La carta di Roma - La deontologia del giornalista PDF

Title La carta di Roma - La deontologia del giornalista
Author Clara Pescarini
Course Linguaggio Giornalistico
Institution Università degli Studi di Padova
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Riassunto capitolo 9 del libro "La deontologia del giornalista". La Carta di Roma: la dignità dello straniero. Utile come spunto di partenza per il Paper...


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LA DEONTOLOGIA DEL GIORNALISTA - CAPITOLO 9 9. LA CARTA DI ROMA: LA DIGNITÀ DELLO STRANIERO Roberto Natale! 9.1 La nascita della Carta di Roma Nelle 24 ore successive alla strage di Erba (2006, Como) va in scena, su quasi tutte le reti e giornali, la caccia a un immigrato. Non ci sono dubbi, non può che essere stato il tunisino Azouz Marzouk; sembra quasi “naturale” che i dubbi si concentrino su di lui. ! Poi le indagini prenderanno una direzione completamente diversa: gli italianissimi Olindo e Rosa.! Questa terribile pagina di cronaca sarà lo spunto d’origine che porterà al varo della Carta di Roma (Protocollo deontologico concernente richiedenti asilo, rifugiati, vittime della tratta e migranti). Infatti, l’alto commissariato per i rifugiati, visto il conformismo colpevolista dei media, chiede a direttori e rappresentanti dei giornalisti di avviare un confronto. Fnsi e Ordine raccolgono la sollecitazione e iniziano a lavorare a un testo che, a giugno 2008, ottiene il consenso dei due consigli Nazionali e diventa un nuovo strumento di lavoro per il giornalismo italiano.! C’è bisogno di un’altra carta? I temi della immigrazione e della multiculturalità hanno acquisito nella nostra società una rilevanza tale da meritare un’attenzione particolare. In questo capitolo quindi si approfondiranno i richiami generali contenuti nella Carta dei Doveri (dal 1993 è il fondamentale riferimento deontologico).! È bene specificare che non sono stati i giornalisti a inventare e praticare “l’imprenditoria politica della paura”; dagli anni ’90 il tema dei flussi migratori è diventato sempre più rilevante nel dibattito tra i partiti (più immigrati = più insicurezze). Tuttavia questa constatazione non può valere come alibi per sottrarsi alla riflessione sui compiti professionali dei giornalisti.! 9.2 Il “rispetto della verità sostanziale dei fatti” alla base della Carta La pietra solida su cui vuole poggiarsi la carta sono I FATTI.! La Carta sviluppa le sui indicazioni in base al criterio deontologico fondamentale del “rispetto della verità sostanziale dei fatti” contenuto nell’ art.2 della Legge istitutiva dell’Ordine. Dunque, la Carta non è stata pensata per giornalisti militanti inclini alla solidarietà con gli immigrati e non invita l’informazione ad essere “buonista”.! 9.3. La carta in dettaglio 1. Le parole sono parte fondamentale del lavoro del giornalista, bisogna quindi usare le parole giuste. In una prima elaborazione del testo della Carta, ai giornalisti venne posta una domanda: “Perché usate immigrato, extracomunitario, clandestino, rifugiato e richiedente asilo come se fossero sinonimi?”. Nella confusione, infatti, si tendono a privilegiare parole che proiettano un’immagine negativa del fenomeno. (Clandestino è più gettonato di richiedente asilo. Anche un cittadino statunitense è un extracomunitario, ma nessuno lo chiamerebbe così).Ovviamente i clandestini esistono, il problema è che il termine viene usato spesso in modo improprio. Gli immigrati sui barconi vengono spesso definiti clandestini senza sapere se siano richiedenti asilo. Usare un termine sbagliato impedisce a chi legge di farsi un’idea corretta della vicenda. Per questo motivo alla Carta è stato allegato un piccolo glossario.! 2. Evitare di diffondere informazioni imprecise, sommarie o distorte. Comportamenti superficiali possono suscitare allarmi ingiustificati. Queste sono regole che valgono in ogni ambito della professione giornalistica, ma applicate al tema dell’immigrazione significano che bisogna mantenere nelle cronache un metro di misura coerente per evitare di alimentare eventuali atteggiamenti razzistici. Ad esempio, uno stupro merita lo stesso risalto sia quando c’è un uomo rumeno nel ruolo del violentatore, sia quando c’è una donna rumena nei panni della vittima. Il giornalista non deve farsi guidare dal clamore politico che un avvenimento suscita, poiché le logiche dei partiti non sono ispirate a rispetto della verità sostanziale dei fatti. !

Nelle discussioni che hanno preceduto il varo della Carta si è presa in esame la possibilità di importare nel testo i divieti che colpiscono lo hate speech (discorso di incitamento alla discriminazione e avversione razziale). Ma la decisione finale è stata di far prevalere il dirittodovere di cronaca, per non assegnare al giornalista il compito improprio di filtrare o censurare alcune posizioni. All’informazione spetta il compito di offrire ai cittadini un panorama completo delle diverse posizioni in campo. 3. Il testo richiama il dovere professionale di fornire al pubblico l’informazione in un contesto chiaro e completo. Questo, in materia di immigrazione, può impedire che l’enfasi su una singola vicenda negativa diventi chiave di lettura complessiva del fenomeno. Esempio: stupro della Caffarella, 14 febbraio 2009. Inizialmente due cittadini rumeni vengono additati come sicuri colpevoli, poi vengono scagionati dall’esame del DNA. I colpevoli furono altri due immigrati condannati poi a 11 anni e 4 anni.! Quasi contemporaneamente viene presentata una ricerca nazionale secondo la quale non esiste alcuna corrispondenza tra l’aumento degli immigrati e l’aumento dei reati in Italia. Questo studio non ha avuto alcun risalto nella grande informazione. L’opinione pubblica si consolida nella convinzione che ci sia una diffusa immigrazione criminale, capace di reati spregevoli; tuttavia la stessa opinione pubblica non viene messa in condizione di sapere quali siano le reali dimensioni del fenomeno e la sua autentica pericolosità. ! Qui il giornalista deve fare una scelta, ossia decidere se per ricercare un titolo ad effetto si è disposti a sacrificare il rispetto della verità sostanziale dei fatti. Queste sono le principali indicazioni della carta di Roma. I cassetti della deontologia giornalistica sono pieni di buone indicazioni; perciò Fnsi, Ordine e Unhcr si sono posti l’obiettivo di scongiurare il rischio di una virtù solo “cartacea”.! 9.4 Far entrare la Carta nella pratica delle redazioni Gli impegni principali che dovrebbero permettere alla carta di entrare in circolo ed essere stimolo vero per la professione sono due:! 1. La formazione. Non può esserci informazione di qualità senza un’adeguata preparazione culturale. Il tema “media e immigrazione” entra nelle attività di formazione dei nuovi giornalisti; ma l’ambizione è di coinvolgere anche coloro che sono in redazione da anni, attraverso corsi di aggiornamento.! 2. Monitoraggio costante dell’informazione giornalistica. Ad eseguirlo è un osservatorio autonomo e indipendente, nato dalla collaborazione tra diverse facoltà universitarie e i centri di ricerca. l’Osservatorio produce un rapporto periodico che analizza limiti e pregi della produzione informativa. Lo scopo è offrire ai direttori di testata, redazioni e colleghi, un materiale scientificamente elaborato per capire meglio:! - I criteri delle scelte di giornalisti! - Le conseguenze che questi criteri producono! - Eventuali correzioni di rotta da fare! Lo scopo non è “mettere all’indice” i singoli pezzi e i loro autori: la funzione di sorveglianza deontologica resta all’Ordine. Non si punta esclusivamente a sottolineare il negativo. Insieme all’individuazione dei punti deboli è importante mettere in risalto anche ciò che funziona.! 3. Il rapporto con le associazioni, gruppi e organizzazioni che lavorano sull’immigrazione. Essi avvertono in modo diretto le conseguenze della nostra informazione. Acquisire il loro punto di vista sui contenuti del lavoro giornalistico, non vuol dire rinunciare alla autonomia professionale.! La stagione di maggiore sensibilità deontologica è iniziata quando la categoria si è aperta al contributo di altri soggetti: nel 1990 con la Carta di Treviso (collaborazione Fnsi e ordine con Il telefono Azzurro). Dietro alla Carta di Roma c’è la sollecitazione dell’Alto Commissariato Onu per I Rifugiati. Un’informazione consapevole delle sue responsabilità civili non ha paura del confronto....


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