La città delle dame, Christine de Pizan PDF

Title La città delle dame, Christine de Pizan
Author Valentina Damiani
Course storia del pensiero politico delle donne
Institution Università di Bologna
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LA CITTA’ DELLE DAME

Introduzione: Christine de Pizan (1365-1430) è tra le figure più importanti e significative della letteratura francese del XIV-XV secolo e fu la prima scrittrice donna di professione. L’autrice trae la propria autorità da tre figure allegoriche, Ragione, Rettitudine e Giustizia, che le appaiono durante un momento di grande tristezza per la lettura di un libro misogino, le Lamentations di Mateolo > la costruzione della città che ne segue è decostruzione della tradizione maschile > la metafora architettonica della scrittura del libro-costruzione della città è continua > Ragione l’accompagna del “Campo delle lettere” e comincia a scavare un fossato con “la zappa della ricerca” e rimuove false credenze sulle donne e pone le fondamenta con le regine e le guerriere, che sono come “grandi e forti pietre” > nella seconda parte interviene Rettitudine con le storie di donne esemplari per virtù, e con queste Christine costruisce palazzi, strade e torri > Giustizia completa l’opera, portando la Vergine > nella città abiteranno solo donne nobili (di animo piucchè di nascita) > la donna è nobile per natura e chi non segue la propria virtù trasgredisce la propria natura. Nata a Venezia nel 1365, passò tutta la sua vita a Parigi > il padre Thomas de Pizan , laureato all’università di Bologna era medico e astrologo di corte del re Carlo V > Christine crebbe a corte avendo

accesso con il padre alla Biblioteca Reale del Louvre (la donna parlerà dell’amore del sovrano per i libri). La morte di Carlo V nel 1380 segnò l’inizio del declino di Thomas a corte, che perdette gran parte delle sue rendite e morì poco dopo > il marito di Christine, Etienne de Castel, notaio e segretario del re, lo seguì poco dopo, nel 1390 > era stato un matrimonio felice e Christine in alcune sue liriche (la più nota è Seulete sui) esprimerà la sua desolazione. Rimasta vedova a venticinque anni con tre bambini piccoli e la madre alla quale pensare, completamente all’oscuro degli affari degli uomini, obbligata ad essere come una nave nella tempesta rimasta senza capitano, si volse allo studio e alla scrittura > compie una metamorfosi da donna a uomo, sia perché diventa scrittrice, sia perché ha una vita più autonoma e responsabilizzata > nella Città parla orgogliosamente dell’essere donna. Diventata scrittrice di professione, amava farsi ritrarre nelle miniature nell’atto di leggere o calligrafare, seduta da sola nel suo studio (rapporto stretto fra immagine e scrittura) > fa molti attacchi verso i chierici che diffamano le donne e contro la tradizione maschilista e misogina che ha avuto la meglio perché non esiste una letteratura femminile, non per un’inferiorità naturale, ma un’educazione fortemente limitante > lei stessa si racconta, dicendo di aver raccolto le briciole del grande sapere di suo pare (anche se dobbiamo pensare che l’educazione che ricevette fu molto migliore di quella della maggior parte delle donne, nonostante l’opposizione della madre. Christine va contro Boccaccio, facendo una genealogia di donne sia con figure mitiche che religiose che contemporanee > la pietra

fondatrice è Semiramide, regina di Babilonia (per Boccacio è esempio di lussuria e crudeltà, per Christine è la vedova eroica che sa governare e combattere con audacia) > riprende anche la figura di Didone, come saggia regina e donna che amò troppo, ne narra il suicidio, la sua distruzione per l’esperienza d’amore con Enea, non nobile come lei > Medea donna eccellente nel sapere e che amò troppo > Lucrezia viene narrata come riflessione sulla violenza contro le donne e per il suo stupro viene emanata una legge che stabilisce la pena di morte per gli stupratori. Le martiri vengono avvicinate ad altre eroine per la loro purezza e castità > il modello femminile di donna e santa trova la sua realizzazione vivente in Giovanna D’Arco, per la quale nel 1429 compose un poemetto.

LIBRO PRIMO I; Mentre era seduta nella sua stanza, una sera, dopo aver studiato tutto il giorno era stanca e voleva dedicarsi alla lettura di un’opera leggera > il libro era quello di Mateolo e aveva sentito dire che parlasse bene delle donne, ma non riuscì a leggerlo, perché la madre la chiamò per la cena e si ripromise di leggerlo l’indomani > la mattina dopo lo iniziò e andò avanti, ma dato che diceva solo cose sgradevoli e “non dava alcun contrinbuto al perfezionamento morale e alla virtù” lo lasciò perdere per dedicarsi a letture più alte > fu turbata, perché pensava a quanti altri uomini, anche chierici, parlassero male delle donne, dicendo che siano inclini ad ogni tipo di vizio > visto che lei è una donna, esamina la sua condizione e condotta e quella di altre donne che conosce > le sembra troppo grave che degli uomini così colti

abbiano scritto delle menzogne del genere e ciò la porta a pensare, anche se il suo intelletto semplice ed ignorante non riesce a riconoscere difetti né in lei né in altre donne, che doveva essere vero > decise alla fine che Dio avesse fatto una cosa molto vile quando creò la donna, un mostro, e si intristì molto (Dio ha creato la donna, ma lo ha fatto in modo perfetto > “perché non mi hai fatta nascere maschio, affinché le mie virtù fossero al tuo servizio, così da non sbagliarmi in nulla ed essere perfetta in tutto, come gli uomini dicono di essere?”).

II. Improvvisamente vede un fascio di luce in grembo > vede davanti a sé tre dame > la prima le dice la vogliono togliere dall’ignoranza che la acceca tanto da farle dimenticare quello che conosce > prende per oro colato le parole di ogni filosofo, anche se tra loro si contraddicono, e poeta > anche nel Roman de la Rose l’esperienza dimostra che la verità sulle donne è un’altra.

III. La stessa dama continua dicendole che Dio le fa vivere nel mondo mortale per mettere ordine e mantenere le leggi > lei è quella che redime uomini e donne e li riconduce sula retta via, mostra ad ogni uomo e donna virtù e colpe, infatti il suo scettro è uno specchio, nella mano destra > sono venute perché lei ne è degna e per cacciare dal mondo questo errore dove lei è caduta, perché così le donne meritevoli possano avere un luogo dove potersi rifugiare e difendere da così tanti assalitori > le donne sono rimaste senza difesa e anzi hanno accettato ogni accusa > le dicono che lei dovrà realizzare un edificio, costruito come una cittadella fortificata, nel quale abiteranno tutte le donne virtuose.

IV. Paragone con il regno delle Amazzoni, costruito insieme da guerriere virtuose > lei le rivela essere Ragione.

V. La seconda dama le dice di essere Rettitudine > esorta gli uomini a fare il bene, dire e difendere la verità, ha come scettro una retta luminosa e chi la segue non può sbagliare > le servirà a misurare gli edifici della città.

VI. La terza dama le dice di essere Giustizia, sostiene l’ordine di tutte le cose, ha come scettro una coppa d’oro, con la quale distribuisce ciò che a ognuno è dovuto > popolerà la città di nobili dame e della Regina.

VII. Cristina si getta ai loro piedi e dice loro di sentirsi rigenerata, ma chiede dove nel suo fragile corpo femminile possa trovare la forza di costruire quella città. VIII. Ragione la porta al Campo delle Lettere, dove sarà fondata la Città delle Dame > scava un fossato con la zappa della ricerca > le chiede perché tanti uomini abbiano scritto male delle donne > Ragione le risponde che quello non viene dalla Natura, ma le cause sono molteplici > alcuni con buone intenzioni lo hanno scritto per togliere gli uomini traviati dalla frequentazione di donne dissolute, accusando tutte le donne > Cristina chiede se allora si siano comportati bene > le risponde che hanno sbagliato e che non ci sono scuse > mettendo che loro l’abbiano fatto per riportare i folli sulla retta via, sarebbe come se Ragione

condannasse il fuoco, perché ci si può bruciare, o l’acqua, perché alcuni vi annegano > le hanno accusate tutte, anche se ce ne sono di eccellenti > altri uomini hanno accusato le donne per fare pettegolezzi o per far vedere di aver letto molto > questi uomini hanno passato la loro giovinezza nella dissolutezza, e sono invecchiati con i loro peccati e parlano male di tutte le donne, per placare il dolore della loro impotenza (Mateolo) > quelli che le calunniano per invidia, hanno conosciuto donne più intelligenti e nobili di loro > quelli che le calunniano perché maldicenti di natura criticano in realtà chiunque, ma parlando delle donne lo fanno contro ragione (dimentica il bene che gli ha fatto la donna) e contro natura (tutti gli esseri cercano la compagnia femminile) > quelli che credono a queste cose sono gente semplice ed ignorante.

IX. Mentre continua a scavare, Cristina chiede a Ragione perché Ovidio parlò male delle donne > Ragione le risponde che lui si abbandonò ad ogni piacere della carne e venne esiliato; quando tornò ricondusse la stessa vita e parlò male delle donne perché una volta evirato non potè più godere delle donne > Cristina le chiede di Cecco d’Ascoli e le risponde che le odiava > nel libro I Segreti delle Donne, si parla falsamente del corpo delle donne e infatti ad inizio libro viene detto che il papa farà scomunicare chiunque lo faccia leggere ad una donna, per non far scoprire che sia falso; dice anche che Dio creò Eva dalla costola di Adamo per essere al suo fianco come compagna, non ai suoi piedi come una serva e se lui non si vergogna di averla creata, non lo fa nemmeno Natura, sua ancella e Dio creò un’anima nella donna buona e nobile come quella maschile > Cicerone dice che nessun uomo

deve servire una donna, perché nessun uomo deve servire chi sta sotto di lui; Ragione dice che lo stare in alto o in basso non risiede nei corpi secondo il sesso, ma dalla perfezione dei costumi e dalla virtù > uno dei Catoni disse che senza donne l’uomo potrebbe dialogare con gli dei; Ragione dice che è grazie ad una donna che l’uomo può regnare con Dio, perché se Eva non avesse peccato, Maria non avrebbe permesso di fare da tramite tra uomo e Dio.

X. Catone Uticense dice che la donna assomiglia ad una rosa, bella a vedersi, nasconde spine pungenti; Ragione le dice che ogni donna onesta deve essere una delle cose più belle da vedere, ma nel suo animo c’è la spina della paura di sbagliare > alcuni autori hanno affermato che per loro natura le donne sono golose ed ingorde; Ragione le risponde che le donne non si vedono spesso in taverne o luoghi dove si vendono leccornie e le ricorda di wuella volta dove un uomo uscito dalla taverna le disse che visto che aveva speso molto, sua moglie non avrebbe bevuto, perché non potevano permetterselo, quindi non è vero > gli uomini che dicono che le donne vanno ben vestite in chiesa per sedurre gli uomini mentono, perché se fosse così si vedrebbero solo le donne giovani e carine, ma anche le anziane > un autore che dice che le donne sono per natura fragili e come i fanciulli, per questo i bambini parlano volentieri con loro, sbaglia, perché i bambini ricercano la dolcezza, propria delle donne oneste > gli uomini che dicono che le donne sono state fatte da Dio per piangere, parlare e filare sbagliano, perché non è un rimprovero, Dio le ha davvero fatte così, Gesù stesso pianse per Maria Mddalena e Marta, non disprezzando le lacrime della vedova che piangeva il figlio morto, e lui lo resuscitò; Dio diede la parola alle donne e Gesù fece

annunciare la sua resurrezione da una donna > folli sono coloro che dicono che abbai scelto una donna per la sua natura pettegola, perché imputano a Cristo un atto blasfemo, il voler rivelare una cosa così perfetta attraverso un vizio.

XI. Cristina chiede perché le donne siano escluse dall’amministrazione della giustizia > Ragione le dice che ci si potrebbe anche chiedere perché Dio non stabilì che i compiti delle donne fossero svolti dagli uomini e viceversa; Dio ha stabilito che uomo e donna lo servano in maniera diversa e ha dato ad ogni sesso e natura inclinazioni diverse, dando agli uomini un corpo forte e il coraggio per parlare in maniera ardita e costringono con le armi ad ubbidire alle leggi, cosa che le donne non potrebbero fare > tuttavia le donne sono abbastanza intelligenti per imparare il diritto e la storia lo insegna.

XII. Imperatrice Nicaula > pone fine alle usanze barbare degli Etiopi, erede di un grande territorio, viene citata persino nella Bibbia e disdegnò il matrimonio.

XIII. Regina di Francia Fredegonda > fu iinauralmente crudele, ma governò la Francia dopo la morte del suo sposo con grande saggezza, quando il figlio Clotario era fanciullo > la donna lo portò nella sala con i baroni riuniti in braccio e disse loro che una volta cresciuto sarebbe stato un grande re, ma che per il momento spettava a lei > Regina Bianca, madre di Luigi IX > Regina Giovanna, vedova di Carlo IV (che Cristina aveva conosciuto) >

moltissime dame mantengono intatti i loro domini una volta vedove.

XIV. Cristina le dice che le donne hanno comunque un corpo debole e quindi sono meno degne di lodi > Ragione le dice che se Natura rende un corpo con qualche difetto, quella persona avrà in cambio un dono più grande > Aristotele e Alessandro erano fisicamente deformi, ma erano intelligenti e valorosi > le donne sono fortunate ad essere deboli, perché non possono commettere crudeltà e omicidi > nel corso della storia molte donne hanno dimostrato grande forza > la prima pietra della città è la regina Semiramide.

XV. Semiramide fu una donna di immenso valore e accompagnò il marito alla conquista di Babilonia > dopo la morte del marito non smise di essere una guerriera e governò il suo regno, conquistò l’Etiopia e tutto l’Oriente e ricostruì la città di Babilonia > una volta mentre la stavano pettinando le giunse notizia che una delle province si era ribellata e lei partì con metà capelli sciolti, dicendo che sarebbero stati acconciati solo quando avrebbe ripreso il controllo dei territori e vinse > prese come marito un figlio avuto con lui, ma per due motivi > il primo fu che non voleva ci fosse nel suo regno un’altra dama incoronata oltre a lei e secondo, che nessun altro uomo era degno di averla in moglie > non avevano leggi scritte e ognuno si comportava secondo la legge di Natura (se ci fossero state leggi non l’avrebbe fatto).

XVI. In Scizia un giorno per colpa della guerra morirono tutti gli uomini e rimasero solo vecchi e bambini > da quel momento governarono le donne e vietarono a qualsiasi uomo di entrare, ma per garantirsi una discendenza periodicamente andavano nei paesi vicini e mandavano dai padri i figli maschi e allevavano le femmine > incoronarono due regine e mossero guerra contro i loro nemici > venivano chiamate Amazzoni, private del seno, perché bruciavano il seno sinistro alle fanciulle di alta nobiltà, perché non avessero problemi nel portare lo scudo > alle meno nobili, che usavano l’arco, bruciavano il destro > tra le due regine morì prima Marpasia e venne eletta sua figlia, Sinoppe, che non si unì mai con un uomo e uccise tutti gli abitanti del paese dove sua madre era stata uccisa.

XVII. Regnò Tamaride, che vinse e imprigionò Ciro, re di Persia, conquistando Babilonia > quando seppe che stava arrivando, fece nascondere le sue guerriere nei boschi e tesero a Ciro ed al suo enorme esercito un’imboscata, dentro a delle strettorie nella roccia.

XVIII. I Greci avevano molta paura delle Amazzoni e avevano paura che li conquistassero > Ercole decise di attaccarle per primo e a lui si aggiunse Teseo, re di Atene > avevano troppa paura per affrrontarle di giorno e colsero di sorpresa le Amazzoni trucidandole la notte > regnava sulle Amazzoni la regina Orzia, che riunì le truppe, ma due ragazze, Menalippa e Ippolita, erano già andate contro i nemici e disarcionarono Ercole e Teseo > alla fine le due donne vennero fatte prigioniere, dicendo che le

avrebbero rilasciate se la regina avesse acconsentito a diventare alleata dei Greci > Teseo però ebbe in moglie Ippolita.

XIX. Dopo la regina Orzia venne eletta la figlia, Pentesilea, temuta da tutti i nemici e rimasta vergine > erano i tempi della guerra fra Greci e Troiani > sentendo continuamente parlare delle virtù di Ettore si innamorò e voleva incontrarlo, ma quando arrivò a Troia lo trovò morto > giurò di vendicare la sua morte e attaccò i Greci con le sue guerriere, quasi uccidendo il figlio di Achille, Pirro > giurò vendetta e la fece circondare dai suoi, una volta esausta > Pirro le fece togliere l’elmo, rivelando i suoi lunghi capelli biondi, e le taglio il cranio in due con la spada > il regno delle Amazzoni durò a lungo e fu il migliore per valore e gloria.

XX. Anche Zenobia, discendente dei Tolomei, fu molto valorosa > da fanciulla cacciava con foga la selvaggina e visse nei boschi, ma costretta dai genitori sposò il re di Palmira, Odenato > a quel tempo l’imperatore romano, Valeriano, era prigioniero di Sapore, re di Persia > il re ordinò a suo figlio Erode di condurre una parte dell’esercito come avanguardia contro Sapore e alla moglie di attaccare con lui da un altro lato > alla fine fu lei a conquistare la Mesopotamia e assediare il re > il suo sposo venne ucciso da un parente per il potere, ma lei difese il trono e tutti i popoli non le dichiararono mai guerra > volendo rimanere casta, impediva a qualsiasi uomo lussurioso di frequentare la corte > era generosa e molto istruita, sapeva il greco e il latino.

XXI. La regina Artemisia di Caria rimase vedova e prese le armi diverse volte, ma in due occasioni in particolare > una in difesa del suo paese, quando il suo sposo morì e gli abitanti della vicina Rodi provarono invidia e le inviarono contro una grande flotta, verso Icaria, che aveva un porto coperto > quando Artemisia lo seppe, disse ad uno tra i suoi fedeli di annunciare la resa a Rodi, invitandoli ad entrare > con questro stratagemma si impadronì della flotta nemica e fece uccidere i nemici > imbarcò tutta la sua armata nelle navi nemiche e tornò a Rodi, facendo il segno della vittoria e una volta nella città fece prigionieri tutti i principi e la città si arrese > l’altro fatto memorabile fu quando Serse, re dei Persiani, mosse guerra contro Sparta > i Greci chiesero aiuto ad Artemisia e andò di persona, sconfiggendo Serse stesso in battaglia, sia in terra che in nave.

XXII. Lilia era la madre di Teodorico > grazie agli insegnamenti della madre, era molto virtuoso e modigerato > quando Odoacre attaccò i romani, l’imperatore di Costantinopoli mandò in soccorso Teodorico, ma in battaglia fuggì a Ravenna > la madre assistette alla scena e gli corse incontro, dicendogli di non disonorarsi , dicendogli che l’avrebbe preferito morto e che l’unico luogo dove sarebbe potuto fuggire sarebbe stato il ventre della madre > abbandonò la fuga, ritornò nella battaglia e sconfisse Odoacre.

XXIII. Durante il regno di Fredegonda, il regno venne assalito da una guerra > disse ai baroni di avere una strategia > fece schierare tutto l’esercito e si mise in testa, con il figlio fra le braccia > in una

foresta si ricoprirono i cavalli di fronde e appesero a molti di loro dei sonagli , come con i cavalli a pascolo > cavalcarono fino all’accampamento dei nemici e quelli all’alba videro una foresta nata di notte > i soldati della regina gettarono i loro rami e la regina Fredegonda vinse.

XXIV. Un’altra donna prode e valorosa fu la vergine Camilla, figlia dell’anziano re dei Volsci Matabo, che dopo una ribellione fuggì portandola con sé > per attraversare un fiume, costruì un’imbarcazione con della corteccia e mise la figlioletta nella cesta, mentre lui guadava il fiume > vissero nella foresta e una volta cresciuta Camilla iniziò a cacciare e uccidere gli animali selvatici > una volta adulta vendicò il padre riconquistando il regno e fu lei che aiutò Turno contro Enea.

XXV. In Cappadocia regnò la regina Berenice, rimasta vedova sconfisse il fratello di suo marito che le mosse guerra, uccidendolo, dopo che lui le aveva ucciso due dei figli.

XXVI. La nobile romana Clelia fu una donna valorosa e saggia, anche se non andò mai in battaglia > per rispettare dei patti, i Romani mandarono de...


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