Classicismo e Romanticismo Riassunto PDF

Title Classicismo e Romanticismo Riassunto
Course Letteratura tedesca ii magistrale
Institution Università degli Studi Roma Tre
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La letteratura che si sviluppa tra 700 e 800 nei paesi di lingua tedesca è il momento più alto di una cultura che segnerà profondamente l'identità europea moderna. Città importanti: Weimar, Jena, Berlino, Heidelberg producono una grande civiltà letteraria nonostante l'arretratezza sociale e politica. Classicismo e Romanticismo sono i nomi collettivi di fenomeni che si sono diffusi e hanno costituito il punto di riferimento di tutta la letteratura moderna. La letteratura di questo periodo è il terreno di coltura della soggettività moderna. Altri fenomeni importanti sono l'Idealismo filosofico, la nuova antropologia, l'archeologia e la cultura di massa nel senso moderno del termine. la letteratura diventa parte integrante della coscienza pubblica e si mette a servizio delle scienze naturali, della politica, delle arti. Si tratta di un "Nuovo Umanesimo". Classicismo e Romanticismo sono inseparabili, anche perché in certi autori si parla di fasi classiche e di fasi romantiche (es. Goethe). Nascita della modernità: Fino alla seconda metà del '700 c'era stata una società piramidale che prevedeva ruoli comprendenti più funzioni, come il sovrano che governava ed era anche autorità religiosa, e il capofamiglia che esercitava l'autorità giuridica su chi viveva e lavorava con lui. A questa società stratificata, in cui a ciascuno spettava per nascita un ruolo, va sostituendosi un quadro in cui il singolo non ha più un ruolo predeterminato, ma ne assume uno diverso a seconda delle situazioni. Nasce quindi il mondo moderno che ha come protagonista il borghese. Si sviluppa un mercato letterario con un pubblico di lettori sempre più numerosi e diminuiscono i libri religiosi. Non esiste ancora un paese chiamato Germania perché il mondo di lingua tedesca è un coacervo di oltre 300 unità statali che appartengono al Sacro Romano Impero. La frammentazione territoriale e l'assolutismo delle piccole corti complicano lo sviluppo del paese e impediscono la nascita di una borghesia forte. Il Classicismo di Weimar: La cultura tedesca di fine '700 critica l'Illuminismo e trova un modello nell'antico, inteso come visione utopica da far operare come forza viva in un paese dilaniato dalla crisi. Si comincia a parlare di Classicismo dal 1818, con i classicisti italiani. Al centro della vita culturale tedesca dell'intera epoca c'è Johann Wolfgang Goethe (1749-1832), divenuto una celebrità europea con "I dolori del giovane Werther" (1774). Nel 1775 gli viene proposto di trasferirsi a Weimar per educare il duca Carl August. Qui, per via dei molti impegni, subisce un calo di creatività rispetto al periodo francofortese e scrive il dramma "Torquato Tasso" e il romanzo "La missione teatrale di Wilhelm Meister", entrambi incompiuti, oltre a "Il trionfo del sentimentalismo" (1778), satira della sentimentalità. Christoph Martin Wieland (1733-1813) era arrivato a Weimar nel 1772 per educare Carl August; per lui l'attività letteraria è ancora rielaborazione di un patrimonio condiviso di storie senza l'assillo dell'originalità. Scrive "Le avventure di Don Silvio de Rosalba" (1764) e "Storia di Agatone" (1766-1767). Johann Gottfried Herder (1744-1803) viene chiamato da Goethe nel 1776 a capo della chiesa di Weimar e quale sovrintendente dell'istruzione. La sua opera maggiore è "Idee per la filosofia della storia dell'umanità" (1784-1791). Friedrich Schiller (1759-1805) giunge a Weimar nel 1787 per trovare nuove opportunità di lavoro come scrittore indipendente. Era diventato famoso grazie al dramma "I masnadieri" (1781). Il "Don Carlos" (1787) segna per il suo teatro il passaggio dalla prosa al Blankvers che si era affermato soprattutto grazie al modello del "Nathan il saggio" (1779) di Gotthold Ephraim Lessing e che divenne il verso del teatro classico tedesco. Don Carlos: il tema iniziale corrisponde al genere del dramma familiare borghese: la gelosia dell'infante di Spagna verso suo padre, il re Filippo II, che per la tradizionale politica

matrimoniale delle alleanze dinastiche gli ha sottratto l'amata Elisabetta di Valois per sposarla. Col marchese di Posa, coetaneo e amico fraterno di Carlos, Schiller inventa una figura che innesta nel dramma un ulteriore tema tipico del '700, il culto dell'amicizia. In quest'opera si apre una riflessione politica di ampio respiro: Schiller fa di Posa un portatore delle idee politiche dell'Illuminismo in una Spagna oscurantista che è immagine iperbolica dell'ancien regime. Posa vuole sfruttare i sentimenti di Carlos per far sì che il re non reprima l'insurrezione delle Fiandre. Per un momento Posa affascina il sovrano stesso con la grandiosa visione di un regno illuminato dalla libertà di pensiero. I suoi calcoli si ritorcono però tragicamente contro lui stesso, che per salvare Carlos attira su di sé i sospetti e viene fatto giustiziare, ma anche contro l'amico, che viene consegnato al Grande Inquisitore. Schiller ha inizialmente una visione ottimistica della storia, che si capovolgerà di fronte al degenerare della Rivoluzione Francese nel Terrore. Goethe e il viaggio in Italia: Nel 1786 Goethe fugge da Weimar (segretamente autorizzato dal duca) in Italia, dove resta per oltre un anno e mezzo. Va alla ricerca di se stesso nel paese dell'arte e della natura. La vera meta è Roma, dove soggiorna per tutto il resto della sua permanenza in Italia. Scrive "Viaggio in Italia" (1816-1817), un romanzo che guiderà in Italia molte generazioni di tedeschi. A Roma ha una vera rinascita come artista e uomo integrale, osserva la pittura rinascimentale (in particolare Raffaello) e la scultura antica, ristudia Winckelmann. Incontra molti artisti di lingua tedesca, in particolare Karl Philipp Moritz, una delle figure pi√ùinteressanti della scena intellettuale berlinese (teorizzà l'idea dell'autonomia dell'arte e fece luce sulla problematica psicologica). Orientato da Moritz, Goethe scrive la sua prima opera classicista, la riscrittura in Blankvers del dramma "Ifigenia in Tauride" (1786) la cui architettura e stile derivano dalla tragedia classica francese; Ifigenia, abbandonata sull'isola straniera, si strugge e ignora che sulla sua casa in Grecia si è abbattuto di nuovo l'orribile destino della colpa ereditata dagli Atridi, l'assassinio tra familiari. Ella ha convinto i Tauri a cessare i sacrifici umani, il fratello Oreste giunge segretamente sull'isola e vuole riportarla a casa, ma Ifigenia, che da lui apprende dell'assassinio del padre Agamennone e della madre Clitemnestra, rifiuta di macchiarsi della menzogna che le consentirebbe di fuggire. Così rivela a Toante il progetto di fuga, fidando nella sua passata promessa di lasciarla libera, se mai vi fosse per lei la possibilità del ritorno in patria. Toante il barbaro si comporta cn lealtà e rinuncia a lei; il mondo delle forze cieche e oscure si dilegua davanti a una logica nuova che porta chiarezza, rispetto e dignità. La persecuzione di Oreste da parte delle Erinni è rappresentata come un'allucinazione per il senso di colpa, da cui la sorella lo guarisce. La tragedia "Egmont" resta invece in prosa: la materia è tratta dall'occupazione spagnola dei Paesi Bassi in pieno conflitto tra protestantesimo e controriforma, tema che interessa anche Schiller. A Bruxelles il conte Egmont si pone a capo della resistenza contro l'invasore cattolico. Catturato e condannato a morte, gli si manifesta in sogno nel finale una visione allegorica della Libertà con le fattezze dell'amata. Nel Torquato Tasso elabora nella condizione del poeta italiano presso la corte ferrarese il proprio dissidio di poeta borghese nella sfera pubblica nobiliare. L'opera che più di tutte traduce la poetica italiana di Goethe in un nuovo tipo di realizzazione letteraria è il suo primo ciclo di liriche, che si sarebbe dovuto chiamare "Erotica romana" ma che poi fu chiamato "Elegie romane", un romanzo dell'artista in cui egli, giunto dalla realtà fredda e amorfa del Nord in cui si ripiega nell'introspezione, nello splendore di Roma vede e sente vivere le forme marmoree delle statue attraverso il corpo dell'amata, conoscendo una vera e propria fusione erotica col mondo della bellezza antica. Le Elegie sono tali nel senso che rievocano con malinconia una felicità possibile soltanto sul suolo dell'Italia, tra le sue forme e colori. Da quando ritorna a Weimar si dedica alla conoscenza scientifica con particolare intensità. Classicismo e Rivoluzione:

La Rivoluzione francese e quindi l'abolizione del diritto feudale e la dichiarazione dei diritti dell'uomo fu accolta con entusiasmo dalla maggior parte degli intellettuali tedeschi anche se nei loro Stati credevano che la società si sarebbe evoluta gradualmente e quindi attendevano riforme dall'alto. Goethe era invece contrario alla rivoluzione e la imputa al malgoverno dell'ancien régime e alla corruzione degli strati alti della società francese. Dal 1793 l'atteggiamento degli intellettuali tedeschi cambia per via della decapitazione di Luigi XVI e di Maria Antonietta e del Terrore di Robespierre. Nel 1794 Schiller entra in contatto con Goethe per coinvolgerlo nel suo progetto di una nuova rivista letteraria (Die Horen). Su questa rivista Schiller pubblica "L'educazione estetica dell'uomo" (1795): la furia sanguinaria della folla parigina e il terrore lo hanno convinto che la libertà teorizzata da un illuminismo razionalizzante ha conseguenze fatali perché non tiene conto della sfera sensitiva delle pulsioni che trainano le azioni umane quanto l'intelletto. Nelle classi inferiori dominano i selvaggi incapaci di sollevarsi al di sopra degli istinti, nelle superiori i barbari, che agli istinti più bassi si abbandonano per principio e per cultura. Solo esaminando a fondo le pulsioni si potrà trovare la via per uscire dalla barbarie. Nella sua analisi degli impulsi umani Schiller assume un dualismo di fondo: da un lato c'è l'impulso materiale delle facoltà sensorie-emotive, soggette alla necessità, dall'altro l'impulso formale delle facoltà razionali, che aspira alla libertà al dominio sul reale. Affinché la lacerazione dell'uomo tra questi due estremi sia sanata, non si può che immaginare un'interazione armonica tra le due forze, mediante quello che Schiller chiama "Impulso al gioco". Grazie ad esso, sensibilità e intelletto possono compenetrarsi in una forma viva, autonoma perché non subordinata a cause o a fini esterni. Tale è la condizione estetica che viene vissuta nella creazione e fruizione dell'arte, la sola che può trasformare l'uomo fin nella sua sensibilità istintuale in un essere autonomo e armonioso. Perciò l'uomo "è interamente uomo solo laddove gioca". Nel saggio "Sulla poesia ingenua e sentimentale" la commozione dell'uomo moderno dinanzi alla semplicità degli esseri naturali, all'infanzia, alle opere dell'antichità deriva dal fatto che l'uomo è scisso dall'unità della natura e quindi questa perdita lascia nel soggetto la nostalgia della totalità. Il Wilhelm Meister: Il romanzo di Goethe "Anni di apprendistato di Wilhelm Meister" (1795-96) è uno dei testi del Classicismo più ricchi di conseguenze per tutta la letteratura successiva. Alla sua origine vi è "La missione teatrale di Wilhelm Meister" (1776-85) incompiuta e riemersa solo nel 1910: era la storia di un giovane che, amando un'attrice, abbandona la casa del padre commerciante e si unisce a una compagnia di commedianti girovaghi per inseguire il suo sogno di diventare drammaturgo e fondare un teatro nazionale, aspirazione di tanto Illuminismo tedesco. Nel nuovo sono presenti due figure misteriose che Wilhelm prende con sé nel suo viaggio facendone quasi la sua nuova famiglia: Mignon, una ragazzina androgina che si esprime solo attraverso danza e canto, e un enigmatico e folle suonatore d'arpa. Più che aspirante poeta, Wilhelm è aspirante attore, e questo per la sua idea di realizzarsi sulla scena come persona armoniosa nel fisico e nel morale, con un ruolo pubblico. Simili obiettivi, in Germania sono preclusi al borghese e accessibili soltanto al nobile, che ha il diritto e il dovere della rappresentanza estetica. Ma la scoperta sconvolgente di Shakespeare infrange questa sua idea di teatro aristocratico. Mignon e l'arpista, con la loro morte, portano con sé nella tomba l'alone mitico della loro splendida, fatale poesia. Il finale è da fiaba, pieno di ironia. Con la sua ricchezza strutturale e tematica incalcolabile, cioè irriducibile a una formula, il Meister ha tutto l'ibridismo dell'autentico romanzo. La germanistica tra Otto e Novecento ha coniato il termine di Bildungsroman, romanzo di formazione, per affermare che il Meister sarebbe il prototipo di un genere tipicamente tedesco,

incentrato sull'evoluzione di un giovane che soffre per l'urto tra i suoi ideali e la realtà, trova infine una collocazione nella società borghese, senza rinunciare del tutto a idealizzarla. Un altro tema cardine dell'opera è il dilettantismo, un rischio che Goethe, Schiller e Moritz vedevano nella diffusione moderna della cultura perché i tanti fruitori d'opere artistiche e letterarie scambiavano la propria sensibilità passiva verso l'arte per una capacità creativa. Di fronte a masse di creativi improvvisati, l'estetica classicista voleva riservare l'attività estetica all'arte somma, contro il dilagare di un'arte facile che sarebbe stata pura e semplice soggettività. La tragedia moderna e i paradossi del potere: Negli scritti sulla tragedia Schiller punta sull'antagonismo tra necessità e libertà (nella sua riflessione sulla bellezza mira invece a coinciliare il dualismo del sensibile e del razionale). L'arte tragica si incentra per lui sul sublime in cui il pensiero settecentesco ha riconosciuto un diletto estetico per sensazioni distruttive e per l'immane. La teoria schilleriana schilleriana tiene conto delle peculiarità dell'uomo moderno. Il patetico-sublime schilleriano è dunque un'arte della dissonanza fondata sul sentimento di una volontà che si manifesta libera in un conflitto doloroso con la necessità di natura. Schiller perde fiducia nel disegno progressivo della storia e torna alla letteratura dopo anni dedicati alla teoria estetica. Nelle tragedie analizza la politica e la psicologia. Politiche culturali: Già nel 1795 Goethe scrive che un classico nazionale potrebbe nascere solo da un paese unitario dotato di una capitale che ne raccordi la vita, non dunque nell'impero frantumato; ma al tempo stesso esalta la ricchezza delle culture locali tedesche e constata che per merito degli scrittori è nata ormai una rete che connette autori e lettori negli sparsi territori. Grazie alla diversità dei loro Stati gli scrittori tedeschi di fine '700 raggiungono un grado di eccellenza intellettuale proprio grazie alla diversità dei loro Stati non schiacciati da una capitale politica, e grazie alla loro ricettività verso le culture di tutti i tempi e paesi (i maggiori scrittori tedeschi di questo periodo sono grandi traduttori). La consapevolezza di non possedere una tradizione vincolante li ha fatti innestare idealmente in un contesto europeo e cosmopolita. Di questo orientamento Weimar è il principale centro d'irradiazione, insieme a Jena. Il Classicismo può essere visto come una rivolta contro la banalità della nascente industria culturale (libri di giardinaggio, per l'infanzia, sul lusso e sulla moda, intrattenimento per il pubblico che va ampliandosi rapidamente, mentre Classicismo e primo Romanticismo sono fenomeni d'élite). La produzione lirica di Goethe e Schiller negli ultimi anni del secolo persegue un fine di educazione estetica e si volgono alla ballata, genere nordico di grande presa e ritenuto espressione popolare, per finalizzarlo all'affinamento estetico del pubblico attraverso la sperimentazione di nuove forme metriche. Romanticismo: Il Romanticismo viene considerato il contributo più significativo della cultura di lingua tedesca alla letteratura universale. Romantico deriva dal legame con il genere del romanzo e con la letteratura romanza, a sua volta collegata al romance inglese di fine '700, modelli letterari i cui tratti fondamentali sono il fantastico, il meraviglioso, il caotico, il fiabesco. Città importanti: Jena, Berlino, Heidelberg. Nel 1797 Ludwig Tieck (1773-1853) inaugura il Romanticismo pubblicando le sue "Fiabe popolari", una riscrittura di alcune fiabe popolari di diverse tradizioni letterarie che l'autore pubblicò sotto uno pseudonimo in conformità alla nuova poetologia romantica che dissimulava fino all'eliminazione il ruolo dell'autore e voleva rivendicare l'origine popolare e per questo sacra di tale scrittura.

Tra Berlino e Jena prende forma la rivista "Athenäum"a cui partecipano i fratelli Schlegel, Michaelis e Novalis: su questa rivista apparvero le principali opere della cerchia romantica e i romantici cominciano a contrapporsi apertamente alla politica culturale dei weimariani. Differenze sul piano poetologico tra weimariani e romantici: prima fra tutte l'enfasi posta dai romantici sulla forma del frammento, strumento di una strategia decostruttiva che permise al gruppo di Jena di affrontare coralmente le grandi questioni della letteratura e della filosofia del tempo, ponendosi in maniera antagonista rispetto alle semplificazioni razionaliste dell'Illuminismo ma anche al sentimentalismo borghese e rococò; il frammento voleva decostruire i classici e risttivarne così le energie sopite. La poesia romantica tende all'infinito e all'indefinito, persegue l'ideale della mescolanza e della fusione dei generi. Per Schlegel l'arte moderna è un modello irriducibilmente anticlassico, o almeno un classico che non si può più esemplare sulla "Nobile semplicità e quieta grandezza" winckelmanniana. Vede con chiarezza il principio di imitazione(degli antichi e della natura), il mescolarsi di forme d'arte alte e basse, la passione per l'interessante, che sfianca il desiderio e corrompe il gusto. Il modello per romanzo romantico è il Wilhelm Meister di Goethe. Il nuovo romanzo: "Le peregrinazioni di Franz Sternbald. Una storia antico-tedesca" (1798) di Tieck, la "Lucinde" (1799) di Friedrich Schlegel e l" Enrico di Ofterdingen" (1802) di Novalis sono tre prototipi di romanzo romantico, molto diversi tra loro, ma di grande rilevanza teorica; tutti si orientano a dare forma al modello di romanzo di formazione prospettato da Goethe con il "Wilhelm Meister" e hanno come caratteristiche la mescolanza dei generi, delle tonalità e modalità sentimentali, fantastiche, satiriche e ironiche. Heinrich von Kleist (1777-1811) apparteneva alla piccola nobiltà prussiana di Francoforte sull'Oder, nel 1792 entrò nell'esercito prussiano e vi restò fino al 1799 quando decise di iscriversi all'Università di Francoforte per prepararsi a una diversa carriera ancora non definita. Nell'agosto del 1800 lasciò Francoforte per un viaggio a Würzburg di cui sono incerte le motivazioni. Lavora poi a Berlino dove rimane deluso; si applica alla filosofia di Kant da cui trae che la verità è inconoscibile ed entra nella sua "Crisi kantiana". Nel 1801, dopo un viaggio a Dresda durante il quale intuisce per la prima volta nell'arte un mondo di valori opposto alla scienza, arriva a Parigi dove inizia a scrivere: la sua prima opera è "La famiglia Schroffenstein" (1803), sanguinoso conflitto di marca shakespeariana fra stirpe nemiche, i cui due rampolli si sono giurati amore eterno. Cade poi in un'inguaribile inquietudine e depressione, rientra in patria e rientra al servizio dello Stato. Decide poi di dedicarsi all'arte, puntando tutto sul teatro ma scrivendo anche racconti. A Berlino entra nella cerchia dei romantici e visto il declino del teatro tedesco scrive racconti solo per guadagnare, anche se i suoi guadagni restano miserevoli. Si suicida nel 1811 insieme alla coetanea Henriette Vogel; il doppio suicidio suscita scandalo immenso e solo pochi, tra cui Hoffmann, sanno comprenderli e astenersi dalla generale condanna moralistica. Nella sua narrativa si riscontrano una precoce istanza di realismo, una percezione tragica dell'eros e una rara felicità. Fortissima è la vena comica, amore per l'inverosimile. Interesse di Schlegel per i legami tra le letterature europee e quelle orientali, studio di quella che diventerà la linguistica indoeuropea, riscoperta della letteratura popolare e delle tradizioni (I fratelli Grimm pubblicano "Le fiabe del focolare"), conversioni al cattolicesimo e interessamento verso la sua mistica. Il poeta e la fantasia:

A Berlino...


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