LA Coscienza DI ZENO PDF

Title LA Coscienza DI ZENO
Course DAMS - Discipline delle arti, della musica e dello spettacolo
Institution Università di Bologna
Pages 5
File Size 224 KB
File Type PDF
Total Downloads 7
Total Views 132

Summary

Informazioni e riassunto per la coscienza di Zeno, Italo Svevo...


Description

LA COSCIENZA DI ZENO- SVEVO Con questo romanzo Svevo ci presenta un personaggio nuovo, fuori dagli schemi abituali, né positivo né negativo, combattuto tra diverse possibilità e sempre in precario equilibrio sul filo del fallimento e della malattia. Svevo inizia a scrivere La coscienza di Zeno nel 1919, subito prima della fine della Prima Guerra Mondiale, in un periodo in cui si dedica principalmente ai suoi studi, e completa l’opera alla fine del 1922. La pubblicazione è del 1923, a spese dell’autore. Inizialmente l’opera, come quelle precedenti di Svevo, non ottenne nessun successo, fino a quando non intervenne lo scrittore irlandese James Joyce, amico di Svevo, che inviòLa coscienza di Zeno ad alcuni scrittori e critici, tra cui Valéry Larbaud, Benjamin Crémieux, Thomas Stearns Eliot. Larbaud in particolare apprezzò molto il romanzo e si impegnò a diffonderlo in Francia. Fu così che nel febbraio del 1926 la rivista «Le Navire d’argent» dedicò un saggio a Svevo e pubblicò in traduzione alcuni passi del romanzo. Nel 1927 La coscienza di Zeno esce in francese. Nel frattempo anche in Italia ci si era accorti di lui, in particolare grazie all’interessamento di Eugenio Montale, che nel 1925 pubblicò l’articolo Omaggio a Svevo, che determinò l’inizio del successo di Svevo e de La coscienza di Zeno anche in Italia. TRAMA Il protagonista de La coscienza di Zeno è Zeno Cosini, un ricco triestino che per liberarsi dal vizio del fumo si sottopone a una cura psicanalitica che consiste nel mettere per iscritto la propria vita. Il testo si compone di otto capitoli, che sarà utile seguire per focalizzare bene la trama del romanzo. In una breve Prefazione il dottore presenta la sua decisione di pubblicare le memorie di Svevo. Nel successivo Preambolo la parola passa a Zeno, che ci dice di non poter recuperare la sua infanzia, ormai troppo lontana nella memoria. Il capitolo Il fumo è dedicato al famoso proposito dell’ultima sigaretta, che Zeno non riesce mai a mettere in pratica, perché ogni volta che si impone di smettere di fumare fallisce per i sotterfugi che egli stesso mette in pratica. Nel capitolo La morte di mio padre invece Zeno torna indietro alla sua giovinezza e al difficile rapporto col padre che, in punto di morte, gli dà uno schiaffo (che poteva anche essere una carezza), che Zenointerpreta come ultima punizione e sberleffo del padre nei suoi confronti. Nel capitolo La storia del mio matrimonio si parla della frequentazione di Zeno con la famiglia Malfenti e le quattro sorelle Ada, Augusta, Alberta e Anna. Zeno è innamorato della bellissima Ada, ma l’impossibilità di questo amore lo induce a ripiegare verso Alberta e infine, quasi senza rendersene conto, verso la meno bella Augusta, che però si rivela una moglie modello, dotata di quella concretezza e quella salute di cui Zeno si sente privo. Questo tormento continuo porta Zeno, marito felice, a instaurare un rapporto clandestino con Carla, di cui si racconta nel capitolo La moglie e l’amante. Nel capitolo Storia di un’associazione commerciale Zeno ci conduce all’interno del suo mondo lavorativo e ci racconta il suo rapporto con Guido Speier, marito di Ada, la cui abilità nel lavoro e la cui fortuna in tutte le cose della vita fanno da contraltare ai continui fallimenti di Zeno. Tuttavia Guido si rivelerà alla fine più fragile di quello che sembrava e le improvvise difficoltà lo porteranno al suicidio. Nell’ultimo capitolo, Psico-analisi, la narrazione torna al presente e Zeno annuncia la sua decisione di abbandonare la cura, criticando il metodo psicanalitico del medico e dichiarando di essere guarito dalla sua malattia grazie a una serie di successi commerciali favoriti dallo scoppio della Prima Guerra Mondiale.

IMPIANTO NARRATIVO A differenza dei precedenti romanzi di Svevo, La coscienza di Zeno è narrato in prima persona, con un narratore interno. Si può definire questo romanzo come un’autobiografia aperta, in cui il protagonista Zeno Cosini ci racconta la sua vita per episodi sparsi, saltando da un momento all’altro, come se in ogni capitolo aprisse una finestra su un diverso momento della sua vita, fino alla brusca interruzione finale. Un elemento originale de La coscienza di Zeno è lacornice. Si dice infatti che il romanzo sia stato scritto su incitamento del medico e interrotto per l’insofferenza di Zeno nei confronti del dottore, il quale decide, un po’ per vendetta, di pubblicare queste memorie. Svevo inventa un finto pretesto, che avrebbe spinto il suo personaggio a raccontare la propria vita. Per questo romanzo si è parlato di un tempo misto: il continuo intrecciarsi dei piani temporali della narrazione (presente, passato prossimo e passato remoto) allontana dall’impianto narrativo del romanzo tradizionale, in cui gli eventi si disponevano in ordine cronologico. L’io narrante usa il monologo interiore per confrontare presente e passato ed esprimere sentimenti e giudizi, riflessioni e ricordi. Il risultato è un libro simile a un’autobiografia, senza esserlo in modo classico. ZENO Il personaggio di Zeno è perfettamente integrato nella società post-Prima Guerra mondiale, incarnata dai valori borghesi e dall'incertezza del futuro. Analizzare Zeno significa capire la scrittura di Svevo. Zeno è un personaggio inventato, che riproduce qualche caratteristica dell’autore ma non coincide perfettamente con lui. È un ricco triestino appartenente alla classe borghese, all’interno della quale non riesce però a integrarsi perfettamente. Zeno oscilla infatti continuamente tra malattia e salute, coscienza e inganno, socialità e asocialità. Zeno ha la caratteristica importante di essere un narratore non attendibile, vale a dire che non possiamo essere sicuri che quello che ci racconta e le interpretazioni che dà dei fatti corrispondano alla realtà. Questo dubbio è espresso in modo chiaro dal dottore nella Prefazione quando si riferisce alle «tante verità e bugie ch’egli [Zeno] ha qui accumulato». L’INETTO Zeno è il rappresentante perfetto dell’inetto sveviano. L’inetto Zeno è un uomo eternamente indeciso, incapace di prendere in mano le situazioni. Zeno è inadeguato a vivere nel mondo borghese di cui fa parte, si sente a disagio e prova un continuo senso d'inferiorità. Egli insegue sempre una felicità che si dimostra illusoria e irrealizzabile ed è tormentato da un eccesso di coscienza, cioè dal voler sempre analizzare le cose della vita e svelarne le falsità e gli inganni, su cui si basa la vita borghese. Tuttavia Zeno non riesce a sottrarsi a quei valori borghesi che capisce essere falsi e continua a vivere in questa contraddizione. DISTACCO UMORISTICO La peculiarità di Zeno rispetto ai personaggi dei precedenti romanzi di Svevo è il distacco umoristico: mentre si autoanalizza Zeno tende a sfuggire dalla serietà di questa analisi, a non prendersi troppo sul serio. Zeno capisce che ogni serietà non è altro che un'illusione e preferisce presentarsi come un personaggio comico, mantenendo il sorriso anche nelle situazioni più drammatiche. LA MALATTIA DI ZENO COME LA MALATTIA DEL MONDO Il romanzo La coscienza di Zeno è percorso dal tema della malattia di Zeno, che si può identificare con la sua inettitudine, con il suo non saper stare al mondo. Questo porta

Zeno a sottoporsi alla psicanalisi, che è il motivo della scrittura stessa del romanzo. Ripercorrendo le vicende della propria vita, il medico spera che Zeno riporti a galla il trauma che ha determinato la sua malattia, ma la cura sembra non aver effetto e Zeno l’abbandona. Interessante però il fatto che non appena abbandoni la cura Zeno si dica guarito, grazie e un inaspettato successo commerciale. Il mondo che fa ammalare Zeno è anche la cura, ma questo lieto fine è in qualche modo annullato dalle ultime pagine del libro, in cui Zeno profetizza un’apocalisse, un’enorme esplosione che distruggerà il mondo. La malattia di Svevo allora può essere paragonata alla malattia del mondo, una civiltà malata la cui unica via d’uscita è l’annientamento totale. (PROFEZIA FINALE DI ZENO) LA LINGUA E LO STILE Molti critici hanno affermato che Svevo scrivesse male, non sapesse usare perfettamente la lingua e la grammatica italiana perché l’italiano non era la sua lingua, dal momento che in casa si parlava triestino e in città era forte la componente tedesca. Tutto questo non è vero. La scrittura di Svevo è disinvolta e questo si manifesta nelle fratture delle frasi e in quelle sgrammaticature che molti gli hanno contestato. Come sempre capita, anche qui lo stile va considerato nel contesto del romanzo, La coscienza di Zeno, e lo stile di Svevo ha lo scopo di sottolineare la spontaneità e la comicità del personaggio che narra la storia.





Il romanzo è suddiviso in otto capitoli: o

Prefazione

o

Preambolo

o

Il fumo

o

La morte di mio padre

o

La storia del mio matrimonio

o

La moglie e l’amante

o

Storia di un’associazione commerciale

o

Psico-analisi

Quali sono le caratteristiche principali dell'opera o

Il protagonista Zeno Cosini narra in prima persona la propria vita.

o

Il romanzo presenta una struttura innovativa, in cui il narratore salta da un episodio all’altro della sua vita senza rispettare un odine cronologico.



Qual è la particolarità del protagonista Zeno rappresenta la figura dell’inetto, ma a differenza dei protagonisti degli altri romanzi di Svevo si pone in un atteggiamento ironico.



Malattia del protagonista - malattia del mondo La malattia da cui Zeno si sente continuamente minacciato si identifica nel finale con la malattia del mondo e della società.

ITALO SVEVO L’importanza di Italo Svevo nella letteratura del 900 sta nell’aver contribuito alla nascita del romanzo contemporaneo, inteso come il romanzo in cui si parla dei conflitti dell’uomo moderno, le sue ansie e le sue contraddizioni.  1892. Pubblica il primo romanzo, Una vita.  1896. Sposa Livia Veneziani, per la quale aveva scritto il Diario per la fidanzata.  1898. Pubblica il romanzo Senilità.  1899. Lascia la banca ed entra nella ditta del suocero, allontanandosi dall’attività letteraria.  1905. Incontro con James Joyce, con cui nasce una lunga amicizia.  1908. Viene a conoscenza delle teorie di Freud e dellapsicanalisi.  1914. Con lo scoppio della guerra la ditta viene requisita e Svevo può dedicarsi ai suoi studi.  1923. Esce La coscienza di Zeno, che lo porta lentamente all’attenzione della critica e al successo in tutta Europa.  1928. Muore a Motta di Livenza, in Veneto. Il vero nome di Italo Svevo è Ettore Schmitz. La necessità di adottare uno pseudonimo nacque probabilmente dalle contraddizioni e dalle peculiarità del carattere e della vita dello scrittore. Svevo non si riconobbe mai perfettamente in nulla . Lo pseudonimo, Italo Svevo, rimanda direttamente alla sua origine geografica controversa: Italo come italiano, Svevo come germanico. Svevoera infatti per metà italiano e per metà tedesco, aveva origini ebraiche e viveva a Trieste, una città prevalentemente abitata da italiani ma sotto il dominio dell’Impero asburgico. A questo bisogna aggiungere il contrasto tra lo scrittore e l’uomo d’affari, dedito al commercio e alla vita borghese. Trieste partecipava a pieno alla cultura mitteleuropea, cosmopolita e problematica, che fiorì nell’ultima fase dell’Impero asburgico. A questo ambiente si lega la lettura di Schopenhauer, fondamentale per la sua formazione e il pensiero di Svevo. Altra peculiarità di Italo Svevo è la sua origine ebraica, anche se la fede non dovette essere molto forte in lui visto che abiurò nel momento in cui sposò una cristiana Bisogna ricordare che Italo Svevo non nasce come scrittore. I suoi studi sono di carattere commerciale. E’ un intellettuale, non un professionista, diviso tra la passione per la letteratura e una normale vita borghese, che lo portò a lavorate come industriale e uomo d’affari per la maggior parte della sua esistenza. per questo la sua letteratura si concentrò sulle contraddizioni della vita individuale e della borghesia. Egli vede nella scrittura uno strumento di conoscenza della realtà e rifiuto l’estetismo letterario e la ricerca della perfezione linguistica, in favore di una maggiore adesione ai dati della realtà esteriore del mondo e a quella interiore dell’uomo.

I modelli di Italo Svevo furono autori come Balzac, Stendhal e Flaubert, dai quali riprese la capacità di indagare i comportamenti umani, andando oltre la superfice delle cose e scavando in profondità. Nell’accostarsi alla letteratura egli cercò di rappresentare le vicende umane sullo sfondo di una concreta realtà sociale, che si identifica con quella triestina che egli stesso viveva. all’interno della scrittura letteraria, a differenza degli altri tipi di scrittura, l’errore grammaticale è spesso possibile e anzi rientra in una figura retorica che si chiama anacoluto, quello che comunemente si dice “licenza poetica”. Molti critici contemporanei di Svevo non capirono questo e si scagliarono contro di lui per il suo stile. Una serie di materiali frammentari avrebbero dovuto comporre il quarto romanzo di Italo Svevo, mai portato a termine, sulla vecchiaia di Zeno Cosini. Da essi sono stati tratti dei piccoli racconti, come Le confessioni di un vegliardo. La figura più famosa dei romanzi di Italo Svevo è quella dell’inetto. Questo tipo di personaggio, protagonista delle storie dello scrittore, è un antieroe moderno. Un uomo che vive una grigia vita ordinaria, che aspira a qualcosa di più ma non riesce mai a raggiungerlo a causa dei propri limiti, delle proprie paure e della propria inadeguatezza a stare al mondo. Italo Svevo studiò a fondo la psicanalisi di Freud e da essa derivano molti spunti per i suoi romanzi. I personaggi sveviani si autoanalizzano, analizzano il proprio rapporto con il mondo e i propri problemi con esso, la propria inadeguatezza e i propri traumi. Dalla psicanalisi deriva anche l’attenzione quasi ossessiva nei personaggi al contrasto tra salute e malattia, alla medicina e al rapporto tra paziente e medico, Nei testi di Svevo è sempre presente, al di là della serietà degli argomenti, un velo di ironia che agisce prima di tutto verso l'autore stesso e i suoi discorsi, oltre che sui personaggi delle sue storie. Questo deriva probabilmente dall’attenzione che Svevo ebbe sempre per la letteratura umoristica, in particolare tedesca e inglese. La vecchiaia è analizzata nel suo difficile rapporto con la giovinezza, con i ricordi e con il presente, in un continua indagine di sé. Nella vecchiaia si concentrano le contraddizioni che compongono la vita e le opere di Svevo....


Similar Free PDFs