LA Politica Musicale DEL Nazismo PDF

Title LA Politica Musicale DEL Nazismo
Author Anna Freda
Course storia della musica
Institution Conservatorio Statale di Musica Domenico Cimarosa di Avellino
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Storia: La politica Musicale del naziasmo La musica fu, per diverse ragioni, un elemento fondamentale della politica culturale nazista. L’ideologia nazista si basava sull’esaltazione della razza ariana, sugli antichi miti e sulla gloria della Germania, sull’ideologia della purezza e dell’incontaminato, sull’esaltazione della forza e su un malinteso amore per la natura e la vita “naturale”, La musica doveva, quindi, seguire questi dettami, servire a educare il popolo, edificarlo nel culto della razza ed elevarlo alla totale adesione al progetto della grande Germania, che doveva rinascere dall’umiliazione della prima guerra mondiale. Le organizzazioni musicali amatoriali avevano, in tale contesto, una funzione ideologica, ma erano anche un sistema di inquadramento e di controllo del popolo. Non si deve, infatti, dimenticare che, nella vita sociale e politica tedesca del primo dopoguerra, la musica aveva un ruolo molto importante; oltre alla vita musicale professionale, esistevano in ogni città orchestre e corali popolari, spesso legate a organizzazioni politiche, sindacali o ricreative. Il nazismo sfruttò questa situazione per fare della musica un elemento fondante dell’identità nazionale, tanto da arrivare a mescolare, nell’iconografia, un simbolo nazista come l’aquila, con un organo (la scritta dice “Germania, la terra della musica”. )

Il regime nazista creò un’organizzazione formidabile della vita musicale facendone una potente ed efficiente macchina di propaganda. Profondamente coinvolta nella politica del regime, la musica divenne quindi un terreno di lotta contro gli oppositori politici, gli ebrei, la cultura “degenerata”, in particolare sotto la guida di Goebbels ministro della propaganda e della cultura. In realtà, la musica “degenerata”, oggetto degli attacchi dei nazisti, era piuttosto indefinibile ed è impossibile tracciarne un’identità chiara. I nazisti si rivolgevano contro tutta la musica che essi ritenevano non appartenere alla più profonda cultura musicale tedesca, da essi presupposta “pura” e incontaminata da qualunque altra influenza. Rientravano quindi nel novero delle musiche “degenerate” la dodecafonia, il jazz, le canzoni di cabaret berlinese e qualunque musica che non fosse nel solco della tradizione tonale tracciata dai grandi autori tedeschi. La lista dei compositori e musicisti messi a tacere, perseguitati, incarcerati ed eliminati fisicamente dai nazisti è lunghissima e impossibile da stilare nella sua completezza, anche perché riguarda non solo la Germania, ma tutti i paesi via via occupati dalle armate tedesche, quindi gran parte dell’Europa. Se la persecuzione verso i compositori e i musicisti colpì egualmente diverse categorie di cittadini che per varie ragioni erano odiati dal regime, sarebbe grave non citare che un’aggressione specifica e mirata fu condotta contro gli ebrei. Tra l’altro, la persecuzione degli ebrei, nel campo musicale, ha delle specificità perché in Germania la presenza nella vita musicale di musicisti ebrei o di origine ebraica era rilevante per quantità e qualità. E’ noto, inoltre, che Hitler aveva una personale, sterminata ammirazione per Wagner. Tuttavia, al di là dell’ammirazione di Hitler per Wagner, altre profonde ragioni contribuirono a far si che i nazisti erigessero quest’ultimo a fondatore dell’identità, non solo musicale, tedesca. I soggetti narrativi delle opere di Wagner, con i quali egli

vuole ricreare la storia e la tradizione del suo paese proprio a partire dai miti primordiali della storia tedesca, e la magniloquenza della sua musica ben si adattavano alle esigenze delle cerimonie e della propaganda nazista, tanto che i congressi del partito e altre ricorrenze ufficiali si aprivano con l’esecuzione di musiche di Wagner. Tutta l’attività musicale fu regolata attraverso la Reichmusikkammer, questa istituzione aveva il compito di dirigere, organizzare e, naturalmente, controllare, la vita musicale del Reich e di reprimere eventuali tendenze o iniziative non in linea con il regime. Un altro settore in cui la musica aveva un ruolo importante era quello delle trasmissioni radiofoniche. Il regime diede una grande importanza alla radio, tanto da sviluppare il progetto di diffusione di una apparecchio radio economico, che tutte le famiglie potevano permettersi. I nazisti avevano ben compreso l’enorme contributo che la radio poteva dare alla propaganda e alla diffusione di una cultura a loro funzionale, in questo prendendo esempio dall’Italia di Mussolini che, appena giunto al potere, aveva accelerato la creazione dell’EIAR (Ente Italiano Audizioni Radiofoniche).

Musica: Richard Wagner Richard Wagner Wilhelm Richard Wagner (Lipsia, 22 maggio 1813 – Venezia, 13 febbraio 1883) è stato un compositore, librettista, direttore d'orchestra e saggista tedesco. Riconosciuto come uno dei più importanti musicisti di ogni epoca, Wagner è principalmente noto per la riforma del teatro musicale, e scrisse sempre da sé il libretto e la sceneggiatura per i suoi lavori. Le sue composizioni, in particolare quelle del suo ultimo periodo, sono rilevanti per la loro tessitura contrappuntistica, il ricco cromatismo, le armonie, l'orchestrazione e per l'uso della tecnica del leitmotiv: temi musicali associati a persone, luoghi o sentimenti. Wagner inoltre fu il principale precursore del linguaggio musicale

moderno: l'esasperato cromatismo del Tristano avrà infatti un effetto fondamentale nello sviluppo della musica classica. Wagner trasformò il pensiero musicale attraverso la sua idea di Gesamtkunstwerk (opera totale), sintesi delle arti poetiche, visuali, musicali e drammatiche. Questo concetto trova la sua realizzazione nel Festspielhaus di Bayreuth, il teatro da lui costruito appositamente per la rappresentazione dei suoi drammi. La caratteristica fondamentale del suo stile è la rappresentazione del "dramma" come elemento di introspezione. Le sue opere non sono opere liriche o "spettacoli" nel senso tradizionale del termine, ma grandiose architetture in cui musica, canto, poesia, recitazione e psicologia si fondono allo scopo di interpretare la vita. Il "dramma" pretende un'attenzione quasi religiosa, a cui lo spettatore deve assistere come se la vicenda si svolgesse dentro di lui, ossia è dentro di lui prima di essere nella musica. Tipico esempio di questa concezione è il Festspielhaus di Bayreuth, dove per la prima volta le luci venivano spente e l'orchestra era totalmente nascosta sotto il palcoscenico, come se la musica sorgesse magicamente dall'immaginazione dello spettatore. Si tratta di una musica composta da un mosaico di temi conduttori ( leitmotiv ) che incarnano uomini e cose, personaggi e stati d'animo, così che il loro continuo riapparire genera una sorta di premonizione mentale. Rilevante in Wagner è l'uso del cromatismo, quell'onda incessante di spirali cromatiche che, specie nel "Tristano", si esaspera al punto da abbandonare la struttura tonale: da questa rottura sarebbe poi nato l'atonalismo di Schoenberg e la musica dodecafonica, che all'epoca del "Tristano" veniva considerata come mostruosa e incomprensibile. Tale giudizio, unito alla spropositata lunghezza delle partiture, accusò Wagner di oscurità e pesantezza, un giudizio che si trascina fino ad oggi tra gli ammiratori dell'opera di stampo convenzionale....


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