Italo Svevo PDF

Title Italo Svevo
Course Letteratura italiana e didattica della letteratura italiana
Institution Università degli Studi Roma Tre
Pages 4
File Size 315.9 KB
File Type PDF
Total Downloads 70
Total Views 127

Summary

svevo...


Description

Italo Svevo Chiave di lettura  Ha colto alcuni dei problemi centrali della modernità -> li ha affrontati in forme narrative innovatrici. La figura dell’inetto e le trasformazioni della modernità  primi due romanzi Una vita e Senilità -> si concentrano sulla figura dell’“inetto” = in cui si manifesta il disgregarsi della tradizionale identità maschile, sotto l’urto delle grandi trasformazioni di Otto e Novecento.  Attraverso il “romanzo psicologico” e attraverso l’esplorazione dell’interiorità, anche ai suoi livelli oscuri e inconscio. Una nuova idea di uomo  rigore critico si problematizza con La coscienza di Zeno.  L’“inettitudine” non appare più come marchio di inferiorità -> ma come una sorta di privilegio  l’“inetto” propone una nuova idea di uomo, un “abbozzo” in divenire, aperto a tutte le possibilità -> contro gli individui che hanno già raggiunto l’ultimo stadio dell’evoluzione e sono fissati in una forma definitiva.  La prospettiva dell’“inetto”, al centro del romanzo, mette in crisi tutte le certezze del mondo borghese.  Zeno è uno straordinario personaggio, bugiardo, mosso da inconsci impulsi aggressivi contro tutti quelli che lo circondano -> ma è anche un uomo dotato di una visione particolarmente acuta e di un umorismo corrosivo. Apertura delle strutture narrative e apertura del reale  primi romanzi sono in terza persona, il narratore è il punto di riferimento del giudizio critico.  La coscienza di Zeno è in prima persona e il protagonista-narratore è sistematicamente inattendibile, non vi è più riferimento per distinguere “verità” e “bugie”.  Tutto il testo diviene ambiguo, aperto alle più diverse interpretazioni.

LA VITA LA DECLASSAZIONE E IL LAVORO IMPIEGATIZIO  Aron Hechtor Schmitz (Italo Svevo è uno pseudonimo letterario) nacque nel 1861 a Trieste, allora territorio dell’Impero asburgico, da un’agiata famiglia borghese.  Il padre, Francesco, commerciante, era di origine ebraica; la madre era anch’essa di origine ebraica.  Gli studi furono indirizzati dal padre verso la carriera commerciale;  fu mandato in collegio in Germania dove studiò materie utili per quel tipo di attività e si impadronì perfettamente del tedesco.  Ritornò poi a Trieste e si iscrisse all’Istituto Superiore per il Commercio, però la sua aspirazione era di divenire scrittore: cominciò così a comporre testi drammatici.  In seguito ad un investimento industriale il padre fallì: Svevo conobbe così l’esperienza della declassazione, passando dall’agio borghese ad una condizione di ristrettezza.  Fu costretto a cercar lavoro e si impiegò presso la filiale triestina;  il lavoro impiegatizio era per lui arido ed opprimente, per cui cercava un’evasione nella letteratura.  Frattanto si dedicò alle prime prove narrative e progettando il suo primo romanzo, Una vita, che pubblicherà con lo pseudonimo di Italo Svevo. IL SALTO DI CLASSE SOCIALE E L’ABBANDONO DELLA LETTERATURA  Nel 1895 morì la madre, a cui lo scrittore era molto legato.  Egli incontrò una cugina, molto più giovane di lui, Livia Veneziani e se ne innamorò, fidanzandosi con lei nel corso dello stesso anno e l’anno successivo nacque la figlia Letizia.  Il matrimonio segnò una svolta fondamentale nella vita: sul piano psicologico,l'inetto trovava un terreno solido su cui poggiare e poteva arrivare e coincidere con quella figura virile che era apparsa irraggiungibile, il pater familias, sereno e pacato dominatore del suo mondo domestico; mutava radicalmente la condizione sociale.  I Veneziani erano facoltosi industriali, proprietari di una fabbrica  per uscire dalle ristrettezze in cui viveva, abbandonò l’impiego alla banca ed entrò nella ditta dei suoceri.  Fu un salto di classe sociale: da una modesta e grigia condizione piccolo borghese si trovò proiettato nel mondo dell’alta borghesia e si trasformò in dirigente d’industria.  Divenuto uomo d’affari e dirigente industriale, lasciò l’attività letteraria, guardandola con sospetto, come qualcosa che potesse distruggere la sua nuova vita attiva e produttiva. IL PERMANERE DEGLI INTERESSI CULTURALI  il proposito di abbandonare la scrittura letteraria non fu osservato con rigore.  Gli interessi culturali e letterari non erano spenti, ma in uno stato di latenza, in attesa di un'occasione che permettesse loro di riaffiorare.  Negli anni tra l’ingresso nell’attività industriale e lo scoppio della Prima guerra mondiale si verificarono due eventi capitali per la formazione intellettuale di Svevo.

1. l’incontro con James Joyce -> insegnava a Trieste presso la Berlitz School e Svevo prese da lui lezioni di inglese, di cui aveva bisogno per i suoi viaggi. Nacque stretta amicizia e Joyce sottopose a Svevo le sue poesie e racconti, mentre Svevo fece leggere a Joyce i due romanzi pubblicati, ottenendo giudizi lusinghieri e l’incoraggiamento a proseguire. 2. l’incontro con la psicoanalisi: il cognato aveva sostenuto terapia a Vienna con Freud e questo fu il tramite attraverso cui Svevo venne a conoscenza delle teorie psicoanalitiche. LA RIPRESA DELLA SCRITTURA  L’occasione per il riemergere degli interessi letterari fu offerta dalla guerra.  La fabbrica di vernici fu requisita per ordine delle autorità austriache -> Svevo si trovò libero da ogni incombenza pratica e poté riprendere la sua attività intellettuale.  Alla fine del conflitto pose mano al suo terzo romanzo, La coscienza di Zeno (1923).  il romanzo non suscitò alcuna risonanza.  mandò il romanzo a Parigi all’amico Joyce che, riconosciutone lo straordinario valore, si adoperò per imporlo all’attenzione degli intellettuali francesi.  due intellettuali francesi tradussero la Coscienza e curarono un numero dedicato a Svevo su rivista francese conosciuta.  in Italia rimase intorno a lui atmosfera di diffidenza e disinteresse.  L’unica eccezione: giovane poeta, Eugenio Montale, che gli dedicò un saggio sulla rivista “L’esame” riconoscendo la sua grandezza -> costituì per lui uno stimolo alla scrittura.  Progettò quarto romanzo con protagonista Zeno, di cui scrisse ampi frammenti.  Nel 1928 ebbe un incidente d’auto a Motta di Livenza presso Treviso e due giorni dopo morì, in conseguenza delle ferite riportate. La fisionomia intellettuale di Svevo  La fisionomia appare diversa da quella del tradizionale letterato italiano.  In primo luogo presenta caratteristiche peculiari l’ambiente in cui egli si forma.  Trieste è una città di confine, in cui convergono tre civiltà : italiana, tedesca e slava = appare come crogiolo di popoli e di culture diverse.  adottando lo pseudonimo di Italo Svevo, vuole segnalare come in lui vengano a confluire la cultura italiana e quella tedesca.  era di famiglia israelitica e le radici ebraiche hanno un peso nella sua fisionomia culturale complessiva  Oltre ad essere un crocevia culturale, Trieste è anche una città fondamentalmente commerciale.  Nella borghesia imprenditoriale Svevo ha le sue radici: nella sua fisionomia sociale egli non coincide con la figura tradizionale dello scrittore italiano puro, la cui attività dominante è la letteratura.  Svevo fu prima impiegato di banca, poi dirigente d’industria e uomo d’affari.  La scrittura letteraria non fu la sua professione, ma un’attività che correva parallela.  la formazione di Svevo no fu quella propria del letterato italiano: i suoi studi furono commerciali e la sua cultura letteraria e filosofica fu in buona misura autodidatta.

LA CULTURA DI SVEVO I MAESTRI DI PENSIERO: SCHOPENHAUER, NIETZSCHE, DARWIN  Alla base dell’opera letteraria = robusta cultura filosofica.  ebbe un peso determinante nella sua formazione Schopenhauer -> affermava un pessimismo radicale, indicando come unica via di salvezza dal dolore la contemplazione e la rinuncia alla volontà di vivere.  Più tardi conobbe anche Nietzsche -> da lui trasse l’idea del soggetto non come salda e coerente unità, ma come pluralità di stati in fluido divenire.  altro grande punto di riferimento fu Charles Darwin -> autore della teoria evoluzionistica.  oltre ad ammirare questi "maestri", tendeva ad utilizzarli in modo critico, come strumenti conoscitivi che fornissero risposte alle sue esigenze.  lo Schopenhauer a cui faceva riferimento era soprattutto il sostenitore del “carattere effimero” della nostra volontà e dei nostri desideri -> Svevo mira sempre a smascherare gli autoinganni dei suoi personaggi, a smontare gli alibi che essi si costruiscono, per nascondere ai loro occhi le vere motivazioni dei propri atti, per tacitare i sensi di colpa e sentirsi "innocenti".  grazie a Darwin, fu indotto a presentare il comportamento dei suoi eroi come prodotto di leggi naturali immodificabili, non dipendenti dalla volontà -> seppe anche cogliere come quei comportamenti avessero le loro radici nei rapporti sociali, e fossero non un prodotto della natura, ma storico -> in tal modo arrivava a mettere in luce la responsabilità individuale dell’agire, riuscendo così a criticare la coscienza borghese moderna. RAPPORTI CON IL MARXISMO E LA PSICOANALISI

grazie anche a pensiero marxista sviluppa atteggiamento critico, da cui fu influenzato tanto da simpatizzare per il socialismo  da questa corrente trasse percezione dei conflitti di classe della società moderna e soprattutto la consapevolezza che tutti i fenomeni sono condizionati dalla realtà delle classi  non da l’anatomia di una psiche in astratto ma di una che è tale perché è collocata in un certo contesto -> conflitti e ambiguità non sono quelle dell’uomo in assoluto ma del borghese di un determinato periodo della storia sociale  del marxismo non condivide le proposte politiche, dittatura del proletariato e collettivizzazione  preferì prospettive utopistiche (raccontato in La Tribù, 1897, pubblicato su rivista socialista Critica sociale): rifiutato percorso graduale, lungo e faticoso attraverso cui l’umanità potrà giungere a socialismo grazie a sviluppo industriale -> proposto di incominciare dalla fine saltando le tappe intermedie  rapporto con psicoanalisi -> verso Freud lo spingeva interesse per tortuosità e ambivalenze psiche profonda (che aveva già esplorato prima di teorie psicoanalitiche in Una vita e Senilità) -> non apprezzò psicoanalisi come terapia per portare a salute malato di nevrosi, ma come puro strumento conoscitivo per indagare a fondo realtà psichica e come strumento narrativo -> quindi anche psicoanalisi usata per parte critica e non costruttiva MAESTRI LETTERARI  autori che ebbero più peso nella sua formazione (come di ce nel Profilo autobiografico): romanzieri realisti francesi 800 -> Balzac, Stendhal, Flaubert  Flaubert di Madame Bovary, ha preso: maniera impietosa di rappresentare miseria coscienza piccolo borghese  Bovarismo: tratto caratterizzante eroi primi suoi 2 romanzi: Alfonso Nitti, Emilio Brentani -> sognatori, evadono da grigiore vita quotidiana con immaginazione costruendo fittizia realtà alternativa più gratificante. Inoltre filtrano esperienza da stereotipi libri e restano vittime  Flaubertiano è anche l’atteggiamento di derisione nei confronti dei due personaggi -> per caratteristiche che fanno anche parte dello scrittore: inettitudine, tendenza al sogno, alibi per tacire sensi di colpa e le ascendenze culturali: pessimismo schopenhaueriano, determinismo darwiniano, utopia socialista  Importante conoscenza dei romanzieri naturalisti (Zola). Si vede soprattutto in primo romanzo con ricostruzione minuziosa ambiente banca  Influsso di Paul Bourget, romanzieri in polemica con naturalismo zoliano, capofila del nuovo romanzo psicologico -> abbandona dimensione sociale, si dedica ad analizzare processi interiori più impercettibili  Tra i romanzieri russi -> subisce fascino Turgheniev -> nella sua opera presenta galleria di personaggi inetti, sognatori e inconcludenti  Influenza determinante: Dostoievskij che si addentra nelle zone segrete della psiche per cogliere impulsi più ambigui e inconfessabili  In maturità conosce grandi umoristi inglesi: Swift, Sterne, Dickens, Thackeray -> da cui ebbe riflessi nell’elaborazione dell’arioso umorismo della Coscienza di Zeno (quasi assente nelle prime prove narrative -> sarcasmo flaubertiano)  Amicizia con Joyce molto importante -> grazie ai giudizi positivi su Una vita e Senilità, contribuì a rafforzare fiducia in forze intellettuali e validità in opere già scritte, in quanto stava per abbandonare letteratura -> anche se no influenze joyciane LINGUA  Si diceva “scrivesse male”, diverso dalla tradizione letteraria: no lessico ricercato  Parlava quotidianamente dialetto triestino, non italiano => difficile trovare vocaboli adatti.  Inoltre, sa molto bene il tedesco (studi giovanili in germania) => si riconoscono costrutti tedeschi in scrittura Ma… PROSA: efficace nel rendere la tortuosità della psiche Scrittura tende a riprodurre il modo di esprimersi dei personaggi Discorso indiretto libero (Una vita, Senilità) Mette in luce come parla un borghese triestino che usa l’italiano (coscienza) -> alcune imperfezioni stilistiche volute scrivere male = ricerca stilistica sofisticata 

Italo Svevo - Le ali di un gabbiano (da Una vita) Nel brano “le ali del gabbiano” l’autore presenta l’opposizione tra Macario, il lottatore, e Alfonso Nitti, il contemplatore. Mentre Macario si dimostra sicuro di sé e in grado di far avanzare la barca, Alfonso appare timido e timoroso. Macario fa notare ad Alfonso Nitti il volo del gabbiano: “Il gabbiano” gli dice “è fatto per essere un predatore perché ha un cervello piccolo e ha lo scopo di aggredire (ruolo del lottatore) i pesci (le prede, i contemplatori)”. Il gabbiano ha le ali perché è nato con esse, ma chi non è nato con le ali non può averle anche volendo. Il messaggio che egli sottintende è che Alfonso Nitti può compiere solo voli pindarici (inutili in concreto). Vi è dunque l’opposizione tra l’intellettuale (il contemplatore), che si nutre di cose astratte, e il lottatore (il gabbiano), che si ciba di cose concrete. IL RITRATTO DELL’INETTO: Appartiene al secondo romanzo “Senilità”, sono le prime pagine in cui si può cogliere la fisionomia del protagonista grazie anche agli interventi del narratore, è evidente che egli mente in due casi: nasconde ad Angiolina il fatto che per lui la ragazza non potrà essere più di un giocattolo, e mente anche a se stesso, dicendo di non voler instaurare un legame serio a causa della famiglia e della carriera. Ma egli non ha famiglia, non ha moglie né figli, bensì una sorella, e egli non ha una vera e propria carriera ma solo un piccolo impegno. Quindi Emilio ha paura di affrontare la vita, rinuncia a vivere e si chiude nel nido familiare, è questo il concetto di Senilità. Ma comunque d’altro canto egli sente il bisogno di vivere e di provare piaceri, uscire dal nido, conoscendo Angiolina. Angiolina è trasfigurata dallo stesso Emilio in simbolo, ella è emblema della vita della giovinezza e della salute, lui è emblema della senilità e mortificazione vitale, quindi vi è questa contrapposizione malattia-salute. Già in queste prime pagine vediamo che il narratore non si eclissa ma interviene a commentare e a smascherare le sue menzogne, come per esempio smonta l’alibi della famiglia e della carriera....


Similar Free PDFs