Italo Calvino - La giornata di uno scrutatore PDF

Title Italo Calvino - La giornata di uno scrutatore
Author Debora Olivini
Course Letteratura Italiana
Institution Università degli Studi di Milano-Bicocca
Pages 5
File Size 86.5 KB
File Type PDF
Total Downloads 59
Total Views 129

Summary

Riassunto del libro di Italo Calvino "La giornata di uno scrutatore" con alcune analisi dello spazio, dei personaggi e dei tempi del romanzo....


Description

ITALO CALVINO - LA GIORNATA DI UNO SCRUTATORE 1)CONTESTO STORICO “La giornata d’uno scrutatore” è un romanzo breve di Italo Calvino pubblicato nel Febbraio 1963 da Einaudi. Un racconto di riflessioni più che di fatti, un’esperienza personale dell’autore che dovrà attendere oltre dieci anni di gestazione prima di vedere la luce. La prima idea di questo racconto, infatti, sfiora la mente di Calvino nel 1953, quando, candidato del Partito Comunista (candidato per far numero sulla lista), si ritrova a girare tra i vari seggi dove i candidati di lista chiedevano l’aiuto del partito per delle contestazioni da risolvere. Calvino dunque si ritrova a passare dieci minuti del suo tempo anche presso il Cottolengo, dove assiste ad una diatriba tra democristiani e comunisti, ed è in quel preciso momento che nella sua mente si delinea l’idea del racconto, ovvero la storia di uno scrutatore comunista che si trova lì ecc… Tuttavia, lo scarso tempo vissuto al Cottolengo non gli permette di avere una visione ampia e chiara sul tema da trattare. Nella sua presentazione al libro, Calvino sostiene che poteva scrivere un racconto solamente se avesse vissuto in prima persona l’esperienza dello scrutatore. Con le amministrative del 1961, Calvino riesce a farsi nominare scrutatore al Cottolengo, dove lavora per due giorni, andando anche a raccogliere i voti nelle corsie. Tuttavia, ciò gli impedisce di scrivere per molti mesi: le immagini che gli passano davanti agli occhi di infelici senza capacità di intendere nè di parlare né di muoversi, per i quali si allestisce una pantomima di un voto delegato attraverso il prete o la monaca, sono così violente e infernali, che l’autore avrebbe solamente potuto scrivere un manifesto antidemocristiano. Prima di intraprendere la scrittura di questo romanzo Calvino dovrà aspettare diversi mesi, in modo tale che le immagini che gli affollano la mente sbiadiscano almeno in parte. 2)TEMI Il romanzo, pur essendo breve, è una sorta di filo rosso conduttore tra la produzione antecedente e quella successiva. Non è una svolta, in quanto il lavoro di rappresentazione e commento della realtà lo inizia nel 1957 con “la speculazione edilizia”  e successivamente “la nuvola di smog”. E’ un romanzo intessuto di riflessioni politiche, filosofiche e religiose ma con dei temi che Calvino, fino ad allora, non aveva avuto il coraggio di sfiorare, come l’infelicità di natura, il dolore e la responsabilità della procreazione. Il romanzo è un racconto, ma allo stesso tempo, un reportage sulle elezioni al Cottolengo e una breve pubblicazione contro uno degli aspetti più assurdi della democrazia, e anche di meditazione filosofica, su che cosa significa il far votare i deficienti e i paralitici. E’ una riflessione su se stesso del protagonista, che vede, a un tratto, il mondo trasformato in un immenso Cottolengo.Lo scrutatore arriva alla fine della sua giornata in qualche modo diverso da come era al mattino. 3)TRAMA CON COMMENTO Il protagonista Amerigo Ormea (Amerigo dal nome di Vespucci, scopritore della penisola nordamericana e Ormea, città e cognome tipicamente piemontese e quindi in perfetta armonia con il luogo in cui si svolge la vicenda e anche anagramma di “amore”) è un uomo

scapolo di mezza età, uno scrutatore comunista inviato dal partito al Cottolengo di Torino proprio per vigilare sulla inveterata abitudine da parte delle monache, “tenutarie” del luogo di manipolare il voto degli infelici ospiti in cura. Ci viene presentato da Calvino nel primo capitolo, mentre cammina per le grigie stradine deserte torinesi in una giornata piovosa. Amerigo è iscritto ad un partito di sinistra, ma non partecipa attivamente alla vita politica, Calvino, lo descrive come una persona molto riflessiva, che crede fortemente nei suoi ideali. Per Amerigo l'ingresso al Cottolengo, dove svolge l'attività di scrutatore, è quasi come la sua entrata in un mondo nuovo, sconosciuto, dove prendono piede molte sue riflessioni, che lo portano a scavare dentro se stesso. In alcuni tratti del testo, Calvino fa emergere l'ostinazione che Amerigo dimostra nell'affrontare questo difficile incarico, che sembra essere modesto se non si tiene conto delle terribili emozioni che si provano nell'osservare le "inumane" condizioni in cui si trovano a vivere alcuni pazienti di questa "città nella città" ed è interessante notare come lo stesso protagonista affronti il problema di conciliare il suo impiego da scrutatore con la tristezza che caratterizza il luogo in cui deve svolgerlo. Un pensiero riesce a distoglierlo da quel mondo privo di bellezza, il ricordo dell'amata Lia: (rassegnato a passare tutta la giornata tra quelle creature opache, Amerigo sente un bisogno struggente di bellezza, che si concentrava nel pensiero della sua amica Lia. E quello che ora ricorda di Lia è la pelle, il colore, e soprattutto un punto del suo corpo, dove la schiena fa un arco netto e teso a percorrere con la mano, e poi subito s'alza dolcissima la curva dei fianchi). Si può scorgere un contrasto tra le azioni al seggio, monotone, ripetitive, asettiche, noiose, e i pensieri che lo affliggono, soprattutto per quanto riguarda Lia, che definisce una “donna prelogica”, “irrazionale”. Le sue numerose riflessioni, lo portano a comprendere la duplice funzione del Cottolengo, che oltre ad ospitare persone con gravi problemi fisici e mentali, è l'ambiente più adeguato allo sviluppo della legge-truffa(la coalizione che avesse preso il 50% + 1 dei voti avrebbe avuto i due terzi dei seggi alla Camera). Durante la giornata, Amerigo vede presentarsi al voto numerose persone, la maggior parte delle quali non crede in grado di esprimere un parere così importante per il futuro dello stato ed è proprio questa la trappola in cui si sente soffocare. Ci sono anche altri argomenti tra i pensieri che affollano la mente di Amerigo: la situazione politica italiana del tempo, le considerazioni sulla società, cosa vuol dire per lui essere comunista, sul significato di democrazia, sulla legge elettorale, riflessioni sull’amore inteso come principio motore. Le riflessioni e i pensieri che fa, però, non portano a conclusioni, sono solo vaghi fluttui di pensieri che non offrono soluzioni. Un po’ come forse l’animo del protagonista: oscillante, incapace di prendere una posizione netta, e se lo fa lo fa con difficoltà, anche in relazione ai suoi colleghi di seggio, nell’imporre suoi punti di vista. Anche con Lia è così: soccombe, è in balìa del carattere imprevedibile della ragazza, come ad esempio quando gli dirà che parte per Liverpool. Un personaggio con contorni così opachi figuriamoci che tipo di posizione può avere, nella coppia, quando si parla di figli, di procreazione, di costruire una famiglia. La reazione di Amerigo quando la donna gli dice del figlio, o meglio, quando Amerigo lo intuisce, è scomposta, disordinata, per poi sconfinare

subito in un senso di colpa verso il suo egoismo e un senso di ammirazione per quella donna che si dimostra coraggiosa, netta, impavida. Il quadro più vivido è dipinto negli ultimi capitoli, quando Amerigo e altri scrutatori allestiscono un “seggio mobile” per far votare chi non può muoversi dal letto. Qui l’uomo molte volte cerca di far valere la sua opinione, quando vede un malato che non è in grado di riconoscere chi sta votando per lui o se ci sono delle palesi difficoltà di intendere e volere. La Madre superiora e il prete però fanno leva sul fatto che alcuni malati non riconoscono mai la Madre superiora, pur se questa passa tutta la giornata con loro: Amerigo ha un sussulto. Riesce a percepire l’essenza dell’amore puro che ha portato la Madre ad aver deciso di dedicare la sua vita a questo tipo di “amore”: riesce a rendersi conto della sconfinata umanità che c’è negli occhi del contadino che è venuto per salutare suo figlio, ricoverato e costretto al letto. Pensa quindi che questo stesso amore lo può guidare nel suo slancio verso Lia: ora è cambiato, non vuole più essere brusco con lei, si pente di non averle detto nulla su quello che in quella giornata è andato a fare, vorrebbe chiamarla per dirle tutto, per essere affettuoso. Ma lei non risponde, il telefono è occupato. “Siamo come Cappuccetto Rosso in visita alla nonna malata – pensò Amerigo – Forse, aperta la tendina, non troveremo più la nonna, ma il lupo”. E poi: “Ogni nonna malata è sempre un lupo” Questo pensa Amerigo quando vede la Madre superiore scomparire dietro la tendina attorno al letto del malato che deve aiutare a far votare: considerazione che però è evidente che contrasta con i ragionamenti di poco prima. Giocare su questo doppio binario è un po’ l’essenza del libro di Calvino: le suore che danno amore, ma le suore che sono anche strumento meschino di pratiche clientelari e di mortificazione della democrazia. “Non si può dire niente contro le suore. Come le suore non c’è nessuno” – lo dice l’ultimo votante, che ha due moncherini al posto delle mani ed è sempre vissuto al Cottolengo, dove le suore gli hanno insegnato tutto. 4)LO SPAZIO Il primo capitolo inizia proprio con la descrizione del quartiere di Torino intorno al Cottolengo, formato da vie strette e arcuate, ricoperte ancora di vecchi selciati; le case povere, prive di qualsiasi segno di vita nell’alba domenicale formano dei muri infiniti. Il Cottolengo di Torino, un enorme ospizio che offre rifugio ad infelici, minorati, deficienti e deformi. Il Cottolengo appare agli occhi di Amerigo come un istituto che si estende tra quartieri popolosi e poveri, per la superficie di un intero quartiere, comprendendo un insieme di asili e ospedali e ospizi e scuole e conventi, quasi come una città nella città. Oltre le mura spuntano tetti di edifici e pinnacoli di chiese e chiome d'alberi; la via pubblica centrale separa un corpo di costruzione dall'altro ed essi vengono collegati tramite delle gallerie sopraelevate, come in certi vecchi stabilimenti industriali, cresciuti seguendo intenti di praticità e non di bellezza. Il tutto viene recintato da muri nudi e cancelli. Una descrizione

molto tetra e grigia, proprio perché deve simboleggiare la città dell'altro e del diverso: il mondo della sofferenza. L’interno è costituito da lunghi dormitori, i quali sono formati da file di letti a baldacchino con le tende bianche drappeggiate su qualche letto. Amerigo, paragona ciò ad un monastero del Seicento. 5)I PERSONAGGI - Amerigo Ormea: non sono descritti l’aspetto fisico, i connotati psicologici, la precisa condizione lavorativa. Ciò che conosciamo di lui è la sua interiorità, la lotta mentale, la ricerca di un senso tra gli abusi elettorali del partito di maggioranza e l’estraneità incosciente dei pazienti reclusi. Il lettore è chiamato a partecipare dell’esperienza problematica delle sue continue digressioni dubitative, a far propri i dubbi sulla biologia, sulla democrazia, sulla storia. - Lia: non è descritto l’aspetto fisico. Essa è la ragazza di Amerigo e non ha nulla a che vedere con la vicenda elettorale. Ha con lui un rapporto complesso caratterizzato da frequenti litigi ed incomprensioni ma anche da un forte bisogno reciproco. Dai discorsi presenti nel romanzo emerge l'immagine di una ragazza non del tutto matura. Per Amerigo è il simbolo di ciò che è il mondo reale e della bellezza. - Il presidente: è un uomo vecchio e molto insicuro, consulta continuamente il libretto contenente le regole elettorali. Si tratta di un uomo dagli scarsi ideali e considera le elezioni una pura formalità. - Lo scrutatore smilzo con gli occhiali: è un giovane democristiano che partecipa in maniera particolarmente attiva ai diverbi che sorgono tra gli scrutatori e, secondo il narratore, agisce come se si trovasse tra i nemici in un campo di battaglia. - La scrutatrice con il golfino arancione: ha un'età di circa trent'anni ed ha il viso pieno di lentiggini; secondo il narratore si tratta di un'operaia o di un'impiegata. - La scrutatrice con la blusa bianca ha un'età di circa cinquant'anni, un medaglione con un ritratto sul petto, il che la fa sembrare una vedova, e, secondo il narratore, l'aria da maestra elementare. - Deputato parlamentare: un uomo diritto con capelli grigi e ben rasato. Indossa un impermeabile chiaro. Egli, con il suo comportamento distaccato, ma interessato alla vittoria del suo partito conseguita con ogni mezzo, rappresenta il simbolo del potere corrotto. 6)ALTRE ANNOTAZIONI ● La fantascienza si mescola ad interrogativi etici, politici e filosofici perché se Amerigo arrivando al Cottolengo si chiede se sia giusto concedere il diritto di voto a persone a malapena in grado di intendere e di volere, alla fine della giornata la domanda non avrà più significato. Le domande più assillanti diventano altre: “è più caritatevole far vivere o lasciar morire?”, “fino a dove un essere umano può dirsi umano?” ed ancora, dopo la telefonata della compagna-personificazione della Bellezza, cosa significa procreazione responsabile? Può un deciso sostenitore del birth-control accettare un figlio concepito per errore?Una risposta per tutte Amerigo la formula

osservando un contadino accanto al figlio idiota: il primo gli sguscia delle mandorle, il secondo lo ricambia sorridendo… “Ecco, pensò Amerigo, quei due così come sono, sono reciprocamente necessari. E pensò: ecco, questo modo d’essere è l’amore. E poi: l’umano arriva dove arriva l’amore; non ha confini se non quelli che gli diamo”. ● Non si hanno, all'interno del testo, numerose varianti di linguaggio; si può comunque riscontrare un linguaggio lievemente formale che viene usato dal presidente ma non dagli scrutatori i quali usano invece un linguaggio informale e più colorito sebbene nei limiti dell'educazione. Nei discorsi di Amerigo con Lia si ha un linguaggio diverso che può essere definito come parlato familiare. E' presente il linguaggio dialettale (quello torinese) solo per quanto riguarda l'aggettivo cutu che deriva dal nome del 'Cottolengo' e col quale sono indicate a Torino le persone menomate. ● L'elemento lessicale utilizzato nel testo è costituito dall’espressione-chiave “Mondo-Cottolengo”. Con la frequente ripetizione di questo termine, l'autore vuole marcare la grande distanza che divide il nostro modo di vivere da quello degli handicappati che vivono nell'istituto, considerando quest'ultimo come un mondo a sé stante. ● Nel racconto si ha la presenza di un tono drammatico usato (anche se soltanto in alcuni casi) per descrivere i pazienti, mentre le considerazioni di Amerigo contengono notevoli sfumature di tipo ironico ed in alcuni casi sarcastico riguardanti soprattutto il mondo della politica ed i collaboratori di Amerigo....


Similar Free PDFs