere artistiche, perciò si può notare come, usando questa accezione del termine, molti autori, contemporanei o passati a questo periodo, possono essere definiti “romantici”.

Aspetti generali del Romanticismo europeo Osservando nel complesso la cultura Romantica notiamo come le tematiche negative(il dolore, a malinconia, la paura…) predominano tutta la scena letteraria, tutto ciò può essere spiegato analizzando il periodo storico in cui essa si sviluppa: 1. Si stava svolgendo una rivoluzione politica, cominciata in Francia e diffusasi in tutt’Europa.; Crolla la monarchia assolta e si afferma il principio che il popolo è la della sovranità: agli ideali di autorità e gerarchia si uniscono gli ideali di uguaglianza e libertà. 2. Si stava svolgendo una rivoluzione economica, determinata dall’industrializzazione,, partita dall’Inghilterra si estese successivamente negli altri paesi Europei, ora i nuovi ceti, prima disprezzati ed esclusi dalla vita politica, si affacciano sulla scena politica e sociale lottando per la loro egemonia.

3. Al bene comune si oppone il benessere individuale, grazie al capacita del’individuo( il calcolo, l’audacia, l’intraprendenza) si creano elle fortune e potenze colossali. 4. Cambia il rapporto città-campagna, vennero costruite nuove città industriali che unito alla facilità di trovare lavoro nelle industrie, misero in crisi i piccoli contadini e artigiani 5. Con la creazione di nuove vie di trasporto i trasporti, di merci e persone, fu facilitato e impiegava meno tempo, migliorando le comunicazioni con gli altri paesi Tutti questi cambiamenti crearono paura e tensione nella coscienza collettiva. Il sistema industriale esige a continua espansione, il mercato non può assorbire illimitatamente le merci prodotte, determinando così delle crisi cicliche. Provocando insicurezza paura, l’uomo moderno non si sente più in grado di dominare le forze che egli stesso ha scatenato. Il nuovo sistema industriale crea una forte angoscia non controllabile, causata dalle rivolete dei lavoratori sfruttati e dal senso di colpa per aver mutato il paesaggio naturale, contaminandolo, con la costruzione di città e di industrie. L’epoca tra ‘700 e ‘800 è segnata da tensioni laceranti ciò spiega perché nella letteratura del secolo, romantica, si parli principalmente di paure e angosce. Il Romanticismo ha le sue radici storiche nella delusione del razionalismo Illuminista e della speranza delle rivoluzioni politiche del secolo;tuttavia alcuni movimenti romantici si erano già diffusi prima di queste rivoluzioni ì come lo Sturm und Drang, la letteratura gotica e tutte quelle letterature racchiuse sotto il nome di Preromanticismo. L’intellettuale non vive in una dimensione separata, egli è immerso nella realtà, patisce le condizioni e le ripropone nelle sue opere, sia in forma diretta che indiretta(allusiva, simboliche). La sua funzione,in passato, era quella di elaborare l’ideologia dei gruppi dominanti e di mediare il consenso verso il potere. Con l’avvento del nuovo sistema borghese, l’intellettuale perde la sua posizione privilegiata; sempre più raramente proviene dall’aristocrazia o da clero, deve trovare lavoro per vivere, spesso di scarso prestigio. L’intellettuale ora e posto ai margini della società, ciò genera frustrazione, rabbia, risentimento verso la società, che gli consente un atteggiamento più critico, e lo porta a vedere più

accuratamente le contraddizione della società. L’artista è visto come u individuo improduttivo, inutile, come colui che ha il compito di intrattenere e divertire. Tutto ciò lo porta ad atteggiamenti di rivolta, di anticonformismo, accentuando in lui il senso di colpa per essere “diverso”. Inoltre le opere d’arte venivano considerate come merci da scambiare al mercato, offendendo l’artista i n quanto il frutto della sua creatività sia segnata da un prezzo. L’artista può solo adattarsi al suo nuovo ruolo, accettare il meccanismo del mercato mirando al successo seguendo gli interessi del pubblico, ciò non toglie che egli possa covare dei risentimenti verso la società che si manifesta in forme simboliche come l’evasione nel sogno o nell’esotico. Il Romanticismo si presenta come espressione dell’irrazionale (distaccandosi dall’illuminismo), di quella parte della realtà sommersa in una zona d’ombra, che si manifesta in un’attenzione per la vita dei sentimenti, ma soprattutto per gli stati della psiche che escono dalla normalità razionale, quali il sogno, la fantasia, l’ebbrezza, il delirio, l’allucinazione la follia. Essi costituiscono dimensioni alternative all’esistenza normale, grigia, piatta i canali attraverso cui l’io entra in contatto con il misero, l’ignoto, l’indicibile. Questa esplorazione dell’irrazionale da origine ad un soggettivismo esasperato: il romantico tende a sprofondare negli abissi dell’interiorità concepita come un'unica realtà esistente. Il mondo esterno è solo una proiezione o creazione dell’io. Il soggettivismo, il rifiuto della realtà si traducono in una tensione inesausta verso l’infinito, in un insofferenza per ogni limite e costrizione. In questa dimensione si affaccia l’immagine del principe delle tenebre, del signore del male, a cui viene dato un culto segreto e blasfemo. Il male esercita un fascino prepotente sul’anima romantica. Di questi nascono le sfrenate fantasie di sangue, lussuria, crudeltà e mote che turbano la letteratura europea del periodo. Questa inquietudine spinge l’anima a protendersi sempre al di la del luogo e del momento presente. Si genera così una delle tendenze fondamentali del Romanticismo: l’esotismo, che si distingue in ▪ Esotismo spaziale, ovvero vagheggiare in luoghi lontani e ignoti ▪ Esotismo temporale, che consiste nel trasferirsi idealmente in altre epoche.

Da qui derivano due dei mito prediletti dagli autori Romantici ➢ Il mito dell’infanzia, vista come un paradiso perduto di innocenza e di gioia, un periodo che privilegia il sogni e la fantasia; che può essere individuale o collettiva; ➢ Il moto del primitivo, immaginato come depositario di una spontaneità e autenticità perdute dalla civiltà moderna. In uno scenario simile è visto il popolo, depositario dell’anima originaria e spontanea della nazione; di qui nasce l’interesse a tramandare la tradizione popolare che comprende anche leggende fosche e macabre, che si collega con il gusto per il “nero” e per il fantastico proprio del Romanticismo. La presenza dominante di tutte queste tematiche negative ha fatto parlare di una “negatività” romantica alla quale si contrappone un Romanticismo “positivo”, che riscopre il lato positivo della storia e della tradizione nazionali e popolari. Il romanticismo sente con grande interesse il senso della “nazione”, si può dire che il concetto moderno di nazione, nasce solo con Romanticismo. Il “popolare”, nella concezione romantica, viene a identificarsi con il “nazionale”. Il romanticismo recupera il passato come fase di un processo in cui ogni momento è stato indispensabile, e perciò positivo. Ma anche questo romanticismo “positivo” può essere assunto entro le categoria del rifiuto: l’interesse per la storia nasce da un contrapposizione con il presente. Il rifiuto romantico assume posizioni reazionarie e regressive vagheggiando come modello positivo il Medio Evo feudale e imperiale e le se forme sociali rigidamente gerarchiche. Ma può assumere posizioni liberali o democratiche favorevoli alla rivoluzione.

L’Italia: strutture politiche, economiche e sociali dell’età risorgimentale Nel corso dell’800 si verificarono le condizioni necessarie che portarono all’unificazione della penisola. Nei primi decenni del secolo erano nate società segrete di orientamento liberale(la Carboneria), che cospiravano contro in regni assolutistici restaurati dopo la caduta di Napoleone. Essi organizzarono dei moti tra il 1820-21 e il 1830 che però fallirono come falli anche la Giovane Italia di Mazzini. Nel 1848 in molte zone d’ Italia scoppiare delle rivolte; Carlo Alberto mosse guerra l’Austria che occupava

Lombardia e Veneto, ma venne sconfitto due volte e dovette abdicare in favore di Vittorio Emanuele II avviò una serie di riforme interne e una politica di alleanza, con la Francia in particolare, si avviò cosi nel 1859 la Seconda Guerra d’ Indipendenza che si concluse con l’annessione della Lombardia , Toscana, Emilia-Romagna, Marche, Umbria. Nel 1860 Giuseppe Garibaldi con l’esercito dei mille conquistò la Sicilia, per poi risalire sino alla Campania puntando verso Roma, lo Stato della Chiesa era però protetto dalle potenze europee, e Vittorio Emanuele II decise di scendere con un esercito per fermare Garibaldi; i due eserciti si incontrarono al confine tra Lazio e Campania e Garibaldi salutò il re piemontese, riconoscendo l’egemonia monarchica del nuovo re d’Italia. Cosi nel 1861 nacque il Regno d’Italia all’insegna della dominazione sabauda, a cui le forze democratiche dovettero sottomettersi. La componente moderata del movimento nazionale, la Destra Storica, assunse sin da subito il comando fino al 1876, quando subentrò la Sinistra. Nel 1866, con la Terza Guerra d’Indipendenza il Veneto entra a far pare del Regno d’Italia e nel 187 anche Roma. Tra il 1815 e il 1861 la mancanza di un unità e la frammentazione in una serie di Stati allontanava l’Italia dall’Europa. Si trattava di staterelli assoluti autoritari. La divisione politica era un fattore di arretratezza civile economica e culturale; I regimi impedivano ogni forma di partecipazione attiva e critica alla vita civile, ostacolando la formazione del “cittadino” moderno e di una vera opinione pubblica. Le barriere fra gli Stati impedivano i rapporti e gli scambi di conoscenze; perciò l’Italia si presentava come un paese arretrato, per lo più agricolo. Proprio per questa arretratezza economica in Italia non esisteva una classe Borghese moderna, paragonabile a quella degli altri paesi. Ciononostante stava iniziando un processo di sviluppo economico e di ammodernamento. In Lombardia, Toscana e Piemonte aumentava il numero dei proprietari terrieri che facevano fatturare i loro capitali, introducendo migliorie, bonifiche, canalizzando irrigue, vie di comunicazione e di ferrovie (a partire dagli anni ‘40), si stava formando una nuova Borghesia, il suo asse portante era l’alleanza economica e politica tra aristocrazia progressista e ceti medi produttori, imprenditori e commerciati, a cementare quest’insieme di ceti vi erano interessi comuni, primo fra tutti quello di l’interesse ad eliminare quei vincoli che l’assolutismo e la divisione

politica impedivano lo sviluppo economico e civile, l’espansione delle attività produttive e della ricchezza; inoltre questi ceti si identificavano con le idee di “liberta”, “progresso” e “civiltà” che provenivano dall’Europa, e condividevano il sentimento di far parte di un’entità nazionale che era violata dalla frammentazione politica e dalla dominazione straniera. Da questa idea di nazionalismo erano, però, esclusi i ceti popolari; non essendosi attuata in Italia una rivoluzione industriale, non esisteva una vera propria classe operaia. Il quarto stato era composto prevalentemente da contadini, che vivevano in condizioni di estrema miseria, vittime di sfruttamento, della fatica, della fame e delle malattie; e a causa dell’analfabetismo generalizzato erano escluse dalla circolazione della cultura contemporanea. Le masse contadine vivevano fuori dalla società chiuse nel patrimonio di una cultura tradizionale, immobile da secoli. Dagli strati superiori filtrava, quasi esclusivamente la cultura della Chiesa, schierata principalmente contro i principi rivoluzionari.

Le ideologie In questo periodo si possono distinguere due schieramenti politici: • IL LIBERISMO MODERATO: caratterizzato dal rifiuto della Rivoluzione francese e del giacobinismo; il suo progetto politico escludeva rotture rivoluzionarie e moti insurrezionali; sul piano politico si proponeva una federazione degli Stati italiani esistenti, con forme di unificazione doganale, liberalismo dei commerci e il potenziamento delle comunicazioni. Secondo i liberali, solo un’èlite di nobili e alta borghesia aveva le competenza e la saggezza per gestire la cosa pubblica ed elaborare le leggi. Queste ideologie erano condivise anche da molti cattolici, i quali ritenevano che i valori religiosi potessero concordare con i principi moderni di libertà e progresso civile, molti liberali, come Manzoni, condividevano questi principio, altri, come Benso, proponevano una separazione tra Stato e Chiesa. • DEMOCRATICO: le tenenze democratiche puntavano proprio sull’iniziativa popolare e sui movimenti insurrezionali da essi organizzati, proponevano radicali cambiamenti di regime politico, la

forma favorita era quella repubblicana ed unitaria. Un’ altra corrente democratica radicale era invece contraria all’unità accentratrice e proponeva un assetto repubblicano federativo. Al suffragio censitario e al dominio politico dell’elite aristocratica e alto borghese, le corrente democratica mazziniana contrapponeva il suffragio universale ed una collaborazione tra varie classi. Comune ad entrambe era l’idea di una progressiva elevazione dei ceti popolari che fosse non solo materiale, ma soprattutto spirituale. Al di là delle differenze ideologiche c’era in comune una concezione solidaristica e associativa dei vari ceti che escludeva l’idea del conflitto fra le classi. Queste correnti ideologiche si riproposero anche in campo letterario. Occorre però sottolineare che il popolo moderato ebbe forza di attrarre e di aggregazione di gran lunga , maggiore rispetto a quello democratico, soprattutto grazie a scrittori come Manzoni, che influenzò anche molti autori democratici. Gli scrittori italiano sono per lo più moderati non solo ideologicamente, ma anche nelle scelte tematiche, evitando argomenti estremi e inquietanti. Tra scrittore e pubblico no si crearono situazioni di conflitto, di rifiuto sprezzante o di provocazione, ma un armonica consonanza di valori, gusti letterali e di linguaggio.

Le istituzioni culturali In questo periodo, come conseguenza delle trasformazioni politiche economi e sociali, le due istituzioni, corte e accademia, che in passato presiedevano per eccellenza all’aggregazione degli intellettuali, l’elaborazione e la diffusione della cultura persero importanza, lo Stato non rinuncia a controllare la produzione culturale, ma il centro di aggregazione e orientamento culturale passa l’opinione pubblica, a mercato, al gusto dei lettori muovendosi intorno a due nuovi poli: ❖ L’ editoria, presente in Italia sin dai primi dell’800 come bottega di piccole dimensioni che produceva libri artigianali con diffusione limitata con il passare degli anni però queste attività assunsero sempre più la fisionomia di imprese capitalistiche con a capo l’editore , che investe capitali nella produzione di libri al fine di ricavarne dei profitti da investire ulteriormente. L’editore stabilisce quali libri stampare

creando, così, una politica culturale. L’editoria si sviluppo principalmente a Milano, la città più avanzata d’Italia(il Sud rimase sensibilmente arretrato in questo campo a causa dei Borbone che impedivano nel Regno delle Due Sicilie la circolazione dei libri e delle riveste degli altri Stati italici, isolandolo culturalmente). L’avvento dell’editoria come impresa capitaliste fu reso possibile dai processi di trasformazione borghese della società e della diffusione dell’istruzione che crearono un nuovo pubblico di lettori, inoltre per la stampa si cominciarono ad utilizzare torchi a vapore che permisero la stampa di più prodotti con minor costo, facendo abbassare i prezzi, generando, di conseguenza, una larga diffusione dei libri che genera maggior richiesta stimolando la produzione. Tuttavia l’espansione dell’editoria dovette affrontare gravi ostacoli: 1) La divisione politica , che imponeva dazi e dogane impedendo la creazione di un mercato nazionale 2) La presenza di censure poliziesche 3) La difficoltà dei trasporti e delle comunicazioni 4) La mancanza di protezioni del diritto d’autore, esistevano privilegi di stampa attribuiti dai governi ai stampatori(potevano stampare quel libro solo loro) ma riguardavano solo lo stato di pubblicazione, perciò chiunque poteva stampare il libro in un altro Stato senza corrispondere alcun diritto all’autore o all’editore, ciò priva gli autori di gran parte dei proventi della vendita, ritardando il sorgere dello scrittore moderno che vive della sua professione intellettuale. Nel 1848 si firmo un accordo tra i vari Stati italiani, tranne il Regno delle Due Sicilie, che sanciva il diritto d’autore; e con l’Unità si diffuse su tutto il territorio. ❖ Il GIORNALISMO, In Italia i giornali esistevano già nel Settecento, era per lo più periodici culturali, come il “Caffè”, e gazzette di notizie e curiosità. Dal 1818 in poi, si diffusero a Milano e Firenze l alcuni giornali: 1) Il Conciliatore (1818-1819), l’espressione di un gruppo romantico lombardo e ne diffuse le teorie letterarie innovatrici in polemica con il conservatorismo classicista; e condusse una battaglia per lo sviluppo civile ed economico moderno. 2) Il Politecnico (1839-1844), fondato da Carlo Cattaneo

3) L’Antologia (1821-1833), fondata da Gian Pietro Vieusseux e da Gino Capponi, intorno alla quale si raccolsero i liberali moderati toscani. A Vieusseux è attributo anche l’aperture un “Gabinetto di lettura”(1820- oggi), una stanza privata con una biblioteca dove si poteva accedere per leggere giornali e libri 4) I giornali quotidiani , gazzette con notizie di politica e di cronica, con spazi riservati ad argomenti culturali e di romanzi a puntate su modello francese(feuilleton). Il giornale diventa così un elemento fondamentale della società, in quanto ha un peso determinante nella formazione dell’opinione pubblica (suggerendo gli orientamenti politici, influenzando i gusti letterari, musicali e artistici, diffondendo principi e valori).

Gli intellettuali: fisionomia e ruolo sociale In Italia, nella società dell’ ancien régime, l’intellettuale o era appartenente ai ceti privilegiati oppure era al servizio dei privilegiati. Il movimento illuministico non aveva stravolto questa situazione, ma dopo la crisi del periodo giacobino, quando l’intellettuale divenne militare, il periodo napoleonico tende a restaurare la vecchia figura dell’intellettuale cortigiano, stipendiato da potere in funzione della creazione del consenso intorno al regime. Nell’età del Rinascimento e del Risorgimento compaiono ancora figure di scrittori di estrazione aristocratica che vivono delle loro rendite,ma la loro presenza diventa particolarmente bassa. Spesso questi intellettuali aristocratici acquistano una fisionomia prettamente borghese, come Manzoni che rifiuta di essere chiamato con il titolo nobiliare(conte) , cura personalmente le sue proprietà agricole e può anche dedicarsi ad imprese editoriali investendovi grosse somme. La maggioranza degli scrittori dell’800 è laica e borghese, alta media e piccola, se si escludono quelli che vivono di rendita, molti devono affiancare al lavoro intellettuale le libere professioni(avvocati, notai, medici) altri occupano impieghi pubblici o privati, altri si dedicano all’insegnamento. In questo periodo nessuno riesce ancora a vivere dei provetti ricavati dalle vendite delle proprie opere. Comunque tutti scrivono per mercato; lo scrittore è ormai parte di un apparato produttivo che è di tipo moderno. Il letterato ottocentesco deve dedicarsi ad un

lavoro per poter vivere, ma è più indipendente rispetto ai letterati cort...


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