L’ultima sigaretta, la coscienza di zeno PDF

Title L’ultima sigaretta, la coscienza di zeno
Course Politica economica dei servizi sociali
Institution Università degli Studi di Napoli Federico II
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esame letteratura italiana, Italo Svevo, capitolo della coscienza di zeno...


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L’ultima sigaretta Italo Svevo Rispondo alle domande 1) Zeno iniziò a fumare sin da bambino, egli riusciva a procurarsi le prime sigarette prendendo, dal panciotto che il padre lasciava sulla sedia nel tinello, i soldi necessari per acquistare la scatoletta di dieci sigarette che fumava una dopo l’altra in modo da non lasciare traccia del frutto del suo furto. Egli, inoltre, si appropriava anche dei sigari lasciati dal padre poiché credeva che era un suo modo di gettarli via, o che la loro domestica avrebbe potuto buttarli. 2) Zeno descrive all’interno del testo la sua più grande ossessione : il fumo. Egli tenta in tutti i modi di smettere, e per tale motivo inizia ad autoingannarsi, ovvero tenta di rimandare continuamente il momento in cui smettere, fissandosi delle date ben precise, in modo da fumare, nel tempo intermedio, quante più sigarette possibili senza sensi di colpa, e di assaporare meglio la nicotina dell’ ‘ultima’ sigaretta. Dietro il vizio del fumo si nascondono temi piú profondi, che la psicoanalisi tenta di spiegare, tra questi vi sono gli atti mancati, poiché Zeno non intende smettere di fumare e del complesso di Edipo, in quanto il protagonista è combattuto tra un desiderio di

trasgressione e la necessitá di trovarsi al cospetto di una figura autorevole; per di più, Zeno, definisce l’ultima sigaretta come una sigaretta dal gusto speciale e intenso, poiché era simbolo di vittoria su se stesso e della speranza di un futuro ricco di forza e di salute 3) Zeno, giunto ormai alla vecchiaia, si lascia ad una riflessione e ad un’analisi di sé stesso, ovvero egli giustifica la sua incapacitá di smettere di fumare dicendo di amare probabilmente cosí tanto la sigaretta da riversarle la colpa della sua impotenza dinanzi ad essa. Egli comprende che la nicotina è stata per tutta la vita un alibi per non essere diventato l’uomo ideale e forte che avrebbe voluto essere. Un altro intervento di Zeno è ravvisabile nelle righe 98107 e 147- 157

4. Saggio breve – articolo di giornale A partire dagli anni ’80 dell’800 fino agli anni ’30 del 900, vi fu un periodo che venne identificato come “età della crisi”, ovvero un cinquantennio in cui inizò ad esservi il superamento di modelli culturali del passato, portando ad un forte disagio esistenziale dovuto all’incapacitá dell’individuo di adeguarsi alla societá borghese. In ambito filosofico e scientifico nacque la necessità di indagare i fenomeni portando alla luce gli aspetti misteriosi della

realtá; questa crisi dell’uomo colpí fortemente anche l’ambito letterario manifestandosi attraverso il movimento del decadentismo. Attraverso questo movimento, l’uomo, dimostrava l’eccezionalitá del suo agire al di lá delle convenzioni sociali; nacquero cosí la figura delll’esteta, del dandy o del superuomo, che divennero piena espressione del disagio sociale. La figura dell’eroe decadente, però, e ben diverso dalle figure degli eroi dei secoli precedenti, basti pensare alla figura dell’eroe romantico, uomo fuori dalla societá e dai suoi schemi, ai quali si oppone. Egli è una figura passionale, ricca di senso dell’avventura, che si esprime attraverso il suo individualismo e il suo desiderio di libertá; vive peró un conflitto tra ciò che è reale e ciò che invece è ideale in quanto prende coscienza che la realtá che vive è ben diversa dai propri ideali e dal mondo in cui egli vorrebbe vivere. L’uomo romantico , dunque, vive questa inquietudine in modo tragico, e tenta pertanto di rifugiarsi nel sogno e nelle fantasie; nonostante ciò egli non si lascia travolgere dalla disperazione, bensí continua a lottare per la sua libertá, per la giustizia, l’indipendenza e l’amore per la sua patria. A tal proposito può essere preso in considerazione l’eroe ribelle, solitario e orgoglioso della sua superioritá spirituale e della sua forza, che si esprime attraverso il titanismo, ossia un atteggiamento di ribellione, nonostante la consapevolezza del suo fallimento, contro tutte le forze superiori. Nonostante la sua ribellione, l’eroe romantico lottava per la societá in

nome dei valori quali la libertá e la giustizia, questa lotta, molto spesso, portava l’uomo a spingersi verso estreme conseguenze, ovvero fino al sacrificio della vita stessa, come peraltro dimostrano le figure di Jacopo Ortis o del giovane Werther. Diversamente dall’eroe romantico, l’eroe decadente ha sotto gli occhi il frutto delle sue lotte, ma non ne è soddisfatto. Gli eroi di questo movimento sono legati da un totale rifiuto della realtá e sono destinati indistintamente al fallimento, essi infatti smettono di lottare, e si dissociano da tutto ciò che è reale. Piena espressione di questo movimento è D’Annunzio, egli vive una vita basata solo sull’esterioritá, in modo superficiale, e vivrá sempre ripiegato su se stesso poiché non sará mai in grado di accettare la societá, da ciò nasce la figura del superuomo, figura che assume le sembianza di poeta Vate, capace di essere una guida, capace di sedurre le donne, incantare gli altri e vivere una vita originale, fatta di nuovi valori, capaci di dare scandalo o di incantare. Altra figura del movimento decadente di grande importanza è l’inetto Sveviano, che trova la più grande espressione ne ‘ La coscienza di Zeno”. Zeno Cosini, protagonista dell’opera, è per l’appunto un inetto, uomo incapace di vivere la vita reale, debole, che non riesce a stare al passo con la societá ed è incapace di agire e di relazionarsi con gli altri. L’inetto molto spesso non riesce a trovare la fonte della sua inettitudine, tanto da essere sempre disposto ad incolpare circostanze

esterne per i propri insuccessi, evidente è l’esempio di Zeno Cosini in “l’ultima sigaretta”, il quale incolpa il suo amore per la sigaretta giustificando la sua incapacità di smettere di fumare. L’eroe decadente, dunque, come emerge dalle opere degli artisti, tende a vivere la sua vita come un’opera d’arte e si lascia guidare più dagli istinti che dalla razionalitá. Le ragioni di tale comportamento, vanno pertanto ricercate nelle diverse riforme e avvenimenti sociali di quel periodo....


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