La civiltà olandese del Seicento PDF

Title La civiltà olandese del Seicento
Author Beatrice Costa
Course Storia moderna
Institution Università di Bologna
Pages 11
File Size 184 KB
File Type PDF
Total Downloads 41
Total Views 129

Summary

Johan Huizinga...


Description

La civiltà olandese del 600 fu pubblicata nel 1941 (rielaborazione di una esposizione del 1932) Hiuzinga sia nel 1932 che nel 42 rifiuta la denominazione di “secolo d’oro” per l’Olanda (troppo riecheggiante l’età dell’oro classica: no quiete e godimento inattivo classico, ma attività, forza inventiva e produttiva): se il periodo di massima fioritura avesse bisogno di un nome, che venga dal legno e dall’acciaio, dalla pece e dal catrame: età aurea andrebbe meglio per il XVIII s.. quale altra nazione ha raggiunto il momento di massimo sviluppo subito dopo la sua nascita? Malamente fondato sull’Unione di Utrecht (1579): primo problema che si trova ad affrontare è la liberazione militare. → per anni e anni le possibilità di sopravvivenza vengono garantite dalla conquista di piccole città, una ad una; → e intanto si va viaggiando verso regioni polari e verso l’India; → fiorisce sempre più il commercio di Amsterdam; → Stato e popolo prendono una forma solida. L’Olanda rappresenta (confrontata ai territori limitrofi: Francia, Germania e Inghilterra) non un esempio o un modello, quanto piuttosto una deviazione rispetto al tipo generale di civiltà dell’epoca. Sempre più si è diffusa la consuetudine di bollare col nome «barocco» la forma di civiltà generalmente diffusa nel XVIII in Europa: invece banale artificio per nascondere, sotto un’apparenza di profondità e di concisione, la mancanza di esatta comprensione (lo stesso si dica per “rinascimento”, “gothico”, “romanticismo”). La parola barocco, nella sua accezione odierna, è in verità un «TESTIMONIUM PAUPERTATIS» testimonia quindi la povertà dello spirito. Se vogliamo schizzare un panorama della civiltà olandese del Seicento è bene premettere che lo storico conosce, più che le cause, i presupposti: il primo è naturalmente la posizione geografica, la struttura e la conformazione del terreno: → piccolo; → eterogeneo per le sue brughiere, per i pascoli, le acque, terreni coltivabili. A questo grande processo di sviluppo civile le varie regioni della Repubblica parteciparono in misura molto diversa: - Le regioni della Generalità: Brabante → non vi contribuirono affatto: Fiandra statale -prive di seggio e voto Maastricht (in quanto province e regioni d’oltre Mosa conquistate); -governate dall’Aja; -staccate ed estranee (causa differente fede) Ma anche nelle 7 provincie dell’Unione non ebbero tutte lo stesso ruolo: debiti e riconoscimenti: -Frisia Famose fin dal medioevo per il loro -Gheldria florido commercio e la loro -città sull’Ijsel religiosità. Nessuna poté, però, rivaleggiare con la potente e ricchissima Olanda, in cui in pratica si concentrò la civiltà dei Paesi Bassi. Non a torto siamo soliti vedere nel mare e nella navigazione il primo e più importante fattore dell’eccezionale sviluppo di questo territorio. -Così poco dopo il 1300 la contea di Olanda e Zelanda rappresenta una potenza marittima capace di rendere grandi servigi al re d’Inghilterra. -Nel XV secolo intensificatesi i commerci questa potenza navale riceve il sostegno della grande forza politica dei duchi borgognoni: contrastando insieme il dominio dei mari dell’Ansa tedesca.

1

Questo sviluppo della navigazione dipende direttamente dalla posizione geografica dell’Olanda; anche all’utilizzo efficientissimo delle vie di comunicazione interna, un perfetto sistema naturale di comunicazioni. Siffatta struttura idrografica comportava che la popolazione fosse in certo qual modo organizzata democraticamente. Ciò le valse una serie di appellativi (antichi titoli come balivo, scabino…) di cui si conservò quello di HEEMRADEN («Ispettore delle dighe»). Qui il più misero contadino pescatore aveva una propria imbarcazione e poteva facilmente aggirare le dogane; e il signore aveva poca o nessuna autorità sui traffici, per questa ragione la nobiltà aveva qui un peso minore che altrove. Terra di navigatori e di mercanti voleva dire terra di vita cittadina: importanti centri commerciali erano esistiti prima che sorgessero le città medievali: -Dorestad (epoca carolingia); -Tiel (verso anni Mille) Ma essi avevano da tempo perduto la loro importanza all’inizio del periodo che vide sorgere nelle Fiandre: -Bruges -Gand e in Germania le floride e famose città della -Renania -Ypres -Vestfalia Nel XII, quando Bruges e Gand, Lovanio e Liegi erano già potenti agglomerati urbani, lo sviluppo delle regioni dei Paesi Bassi settentrionali era assolutamente insignificante, se si eccettua Utrecht, unica sede vescovile della regione. Solo nel XIII s divennero centri di una qualche importanza: -Dordrecht -Middelburg -Haarlem -Leida Tuttavia, per continue faide tipiche del medioevo, conservarono ognuna il proprio carattere particolare. Quando poi, alla fine del Medioevo, la più giovane di tutte – Amsterdam – sopravanzò tutte le altre, ciò avvenne in virtù delle circostanze economiche ormai diverse da quelle del XIII. Nonostante ciò, la preminenza di questa non comportò né la perdita di importanza né di benessere per nessuna delle altre. L’Olanda divenne, già nel XV secolo un paese ricco di città; come, anche se in modo minore, la Zelanda e l’Utrecht. La struttura economica di questi paesi era principalmente caratterizzata da tante piccole città addensate in un piccolo territorio (territorio la cui superficie era, inoltre, in massima parte occupata da corsi d’acqua, brughiere, campi e pascoli). → la configurazione del terreno: -garantiva equilibrio di forze tra le città -preservò i P.B. da un eccessivo latifondismo. Se si eccettua la Gheldria e l’Overijsel (due provincie nord-orien dei P.B.), la servitù della gleba era già quasi completamente scomparsa verso la fine del Medioevo. L’ordinamento giuridico del sistema agrario si fondava in prevalenza sul libero affitto. → Nella Frisia e nella Groninga non era raro che i contadini fossero da tempo immemore proprietari della terra che coltivavano: solo in queste due province i contadini erano rappresentati come ceto agli «Stati», grazie proprio alla mancata penetrazione del sistema feudale. → Altrove: il feudalesimo aveva trasferito il suolo nelle mani dei signorotti, facendo quasi sparire il contadino dalla vita pubblica; e tuttavia questo non significava anche oppressione economica sul contadino. L’antica nobiltà terriera aveva conservato per lo più costumi semplici e patriarcali; le sue entrate relativamente modeste. Alla pari dell’antica nobiltà tedesca, non era titolata: si era «signori di» (= van/di). I termini «jonker» o «baron» se appartenevano al linguaggio corrente, erano usati sporadicamente e non erano titoli ufficiali. Il titolo di Conte cominciò a essere concesso a famiglie olandesi solo dopo il 1700 (salvo rare eccezioni) dall’imperatore di Vienna. Il gran numero di signorotti aveva comunque un peso scarso nella Repubblica: col trionfo della fede riformata, il clero come ceto era scomparso del tutto. La vittoria calvinista fu senza dubbio favorita dalle

2

deboli radici che il cristianesimo aveva sempre avuto nei P.B. settentrionali; invece più salde erano state le radici in province come Liegi, Brabante, Fiandre, Hainaut. Isolati, i P.B non furono mai un terreno in cui si potesse formare un alto clero, potente e considerato: dalla Frisia fino alla Mosa e alla Schelda, tutto quel territorio formava un’unica diocesi, quella di Utrecht

MERCANTI → → di conseguenza, l’unica classe elevata che fosse economicamente forte e intellettualmente matura era quella dei mercanti -non eccezionalmente ricca -ma abbastanza numerosa -distribuita in maniera uniforme in moltissime città (soprattutto Olanda e Zelanda) -diminuzione potenza della nobiltà -scomparsa della vecchia chiesa

→ Mercanti: classe economicamente più influente. → Ora: anche superiorità sul piano politico e sociale.

Dal loro strato più alto si sviluppò a poco a poco un ceto di magistrati. Non è facile fare chiarezza su questo processo, ma sarebbe azzardato parlare subito di una classe di governanti. Già poco dopo il 1400 dalle famiglie di scabini usciva il personale (definito «saviezza e ricchezza») della “giustizia”: queste figure acquistano contorni più precisi solo nel XVI , la cui formazione intellettuale era spesso elevata. Dalla vecchia classe (definita “patrizia”) si reclutavano gli «uomini di legge». ☺ Potrebbe sembrare strano che quella stupefacente fioritura del commercio (che fu il presupposto del grande sviluppo civile) sia avvenuta proprio durante un periodo critico (cioè durante la lunga guerra di liberazione). Due considerazione: 1. Quella fioritura si preparava già da alcuni secoli: i traffici col Mar Baltico, Norvegia, Francia, Spagna erano fonti importantissime già nel tardo medioevo; alla fine del XV la potenza commerciale fu accresciuta dai traffici con il Levante e con le Indie, a cui preso si aggiunsero Persia ed Estremo Oriente. 2. Lo stato di guerra non paralizzava tutte le attività: tra una campagna militare e un’altra c’erano sempre dei lunghi intervalli di tempo; e ogni campagna interessava solo una piccola zona. Dal 1575 in poi l’Olanda non vide quasi più il nemico sul proprio territorio. Già nel 1596, quando il nuovo regime aveva appena setto o otto anni di vita, Amsterdam poteva dichiarare in un messaggio agli Stati Generali che la Repubblica, per mole di scambi e numero di navi, superava di gran lunga Inghilterra e Francia. Non si trattò di modernità in fatto di economia nazionale: quando i P.B. divennero una potenza commerciale il sistema in vigore era ancora, in realtà, quello premercantilistico del tardo medioevo. Il principio a cui si restava attaccati era essenzialmente quello della libertà dei municipi medievali, libertà a vantaggio di una ristretta cerchia e a danno di tutti gli altri. I primi esperimenti di mercantilismo (che già si riscontrano alla fine del medioevo nelle forti monarchie di Francia e Inghilterra) erano a tal punto dominati da considerazioni ed esigenze fiscali, che il commercio ed i traffici ne vennero quasi più ostacolati che favoriti. Invece, nelle remote regioni che si affacciano sul Mare del Nord la tendenza ad una regolamentazione economica centralizzata non attecchirono (grazie anche alla lontananza dall’impero tedesco) e vi crebbe la libertà di commerciò secondo circostanze che furono spesso favorevoli.

3

-1384-1428 le provincie dei P.B. erano cadute sotto il potere dei duchi di Borgogna: benché con tendenze centralizzate, non sfuggì ai nuovi signori che non c’era bisogno di interventi dall’alto su un sistema economiche che, cresciuto in libertà, era così prospero e così vantaggioso. -sotto il governo austriaco, il quale aveva idee assai più precise in fatto di politica commerciale, si ritenne di dover inserire (per ragioni fiscali) un’amministrazione centralizzata a danno della libertà economica; o meglio, a danno di quell’autonomia locale e regionale che all’interno significava invero più costrizione che libertà. ->ecco allora che nel 1505 il governo di Bruxelles cercò di applicare un’imposta sul commercio olandese del grano. ->Amsterdam, centro commerciale in rapido sviluppo, aveva invece bisogno di libertà: proteste delle città olandesi appellandosi ai propri privilegi: alla fine il governo dovette desistere. Dopo la vittoriosa guerra degli Ottant’anni anche il vecchio commercio decentrato fu salvo: così la ricca Repubblica delle Sette Provincie, invidiata da tutte le nazioni per il suo commercio internazionale, mancava di un’autorità che cercasse di regolamentare con ordini e prescrizioni lo spirito di iniziativa. Ciò che permise quindi agli olandesi di dominare nel commercio internazionale non fu dunque un’organizzazione commerciale o una teoria economica progredita; al contrario, essi trassero giovamento proprio dalla mancanza di ingerenza statale. O meglio, il fatto che l’organizzazione rimanesse ferma a quelle forme estremamente limitate che nel Medioevo si compendiavano nella parola Libertà: cioè: -autonomia di ogni più piccola unità; -massimo boicottaggio degli estranei; -rigorosi divieti all’interno della propria cerchia; -nessuna imposizione da parte di una autorità centrale. Libertà da cui gli altri sono completamente esclusi: sbarramento della Schelda (1585) giustificato in tale data per soffocare Anversa (rimasta agli spagnoli): grazie ad esso Amsterdam divenne grande. Sbarramento che nel 1648, quando ci fu la possibilità di conquistare militarmente Anversa, non fu tolto e divenne uno dei cardini del loro diritto pubblico. Le ricchezze accumulate col commercio internazionale determinarono la nascita del mercato monetario, il quale costrinse Amsterdam a diventare culla di idee economiche progressiste per l’insostenibilità dei principi mercantilistici (che invece guadagnavano terreno negli altri paesi). Tutto ciò vale in linea generale anche per il grande sviluppo dell’Industria: anche qui benefici effetti dalla mancanza di una autorità centrale. L’attività industriale poté naturalmente distribuirsi nelle varie città. In ogni campo non toccato dai divieti municipali accadde dappertutto che nuovi rami di attività potessero liberamente sorgere e svilupparsi, produzioni di aceto, sale, sapone, catrame, cordame, zucchero, tabacco, pesca di aringhe, lavorazione del legno, della pietra, del ferro: non erano assoggettate alle restrizioni corporative. Inoltre non mancò mai il miglioramento del suolo con lavori di arginamento e di drenaggio; col prosciugamento la superficie coltivabile cresceva continuamente; persino il clima contribuiva favorevolmente (i venti occidentali che portarono l’Olanda a diventare la terra dei mulini a vento, i quali macinavano più acqua che grano). ->senza i mulini l’Olanda non sarebbe diventata neanche il paese dei POLDER (i bassi terreni riscattati dalle acque); ->non avrebbero potuto essere messe a frutto le energie del vecchio artigianato e di buona parte dell’industria. Per lo sviluppo del commercio, dell’industri e dei traffici, la provincia d’Olanda occupa il primo posto; la Zelanda partecipa solo in misura ridotta; le altre restano di gran lunga indietro rispetto alle due maggiori. ->queste ultime: -minore densità di popolazione; -magg carattere rurale; -in genere anche meno fertili.

4

STRUTTURA POLITICA Ciò che si è detto per la struttura vale nel complesso anche qui. Anche lo Stato era molto conservatore: costruito su vecchie tradizioni, attaccato a vecchie usanze e vecchi diritti. (la rivolta al governo spagnolo fu una rivoluzione conservatrice) La libertà era quella del medioevo: le libertà erano franchigie, dispense fondate sui privilegi (cioè esenzioni dalla legge generale). Anche qui i termini centralizzazione e decentramento sono pertinenti soltanto fino a un certo punto. Il governo non era davvero centralizzato, ma neanche veramente decentrato: non c’è nulla da decentrare se manca un centro da cui partire. Se si vuole dare un nome, più che decentramento è meglio PARTICOLARISMO (come fatto, non come tendenza). Le cose cambiarono completamente quando CARLO V si trovò a dominare sui Paesi Bassi accresciuti dalla +Frisia +Groninga +diocesi di Utrecht +diocesi della Gheldria L’organizzazione centralizzata s’impose trionfalmente con l’istituzione di tre consigli (1533) e in altri modi. Successivamente, con Filippo II (“troppo spagnolo”) non si riconobbe ai P.B. la propria autonomia, inconcepibile a Madrid (??23) -> la conseguenza fu l’insurrezione. Il governo spagnolo si avventurò in esperimenti finanziari (come la Decima) senza preoccuparsi di vedere se i provvedimenti si adattavano alla struttura economica olandese. Provò anche riforme che di per sé erano ottime (come l’unificazione del diritto penale), ma senza tener conto che nei paesi bassi tutto il concetto di diritto e di legge era ancora legato a quello medievale di privilegio. Per quanto fossero profonde (dal XIV o da anche prima) le differenza tra sud e nord, tra fiamminghi e brabantini da un lato e olandesi, gheldrii e frisoni dall’altro: il fatto che a partire dal 1579 i due gruppi si separassero e che il settentrione (fino ad allora più povero, meno glorioso e meno ricco di tradizioni) finisse col superare in fama e potenza le fiandre, il Brabante e l’Hainaut: ->questo fatto derivò da una concatenazione di avvenimenti particolari. La vittoria significò:

-supremazia della fede protestante; -conservazione dell’autonomia cittadina e dell’amministrazione provinciale secondo il vecchio sistema economico (contro le tendenze politiche dell’epoca);

(p24/25 sullo Stadhouder) DAL PUNTO DI VISTA COSTITUZIONALE: la sovranità era riposta negli “stati” di ogni singola regione. . .. … Se quel difettoso sistema statale riuscì a essere efficiente, ciò fu possibile grazie a quella che era la più grande di tutte le anomalie: la posizione della casa d’Orange;

5

il fatto che il piccolo e giovane stato potesse per qualche tempo assurgere in Europa a una così sproporzionata potenza si dovette anche e soprattutto al fatto che in quel periodo quasi tutti gli stati si dibattessero tra gravi difficoltà: -l’impero tedesco nella guerra dei Trent’anni; -Francia appena uscita dalle guerre di religione -Inghilterra post Elisabetta è faticosamente impegnata nella lotta per il proprio assetto statale. -la Spagna non riesce più a controllare il flagello della guerra nei P.B. Da questa generale debolezza estera delle potenze europee, la Repubblica delle Sette provincie trae grandissimo vantaggio (vantaggio sia politico che economico). Per un buon mezzo secolo questa non deve: -preoccuparsi della politica doganale dei vicini; -temere la concorrenza del commercio e della marina tedesca; -la lega anseatica è ormai superata; -la Francia attende ancora Colbert -anche se per un breve periodo la provincia è più forte dell’Inghilterra Questa supremazia politica ed economica, a partire dal 1660 si fa precaria o finisce: ma la perdita della supremazia non significa diminuzione della prosperità: negli ultimi anni del XVII la Repubblica , sia politicamente che economicamente, raggiunge il suo acme. Solo dopo il 1700, con la guerra di successione spagnola, viene l’ineluttabile tragedia della repubblica. Costretta in quanto grande potenza a far parte del conflitto europeo: assolverà con onore al compito, ma a discapito della posizione acquisita. 1713: dopo il conflitto, nell’Europa rinnovata: -inghilterra domina -austria in continua ascesa -prussia e russia che si impongono

6



La mentalità militare dell’Olanda diffusa dopo la guerra degli Ottant’anni; durante la stessa, la macchina bellica era costituita in massima parte da reggimenti reclutati all’estero (tedeschi e valloni). Molti fattori (la terra, il commercio, la navigazione, la pesca) spingevano gli olandesi a dedicare la loro energia ad attività diverse dalla guerra. Non c’è da stupirsi del ruolo di primo piano dell’elemento straniero nell’ambito dell’esercito. Invece, nei ranghi più alti della Marina, si incontrano pochissimi nomi stranieri: questa, non solo contribuì fortemente a formare uno spirito nazionale, ma contribuì anche ad “amalgamare la società”. (profonda diffidenza con la guerra terrestre e la guerra sui mari che si evince anche dalle arti figurative). Quel poco che c’era d’ambiente militare fece perno attorno alla corte dello Stadhouder dell’Aja. La vita sociale e intellettuale non aveva il suo baricentro nella corte principesca, e ancor meno lo aveva nell’ambiente dell’alta nobiltà: perché questa non esisteva. C’erano castelli (non palazzi) tutti poco sontuosi. I luoghi in cui si poteva trovare un certo fervore culturale erano le case dei mercanti delle città e le ville disseminate negli immediati dintorni dei centri urbani (ville che avevano quasi del tutto perso il loro carattere feudale) che rappresentavano un certo tipo di piacevole vita agreste. Nel 1648 Amsterdam doveva contare circa 150.000 abitanti, entrando nel novero delle città più popolose: per tre volte in 50 anni essa ampliò la sua superficie con quelle geniali opere urbanistiche che sono i canali concentrici. La struttura della società cittadina che nei centri urbani produsse e rappresentò la civiltà nazionale è assai bei conosciuta: -l’amministrazione cittadina era oligarchica (a prescindere da scarsi residui di antiche forme democratiche); -l’Assemblea Giurata di Groninga; gli Otto Buoni di Dordrecht e altre an...


Similar Free PDFs