Italo Svevo - La Coscienza di Zeno PDF

Title Italo Svevo - La Coscienza di Zeno
Author Marilù Vrenna
Course Letteratura italiana contemporanea
Institution Università degli Studi di Catania
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Analisi de La Coscienza di Zeno...


Description

ITALO SVEVO (1861-1928) Nasce a Trieste, ancora parte dell’impero austro-ungarico fino alla fine della prima guerra mondiale → vero nome Aaron Hector Schmitz, adotta lo pseudonimo ‘Italo Svevo’: indica la sua duplice natura e cultura, a metà tra l’Italia e il mondo germanico - la sua cultura è prevalentemente mitteleuropea. Tre fasi importanti della sua vita: 1. giovinezza e formazione letteraria → scrive e pubblica a sue spese i primi due romanzi, Una vita e Senilità, decidendo alla fine di abbandonare la letteratura 2. fase del silenzio letterario 3. ritorno alla letteratura A Trieste fa la conoscenza di Joyce, il quale lo supporterà e farà conoscere La Coscienza ai critici francesi. Nonostante le numerose dichiarazioni di rinunce alla letteratura, continua a scrivere racconti e commedie. E’ anche l’amicizia con Joyce a spronarlo, così come l’incontro e il contatto diretto con la psicoanalisi: il cognato, su consiglio di Edoardo Weiss, decide di intraprendere un percorso psicoanalitico seguito da Freud. Scrittura → la scrittura per Svevo è collegata alla memoria. Scrivere permette di far emergere i propri sentimenti, rimpianti, dolori e contraddizioni. Poiché le cose e le persone del passato svaniscono e la memoria fallisce, l’unico rimedio è quello di scrivere, il quale dà anche valore e forma estetici al ritorno. Per ottenere un effetto di verosimiglianza è necessario mescolare il lavoro della memoria e l'immaginazione. CULTURA CONTRADDITTORIA Nei suoi scritti è possibile riscontrare dei pensieri apparentemente lontani e inconciliabili, intesi come strumenti di analisi e di critica: positivismo, pensiero darwiniano, marxismo, pensiero negativo di Schopenhauer, Nietzsche e Freud. Si rifà al positivismo, a Darwin e a Freud perché crede nella scienza come conoscenza ma non condivide l’idea di progresso e di ottimismo: l’uomo non è in grado di controllare gli ordini di cui è dotato per adattarsi e all’ambiente e finirà per distruggere l’umanità. Di Schopenhauer condivide l’idea che l’uomo viva di autoinganni. Di Nietzsche apprezza la critica dei valori borghesi, di Freud l’ambiguità dell’io ma rifiuta l’ideologia della psicoanalisi e il suo impiego come terapia medica → difende i diritti dei “malati”. La nevrosi rappresenta per Svevo un qualcosa di positivo perché indica un non adattamento e adeguamento ai meccanismi monotoni e alienanti della società: l’ammalato è colui che non rinuncia al desiderio e l’inettitudine rappresenta una reazione all’alienazione. Dal punto di vista letterario, le influenze maggiori sono date dai naturalisti - Zola, Bourget con il romanzo psicologico, Dostoevskij, Swift, Sterne e Joyce. I ROMANZI Una Vita (1892) → titolo originale Un inetto, scritto in terza persona. Alfonso Nitti lavora in una banca e si sente alienato e costretto a mansioni automatiche e devitalizzanti, mentre il suo sogno è la letteratura. Tuttavia, piuttosto che decidere e cambiare la sua vita, decide di abbandonarsi al suo destino e sceglie di morire. Uno dei primi romanzi a collegare la funzione dell’intellettuale piccolo-borghese impiegato alla condizione di inettitudine e marginalità. Senilità (1898) → a differenza del primo romanzo, qui viene dato maggiore peso all’aspetto psicologico, espresso attraverso vicende e sensazioni. Emilio Brentani, a differenza di Alfonso, non si oppone più alla “normalità” e alienazione borghese e industriale, bensì la accetta e vi si conforma. L’opposizione letteratura-borghesia viene sostituita dall’opposizione desideriorepressione. Oltre al motivo della frustrazione dell’impiegato borghese si aggiunge quello della senilità: condizione interiore e di ‘protezione’ in cui Emilio si chiude perché privo di coraggio e decisione. La coscienza di Zeno (1923) → racconto svolto quasi tutto in prima persona, prima attraverso un memoriale per la cura, poi attraverso un diario. Non è presente un giudizio critico esterno come nei primi due romanzi, è presente tuttavia, nei lunghi monologhi interiori, una distanza tra l’io narrante e l’io narrato e questo permette di distinguere l’opera dallo stream of consciousness di Joyce, nel quale non è presente alcun controllo razionale. La struttura è di tipo aperto e i vari capitoli non seguono un ordine cronologico, bensì tematico: tempo “misto”.

Realismo critico: Zeno analizza se stesso e la società e questo gli permette di distinguersi dalla realtà borghese che si presenta come “sana”, ma che in realtà è anormale e malata. Vero e falso sono relativizzati. Alla fine Zeno afferma di essere guarito perché, diventato profittatore di guerra, si è inserito tra i normali. Tuttavia, profetizza la distruzione della terra e dell’umanità causata proprio dai “sani”, i quali sono dotati di ordigni per adattarsi all’ambiente ma che porteranno alla distruzione. Nell’ultima parte dell’opera subentra il presente e quello di Zeno incontra il presente della storia: la malattia del personaggio è ora collegata a quella dell’umanità. Zeno, per tutto il romanzo, trasferisce continuamente il piacere da un oggetto all’altro: sigarette, donne, padre. L’ultima produzione vede un romanzo incompiuto come continuazione de La Coscienza, racconti rielaborati e la stesura di quattro commedie. LA COSCIENZA DI ZENO Romanzo orientato verso la cultura europea modernista grazie alla dimensione della memoria e allo scavo nella condizione interiore dell’io. Nel 1922, in una lettera scritta alla moglie, accenna alla stesura del romanzo. Il pensiero di Svevo e la sua condizione linguistica indica il suo trovarsi al confine: fra Italia e Austria, fra commercio e letteratura, fra positivismo e psicoanalisi, fra romanzo naturalista e del novecento. Autobiografia immaginaria → Zeno rappresenta un doppio: Svevo si convince di essere il suo personaggio, cammina e fuma come lui e fa suo il proprio passato. All’inizio della stesura dell’opera, ha già sperimentato qualcosa della psicoanalisi e al 1917 risale il progetto di comporre un libro di ricordi per riordinare il proprio passato, anche se un accenno al progetto risale all’anno precedente, comunicato a Joyce. Trama → Zeno Cosini è un ricco commerciante triestino col vizio del fumo. A 57 anni decide di affidarsi alla psicoanalisi per guarire dalla sua malattia. Alla morte del padre, dopo il famoso schiaffo che fa nascere in lui un grande senso di colpa, trova una nuova figura paterna in Giovanni Malfenti e pur di restargli accanto, Zeno è deciso a sposare una delle figlie. Si innamora di Ada che non ricambia il suo amore, chiede la mano ad Alberta ma vuole dedicarsi agli studi e alla fine sposa Augusta, pur non amandola, ma il matrimonio si rivelerà felice, a differenza di quello tra Ada e Guido. Tuttavia, neanche con il matrimonio la sua passione delle donne svanisce, perciò tradisce la moglie con Carla Greco, una giovane interessata al canto che mantiene economicamente. Questa relazione fa aumentare i suoi sensi di colpa e sebbene pensi di chiudere la relazione con Carla, non prende mai una decisione (sarà lei a farlo, sposando un altro uomo). Ada si ammala e Guido lo invita a lavorare per lui. Tuttavia, dopo due anni, a causa di alcuni finanziamenti errati e perdite, si toglie la vita (due tentativi di suicidio). Struttura → l’autobiografia di Zeno è inserita in una cornice, costituita dalla Prefazione e Preambolo e dal capitolo Psico-analisi. I capitoli sono organizzati secondo nuclei tematici e ruotano attorno a figure fondamentali della vita del protagonista: padre, moglie, amante, Guido. I capitoli nascono da una logica associativa di origine freudiana. L’operazione mette a nudo la figura di Zeno e inizia dal Preambolo, in cui Zeno tenta di ricordare la sua infanzia e ed è presente il suono di una locomotiva che sbuffa, presente anche come preannuncio dell’agonia del padre, prima di morire = è un ricordo importante che fatica/non vuole riconoscere. Ha anche importanza l’immagine del bambino in fasce, il quale va alla ricerca del piacere ed esso rappresenta un tema centrale della psicoanalisi. Forme del romanzo → la Prefazione è firmata dal dottor S. (S di Sigmund o S di Svevo?), il quale avverte subito il lettore di diffidare dei racconti di Zeno, scritti dopo averlo spinto a metterli insieme per la cura psicoanalitica e ora li pubblica per vendetta. Le parole del dottore hanno un duplice effetto: possiamo credergli e pensare che i racconti di Zeno siano inaffidabili il problema nasce dal fatto che le parole del medico siano al presente Due narratori: la prima cosa presentata è la caratteristica del doppio incipit (preambolo e prefazioni di due personaggi diversi). Solitamente la teoria freudiana si basa sul racconto orale e non scritto (perché è manipolabile) per questo il dottore non glielo restituisce perché ha paura che Zeno possa modificarle. L’inaffidabilità è data anche dal fatto che dice di aver scritto le confessioni in una lingua che non conosce - l’italiano.

L’autore lascia il personaggio libero di organizzare il suo racconto e anche la pubblicazione viene affidata a terzi: l’assoluta libertà del personaggio, tuttavia, viene messa in crisi dal sospetto di inaffidabilità incarnato dallo stesso Zeno. Nel romanzo è presente una pluralità di voci e sovrapposizione di diversi punti di vista: ● dottor S. ● Zeno narratore ● Zeno personaggio ● autore Si possono individuare diversi circuiti di trasmissione delle informazioni con asse emittente-destinatario: 1. circuito autobiografico: nei capitoli centrali - Zeno → Dottore 2. circuito terapeutico: pre-testo, spazio della cura che ha permesso l’elaborazione dei racconti dati da Zeno al dottore e poi restituiti per capire meglio - Zeno → dottore → Zeno 3. circuito diaristico: racconta dell’analisi di sei mesi, decisione di abbandonarla e guarigione Zeno → Zeno (dottore come destinatario implicito) 4. circuito editoriale: dottore → lettore/Zeno Tempo e la storia → tre livelli tempo della storia: successione eventi tempo del racconto: successione eventi come viene presentata tempo della narrazione: presente dei capitoli autobiografici e presente del diario (momento in cui scrive) Due fenomeni riguardano i tre livelli del tempo: alterazione della cronologia naturale attraverso analessi e prolessi e continui richiami al presente. Velocità del racconto: rapporto tra durata e lunghezza. Non omogenea, spesso accelera o decelera. A volte vengono utilizzate delle date specifiche, sebbene artificiose, per dare un’illusione di esattezza. Errori e lapsus → mondo creato da Zeno nella sua autobiografia si rivela spesso ingannevole a causa di ridondanze, contraddizioni ed errori: ● nel Preambolo parla di un bambino che ha visto nel dormiveglia che, per ragioni temporali, potrebbe essere il figlio di Anna ma di egli non si parla più in tutto il libro ● figura del fratello: Zeno ricorda di essere tornato da una gita scolastica. Il fratello è un altro personaggio introdotto e abbandonato, il quale sarà rievocato soltanto dagli stimoli della terapia (prova gelosia nei suoi confronti) ● figlio che va in guerra e torna a 15 anni ma che allora dovrebbe averne 25 (se ne parla ne Le confessioni del vegliardo) ● morte del padre, datazione precisa. dice di avere 30 anni nel 1890, mentre nel presente 1914 ne ha 57, ma in realtà alla morte del padre dovrebbe averne 33 - errore involontario nel fornire la data della morte del padre o bugia sulla sua età? ● uso del presente mentre parla di Guido nel diario ma in realtà era morto da molti anni ● atto mancato: sbaglia funerale di Guido. Una volta attribuisce all’episodio un’origine freudiana, mentre in seguito si contraddice affermando di aver scritto qualcosa in merito prima di conosce Freud Sogni (racconto nei racconti) → quando il personaggio racconta un sogno, da un lato svela se stesso, dall’altro dà vita a nuovi enigmi. Svevo ha utilizzato la simbologia di Freud per costruire i sogni di Zeno 1. collocato nella sfera temporale della narrazione, mentre racconta la malattia del padre: sogna di discutere con il dottore per salvare suo padre, facendogli mettere la camicia di forza e le mignatte. Prova un senso di colpa per aver desiderato la morte del padre e questo viene sostituito dal tentativo di farlo rinvenire - inversione dei ruoli 2. sogna di baciare il collo di Carla e di morderlo (feticcio per il corpo a pezzi), nato dal rimorso provato per un bacio dato alla donna - cannibalismo 3. è più una visione prima di addormentarsi in cui appare la faccia marmorea di Copler sul letto di morte, nata dal rimorso per il dolore non provato per l’amico 4. si svolge in due tempi (subito dopo la partenza di Ada e viene ripreso nel nono): sogna di trovarsi con Ada e con sua moglie e di intravedere Basedow (pezzente inseguito dalla folla e untore - riprese da Manzoni) - scala 5. risale al periodo della psicoanalisi ed è una rievocazione dell’infanzia (lui dice di averli inventati): non vede suo fratello ma lo sente e non va a scuola. Si trova con la fantesca che gli appare vecchia - presenza-assenza fratello 6. si trova in una stanza tutta bianca - scena del cucchiaino col fratello 7. sogna sua mamma e l’inchiostro che lo macchia 8. sogna se stesso mentre sogna

9.

variante infantile del sogno in cui morde il collo di Carla: immagina una donna in una gabbia e un bambino gabbia senza porte e finestre che ne mangia dei pezzetti (sogno inventato) - piede della donna e cannibalismo Gli eventi e i temi della storia costituiscono un centro da cui si diramano i singoli componenti. sogno come evento = la malattia del padre viene assimilata a quella di Ada e la stessa, quando ancora per Zeno è da sposare, diviene una controfigura della madre, così come Augusta. Carla è una controfigura di Ada, mentre la fantesca rappresenta una seconda madre. Sogno come racconto nel sogno = il personaggio racconta un sogno che racconta una storia (metadiegesi). Relazione tra metadiegesi e diegesi: relazione esplicativa: causalità diretta tra avvenimenti della diegesi e metadiegesi relazione tematica: rapporto di somiglianza o contrasto in merito ai contenuti nessuna relazione esplicita: metadiegesi come pausa (es. nono sogno) Rapporto tra piacere e malattia: Zeno va alla ricerca della felicità per sconfiggere la malattia ostenta la malattia come unica felicità ha bisogno della malattia per giustificare se stesso Il racconto, perciò, non può essere chiuso e ordinato perché lo stesso Zeno è sempre diverso e in continuo divenire. E’ un’autobiografia “mista”, racconto semiautobiografico. La scrittura rappresenta per il protagonista la revisione del proprio passato, ogni volta secondo una prospettiva diversa. Rapporto contraddittorio tra Svevo e la scrittura: la abbandona, ma continua a scrivere. Il suo proposito di abbandonarla equivale alle “U.S” di Zeno. Nel periodo di villeggiatura a Lucinino dice di essere felice di aver smesso di fumare e di tornare a scrivere, ma potrebbe essere un’altra bugia. La scrittura pubblica è rappresentata dall’ambizione: Alfonso Nitti vorrebbe diventare uno scrittore, Emilio Brentani si sfoga scrivendo ma poi la abbandona, mentre Zeno è “costretto” a scrivere. La scrittura, che doveva essere funzionale alla psicoanalisi, finisce per rimpiazzarla ed essere usata contro la stessa terapia. Utilizza l’ironia per far venir meno l’univocità e l’autorità del soggetto. La contraddizione e l’ironia gli permettono di separarsi dalle cose, dagli eventi e dalle parole. PERSONAGGI antipodi A-Z: il nome Zeno rimanda alla parola greca xénos (straniero): Zeno è straniero a se stesso, agli altri, alla sua vita e alla sua lingua. Zeno come straniero ammesso tra i Malfenti e tenta di adeguarsi ai suoi ospiti, facendo e dicendo cose sbagliate. Cerca di non essere se stesso, senza assumere una nuova identità A iniziale nome dell’autore e Z ultima lettera A iniziale del nome della madre Allegra e iniziale dei grandi personaggi femminili sveviani. La donna è A, ma quando la sua femminilità viene meno, si nasconde in mezzo ad altre lettere (Carla, Carmen) Analogia tra Zeno, che sceglie tra le sorelle, e i grandi uomini di cui ha sentito parlare: Paride nell’ Iliade e le tre dee, il principe di Cenerentola e Re Lear tra le figlie - parodia degli uomini della mitologia Dottori → vengono messi in ridicolo da Zeno per il loro aspetto, carattere, o tipo di trattamento (non)riuscito: dottor S.: enigma. S/Z specchio Esculapio: utilizza la terapia elettrica e fa battute a Zeno sulla sua malattia per le donne Muli: lo incontra in clinica. Prima lo ammira, poi prova gelosia nei suoi confronti per sua moglie Coprosich: etimologia in greco kòpros > sporcizia, Zeno lo guarda con disgusto Padre → lo descrive facendo una parodia del classico pater familias. Le classiche qualità pace, morale e virtù, sono legate a situazioni grottesche: la pace viene minacciata da un tradimento commesso, la morale è ricavata da libri insulsi e la virtù è solo apparente perché anche lui è incapace nel commercio e ha trasmesso al figlio questa incapacità Augusta → Svevo, come Zeno, si pone l’obiettivo di educare la moglie, la quale finisce col diventare educatrice per guidare il marito malato verso la salute. Incarna, come Livia, la salute Ada → rapporto amoroso e fraterno. Lo stesso Svevo ha definito una volta la moglie “Sorella!” Carla → tema dell’educazione della donna straniato, il quale si rivela un pretesto per il tradimento Guido → definito “astuto imbecille” dal greco òxymoros > oxys > astuto > moros > imbecille, incarna l’ossimoro: è amato e odiato, invidiato e compatito, socio e rivale, amico e nemico. E’ l’Altro in rapporto a IO-Zeno. Lo stesso Guido sembra dover attraversare due volte gli stessi eventi e accostarsi alle stesse persone: ha due donne (Ada e Carmen), ha

due figli, è rappresentato da due simboli (violino e bastone), esce due volte in barca con Zeno, fa due passeggiate con Zeno (prima vincitore, poi vinto), due tentativi di suicidio TEMI Psicoanalisi freudiana → il cognato di Svevo va in cura da Freud. Svevo ha ricavato dai contatti con Edoardo Weiss e Wilhelm Stekel i concetti psicoanalitici riscontrabili nel conflitto analista-paziente: traslazione negativa del paziente: i desideri inconsci del malato si attualizzano nella relazione con l’analista controtraslazione dell’analista: il malato ha influenza sul medito sfiducia: neppure la guarigione gli fa credere nel dottore e Zeno chiede consiglio al dottor Paoli, considerandolo come vero “scienziato”, mentre la psicoanalisi per lui è inferiore Fumo → Zeno dà la colpa del vizio alla sua inettitudine e viceversa. Da un lato vorrebbe smettere perché il fumo causa schiavitù e inettitudine; dall’altro, trasgredisce i suoi propositi per condurre un’esistenza da inetto. Dopo vari tentativi di smettere, alla fine decide di farsi chiudere in una clinica ma già la prima notte, distratto dal pensiero che la moglie possa tradirlo (unica volta in cui appare desiderabile), tenta di fuggire e tornare a casa: il fumo lo ha reso vincitore. I tentativi per smettere e i riferimenti al vizio sono legati ad altri temi, come le relazioni, la malattia, la salute, la gelosia. In un articolo, Svevo paragona il fumatore al sognatore, entrambi con un’esistenza che si svolge in spazi ampi m difficili da dominare. Il tema del fumo è connesso a quello della scommessa e del giuramento: l’autore è continuamente soggetto a giuramenti e propositi (smettere di fumare, smettere di scrivere) Morte → la descrizione della morte del padre e i sentimenti provati da Zeno sono una parodia di ciò che ha realmente provato Freud. Alla morte della madre, invece, ha una reazione costruttiva. La figura della madre non viene ripresa più, eppure ci sono vari rimandi alla donna, soprattutto in relazione al vizio del fumo, poiché lui inizia a fumare intorno al 1870 e la madre muore nel 1871. La reazione alla morte del padre è simile all’addio di Ada: non riesce a giustificarsi e a mostrarsi innocente davanti a queste due figure. I due eventi, inoltre, rappresentano dei momenti di svolta definitivi per l’uomo: dopo la morte del padre sposa Augusta, dopo la partenza di Ada termina le sue memorie Melodramma → la descrizione degli ultimi istanti del padre richiama il melodramma ottocentesco e la morte rimanda alla Traviata, con l’alternanza di momenti di vitalità e debolezza. La differenza sta nello schiaffo, il quale trasforma la scena in grottesco. La morte del padre rimanda alla morte di Alfonso e di Amalia e sono ...


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