Jean Bodin e I sei libri della Repubblica PDF

Title Jean Bodin e I sei libri della Repubblica
Author Gabriele Cannata
Course Storia delle dottrine politiche
Institution Università degli Studi di Catania
Pages 2
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esercitazione...


Description

Jean Bodin e “Les Six Livres de la République”

Jean Bodin era un docente di diritto, economista, magistrato e pensatore politico vissuto dagli anni ’30 del 1500 sino al 1596. Bodin, considerato come il precursore di Montesquieu, ricerca nella storia ciò che definisce “spirito delle leggi” poiché crede che soltanto attraverso un’accurata osservazione della storia si possano ricavare delle leggi che permettano il funzionamento, la crescita e le trasformazioni dello Stato. In risposta al pamphlet “Franco-Gallia” di François Hotman in cui l’autore indaga sulle origini dell’istituto monarchico in Francia ed esprime la preferenza del governo misto, ovvero “quello che associa e tempera i tre elementi: regio, aristocratico e popolare”, Bodin pubblica il suo più celebre libro “Les Six Livres de la Rèpublique” ( i sei libri della Repubblica) scritto in volgare per facilitarne la comprensione al popolo francese. L’opera, definita come la somma giuridico-politica del secolo, concerne una moltitudine di argomenti, tanto da esser paragonata ad un’enciclopedia, ma focalizza l’attenzione sulla definizione del concetto di “sovranità” a cui ancora non era stato attribuito alcun significato. Lo scrittore tende innanzitutto a spiegare ciò che intende per Repubblica, vale a dire quella cosa pubblica, la comunità politica in generale ed egli si pone sul piano della legittimità, laddove si cerca un governo giusto, non solo conforme a valori morali di ragione, giustizia, ordine, ma anche che trova il suo fine, il suo scopo, per giungere ad un obiettivo più alto della felicità; continua inoltre ritenendo il governo giusto come un governo che si assicuri della protezione e del benessere dei cittadini. Il punto da cui partire indicato da Bodin è la famiglia, considerata come la cellula madre e vista come l’immagine ed il modello della comunità politica ben ordinata. Dopo aver definito il punto di partenza e in seguito alla spiegazione del termine Repubblica, Bodin incentra la sua opera sulla definizione e spiegazione della “sovranità”, poiché nessuno, prima di lui, ha saputo cogliere rigorosamente le vere caratteristiche della sovranità. L’autore definisce la sovranità come una forza coesiva che riesce ad unificare la comunità politica, senza la quale essa si sfascerebbe, ma per sovranità si intende anche “il potere assoluto e perpetuo di una Repubblica”. Perpetuo, cioè, che i principi sovrani lo esercitano a vita, succedendosi senza interruzioni sul trono, ma non potrebbe darsi sovranità di un funzionario o di un corpo legislativo eletto per un periodo determinato, non si tratterebbe che di magistrati. Oltre che perpetua, la sovranità è anche assoluta, per questo la legge dice che il Principe è sciolto (absolutus) dall’autorità delle leggi, cioè il sovrano non è vincolato alle leggi dei suoi predecessori, non lo è neppure alle proprie. La sovranità, secondo Bodin, può teoricamente risiedere sia nella moltitudine (democrazia) o in minoranza (aristocrazia), che in un uomo solo (monarchia); ma egli non vede assolutamente la possibilità di dividere le prerogative della sovranità per costruire una Repubblica “aristocratica, monarchica e popolare al tempo stesso”, la quale non potrebbe essere che un mostro. Per lui Repubblica mista non è altro che corruzione della Repubblica. Fra le tre forme di Repubblica, Bodin preferisce la monarchia, per diverse ragioni decisive: la prima dipende dal fatto che la monarchia è il regime più conforme alla natura; la seconda ragione è che soltanto nella monarchia questa sovranità può essere assoluta; la terza ragione dipende dal fatto che la monarchia assicura maggiori garanzie a quella che, in termini moderni, chiameremo la scelta delle competenze. Ma la monarchia preferita da Bodin è quella monarchia che lui definisce la monarchia regia o legittima, in essa il re dirige le proprie azioni in base alla giustizia naturale. Questa monarchia regia o legittima può essere governata: popolarmente quando il principe accorda impieghi e benefici in base ad un criterio egualitario, ma l’autore preferisce la monarchia governata aristocraticamente, dove si tiene conto delle persone, dei meriti e delle risorse, ma il vero governo regio, al quale Bodin riserva tutte le sue predilezioni è quello armonico. Bodin ci descrive quindi una sovranità assoluta, indivisibile, “semplice” in opposizione a “mista” ma non sovranità illimitata, senza limiti morali. Monarchia assoluta, ma non monarchia arbitraria. Da quest’uomo e da quest’epoca data realmente la nozione di sovranità, definita da lui stesso come un blocco di marmo che non può essere spezzato. Gabriele Cannata, Matricola: 1000001495...


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