Labov (saggio) PDF

Title Labov (saggio)
Course Linguistica Italiana
Institution Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli
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LABOV...


Description

LABOV: LA MOTIVAZIONE SOCIALE DI UN MUTAMENTO FONETICO Il saggio di Labov è incentrato sull’osservazione diretta di un mutamento fonetico nell’ambito della vita della comunità dalla quale si origina: esso consiste nello spostamento della posizione fonetica dei primi elementi dei dittonghi /ai/ e /au/ nella comunità dell’isola di Martha’s Vineyard, in Massachussets. Studiando la frequenza e la distribuzione delle varianti fonetiche di questi due dittonghi nelle diverse aree, fasce d’età, gruppi occupazionali ed entici all’interno dell’isola, Labov ricostruisce la storia recente di questo mutamento, correlando il quadre linguistico con quello sociale. A questo proposito lo studioso sottolinea che non si può comprendere lo sviluppo di un mutamento linguistico prescindendo dall’analisi della comunità sociale in cui esso si realizza. L’analisi del mutamento linguistico consta di TRE PROBLEMI: capire le origini delle variazioni linguistiche; la diffusione del mutamento linguistico e in che misura quest’ultimo è regolare. Bisogna partire dal presupposto che le VARIAZIONI di una parola nel parlato di un individuo possono essere introdotte da processi di assimilazione, differenziazione, analogia, contaminazione, o da una serie di processi nei quali il sistema linguistico interagisce con le caratteristiche psicologiche o fisiologiche dell’individuo. La maggior parte delle variazioni occorre solo una volta e tende a scomparire velocemente; una piccola parte di esse, però, può riproporsi in un secondo tempo e diffondersi fino al punto in cui le nuove forme entrano in contrasto con le vecchie. Alla fine una delle due forme prevale e inizia ad essere utilizzata con una certa regolarità. Il punto di partenza di Labov è un saggio del 1947 scritto da , secondo cui prima che un fonema possa diffondersi da una parola all’altra, e dunque prima che un suono sostituisca un altro, è necessario che una delle due forme concorrenti acquisisca prestigio. Le ragioni per le quali Labov sceglie di compiere la sua indagine su un’isola del New England sono diverse, e possono essere così sintetizzate: - Si tratta di un’entità autonoma, separata dalla terraferma, sulla quale gli elementi esterni possono esercitare un’influenza relativa; - Presenta una complessità sociale e geografica che consente di valutare comportamenti linguistici molto diversi; - Era stata, 30 anni prima, oggetto d’indagine per la realizzazione dell’Atlante Linguistico del New England (LANE), e questo ha consentito a Labov di paragonare i dati del LANE con quelli da lui rilevati. All’inizio del saggio Labov ci descrive l’isola, sostenendo che è divisa in due parti: - L’ISOLA ALTA (up-island), un’area prevalentemente agricola, con pochi villaggi, fattorie e foreste; - L’ISOLA BASSA (down-island), in cui ci sono 3 piccole città dove vivono quasi i ¾ della popolazione. Subito dopo, ci dice che Martha’s Vineyard è popolata da 4 GRUPPI ETNICI: - I discendenti delle antiche famiglie di origine inglese che colonizzarono l’isola nel XVII e XVIII secolo; - Un gruppo di origine portoghese; - Un gruppo di indiani nativi di Gay Head; - Un gruppo misto che raccoglie soggetti di varia origine (inglese, irlandese, tedesca).

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Va poi tenuto in considerazione il gruppo dei RESIDENTI ESTIVI che giungono sull’isola ogni anno da giugno a luglio, la cui affluenza ha determinato effetti importanti sui mutamenti linguistici analizzati da Labov. L’isola, inoltre, conserva molti tratti arcaici del New England sud-orientale del XVII secolo, come il mantenimento della /r/ in posizione finale e preconsonantica. Prima di analizzare il mutamento, Labov sottolinea che affinché una variabile linguistica possa essere assunta come oggetto di osservazione, è necessario che quest’ultima sia costituita da un tratto: - FREQUENTE, che occorre spesso nella conversazione spontanea per consentire un trattamento di tipo quantitativo; - STRUTTURALE, e dunque inserito nel sistema linguistico; - STRATIFICATO; - SALIENTE sia per il linguista che per il parlante, per studiare le relazioni dirette tra gli atteggiamenti sociali e il comportamento linguistico. - IMMUNE da distorsioni consce, volontarie. A Martha’s Vineyard, oltre alla variante standard del New England sud-orientale [aI] e [aU], esiste anche una variante sub-standard [əI] e [əU] centralizzata in parole come “house, out”. Per delineare la situazione attuale dei dittonghi a Martha’s Vineyard, occorre dire che /ai/ è ben centralizzato, mentre /au/ non lo è. Per studiare questi tratti, Labov progetta un programma di intervista che fornisce numerosi esempi di /ai/ e /au/ nel parlato spontaneo, nel parlato emotivamente connotato, nel parlato sorvegliato e nello stile di lettura. Il programma è articolato in: - un QUESTIONARIO LESSICALE, concentrato su una serie di parole contenenti i due dittonghi; - una serie di DOMANDE formulate per ricevere risposte contenenti /ai/ e /au/; - un BRANO DI LETTURA, sottoposto con il pretesto di valutare la capacità di leggere una storia con naturalezza. Le informazioni sono state raccolte nel corso di 69 interviste somministrate ai parlanti nativi dell’isola in periodi dell’anno (1961) diversi: agosto, fine settembre e gennaio. Dei 69 parlanti che costituiscono un campione rappresentativo dei gruppi che vivono a Martha’s Vineyard, 40 vivono nell’isola alta e 29 in quella bassa; da esse, Labov ottiene 3500 occorrenze di /ai/ e 1500 di /au/. Per valutare il grado di centralizzazione, Labov utilizza una scala di altezza del primo elemento suddivisa in sei gradi, partendo dalla variante standard del New England fino alla variante pienamente centralizzata. Per conferire un certo grado di validità oggettiva all’intero sistema di trascrizione sono stati poi realizzati SPETTOGRAMMI ACUSTICI. Labov procede poi alla RAPPRESENTAZIONE GRAFICA della distribuzione delle forme centralizzate per ciascun parlante, e collega la centralizzazione dei dittonghi a una serie di variabili sociali, come le fasce d’età, la distribuzione geografica, i gruppi etnici e quelli occupazionali. Per quanto concerne la distribuzione della centralizzazione per fasce di età, essa subisce un incremento regolare con l’avanzare delle fasce generazionali, raggiungendo un picco negli informatori compresi tra i 31 e i 45 anni. Labov, difatti, rileva che la centralizzazione del dittongo /ai/, che 30 anni prima aveva subito una

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flessione nel gruppo dei parlanti aventi un’età superiore ai 75 anni, aumenta. La centralizzazione del dittongo /au/, invece, che 30 anni prima era del tutto scomparsa, subisce una crescita decisiva nei parlanti compresi tra i 31 e i 45 anni, superando l’indice di centralizzazione di /ai/. La centralizzazione non è disomogenea solo nelle diverse fasce d’età, ma anche nelle diverse zone dell’isola: è, infatti, sensibilmente maggiore nelle aree rurali dell’isola alta e, in particolare, a Chilmark. Labov mostra poi la distribuzione della centralizzazione per gruppi occupazionali (con i pescatori in prima posizione e gli agricoltori in ultima posizione) e per gruppi etnici (con elevate percentuali presenti nei parlanti aventi un’età compresa tra i 31 e i 45 anni dei tre principali gruppi etnici: inglese, portoghese e indiano). L’obiettivo di Labov è quello di spiegare il mutamento, e lo fa sulla base di fattori socio-economici legati all’isola. Ci dice che negli anni l’economia dell’isola è iniziata a dipendere sempre più massicciamente dal turismo estivo, che gli isolani percepiscono come una minaccia per la loro indipendenza personale dei nativi dell’isola. Essi in qualche modo hanno il terrore di essere espropriati dalla propria terra, come accadde agli indiani prima di loro. Da un vaglio dei dati raccolti si evince come il tasso di centralizzazione dei dittonghi sia strettamente correlato ad espressioni di forte resistenza nei confronti dei turisti. Il fattore della resistenza ha dunque dei riflessi molto forti sul piano linguistico: non a caso gli indici di centralizzazione più alti si registrano soprattutto a Chilmark, i cui abitanti sono i più caparbi difensori del proprio stile di vita, tanto da essere definiti “tipici vecchi Yankees”. Per di più il gruppo di pescatori residenti a Chilmark che raggiunge i valori massimi di centralizzazione è quello della fascia d’età intermedia (30-60 anni), che è stato sottoposto a difficili condizioni sociali, crescendo in una fase di declino economico, dopo aver deciso di restare sull’isola piuttosto che lasciarla. In generale, la centralizzazione ha un VALORE IDENTITARIO per i parlanti isolani di MV: difatti, coloro che intendono rimanere sull’isola presentano un’alta centralizzazione, mentre coloro che vogliono abbandonarla, come gli studenti della scuola media intenzionati ad andare al college, presentano una scarsa centralizzazione. Tutto questo riguarda il gruppo di origine inglese. Per quanto riguarda il gruppo PORTOGHESE, Labov sottolinea che ci è voluto un po’ di tempo affinché essi si integrassero nell’ambiente isolano: i portoghesi di seconda generazione, in particolare, sono privi di tratti tipici dell’isola; di conseguenza, presentano una scarsissima centralizzazione. Per la terza e la quarta generazione le cose stanno diversamente: la centralizzazione è in graduale aumento, soprattutto per /au/. Questo vale soprattutto per la terza generazione, il primo gruppo portoghese pienamente inseritosi nella vita dell’isola, i membri del quale si considerano nativi dell’isola a tutti gli effetti. Infine, il gruppo di origine INDIANA è stato a lungo denigrato e ha riscontrato gravi difficoltà nell’affermare il proprio status di isolani nativi. Sono guardati scetticamente da molti isolani di origine inglese e portoghese. Il popolo indiano è consapevole di questa situazione, e si sente in qualche modo bloccato dagli abitanti di Chilmark, verso cui hanno un atteggiamento ambiguo: da un lato è irritato dal loro atteggiamento possessivo nei confronti dell’isola; dall’altro vorrebbe essere come loro, godere dello stesso status. Per

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questo motivo, molti indiani si comportano come gli informatori di Chilmark e presentano un aumento della centralizzazone di /au/. Dunque, la centralizzazione dei dittonghi è collegata al senso di appartenenza all’isola: quanto più esso è spiccato, tanto più alto sarà l’indice di occorrenza della centralizzazione, collegato ad un ORIENTAMENTO POSITIVO verso Martha’s Vineyard. Labov, concludendo il suo saggio, presenta i limiti dello studio: innanzitutto, la variabile selezionata non è saliente e questo ha reso inattuabile l’esplorazione esaustiva delle risposte soggettive dei parlanti nativi nei confronti dei dittonghi centralizzati; in secondo luogo, il metodo di campionamento non è stato rigoroso, in quanto il campione è debole nell’area dell’isola bassa; infine, l’intervista non è stata controllata rigorosamente, in quanto con il procedere dell’indagine ha subito numerosi cambiamenti nella struttura. Nonostante ciò, Labov sottolinea l’efficacia della correlazione tra le configurazioni sociali e la configurazione distribuzionale di una variabile linguistica.

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