Lazaro De Tormes - Riassunto Italiano PDF

Title Lazaro De Tormes - Riassunto Italiano
Author Giampaolo Pastore
Course Mediazione linguistica e interculturale
Institution Sapienza - Università di Roma
Pages 11
File Size 75 KB
File Type PDF
Total Downloads 21
Total Views 129

Summary

Riassunto dettagliato primi 3 capp. Vida de Lazarillo deTormes. Prof. Lobera...


Description

LAZARO DE TORMES RIASSUNTO ITALIANO! PREFAZIONE Vi è un riferimento a quanto detto da Plinio (non c’è libro tanto cattivo dove non ci sia da imparare qualcosa di buono).!

NASCITA E GENITORI DI LAZARO Tomé Gonzalez e Antona Pérez, abitanti di Tejares, villaggio nei dintorni di Salamanca. É nato esattamente nel Rio Tormes, per questo motivo ha il nome del fiume come soprannome. ! Il padre Tomé lavorava in un mulino lungo il fiume come mugnaio, vi lavorò per più di 15 anni; Tomé fu condannato per alcuni furti che compì.! Successivamente, quando venne organizzata una flotta contro i Mori, partì con essa alla volta dell’Africa come servitore di un cavaliere (gli portava il bagaglio). Morì laggiù insieme al suo padrone in quella che viene ricordata come battaglia de Las Gelvas.! La madre di Lazaro, Antona, iniziò a frequentare un Moro che aveva in carico l’impegno di badare ale scuderie. Divenne ben presto il compagno della madre di Lazaro e, da questa relazione, nacque il fratellino di Lazaro. ! Il nome del Moro era Zaide, egli era però un ladro e, e per certi furti che aveva compiuto e che anche Lazaro aveva confessato poiché ne era a conoscenza, venne condannato. Assieme a lui venne condannata e frustata anche Antona.!

LAZARO E IL CIECO Un giorno un cieco, fermandosi davanti all’albergo in cui Lazaro viveva con la madre ed il fratellino, rendendosi conto che Lazaro era in grado di condurlo bene lo chiesa alla madre. Essa acconsentì e, il cieco, prese in custodia Lazaro non come un servitore ma come suo figlio.! Il ragazzo imparò la sua prima lezione quando, giunti ad un ponte con in principio una testa di toro, il cieco fece accostare Lazaro contro l’animale in modi da poter sentire un gran rumore. ! 1

Quando il ragazzo fu praticamente addosso alla pietra il cieco gli spinse la testa con forza contro la parete di pietra stordendolo e causandogli forte dolore per tre giorni. Il cieco disse a Lazaro che era uno sciocco e che il ragazzo d’un cieco ne deve sapere una in più del diavolo.! Da quando il mondo esiste, secondo Lazaro, Dio non creò mai uomo più furbo e più scaltro del cieco; nel suo mestiere egli era un’aquila.! Conosceva a memoria più di 100 orazioni; conosceva, inoltre, preghiere per ogni necessità della vita: per donne sterili, per donne gravide e per le spose infelici non amate dal marito; aveva inoltre nozioni di medicina.! Con tutte queste astuzie guadagnava più lui in un mese che 100 ciechi in un anno.! Era però un uomo estremamente avaro e, a Lazaro, non dava praticamente nulla da mangiare e più volte il ragazzo rischiò letteralmente di morire di fame. Riuscì a sopravvivere solamente grazie alla sua astuzia e alla sua scaltrezza.! Il ragazzo, rubava ciò che il cieco metteva nella sacca di tela che sempre aveva con se, mediante una cucitura che scuciva e ricuciva, non si accontentava però di rubare del pane bensì prendeva bei pezzi di lardo e salsiccia (longaniza).! Lazaro teneva in bocca le mezzebianche (Moneta Spagnola) e, quando il cieco veniva pagato con una bianca (Moneta Spagnola di valore doppio rispetto alla mezzabianca) per le preghiere che faceva, il ragazzo con estrema abilità e velocità, prima che la moneta toccasse il palmo della mano del vecchio cieco, effettuava il cambio. Il cieco, che era in grado di distinguere al tatto una moneta dall’altra, si arrabbiava col ragazzo dicendo che da quando lo aveva con sé veniva pagato la metà per il lavoro che svolgeva, ignaro del fatto che in realtà era Lazaro che gli sottraeva le bianche.! Il vecchio cieco era solito mangiare con un boccale di vino, Lazaro imparò a sottrargli anche quello mediante una lunga paglia che utilizzava come cannuccia. Il cieco, però, notando che la quantità di vino nella brocca era sempre meno, iniziò a tenere il vino in mezzo alle gambe, il ragazzo, allora, fece un piccolo buco sul fondo del boccale e lo tappò con un sottile strato di cera. Quando era ora di pranzo, con la scusa di sentire freddo, il ragazzo si rannicchiava tra le gambe del cieco e, con quel fuocherello che tenevano acceso scioglieva la cera e beveva il vino. ! 2

Un giorno però il cieco, accortosi del trucco, mentre Lazaro gli stava sottraendo il vino, gli fece cadere la brocca sul volto facendogli perdere i sensi e rompendogli tutti i denti che tutt’oggi gli mancano. Lazaro pensò che tutta la volta celeste gli fosse caduta sulla testa. ! Da quel momento cominciò ad odiare il cieco ed esso iniziò a maltrattare il ragazzino continuamente senza una ragione precisa.! Altro episodio da raccontare è sicuramente quello relativo all’uva. Passando per un villaggio chiamato Almoron un vignaiolo, durante il periodo della vendemmia, diede al cieco un grappolo d’uva.! Il cieco volle omaggiare Lazaro e gli disse che avrebbero mangiato entrambi la stessa quantità d’uva, s’accordarono di modo che avrebbero piluccato, prima uno poi l’altro, un chicco alla volta così che avrebbero mangiato entrambi lo stesso numero di chicchi; ben presto però il cieco cominciò a mangiarne due alla volta e Lazaro, non si accontentò di fare lo stesso ma decise di approfittarne e cominciò a prenderne tre alla volta finché i chicchi non finirono. Una volta finito di mangiare il cieco si rivolse al ragazzo e gli disse che ne aveva presi tre alla volta, Lazaro negò ma il vecchio e scaltro cieco obiettò dicendo che era sicuro dell’inganno del ragazzo poiché quando egli stesso (il cieco) cominciò a prenderne a due a due Lazaro tacque.! I giovane rimase spiazzato e ammirò un pochino anche la scaltrezza del cieco.! Episodio che fece decidere Lazaro a lasciare il cieco fu quello relativo alla salsiccia. Per un pranzo avevano da mangiare una salsiccia e una rapa non buona da buttare in pentola; il giovane fu mandato dal cieco in una vicina osteria a comprare del vino. Il ragazzo sostituì la salsiccia (che mangiò immediatamente) con la rapa e di ritorno da prendere il vino, vide che il cieco stava per addentare la rapa (che ancora non aveva riconosciuto) tra due crostini di pane. Una volta addentato il cibo si rese subito conto che stava mangiando cibo per buoi e non carne. Ovviamente incolpò subito Lazaro, ma egli negò tutto, fu allora che il cieco si avventò sul ragazzo gli aprì con forza la bocca e, infilato il suo naso dentro annusò per cercare traccia dell’odore della salsiccia; la mossa fu così invasiva che lo stomaco del ragazzo non riuscì a trattenere ciò che poco prima aveva divorato con gusto.! Il ragazzo, con il volto ormai scorticato e la gola livida, fu tratto in salvo da della gente e sciacquato con il vino, mentre il cieco raccontava alla folla che si era radunata delle burle e delle prodezze di Lazaro con così tanta grazia che anche allo stesso Lazaro veniva da sorridere a quella maniera di declamare i fatti e gli eventi.! 3

Giunti nei pressi di un torrente per proseguire il viaggio dovevano guadarlo, il giovane si offrì di trovare un punto in cui sarebbe stato più facile saltare sulla riva opposta; fu in questa circostanza che Lazaro si sbarazzò del cieco, lo fece saltare contro un pilone, l’impatto fu talmente forte che il vecchio cieco restò svenuto a terra cosicché il ragazzo poté darsi alla fuga. Non seppe, né volle mai sapere, più nulla riguardo al cieco e al suo destino.!

LAZARO E IL SACERDOTE In un luogo chiamato Maqueda Lazaro incontrò un prete, questo lo preso la suo servizio poiché il giovane sapeva servire messa (una delle poche cose buone che egli aveva appreso dal cieco).! Il prete però, se possibile, era ancora più avaro del cieco ma non solo con Lazaro anche con se stesso.! Dopo tre settimane che era con il prete Lazaro era diventato così magro che non si reggeva più in piedi sulle sue stesse gambe.! Pur volendo il giovane non aveva modo di mettere in pratica la sua astuzia poiché non c’era nulla da assaltare; il prete, inoltre, era sempre attento a tutto anche ai soldi delle offerte a messa e Lazaro non riuscì mai a sgraffignargli nulla. ! Lazaro stette con il prete circa 6 mesi.! un giorno, quando il prete era uscito fuori del villaggio, venne all’uscio di casa un rassetta padelle per domandare se avessero nulla da raccomodare. Il ragazzo disse di aver perso la chiave che apriva la credenza (dove il prete teneva qual poco di cibo che conservava in casa). Il rassetta padelle, dopo aver provato ognuna delle chiavi che aveva, trovò quella giusta. Il ragazzo così credette che per lui non ci fosse più pericolo di morire di fame. ! Il giorno seguente Lazaro afferrò una pagnotta dalla credenza e la divorò in men che non si dica; dopo tre giorni il prete si convinse che mancava qualche pane e così decise di tenere l’esatto conto delle pagnotte che aveva.! Il giovane escogitò uno stratagemma per mangiare più pane: iniziò a rosicchiarlo come se fosse stata opera dei topi. Così facendo riuscì ad ingannare il prete; ben prete però il prete richiuse con dei chiodi i buchi nella madia che pensava avessero fatto i topi.! Una notte Lazaro, sentendo il prete russare si destò, prese un coltello che aveva precedentemente nascosto e riaprì le fessure che il prete 4

aveva rattoppato; così facendo poté sgranocchiare qualche altra briciola di pane. Il mattino seguente il prete nuovamente riparò quella che credeva fosse opera dei topi e la stessa notte, nuovamente, Lazaro disfece in quattro e quattr’otto il suo lavoro. Così andarono avanti per un bel pezzo.! il prete si fece dare dal vicino delle trappole per topi e delle bucce di formaggio al fine di stanare definitivamente i topi. Tutto ciò altro non fece che agevolare il lavoro di Lazaro, il quale oltre al pane mangiava anche le bucce di formaggio. ! Visto che le trappole non sortirono nessun effetto, il prete venne convinto dal vicino che questi furti non erano opra dei topi ma di una serpe. ! Per via delle continue ricerche della serpe da parte del prete Lazaro reputò più saggio custodire la chiave della madia, che si era procurato dal rassetta padelle, in bocca (cosa che aveva imparato a fare così bene durante il suo periodo con il cieco quando conservava diverse monete in bocca).! Una notte la chiave, spostatasi dalla bocca del giovane, provocò un tale sibilo unita al respiro del ragazzo che il prete, credendo che si trattasse della serpe e ritenendo che si fosse questa nascosta nel letto di Lazaro, diede una randellata (bastonata) così forte sulla testa del suo servitore che lo lasciò svenuto e con una grave perdita di sangue. ! La chiave, però, uscì dalla bocca del ragazzo cosicché il prete trovò in un colpo solo il topo e la serpe che gli mangiavano il pane.! Dopo 15 giorni, quando Lazaro si riprese e dopo che fu curato, venne messo alla porta dal prete il quale disse che Lazaro non gli serviva più, che doveva servire a se stesso ora e di trovarsi un altro padrone che lui non sapeva più cosa farsene di un servitore di tale levatura. Gli disse inoltre che doveva essere stato il servitore di qualche cieco; dopodiché si fece il segno della croce e gli sbatté la porta in faccia.!

5

LAZARO E LO SCUDIERO Lazaro raggiunse Toledo, qui incontrò uno scudiero che lo prese al suo servizio.! Questo scudiero diede immediatamente, a Lazaro, l’impressione di accontentarsi di poco e soprattutto di mangiare poco; tali impressioni vennero confermate quando, il nuovo padrone disse al ragazzo che una volta fatta colazione era solito poi rimangiare direttamente a cena. Ciò causo lo sconforto del ragazzo, nuovamente costretto a patire i morsi della fame come era stato con i suoi precedent padroni.! Un giorno Lazaro, notevolmente affamato, uscì ad elemosinare qualcosa (il cieco lo aveva reso un vero mestierante in questo campo) avendo rimediato del pane, una zampa di maiale e della trippa bollita fece ritorno a casa; qui incontrò il suo padrone, il quale disse a Lazaro che non avendolo trovato a casa aveva già desinato senza di lui. Avendo il ragazzo però intuito che il suo padrone stava mentendo e che non aveva mangiato, mosso a compassione, decise di dividere ciò che era riuscito a rimediare con lui. Lo scudiero divorò con estrema foga il pasto, confermando così ciò che Lazaro già aveva intuito, ossia che non aveva toccato cibo da diverso tempo.! Lo scudiero si lamentava continuamente della casa in cui abitava, attribuiva addirittura ad essa la colpa delle sue sfortune, spesso era solito ripetere che entro la fine del mese avrebbe lasciato quell’abitazione di modo che tutte le sue sfortune (e di conseguenza quelle di Lazaro) sarebbero cessate.! Il giovane si trovò così costretto a fare una considerazione dentro sé, era scappato dalle mani di due cattivi padroni per trovare un posto migliore ed aveva, invece, trovato uno che non solo non gli dava da mangiare, ma al quale, bisognava che gliene desse lui.! Un giorno, trovata la borsa con gli effetti personali dello scudiero, il ragazzo si rese conto, aprendola, che era vuota di monete e che in più 6

da molto tempo non veniva riempita di qualcosa. Lazaro capì così che il suo padrone era completamente povero; iniziò così a provare compassione per lui.! Capitò, una volta, che lo scudiero si ritrovò in possesso di un reale, con questo inviò Lazaro al mercato per acquistare pane, vino e companatico cosicché avrebbero potuto finalmente, per una volta, banchettare per bene. ! Sulla strada, però, il ragazzo, avendo sentito il pianto di una vedova e, avendola sentita dire che avrebbero portato il corpo del suo povero e defunto marito in una casa senza né vino né cibo, tornò di corsa a casa dal suo padrone informandolo di ciò che aveva sentito. La reazione dello scudiero fu di riso incontenibile ma giustificò Lazaro poiché dopo quello che aveva sentito dalla vedova era normale che il ragazzo avesse pensato alla loro casa. Una volta calmato il giovane lo inviò di nuovo al mercato per procurarsi il pranzo.! Un giorno, lo scudiero, raccontò a Lazaro tutta la sua storia e perché avesse lasciato le sue terre, dal racconto del suo padrone, il ragazzo, si rese conto di quanto fosse per lo scudiero importante il concetto di decoro (honra); il padrone di Lazaro si riteneva uno scudiero perfetto per un uomo altolocato. Egli disse inoltre che non era povero, bensì era in possesso di un terreno fabbricativo sulla collina di Valladolid, era in possesso anche di una colombaia.! Nel mezzo del discorso dello scudiero, un uomo ed una vecchia entrarono nella casa per chiedere, l’uno l’affitto della casa e l’altra l’affitto del letto. L’ammontare di due mesi di affitto era più di quanto l’uomo potesse pagare in un anno (circa 12 o 13 reali). ! Lo scudiero uscì dicendo che sarebbe andato a cambiare una doppia pistola in denaro, ma non fece più ritorno.! Lazaro fu arrestato da un alguazil (una sorta di sceriffo) ed interrogato sugli oggetti posseduti dal suo padrone e sulle sue eventuali proprietà; il ragazzo raccontò tutto ciò che sapeva, compreso anche il terreno a Valladolid e la colombaia. Ritenute sufficienti per i creditori per rifarsi, queste proprietà Lazaro fu lasciato libero. ! Fu così che il terzo padrone abbandonò Lazaro, rovesciando ciò che finora era stato (Lazaro che abbandonò i precedenti padroni e non viceversa).! 7

LAZARO E IL FRATE DELLA MERCEDE Le vicine di case dello scudiero indirizzarono Lazaro verso loro cugino, monaco della Mercede, il quale divenne il quarto padrone del ragazzo.! Tale monaco era nemico giurato del coro e del refettorio, amava invece le giornate fuori del convento ed era appassionato delle cose del mondo.! Fu proprio questo monaco a regalare a Lazaro le prime scarpe che il ragazzo avesse mai portato; durarono però solamente otto giorni.! Il giovane, però, non poté più continuare a seguire le corse di questo monaco, per questa ragione e per motivi privati che Lazaro non racconta, se ne andò dal servizio del monaco!

LAZARO E IL MERCANTE DI BOLLE PONTIFICIE Il quinto padrone che la sorte procurò a Lazaro fu un mercante di bolle pontificie e, in questa mercanzia, egli era il più sfrontato ed il più svergognato. ! Un episodio che Lazaro racconta per dar conto di che tipo di persona fosse il suo nuovo padrone fu questo:! In una parte della diocesi di Toledo il mercante aveva predicato due o tre giorni, senza però riuscire a vendere nemmeno una bolla e, senza che nessuno mostrasse il minimo desiderio di comprarne una, il che infastidiva ancor di più il padrone di Lazaro.! La notte, dopo cena, si giocò la colazione con l’alguazil; questo gioco fece nascere una controversia in seno ai due tanto che il mercante diede del ladro all’alguazil e l’altro diede del falsario al padrone di Lazaro. La discussione divenne tanto accesa che uno prese una picca in mano e l’altro estrasse la spada, pronti ad uccidersi a vicenda. ! Le persone giunte sul posto riuscirono però a sedare la situazione e a portare l’alguazil via dall’albergo dove alloggiavano Lazaro e il suo padrone.! Il mattino seguente il mercante andò in Chiesa dove dichiarò chiusa la vendita delle bolle, anche se in verità la gente nuovamente gli dimostrò scarso interessa per quella pratica.!

8

In quel mentre entrò in Chiesa l’alguazil che dichiarò di essere complice del trafficante d’indulgenze poiché, in cambio della scenata del giorno precedente avrebbe guadagnato la metà del ricavato dalla vendita delle indulgenze. Fu allora che il padrone di Lazaro si destò e, rivolgendo lo sguardo al cielo, si rivolse al Signore chiedendogli un miracolo come dimostrazione della sua volontà, nello specifico, se l’alguazin aveva detto il vero lui si sarebbe dovuto inabissare con tutto il palco sul quale stava e, viceversa, se invece lui aveva ragione e l’alguazil torto quella sorte sarebbe dovuta spettare all’alguazil.! Non appena il mercante terminò l’orazione, l’alguazil cadde per terra in preda ad urla lancinanti, deformando la bocca sbavando e rotolandosi per terra.! La gente, spaventata e preoccupata per le condizioni dell’alguazil, pregò il falsario d’intercedere con il Signore per fermare quel castigo. Così fece il mercante di bolle, benedicendo con acqua santa, croce e con una preghiera l’alguazil. Infine poggiò la bolla papale sopra la testa del peccatore e costui cominciò a sentirsi meglio e a ritornare a poco a poco in sé. Quando fu del tutto rinsavito si gettò ai piedi del falsario implorando il suo perdono.! Dopo questo avvenimento vi fu una ressa così grande per accaparrarsi le bolle che nessuno degli abitanti del paese ne rimase senza; la presero tutti: uomini e donne, giovanotti e ragazze, servitori e serve.! Nei dintorni tutti vennero a conoscenza dell’accaduto cosicché il falsario spacciò un migliaio di bolle senza il bisogno di una sola predica.! Lazaro rimase molto colpito da questo tiro mancino del suo padrone alla povera gente, rimase molto colpito anche dal modo in cui si era accordato con l’alguazil. Il giovane rimase con questo suo quinto padrone per altri quattro mesi, durante i quali sopportò molte altre disavventure.!

9

LAZARO E IL CAPPELLANO Prima del cappellano, Lazaro, servì un pittore di cartelli ma, in questo mestiere, soffrì tanti mali.! Lazaro intanto s’era fatto un giovanotto e, un giorno mentre entrava in una cattedrale, un cappellano lo prese al suo servizio e gli diede un asino, quattro mezzine e una frusta per andare a vendere l’acqua per la città. Questo fu il primo passo verso una buona vita. ! Lazaro fruttava al suo padrone trenta maravedis al giorno ed il resto era suo, in più, il sabato, tutto l’incasso spettava a lui. ! Fu talmente tanto abile in quel mestiere che, nei quattro anni che lo esercitò, riuscì a comprarsi un vestito decente da un rigattiere, un corpetto di stoffa di scarso pregio vecchia, una casacca a maniche aperte, un mantello di stoffa e una spada dell’epoca del Cid.! Quando Lazaro si vide vestito da persona per bene, restituì al cappellano l’asino ed abbandonò il mestiere. !

LAZARO E L’ALGUAZIL Lasciato il cappellano, Lazaro servì un alguazil ma, poiché il servizio gli sembrava troppo pericoloso lo lasciò quasi subito.! Con l’appoggio di qualche amico e di gran signori, Lazaro riuscì finalmente a sistemarsi e così divenne banditore pubblico. ! Tale lavoro consisteva nel bandire i vini che si vendevano in città, la roba messa all’incanto, o gli oggetti smarriti e di accompagnare coloro i quali soffrono persecuzioni per la giustizia, dichiarando ad alta voce i loro delitti. le cose er...


Similar Free PDFs