Il Teatro Francese nel Cinquecento e nel Seicento PDF

Title Il Teatro Francese nel Cinquecento e nel Seicento
Author Fabiana Esposito
Course Storia del teatro e dello spettacolo
Institution Università degli Studi di Napoli L'Orientale
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Il TEATRO FRANCESE NEL CINQUECENTO ENEL SEICENTO

Il teatro a corte e nelle scuole prima del 1600 Alla fine del quattrocento la Francia si aprì all’influenza della cultura rinascimentale italiana e al recupero del dramma classico. L’influenza della nuova cultura rinascimentale si sviluppò sotto il regno di Enrico II, che aveva sposato Caterina de’ Medici. Nel 1550 un gruppo di sette scrittori francesi, noto come la “Pléiade”, si era imposto all’attenzione del pubblico. Il gruppo della Pléiade propose il rinnovamento delle regole grammaticali della prosodia e arricchì il linguaggio di nuovi vocaboli. Le prime opere drammatiche scritte secondo i modelli classici si devono a Etienne Jodelle, membro della Pléiade che compose la tragedia Cléopâtre captive (Cleopatra prigioniera) ed una commedia Eugène. Le commedie richiedevano nei contenuti le farse medievali, mentre le tragedie trattavano soggetti biblici o classici. La maggior parte delle commedie di cui ci è rimasta notizia veniva rappresentata nei collegi o a corte. Tra gli svaghi più caratteristici di questo periodo sono le feste di corte. Sia Francesco I che Enrico II amavano i tornei, e fu proprio partecipando ad uno di questi che Enrico II trovò la morte. La sua scomparsa conferì a Caterina de’ Medici una posizione di potere che durò per tutta la vita DEI SUOI TRE FIGLI: Francesco II marito di Maria Stuarda regina di Scozia; Carlo IX ed Enrico III. Caterina prediligeva soprattutto le parate regali e le feste che utilizzava come strumenti politici per ostentare il potere della Francia e celebrare alleazne e riconciliazioni. Attraverso questi spettacoli si sviluppò il ballet de cour, variazione francese degli intermezzi italiani e dei masques inglesi, che raccoglieva intornoa d un unico tema canto, danza e complicati effetti scenografici. Ricordiamo ad esempio il Ballet Comique de la Reyne. Alla base di questo spettacolo c’era il mito di Circe che induce gli uomini al vizio e li traforma in bestie. L’azione veniva intesa come una battaglia morale tra il vizio e la virtù ed il re era rappresentato com il liberatore. La storia si volgeva attraverso una serie di entrées di varie figure allegoriche e mitiche e finiva con il trionfo della ragione e della virtù e con l’eloggio della salvezza dei re di Francia. Lo spettacolo fu allestito nella sala del Petit Bourbo, situato in un palazzo adiacente al Louvre. Il Ballet Comique de la Reyne viene generalmente considerato la prima espressione compiuta del ballet de cour, che doveva poi essere ripreso e sviluppato nel diciassettesimo secolo.

Il teatro pubblico a Parigi fino al 1629 Mentre gli spettacoli di corte e le commedie ispirate all’ideale classicista acquistavano sempre maggior popolarità, il teatro pubblico di Parigi si trovava sotto il monopolio della Confrérie de la Passion. Formatasi nel 1402 per produrre drammi religiosi, la Confrérie mise in scena per molti anni le sue rappresentazioni in una grande sala dell’Hôpital de la Trinité. Nel 1548 la Confrérie iniziò la costruzione di un nuovo edificio, che

fu probabilmente il primo teatro permanente costruito in Europa dai tempi dei romani. Poiché si trovava su un terreno appartenente al Duca di Borgogna, il teatro fu chiamato Hôtel de Bourgogne. Prima che la costruzione fosse terminata furono proibite le rappresentazioni dei drammi religiosi, ma la Confrérie riuscì ad ottenere il monopolio su tutta l produzione teatrale parigina. Nel 1570 esistevano numerose compagnie professionali fuori Parigi. A causa del monopolio della Conférierie solo pochi gruppi riuscivano a portare i loro spettacoli nella capitale, mentre nel resto del paese, le condizioni erano più favorevoli non esistendo monopoli di alcun genere. In questo periodo sia il teatro pubblico che quello di corte furono fortemente condizionati dai disordini politici provocati dalla lotta tra cattolici e ugonotti. La persecuzione dei protestanti, iniziata nel 1540, assunse grandi proporzioni nel 1572 quando migliaia di ugonotti furono assassinati nel massacro della notte di San Bartolomeo. In seguito Enrico III, temendo il crescente potere dei cattolici, fece assassinar eil loro capo, il duca di Guisa. A sua volta Enrico III fu assassinato nel 1589, e poiché non aveva lasciato alcun erede successe al trono il protestante Enrico di Navarra, con il nome di Enrico IV che regnò fino al 1610. Seguì una violenta guerra civile, che ebbe inizio con la conversione di Enrico IV al cattolicesimo. La face fu stabilita nel 1598, con l’emanazione dell’Editto di Nantes, con il quale il re garantiva i diritti dei protestanti. Nel periodo dei disordini furono ridotte le rappresentazioni di corte, mentre a Parigi quelle pubbliche si interruppero quasi completamente. Quando le rappresentazioni ripresero intorno al 1595, la letteratura francese appariva poco consistente. Gli autori che seguivano la tendenza classicista si erano rivolti al pubblico aristocratico, ma non erano riusciti a produrre opere di reale valore, e nei teatri pubblici lo spettacolo più usuale e popolare era ancora la farsa, basata in buona parte sull’improvvisazione. +La situazione cominciò a cambiare intorno al 1597, quando la COnfrérie rinunciò alla partecipazione attiva nella produzione di dramnmi e a Parigi cominciarono a farsi avanti compagnie più abili e validi drammaturghi. Come migliori tragedie del tempo furono considerate quelle di Antoine de Montchrestien. Una di queste, L’Escossoise (la Scozzese), in cui si parla di Maria di Scozia, creò un forte attrito tra il govern francese e quello inglese. Intorno al 1597 inizià la sua carriera anche Alexandre Hardy, il primo drammaturgo professionista francese. Hanry scriss enumero opere. Lavoraa per un pubblico popolare, seguendo il gusto classicista adottando la divisione in cinque atti, le apparizioni di fantasmi e l’intervento del coro, ma osservava raramente le unità di tempo e luogo e rappresentava sula scena tutti gli episodi , anche quelli più cruenti. Durante quasi tutta la sua carriera Hardy fu legato da contatti con le compagnie di attori professionisti che, secondo le consuetudini del tmepo, consideravano i suoi drammi di loro proprietò. Per questo fino a tarda età non potè pubblicare mai nessuna opera. I primi lavori di Hardy furono commissionati da Valleran La Corte, primo importante impresario teatrale francese. La compagnia di Valleran er al apiù affermata avendo recitato per diversi anni nelle più importanti città del paese. Era chiamata Les Comédiens du Roi, probabilmente perché un tempo aveva recitato per RNrico IV. Ma questo titolo non comportava privilegi o sovvenzioni. Durante il diciottesimo secolo, il numero delle compagnie aumentò considerevolmente. A nessun gruppo era permesso stabilirsi in modo permanente a Parigi senza il consenso del re.

Nei primi anni del diciottesimo secolo, gli attori delle compagnie erano legati da contratti della durata di due o tre anni. Tutte le compagnie erano organizzate in base ad un sistema di partecipazione mista, secondo il quale i profitti dovevano essere divisi dopo ogni rappresentazione. Generalmente il capo del gruppo riceveva due quote, mentre agli attori minori veniva spesso dato meno di una quota completa. Le compagnie erano formate da gruppi che variavano da otto a dodici membri, a cui talvolta si aggiungevano le comparse e gli apprendisti. Nel 1607 cominciarono ad essere inserite nelle compagnie le attrici, anche se molti ruoli comici continuavano ad essere recitati da uomini. Tra il 1595 e il 1629 il teatro diventò sempre più popolare ma la condanna religiosa ed il discredito sociale inducevano molti attori as utilizzare nomi d’arte. La farsa continuò ad essere la più popolare tra le forme drammatiche ed era molto vicina alla commedia dell’arte. Lo spazio dove usualmente avevano luogo le rappresentazioni era l’Hôtel de Bourgogne, l’unico teatro stabile di Parigi. La platea, o parterre, non era provvista di sedie ma forse solo di una lunga panca che correva lungo le pareti. Su tre lati della sala erano sistemate due o tre file di gallerie. L’intero auditorio poteva contenere circa 16000 persone. Il palco era sollevato dalla platea di circa due metri e sebbene non esistesse l’arco di proscenio, le gallerie laterali formavano una sorta di cornice. La Confrérie usava probabilmente degli elementi scenografici simili alle nasions medievali. Vhi non poteva usufruire dell’Hôtel de Bourgogne si sistemava in una sala per la pallacorda, uno dei giochi più diffuso tra in Europa. Una serie di caratteristiche rendevano le sale della pallacorda particolarmente adatte ad essere usate come teatri: -

la presenza di una galleria per gli spettatori lungo un lato della sala; l’ampio s pazio libero per il gioco la fila di finestre situate al di sotto del tetto che provvedevano un’abbondante illuminazione.

Per trasformare una sala per la pallacorda in un teatro non bisognava far altro che aggiungere una piattaforma da usare come palcoscenico. All’inizio del diciottesimo secolo, a Parigi si davano spettacoli due o tre volte alla settimana e intorno al 1600 si iniziarono ad usare i manifesti per annunciare le rappresentazioni. L’orario dell’inizio degli spettacoli era variabile, ma il regolamento cittadino stabiliva che le rappresentazioni terminassero prima del tramonto in modo da consetire agli spettatori di rientrare a casa ptima che facesse buio. Il programma giornaliero poteva includere la rappresentazione sia di un dramma lungo seguito da una farsa, sia di brevi drammi accompagnati da altre forme di intrattenimento. Il pubblico era misto e raccoglievai rappresentanti di tutte le classi socali.

Il trionfo del classicismo Lo sviluppo del teatro seguì i mutamenti della situazione politica. Enrico IV riuscì a stabilire l’ordine, ma nel 1610 fu assassinato. Gli successe Luigi XIII, che aveva solo nove anni e che regnò dal 1610 al 1643. Dal 1620,

il potere fu di fatto nelle mani del cardinale Richelieu, che in seguito alle nuove guerre civili, riuscì a ridurre la potenza dei nobili a vantaggio della corona. Con la stabilizzazione politica negli anni venti, a corte riprese l’interesse per la letteratura e gli spettacoli teatrali. Nel decennio successivo al 1620, si riaccese l’interesse dei drammaturghi per i principi classici, e tra tutti gli scrittori teatrali quattro furono importanti: Mairet, du Ruer, Rotrou e COrneille. Jean de Mairet fu presto considerato il miglior drammaturgo del tempo, e confermò la sua reputazione con Sophonisbe, la prima tragedia dell’epoca composta secondo le regole della trattatistica. Pierre du Ryer scrisse numerosissime opere, spinto soprattutto dal suo stato di perenne povertà. I suoi primi lavori sono delle tragicommedie, come Clitophon, Argenis et Poliarque e delle farse. Subì l’influenza di Mairet e cominciò a scrivere tragedie secondo lo stile classicista. DI queste sue iltime opere, la migliore è Scévole. Jean de Rotrou successe ad Hardy nel ruolo di drammaturgo ufficiale dell’Hôtel de Nourgogne. Grazie ai suoi adattamenti dei drammi spagnoli il tema dell’amore contrappost all’onore diventò uno dei motivi ricorrenti sulla scena francese. Pierre Corneille nacque a Rouen, studiò legge e poi cominciò a scrivere per il teatro. La sua prima opera è Mélite, testo che si allontana dalla farsa e dal dramma pastorale e svolge l’azione attraverso degli intrighi ed equivoci che sorgono tra gli amanti. Corneile scrisse prevalentemente commedie, finchè Le CId segnò una svolta fondamentale nella carriera de nella sotria del dramma francese, perché scatenò una violenta polemica destinata a chiarire il conflitto tra i vecchi e i nuovi ideali stilistici. Fondato sulle Infanzie del Cid di Castro, che trattava in sei atti eventi accaduti nell’arco di molti anni e in molti luoghi, Le Cid di COrneille comprimeva invece gli eventi in cinque atti e in sole ventiquattro ore, e li ambientava in quattro luoghi differenti di una stessa città. Svolgendo il tema dell’amore opposto alle esigenze dell’onore, l’azione obbligava sia l’eroe che l’eroina, a dover scegliere tra il loro amore reciproco e il dovere nei confronti della famiglia e del re. Ma l’opera fu attaccata da numerosissimi critici e furono sollevate diverse questioni: Ad esempio l’unità di tempo era stata rispettata, ma non così la verosomiglianza (Es.: guerra in un solo giorno). Inoltre il dramma non corrispondeva ad alcun enere drammatico riconosciuto: poteva sempbrare una tragicommedia per il umero di avvenimenti che vi erano descritti, un dramma pastorale per la storia d’amore, e una tragedia per i paesaggi lirici narrativi. Richelieu incoraggiò lo sviluppo dell’arte e della letteratura francese favorendo l’imporsi degli ideali italiani e delle tendenze classiciste tanto nella letteratura che nel teatro. Nel suo palazzo fece costruire il primo teatro all’italiana, e si fece promotore dell’a nascita dell’ Académie Française, organo che doveva assolvere la funzione di arbitro del gusto letterario. Il numero dei suoi componenti era di quaranta persone, e il primo incarico affidato agli accademici fu quello di studiare e codificare lo stile e la lingua francese. Proprio questa istituzione fu chiamata a dirimere la controversia nata intorno al CId.

COrneille fu talmente colpito dalle polemiche su Cil che non scrisse più nulla fino al 1640. Successivamente a questa data scrisse opere che sono oggi considerate le più caratteristiche del suo stile: -

Horace (orazio) Cinna Polyeutce (Poliuto) La mort de Pompeé (La morte di Pompeo)

Tutte si svolgono intorno alla figura di un eroe dalla volontà indomita che preferisce sceglier ela morte piuttosto che il disonore. Al vigore che caratterizzò il dramma francese negli anni quaranta fece seguito un repentino declino a partire dal 1650. Il genere tragico perse la popolarità che avva acquistato e dopo il fallimento del suo Pertharite (Pertarite, re dei longobardi), Corneille smise di scrivere per molti anni. Richelieu morì nel 1642 e Luigi XIII nel 1643. Quando luigi XIV salì al trono, aveva soltanto cinque anni, e il potere venne di fatto esercitato dal primo ministro, il cardinale Mazarino. La nobiltà, coglieno l’opportunità di riconquistare gli antichi diritti, si unì nel movimento della Fronda che sfociò in una violenta ribellione nel 1648. Nel 1652 la ribellione era completamente domata e la conseguenza di questi avvenimenti fu la concentrazione del potere sulla corona.

Le compagnie teatrali dal 1629 al 1660 Lo sviluppo della drammaturgia che si verificò dopo il 1625 fu accompagnato dall’aumento della stabilità delle compagnie. A differenza del periodo precedente, in cui nessuna compagnia poteva mantenersi stabilmente a Parigi, nel 1629 una compagnia riuscì ad installarsi nell’ Hôtel de Bourgogne. I Comédiens du Roi dovettero presto rivaleggiare con la compagnia guidata da Montdory e Charles Le Noir……….

I teatri pubblici e le pratiche sceniche dal 1629 al 1660 Tra il 1629 e il 1660 i principali teatri pubblici di Parigi furono l’Hôtel de Bourgogne e il Théâtre du Marais. Non si sa quasi nulla del Théâtre du Marais , costruito riadattando una sala per la pallacorda. Quando si incendiò nel 1644, venne immediatamente sostituito con una struttura più complessa. La platea del nuovo teatro era occupata dagli spettatori che stavano in piedi. Sulle pareti laterali correvano tre file di gallerie, di cui le prime erano suddivise in palchi, mentre l’ultima veniva chiamata paradis (paradiso) e corrispondeva al nostro loggione. La sala poteva contenere circa 1500 persone. Il palco era sollevato di circa due metri dal parterre, ed era inclinato verso il pubblico. Esisteva anche un théâtre supérieur o secondo palcoscenico, di forma semicircolare. La resistemazione dell’Hôtel de Bourgogne fu probabilmente dettata dalla necessità di competere più efficacemente con il nuovo Marais.

La piattaforma del teatro aveva una forte pendenza in avanti. Nella sala le gallerie erano disposte a forma di ferro di cavallo. Le pratiche sceniche utilizzate nella prima metà degli anni trenta sono documentate in Le Mémoire de Mahelot, Laurent et d’autres décorateurs dell’Hôtel de Bourgogne (Ricordi di Mahelot , Laurent, e di altri scenografi dell’ Hôtel de Bourgogne. Il documento consiste in tre parti, ogniuna relativa a un differente periodo. La prima parte arriva fino al 1635 e contine e anche dei disegni per gli allestimenti delle commedie. La raccolta dimostra che nel 1635 le pratiche sceniche si ispiravano ancora a quelle medievali. Poiché l’unità di tempo non era un principio diffuso ne obbligatorio, nell’allestimento di molti drammi si ricorreva all’uso di differenti ambienti scenici, ogniuno dei quali rappresentato da una mansion. Tutte le mansions erano presenti in scena simultaneamente, collocte lungo le pareti e sul fondo del palcoscenico in modo da lasciare lo spazio per gli attori. La parte posteriore della scena rappresentava generalmente un luogo unico e di regole venivano poste due mansions su ciascun lato. Molte mansions erano così poco definite e potevano rappresentare infatti indifferentemente una casa, un bosco, un palazzo, una grotta ecc e potevano essere riutilizzate in diverse scene. Mahelot menziona l’uso di qualche macchina. Alcune navi con passeggeri si muovevano da una parte all’altra del palcoscenico, le divinità e altri esseri apparivano dall’alto, e venivano utilizzati nuvoloe, fuoco, fumo e rumori. Si registrano poi oggetti di scena come testa umane e spugne imbevute di sangue. Le Mémoire fornisce alcune informazioni anche sui costumi. Gli attori dovevano provvedere personalmente ai loro costumi, tranne quando dovevano interpretare preti, diavoli, fantasmi, cocchieri e servi, oppure quando era necessario un certo numero di costumi identici. Nella seconda parte del Mémoire sono elencati 71 titoli di opere teatrali in repertorio all’Hôtel de Bourgogne.

L’assimilazione delle pratiche sceniche italiane La scena all’italiana era stata introdotta a corte già prima del 1625, ma non ebbe fortuna fino a dopo il 1640. Il cardinale Richelieu fece costruire, nel suo palazzo, il primo teatro di Francia con un arco di proscenio fisso e un palcoscenico predisposto all’uso delle quinte piatte. Questo teatro, fu chiamato Palais Cardinal. Il successore di RIscelieu nella carica di primo ministro, il cardinale Nazzarino, aveva una passione particolare per l’opera lirica, che tentò di diffondere in Francia. L’opera lirica trionfò con l’arrivo in Francia di Giacomo Torelli, il più famoso scenografo italiano. Per la sua prima opera lirica parigina scelse La finta pazza. Nel 1646 Torelli riadattò il Palais-Royal, in modo da potervi realizzare il suo nuovo sistema per i cambi di scena e vi rappresentò l’Orphée (Orfeo) il cui allestimento richiese una somma enorme di denaro, che Mazzarino prese dalle casse dello stato. La presenza di numerosi italiani a corte, l’ostilità dei nobili francesi nei confronti di Mazzarino ed infine il continuo attingere alle casse dello stato per finanziare le opere liriche suscitarono un diffuso risentimento

generale, Mazzarino allora commissionò a COrneille la composizione di Andromède (Andromeda). Andromède somigliava ad un dramma regolare in quanto la storia progrediva attraverso episodi parlati, ma si avvicina all’opera in quanto in ogni atto si creava l’occasione per introdurre macchinari elaborati ed episodi pantomimici con effetti spettacolari, accompagnati dalla muscia. Verso la fine degli anni quaranta il balletto cominciò a guadagnare a corte il favore di cui godeva prima del 1620. Chiamati ballettes à entrées, questi intrattenimenti non richiedevano la tecnica del balletto romano. Rappresentavano storie allegoriche mimate dagli attori con movimenti ispirate alle danze del tempo, e organizzati in coreografie particolarmente elaborate. Uno degli spettacoli più caratteristici fu Le ballet de la nuit, diviso in quattro parti, (dal tramonto all’aurora), in cui i protagonisti erano cacciatori, banditi, pastori, zingari, astrologi, i quattro elementi naturali, personaggi di pemi epici come Ruggero e Bradamante e figure mitologiche come Diana, Venere e l’Aurora. Alla fine appariva il sole impersonato da Luigi XIV, che disperdeva le tenebre. Dopo il 1660, il re recitò sempre più raramente e nel 1661 fondò l’Académie Ro...


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