L\'agire inclusivo nella scuola. Logiche, metodologie e tecnologie, per educatori e insegnanti F. Bochicchio (riassunto completo) PDF

Title L\'agire inclusivo nella scuola. Logiche, metodologie e tecnologie, per educatori e insegnanti F. Bochicchio (riassunto completo)
Course Pedagogia speciale
Institution Università degli Studi di Genova
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Riassunto del libro "L'agireinclusivo nella scuola"Didattica generale e speciale Università degli Studi di Genova 36 pag.L’AGIRE INCLUSIVO NELLA SCUOLA CON INTEGRAZIONE SLIDEINTRODUZIONENel mondo della scuola includere significa rimuovere ogni barriera agli apprendimenti e alla partecipazione per as...


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Riassunto del libro "L'agire inclusivo nella scuola" Didattica generale e speciale Università degli Studi di Genova 36 pag.

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L’AGIRE INCLUSIVO NELLA SCUOLA CON INTEGRAZIONE SLIDE INTRODUZIONE Nel mondo della scuola includere significa rimuovere ogni barriera agli apprendimenti e alla partecipazione per assicurare il successo scolastico per tutti e per ciascuno al tempo stesso. L’agire inclusivo è al crocevia tra prassi didattiche e politiche scolastiche, dove azioni educative, sociali, politiche, organizzative si combinano in un rapporto a ogni situazione e ai differenti problemi da affrontare. L’Italia è tra i primi Paesi che nella scuola ha scelto la via della piena inclusione degli alunni con disabilità in scuole e classi comuni. Il testo è strutturato in due parti, la prima illustra le principali logiche che riguardano l’agire inclusivo e la seconda si concentra su aspetti metodologici e tecnologici che più direttamente riguardano le prassi inclusive.

EDUCARE LE DIFFERENZE NELL’UGUAGLIANZA -Pedagogia speciale e inclusione La pedagogia speciale è una disciplina che ci occupa della persona. Il campo di questa disciplina abbraccia le problematiche che riguardano l’educazione di soggetti che manifestano difficoltà apprenditive che possono compromettere il loro successo negli studi. In particolare essa guarda a soggetti che sono titolari di bisogni educativi “speciali” (BES). Compito della pedagogia speciale consiste nell’attivare e promuovere processi equitativi che richiedono contesti accoglienti e promuoventi, tipici di una scuola e di una società permeabili alla/e diversità. Da qui l’importanza di educare le differenze nell’uguaglianza. Il campo di studi e di pratiche della pedagogia speciale riconosce le differenze di ciascun soggetto sul piano apprenditivo. -Educare le differenze In ogni classe di qualunque scuola sono presenti alunni che presentano richieste di speciale attenzione per una varietà di ragioni: svantaggio sociale, disturbi specifici dell’apprendimento.. La complessità delle classi è un fatto del tutto normale con cui gli insegnanti si confrontano quotidianamente. Educare le differenze rimarca l’importanza di assicurare il successo scolastico per tutti gli alunni, rivolgendo particolari attenzioni ai temi dell’accoglienza e della cura educativa. L’area dei bisogni educativi speciali comprende tre principali sotto-categorie: la disabilità, i disturbi evolutivi specifici, lo svantaggio sociale, economico, culturale e linguistico. Con riferimento al modello ICF (International Classification of Functioning, disability and health) il BES va interpretato nel quadro di una visione globale della persona, nella sua unicità. La presa in carico dell’alunno BES è competenza di ciascun docente curricolare e di tutto il team docenti. Il BES comprende una qualsiasi difficoltà evolutiva di funzionamento, permanente o transitoria, in ambito educativo e/o apprenditivo che necessita di un’educazione individuale specializzata. Al concetto di BES si sta progressivamente sostituendo quello derivato dall’ICF di “rimozione degli ostacoli all’apprendimento e alla partecipazione”. Nella prospettiva pedagogica il bisogno è speciale per l’esclusività che sul piano identitario caratterizza e distingue ogni soggetto da un altro. In educazione bisogna, pertanto, approcciarsi al soddisfacimento dei bisogni educativi non in funzione di un costrutto sociale artificiale, bensì consentendo di assumere rilievo alle valenze identitarie; quanto più il soddisfacimento del bisogno risulta complesso per una molteplicità di ragioni, tanto più i professionisti dell’educazione sono chiamati a elevare il livello di attenzione, promuovendo azioni inclusive. -Educare nell’uguaglianza rispettando le diversità L’uguaglianza valorizza le differenze che distinguono ogni soggetto da altri nel quadro di principi di giustizia e di equità. Le differenze hanno come riferimento l’identità del soggetto, l’uguaglianza ha come riferimento l’opportunità assunta nel significato di capability approach. Condizione di giustizia è non trattare allo stesso modo quanti sono differenti. Educare le differenze nell’uguaglianza di opportunità perché «non c’è nulla che sia più ingiusto quanto far parti uguali fra disuguali» (Don Milani) –> principio di giustizia e di equità. A volte «l’evidenza» è solo una piccola parte dei problemi e non sempre la più importante. La relazione con l’altro è il fondamento dell’uguaglianza. L’educazione contribuisce a realizzare una società democratica principalmente nell’impegno teso a ricercare un’uguaglianza sostanziale. Il termine “partecipazione” rimarca che si apprende sempre e solo grazie all’interazione con altri, attraverso compiti dove il soggetto è attivamente coinvolto. Le diverse identità si confrontano l’una con l’altra senza mai fondersi pienamente. Il saper partecipare ha numerosi punti di contatto con il saper includere. -Un approccio ecologico al concetto di inclusione L’inclusione è un processo che abbraccia una pluralità di ambiti e di prospettive; educare le differenze nell’uguaglianza è un principio che valica la relazione educativa tra insegnate e alunni, la cui comprensione richiede approcci in grado di considerare le numerose variabili in gioco e per questo è necessario privilegiare approcci tipici del paradigma ecologico. Secondo l’approccio fenomenologico di Husserl la conoscenza non si realizza attraverso schemi rigidi che il

soggetto applica al mondo, ma nell’incontro tra il soggetto e il mondo. Nell’indagare un fenomeno è

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necessaria una “sospensione di giudizio”. Da qui l’esigenza di problematizzare gli eventi accertando la presenza di contraddizioni che possono deformare la realtà. L’inclusione traduce efficacemente il principio pedagogico dell’educare le differenze nell’uguaglianza Il concetto di inclusione è sostenuto da 4 assunti: il riconoscimento della diversità come una ricchezza anziché un limite; il contributo che tutti gli allievi devono e possono assicurare nell’impegnativo percorso verso il successo scolastico, che comporta promuovere e assicurare la loro partecipazione attiva; la promozione di pratiche didattiche inclusive capaci di privilegiare la dimensione collaborativa e partecipativa di tutti gli allievi; l’idea di una scuola che dall’apprendere da se stessa, assume il miglioramento continuo - e il cambiamento - come strategie capaci di assicurare il costante raccordo tra gli aspetti della cultura e i problemi di una realtà in dinamico mutamento. Il campo interpretativo e operativo dell’agire inclusivo: non è circoscritto alla relazione educativa; non ha rilievo sul piano esclusivamente metodologico e tecnologico; non è un concetto di interesse esclusivo degli insegnanti; abbraccia differenti sistemi, coinvolgendo attori sociali interni ed esterni alla scuola. L’agire inclusivo indaga i rapporti tra uguaglianza e differenza, inclusione e partecipazione (piano criticoermeneutico della riflessione pedagogica); esplicita le interconnessioni tra sistemi (legislativo, scolastico e professionale) che non sempre sono coordinati; riconosce l’esperienza formativa come un evento che coniuga la ricerca con l’azione (piano logico-formale della didattica); opera nella zona di confine tra sistemi comunicativi affini, ossia inclusivi (piano delle metodologie e delle tecnologie). Poiché tutti i sistemi sono tra loro interconnessi, gli effetti inclusivi che ciascun sistema attiva al proprio livello, riverberano sugli altri. L’agire inclusivo può svolgersi secondo differenti percorsi: top-down, bottom-up, oppure traiettorie non lineari. Secondo il criterio del “potere decisionale”, il modo più razionale di procedere nel realizzare un progetto inclusivo è la logica top-down. -Sistema sociale Il sistema sociale con cui l’agire educativo si confronta abbraccia tre sotto-sistemi che si influenzano reciprocamente tra di loro: macro (politico-legislativo), mesa (comunità), micro (professionale). Il sistema politico-legislativo sollecita il sistema di comunità a riconoscere l’inclusione come snodo delle politiche scolastiche educative. In sintesi, l’agire inclusivo esige un solido impianto armonizzato e coerente che abbraccia diversi piani: un solido ed efficace sostegno normativo; una forte determinazione di tutta la comunità scolastica; una consapevolezza matura; una competenza inclusiva adeguata da parte di educatori e insegnanti. Macro: internazionale, europeo, nazionale. L’obiettivo di realizzare una società inclusiva è presente già nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948. Essere cittadini attivi significa esercitare pienamente i propri diritti e doveri. Più la comunità è inclusiva, più la cittadinanza è prossima ai soggetti. Mesa: l’inclusione trova formalizzazione in strumenti di programmazione inclusiva che la scuola è chiamata a elaborare. In particolare nel Piano Annuale per l’inclusione (PAI), strumento il cui scopo consiste nel “fotografare” lo stato dei bisogni educativo/formativi della scuola attraverso decisioni collegiali che coinvolgono l’intera comunità scolastica, definendo le azioni che si intendono attivare in ragione alle criticità rilevate. Il PAI individua i punti di forza e di debolezza delle attività inclusive realizzate dalla scuola e predispone il piano delle risorse necessarie per una migliore accoglienza degli alunni, con particolare attenzione a quelli con bisogni educativi speciali. Micro: il concetto di inclusione riguarda educatori e insegnati in prima persona, essere inclusivi con gli alunni esige di esserlo prima ancora tra colleghi. -Sistema educativo Sistema dove l’educazione si fa progetto didattico-pedagogico. Ha come riferimento diretto il processo formativo, dove bisogni e traguardi degli allievi si incontrano, si organizzano e si combinano rispetto al fine prefigurato e ai mezzi utilizzati. L’azione educativa-formativa è progettuale, comunicativa e valutativa; è un processo previsionale dove è sempre necessario operare revisioni e modifiche sia prima sia nel corso dell’azione, dove l’agire inclusivo si configura come un’azione capace di produrre insieme conoscenza e cambiamento. Il processo formativo è la cornice di riferimento dell’agire inclusivo come categoria specificativa dell’agire educativo. Nel processo formativo ci sono due dimensioni differenti: informativa (ricerca) e operativa (azione). Mentre la prima abbraccia l’analisi dei bisogni e del contesto e la valutazione di processo e di sistema, la seconda abbraccia la progettazione e la comunicazione. La condizione che assicura efficacia all’agire inclusivo è la capacità dell’insegnante di coniugare produttivamente ricerca e azione. L’inclusione trova richiamo in strumenti che la scuola ha l’obbligo di redigere. Tali strumenti sono il PEIprogetto di vita e il Piano Didattico Personalizzato (PDP). Il PEI è un documento che descrive interventi integrati ed equilibrati tra di loro, a favore dell’alunno con

disabilità, in un arco temporale determinato, ai fini della realizzazione del diritto all’educazione e all’istruzione (Legge 104/1992) assicurando la presenza dell’insegnante di sostegno. Document shared on www.docsity.com Downloaded by: Paolocasso ([email protected])

Il PDP è uno strumento che riguarda alunni DSA dove sono individuati e definiti strumenti compensativi e misure dispensative necessarie all’alunno per raggiungere il successo scolastico. -Sistema comunicativo Il concetto di inclusione assume forma nella relazione tra insegnante e alunno, dove si declina come accoglienza e cura. Nella relazione educativa l’accoglienza deve essere equilibrata e disinteressata. La relazione educativa accogliente va interpretata non solo nella relazione duale (insegnante< alunno), ma anche nell’apertura alle relazioni plurali. Nella scuola non è mai soltanto il singolo insegnante che accoglie, ma l’intera comunità. Nella prospettiva dell’azione educativa al concetto di accoglienza è necessario aggiungere il concetto di cura, intesa come atto intenzionale volto a facilitare nell’altro la mobilitazione delle risorse e potenzialità che possiede. Da un lato la cura consente all’accoglienza di assumere configurazioni pedagogicamente corrette, dall’altro l’accoglienza evita alla cura di assumere configurazioni cliniche, incompatibili con la relazione educativa. -Sistema metodologico L’educazione inclusiva assume in carico tutte le differenze nel quadro di una visione ampia e democratica della formazione umana. L’azione didattica deve privilegiare strategie, tecniche e strumnti capaci di aiutare ciascun alunno a raggiungere obiettivi che sono indispensabili per tutti. L’obiettivo consiste nell’aiutare gli allievi a raggiungere i massimi risultati possibili nelle molteplici aree della competenza e delle discipline. Gi insegnati devono conoscere e padroneggiare metodologie didattiche che stimolano gli alunni ad assumere un atteggiamento proattivo rispetto al loro apprendimento. Sul versante della progettualità didattica sarà il lavoro di natura critico-riflessiva dell’insegnate ad individuare le soluzioni più adeguate, dando luogo a proposte metodologiche innovative; sul versante della comunicazione didattica l’insegnante interpreterà e agirà la metodologia con modalità che varieranno in funzione della competenza comunicativa posseduta, dell’esperienza, e della capacità di saldare la teoria con la pratica. La didattica inclusiva riconosce i compagni come una risorsa per tutta la classe. -Sistema tecnologico L’interesse della didattica verso le nuove tecnologie è significativamente aumentato, il loro impiego nelle scuole favorisce un’integrazione scolastica realmente inclusiva. Le tecnologie assistive (TA) sono strumenti che integrano, vicariano o potenziano abilità della persona e possono modificare significativamente la sua situazione di vita. Nell’ambito della scuola le nuove tecnologie assolvono a numerose funzioni: abilitano a svolgere attività di base, supportano una progettazione didattica avanzata per l’intera classe.

DALLA CERTIFICAZIONE AL PROGETTO DI VITA: UNA SCUOLA PER L’INCLUSIONE -Dall’istituzionalizzazione all’inclusione A partire dal mondo della scuola si sono indebolite le barriere che nella società per lungo tempo hanno separato le persone disabili dalle altre. La Legge n.118/1971 ha stabilito la presenza di alunni disabili nelle classi normali; ha previsto l’inserimento senza tuttavia specificare il tipo di relazione educativa da sviluppare. L’affermazione di tale principio viene approfondita qualche anno più tardi con la Legge n.517/1997 prevedendo l’integrazione scolastica degli alunni con handicap attraverso sia l’istituzione della figura dell’insegnante specializzato per il sostegno sia di piani educativi adeguati alla crescita e allo sviluppo dell’alunno con disabilità. L’Italia è stata tra i primi Paesi ad attuare l’integrazione degli alunni disabili nelle scuole e nelle classi normali. In seguito la Legge n.104/1992 ha ampliato il principio di integrazione sociale e scolastica come momento fondamentale per la tutela della dignità umana della persona con disabilità; inoltre ha previsto il rafforzamento della cura nei confronti degli alunni con disabilità. L’approccio medico alla disabilità è stato sostituito da un modello socio-educativo, dove le difficoltà del bambino sono considerate la risultante dell’interazione tra il soggetto e l’ambiente in cui egli agisce. Crescere è un avvenimento individuale che affonda le sue radici nei rapporti con gli altri. Una buona integrazione è la condizione di partenza per affrontare la sfida all’inclusione. Il concetto di inclusione sposa l’idea di una scuola per tutti, dove gli alunni non sono considerati uguali. Le linee guida per l’integrazione alla disabilità forniscono agli operatori scolastici una visione organica della materia per innalzare la qualità degli interventi formativi e educativi relativi agli alunni disabili. -Le novità della Legge n.107/2015 La Legge n.107/2015 ha come oggetto la “Promozione dell’inclusione scolastica degli alunni con disabilità”. Il profilo di funzionamento definisce le competenze professionali e la tipologia delle misure di sostegno e

delle risorse strutturali necessarie per l’inclusione scolastica. Document shared on www.docsity.com Downloaded by: Paolocasso ([email protected])

Il PEI è elaborato e approvato dai docenti contitolari con la partecipazione dei genitori, delle figure specifiche interne ed esterne all’istituzione scolastica e con il supporto dell’unità di valutazione multidisciplinare. Il documento individua strumenti, strategie e modalità per realizzare un ambiente di apprendimento nelle dimensioni della relazione, socializzazione, comunicazione, interazione, orientamento e autonomie. In particolare esplicita le modalità didattiche e di valutazione in relazione alla programmazione individualizzata. Viene redatto all’inizio di ogni anno scolastico. Ciascuna istituzione scolastica predispone il Piano per l’inclusione (PAI) che definisce le modalità per l’utilizzo coordinato delle risorse e progetta gli interventi di miglioramento della qualità dell’inclusione scolastica. PAI come momento di riflessione di tutta la comunità educante per “realizzare la cultura dell’inclusione, lo sfondo ed il fondamento sul quale sviluppare una didattica attenta ai bisogni di ciascuno nel realizzare gli obiettivi comuni, quale integrazione del Piano dell’offerta formativa, di cui è parte sostanziale. Riguarda la programmazione generale della didattica della scuola, al fine di favorirne la crescita nella qualità dell’offerta formativa. L’assegnazione del sostegno vedrà la responsabilizzazione della scuola, dei gruppi di lavoro territoriali e dell’Ufficio Scolastico Regionale. Per ciascun grado di istruzione sono istituite le sezioni dei docenti per il sostegno didattico. -Il progetto di vita Per realizzare una reale inclusione è necessario proiettare lo sguardo sul Progetto di Vita dell’allievo che riguarda la crescita personale e sociale dell’alunno con disabilità al fine di migliorare la qualità della sua vita. Dovrebbe essere lo strumento capace di assicurare una reale presa in carico dei bisogni del soggetto, tenendo conto delle diverse fasi della sua vita. Il Progetto di Vita della persona disabile deve essere elaborato in modo co-partecipato con il diretto interessato; la compartecipazione sviluppa le sue capacità meta cognitive. Un PEI efficace deve sfociare in un Progetto di Vita, permettendo di pensare l’allievo come soggetto appartenente a contesti diversi e ulteriori rispetto alla famiglia e alla scuola. Il Progetto di Vita si configura come un dossier unico per l’intero arco di vita della persona che tiene memoria delle valutazioni, degli interventi e delle soluzioni predisposte per la massima partecipazione alla vita della comunità sociale in relazione alle potenzialità individuali. Il principale bisogno che le persone disabili manifestano è la normalità e proprio per questo vanno trattate come persone non diverse da altre. -Una scuola per l’inclusione Un sistema inclusivo considera l’alunno protagonista dell’apprendimento, qualunque siano le sue capacità e le sue potenzialità. Dal momento che modalità e tempi di apprendimento variano da soggetto a soggetto, è importante che l’insegnante alterni le proprie scelte metodologiche in modo da offrire proposte che siano di volta in volta facilitanti per alcuni e stimolanti per altri. Per rendere possibile tutto ciò è necessario che l’insegnante riduca il ricorso all’insegnamento frontale, preferendo percorsi d’apprendimento che favoriscano la partecipazione diretta degli alunni. È opportuno che i docenti predispongano i materiali per i compiti a casa in formato elettronico. La scuola inclusiva deve avere spazi vivibili, confortevoli, accoglienti, funzionali, gradevoli, motivanti per tutti gli alunni, indispensabili per stimolare le loro potenzialità e permettere la loro autonomia. Gli insegnanti devono assumere un atteggiamento proattivo nei confronti dell’inclusione, sfruttando positivamente i benefici della formazione permanente e del lavoro in equipe. Utili sono le esperienze di role playing e di si...


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