La crisi del Seicento PDF

Title La crisi del Seicento
Course Storia Moderna
Institution Università Telematica Internazionale UniNettuno
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La crisi del Seicento...


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• La crisi del Seicento • La Crisi generale del Seicento ► Ci si riferisce al processo di profonde trasformazioni verificatosi tra fine XVI e XVII secolo ed identificato dalla storiografia come «crisi generale del Seicento». •

Trasformazione = crisi generale per la

molteplicità dei fattori e delle componenti che entrarono nel processo storico e per la vastità delle aree investite da trasformazioni strutturali. •

Tuttavia essa non presentò una omogeneità di dinamiche e di effetti, cioè non  colpì tutti i paesi allo stesso modo, negli stessi tempi, negli stessi settori, nelle stesse attività economiche.

฀ Crisi agraria, ristagno demografico, declino manifatturiero, commerciale e finanziario, inflazione e recessione furono fenomeni dall’andamento assai diverso nel contesto delle società europee.

• Il dibattito storiografico

1/2

• ■ Crisi generale =  concetto storiografico emerso nel dibattito ospitato dalla rivista “Past and Present”

(negli anni Cinquanta e Sessanta) e condiviso da Hill, Hobsbawn, Trevor Roper, Mousnier, Elliott •

⇨il tema delle trasformazioni in atto nelle società seicentesche fu affrontato in un’ottica comparativa, privilegiando un’analisi che metteva in relazione ambiti statuali e società diverse.



• Oggi









il dibattito sulla questione può dirsi esaurito ma tra gli studiosi: 1- alcuni ritengono il concetto di crisi generale un’opzione «fertile ma implausibile» (Benigno), e limitano la sua utilizzazione al solo significato politico-sociale per gli anni intorno alla metà del secolo 2- altri continuano a considerarlo fecondo a patto però di liberarlo da una serie di incrostazioni che ne inficiano il valore euristico: a) dissociare il concetto di crisi dalla forte valenza ideologico-politica da esso assunto nel dibattito storiografico. b) utilizzare ancora la nozione di crisi per identificare una fase dell’età moderna in cui convivono declino e trasformazione «generale» con esiti nazionali diversi e in alcuni casi antitetici.

• Il dibattito storiografico

2/2

• La crisi interessa tutta l’Europa ed ha come sfondo la Guerra dei Trent’anni • Nei vari paesi suscita reazioni differenti dovute alle specificità dei ceti sociali, delle istituzioni politiche e religiose, dell’economia e della cultura

• Ha esiti diversi (rivolte/rivoluzioni/rafforzamento dello Stato assoluto)

฀ complessivamente si può dire che nella storiografia negli ultimi anni si è andata gradualmente superando la visione del Seicento come età di decadenza e si va meglio definendo il carattere di età di transizione dal rinascimento all’illuminismo

• Crisi demografica

1/3

►Il Seicento registra una tendenza alla

contrazione demografica accompagnata da una crescita in Inghilterra, nei Paesi Bassi e nell’Europa Nord-Orientale

• Crisi demografica

2/3

► Cause del ristagno della popolazione (aumento

minimo) a) malattie, peste, guerre, carestie b) aumento mortalità per denutrizione c) mortalità infantile (61/100 arrivano a 15 anni; 41/100 maschi superano i 50 anni) • Fondamentale è il determinarsi del circolo vizioso carestia-epidemia-carestia - Andamento  ed effetti diversi a Napoli (1656) ed in Inghilterra ed Olanda.

(a Napoli carestia e peste

catastrofe).

d) aumento età media del matrimonio e diminuzione delle nascite • In conseguenza di crisi di sussistenza e di epidemie si rimanda il matrimonio in attesa di tempi migliori   si contrae l’arco di tempo in cui le donne possono ฀ procreare e quindi si riduce il numero dei figli

• Crisi demografica

3/3

► Conseguenze a) contrazione dei consumi, del mercato del lavoro e dei processi di formazione socio-professionale b) crescita dell’urbanizzazione nel Nord anche per le emigrazioni forzate per motivi religiosi c) nuove gerarchie urbane • Un significativo elemento da considerare risulta essere il divario nel tasso di urbanizzazione tra paesi del Nord e paesi meridionali: aumenta notevolmente la popolazione delle grandi città dell’Europa settentrionale e occidentale mentre crolla quella delle città dei paesi mediterranei

→ ciò provoca una caduta secca della domanda reale, data la maggiore propensione al consumo delle popolazioni urbane.

• Crisi agraria

1/3



12-

3-

All’espansione cinquecentesca segue una crisi agraria Nel 1962 lo storico R. Romano ha proposto un’ipotesi di periodizzazione, indicando quale punto di svolta l’intervallo di tempo intorno al 1620 E allora possibile individuare tre periodi caratterizzati da particolari andamenti congiunturali:  conferma della generale espansione del lungo Cinquecento (fine XV secolo-1620); evidenza a partire dal 1600 di una pausa caratterizzata dal forte rallentamento del settore agricolo, vero polmone dell’economia di antico regime; stagnazione generalizzata che, in misura diversa, colpisce gran parte dei paesi europei a partire dal 1620, aggravamento negli anni 40-’50 del Seicento.

• Diminuiscono i prezzi dei cereali e le superfici messe a coltura (all’infuori di Inghilterra, Olanda ed alcune regioni francesi). • Le rese, cioè il rapporto semente-prodotto, si contraggono, in molti casi si passa dalla cerealicoltura all’allevamento reputato più redditizio e meno esposto alle variazioni di prezzo indotte dalla domanda fluttuante.

• Crisi agraria 2/3 Cause: 1- andamento dei raccolti condizionato da una fase climatica negativa 2- il calo della domanda (inversione trend demografico) fa ristagnare o decrescere i prezzi dei cereali 3- aumento del costo del lavoro Conseguenze: 1- restrizione delle aree coltivate e conseguente ritorno al pascolo

2- aumento dei gravami fiscali, soprattutto in concomitanza con la guerra dei Trent’anni, vera voragine di risorse e non soltanto di vite umane • dibattito storiografico sul termine Rifeudalizzazione (sulla scia di R. Romano)

La nobiltà feudale, nelle aree più deboli dell’economia europea (Italia meridionale, paesi dell’Est) tese ad allargare la sua giurisdizione e la sfera degli abusi. - Si tratta di un concetto da usare soltanto per riferirsi ad una aggravamento della dipendenza degli addetti all’agricoltura dai signori proprietari. 

3- a  umento del peso della rendita fondiaria su fittavoli e mezzadri

• Crisi agraria 3/3 GEOGRAFIA DELLA CRISI

- Europa orientale: rafforzamento della servitù della gleba - Olanda, parte della Francia: limitati effetti della crisi - Inghilterra: si avvia la rivoluzione agricola con recinzioni, redistribuzione e accorpamento delle terre •

-

Secondo

lo storico dell’agricoltura Slicher Van Bath una serie di elementi possono essere indicati per spiegare il diverso andamento della recessione agricola del Seicento: diminuzione

prezzi cereali rispetto ad altre merci (effetti negativi per paesi con monocolture);

-

la crisi colpisce prima i paesi produttori ed esportatori; effetti sulla piramide sociale: contrazione nel numero di contadini proprietari e dei piccoli coltivatori ⇨  Nel Mezzogiorno scomparvero i massari

• Crisi delle manifatture ■ Come per l’agricoltura, colpì i vari settori in momenti diversi e con diversa intensità (N. Steensgaard). • Processo di ristrutturazione delle manifatture in crisi Il lavoro dell’uomo costituiva ancora il fattore produttivo determinante, ma nei decenni del XVII secolo cominciò a farsi strada, ancora in maniera ridotta, l’utilizzo di rudimentali tecnologie che contribuivano ad aumentare la produttività industriale. • Crollo in Italia per le rigide regole delle corporazioni L’organizzazione del lavoro costituì il fattore di maggiore rallentamento nei paesi mediterranei. Le corporazioni di arti e mestieri mantenevano privilegi, monopoli, controllo dell’ accesso all’attività professionale. • Ripresa in Olanda e in Inghilterra con new draperies ed innovazioni tecnologiche sovvertimento delle gerarchie produttive Grazie ad un utilizzo più intenso delle tecnologie, un’organizzazione lavorativa flessibile e soprattutto la capacità di diversificare la produzione e di praticare prezzi più accessibili (panni di lana più leggeri ma anche più economici)

• Commercio internazionale e finanza COMMERCIO • Ristagno dei prezzi e contrazione degli scambi • Olanda e Inghilterra diversificano le merci e praticano una politica dei prezzi molto aggressiva (grazie al basso costo del lavoro)  • Il baricentro del commercio internazionale si sposta nell’Atlantico Ad essere emarginati sono soprattutto i grandi porti italiani come Venezia e Genova che perdono la loro centralità nei traffici con il Levante. Solo Livorno, riesce a mantenere i propri livelli di traffico.

FINANZA • L’argento importato dalle Americhe è insufficiente ai bisogni economici e monetari • Centri del capitalismo europeo: Amsterdam, Londra e Parigi - L’afflusso di metalli preziosi provenienti dalle Americhe non diminuì ma esso non riusciva più a soddisfare la domanda di numerario, moneta circolante, di enti privati e pubblici come soprattutto lo Stato. Si dovette far ricorso ai titoli del debito pubblico emessi dagli Stati e alle lettere di cambio garantite da mercanti e finanzieri.

• Paesi in ascesa OLANDA: da rivelazione politica (1581) a rivelazione marinara e coloniale nel ‘600 - Anticipa l’Inghilterra sia sul piano politico che sul piano commerciale. • Flotta in crescita Cantieristica a bassi costi, avanguardia nella progettazione di navi con grandi

stive per molte merci (vascelli Fluyt: chiglia piatta e scafo allungato) - Capacità marittime come strumento di dominio intercontinentale • Colonialismo olandese  : un sistema innovativo rispetto a Spagnoli e portoghesi controllo militare sulle colonie specializzazione delle colture misure rigide che prevedevano la distruzione di spezie eccedenti per mantenere alti i prezzi e diminuire i viaggi delle navi.

INGHILTERRA: economia capitalistica e rete di relazioni internazionali ฀ Compagnia delle Indie Orientali (1600): la più famosa di tutte le compagnie privilegiate, cioè associazioni di mercanti riconosciute dalla corona e dotate di diritti esclusivi di commercio e di uso dell’artiglieria

• Crisi e processi sociali ► La corsa alla terra, all’occupazione degli uffici, ai titoli del debito pubblico, furono tendenze comuni. Ma queste tendenze non determinarono effetti sociali simili in tutta Europa. • In Inghilterra la vecchia aristocrazia (secondo Stone e Hill) si rese capace di assumere una parte di grande rilievo nelle iniziative industriali, commerciali e coloniali. • L’aristocrazia francese non riuscì a superare il pregiudizio verso le vili attività meccaniche (compromettenti il rango nobiliare). Essa tentò di strappare, attraverso la giurisdizione feudale, quote sempre più consistenti di ricchezza

Si tratta di due modelli culturali antitetici verso cui si indirizzarono le altre aristocrazie europee: ⇨ verso la diversificazione degli investimenti si mossero le aristocrazie del Nord e in parte quelle tedesche; ⇨ verso la rendita e l’accentuazione delle prerogative feudali, in funzione dell’accrescimento della ricchezza, si orientarono le nobiltà meridionali come quella napoletana (lucrose rendite dal debito pubblico e dall’appalto delle imposte; non investe nel settore commerciale e manifatturiero)

• Crisi politica 1/6 ►Di recente la dimensione politica della crisi generale del Seicento è entrata nella considerazione degli storici. • Il sistema politico all’interno degli Stati e i rapporti di forza sul piano internazionale subirono delle profonde modificazioni innescate dalla pressione militare e fiscale (in parte tra loro dipendenti): la guerra dei Trent’anni il declino dei grandi sistemi imperiali, quello spagnolo in particolare, soprattutto per quanto riguarda il rapporto tra il centro e le periferie dell’impero l’influenza e la circolazione su scala europea di nuovi modelli politici che revocavano i presupposti della sovranità così come essa si era venuta configurando nel XVI secolo negli anni Quaranta del ‘600 in contemporanea ben sei rivolte e rivoluzioni sconvolsero il continente (Catalogna; Portogallo; Inghilterra; Francia; Palermo; Napoli)

• Crisi politica 2/6

Declino del Sistema imperiale

spagnolo Declino e non crisi: un processo di lunga durata, non un crollo repentino • Vengono progressivamente meno: - Ricchezza ed egemonia politica della Castiglia - Consenso dei paesi sudditi della corona - Capacità del sistema di subordinare ad esso le relazioni internazionali

Il regno di Filippo III (1598-1621): - crisi economica indotta anche dall’espulsione dei moriscos (artigiani e agricoltori) tra 1609 e 1614; - mutamento della prassi costituzionale e dell’azione politica con il valido ( favorito/primo ministro); - politica internazionale pacifista con il duca di Lerma (pace con Inghilterra, 1603 e tregua con Olanda, 1609) •

• Crisi politica 3/6 ► Il regno di Filippo IV (1621-1665) La politica del duca di Olivares in tre fasi: 1. 1621-27 ⇨  sistema di alleanze in funzione anti-olandese e contenimento espansionismo francese in Europa 2. 1627-35  guerra  di Mantova con la Francia per la successione nel Monferrato → nessun risultato positivo • Progetto di Unión de las armas: partecipazione  con uomini e risorse di tutti i domini spagnoli alla formazione della potenza militare dell’impero

(processo di “castiglianizzazione”) resistenze ed opposizioni ne resero impossibile l’attuazione 3. 1635-48 ⇨  guerra franco-spagnola che chiude la guerra dei Trent’anni. • Si consolida una prassi politica fondata sul ricorso a mezzi alternativi  Governo straordinario percepito come arbitrario ed illegittimo ■ Le rivolte degli anni Quaranta: - Catalogna (1641) a causa dell’inasprimento fiscale, ma fallisce perché società catalana troppo frammentata e la Francia si tira indietro - secessione del Portogallo alla fine del decennio 1640-50 (eserciti spagnoli impegnati su altri fronti)

• Crisi politica 4/6 ► Enorme peso fiscale imposto al Mezzogiorno per sostenere i plurimi impegni militari della Spagna → rivolta di Palermo   (1647) ■ Imposta sui generi di consumo e aumento dell’inflazione:  ivolta antispagnola a Napoli 1647-1648, in 3 R fasi: • Masaniello (Tommaso Aniello d’Amalfi) legato al sottoproletariato cittadino. Vera mente è Giulio Genoino che interpreta i motivi della protesta antifiscale e quelli della lotta politica dei ceti popolari contro la nobiltà dei Seggi richiesta di pari peso politico tra nobili e popolo nell’amministrazione cittadina 2. Dopo assassinio di Masaniello ed esilio di Genoino: la rivolta si estende alle province con una forte radicalizzazione antifeudale

3. (ottobre 1647) proclamazione della “Real Republica Napoletana” protetta dal re di Francia ma fallimento per mancato sostegno francese; ostilità del “ceto civile”; opposizione armata della feudalità→ ritorno trionfale degli spagnoli (6/4/1648) ► Bilancio complessivo: - negli anni ’40-’50 per larga parte l’impero spagnolo appare restaurato nella sua consistenza se si eccettua il Portogallo - fallimento progetto politico e militare di Olivares per il deficit di risorse effettivamente mobilitate

• Crisi politica 5/6 Consolidamento dello Stato e rivolte in Francia • Il regno di Enrico IV tra dominio e consenso: solido legame tra re e sua burocrazia • Funzionari regi e venalità degli Uffici. • La politica economica di Sully: protezionismo. • Conflitti nella società francese: tra antica aristocrazia e nobiltà di toga; tra Parlamenti e funzionari creati dal sovrano • La reggenza di Maria de’ Medici e la convocazione degli Stati generali nel 1614    nessuna abolizione della ⇨ venalità delle cariche • La politica del cardinale Richelieu dal 1624 al 1642 primo ministro di Luigi XIII - questione ugonotta: rafforzamento del potere dello Stato (La Rochelle espugnata) - agisce per ridimensionare il sistema imperiale spagnolo (Catalogna e guerra di Mantova) - all’interno costruisce una rete di clientele e patronage familiare che provoca frizioni, resistenze e conflitti.

• Centralizzazione e fiscalità: le rivolte locali sconfitte dallo Stato che si rafforza ฀la politica di centralizzazione creò le basi di un conflitto duraturo tra Parlamenti e commissari e intendenti responsabili direttamente verso il sovrano

• Crisi politica 6/6 ► Mazzarino e la Fronda: le risposte alla centralizzazione - 1643 muore Luigi XIII ⇨   reggenza di Anna d’Austria - Mazzarino succede a Richelieu: vittoria di Rocroi (1643)  aumento tassazione a carico dei funzionari pubblici e opposizione dei Parlamenti all’aumento delle spese militari ฀ Progetto del Parlamento di Parigi (1648) per ridistribuire i carichi fiscali, controllare la spesa pubblica e sopprimere gli intendenti. Esso mirava a: 1) ottenere la fine guerra 2) assumere il ruolo degli Stati generali (rappresentanza) 3) lottare contro la centralizzazione e le pratiche di governo assolutistiche

•  Mazzarino  ordina l’arresto di alcuni parlamentari: Fronda parlamentare: rivolta estesa alle province ma con scarso coordinamento ฀ accordo Parlamenti-monarchia (1649 Pace di St Germain) ■ Malcontento dei nobili contrari al progetto centralizzatore di Mazzarino: Fronda dei principi: Mazzarino in esilio (1651) paura di un vuoto politico e conseguente riunificazione delle forze gratificate dalla politica della monarchia ⇨ vittoria di Turenne su Condé e quindi dell’amministrazione sulle forze centrifughe degli ordini sociali → spinta verso il centralismo monarchico e una gestione del potere affidata alla mediazione della burocrazia

• La guerra dei Trent’Anni DEFINIZIONE Conflitto internazionale 1618-1648 Scontro tra 2 culture, tra 2 modelli Cause: prima religiose poi economiche e politiche Emergere di nuove potenze (Danimarca-Svezia) Conseguenze: Mutamento di equilibri internazionali

Premesse: 1555: pacificazione di Augusta non risolutiva (cuius regio eius eligio) 1570: nunzi e gesuiti alla riconquista dei fedeli • Aspirazione degli Asburgo: restaurare  potere

imperiale e unità Religiosa

• Il sistema costituzionale tedesco IMPERATORE: eletto dai principi elettori 7 PRINCIPI ELETTORI 3 Ecclesiastici: Treviri, Magonza, Colonia (Lega Cattolica)

- 4 Laici: Palatinato, Sassonia, Brandeburgo, Boemia (Unione Evangelica) DIETE GENERALI Città, Principi, Ordini ฀ Il problema religioso, mai risolto, fa saltare gli equilibri tra imperatore e ceti.

• L’Impero diviso tra Stati protestanti e cattolici •

Il preludio della guerra

■ 1582: l’Arcivescovo di Colonia passa al protestantesimo ■ In pochi anni escono di scena due sovrani divenuti punto di riferimento del mondo riformato: - 1603: muore Elisabetta d’Inghilterra - 1610: Enrico IV di Borbone viene assassinato

Boemia: Focolaio della guerra - possedimento

ereditario asburgico e cattolicesimo

religione di stato - paese spiritualmente vivace (riforma, sette religiose) - abituato ad una certa libertà religiosa: l’imperatore Rodolfo II aveva concesso una Lettera di maestà (1560) che c  onsentiva la presenza di luterani e calvinisti

 1 •  612-1618 il nuovo imperatore Mattia è meno tollerante del fratello Rodolfo • L’Arcivescovo di Praga ordina la distruzione di una chiesa riformata

• Le 4 fasi della guerra

-

BOEMO-PALATINA

1618-1624

-

DANESE

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SVEDESE

1630-1635

-

FRANCESE

1635-1648


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