LE Guerre Puniche - Appunti di lezione 2 PDF

Title LE Guerre Puniche - Appunti di lezione 2
Author sognoaocchiaperti ii
Course Storia antica con elementi di didattica
Institution Università degli Studi del Molise
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Summary

appunti di lezione sulle tre guerre puniche , fase per fase. LA PRIMA GUERRA PUNICA 264-241 a.C
LA SECONDA GUERRA PUNICA 219-202 a.C
LA TERZA GUERRA PUNICA 149-146 a.C
...


Description

LE GUERRE PUNICHE LA PRIMA GUERRA PUNICA 264-241 a.C LA SECONDA GUERRA PUNICA 219-202 a.C LA TERZA GUERRA PUNICA 149-146 a.C

LA PRIMA GUERRA PUNICA 264-241 a.C La prima guerra punica scaturì da una situazione conflittuale creatasi nella colonia di Messina, allora controllata dai mamertini, gruppo di mercenari campani. I mamertini minacciati dal tiranno di Siracusa Gerone II chiesero soccorso ai cartaginesi che ne approfittarono per presidiare il porto. I mamertini, comprese le intenzioni di Cartagine, si rivolsero a Roma nel 264 a.c. per liberarsi di loro. Roma e Cartagine erano formalmente alleate e il senato romano sapeva che intervenire significava rompere gli equilibri successivi alle guerre contro Pirro, rischiando un conflitto con i punici. Inoltre, si temevano le conseguenze economiche della guerra e quelle culturali. Ma rifiutare l’aiuto ai mamertini significava consegnare il controllo totale della Sicilia a Cartagine. Cosi nonostante la resistenza della nobiltà, Roma accettò la richiesta d’aiuto dando inizio al primo dei tre sanguinosi conflitti contro Cartagine. La prima fase della guerra vide il progressivo affermarsi in Sicilia dei Romani nelle cui mani caddero le città greche di Messina, Siracusa e Agrigento. Le roccaforti puniche resistettero agli assalti. Le autorità romane per battersi contro Cartagine costruirono una flotta militare con un centinaio di navi da guerra con la prua armata di rostri. Ciò provoco una vera e propria svolta. La prima grande vittoria si ebbe a Milazzo nel 260 a.c. dove le navi romane comandate da Gaio Duilio sperimentarono i corvi, ponti ribaltabili con le quali agganciare le navi nemiche e farvi salire i propri soldati. La guerra si portasse per altri vent’anni in un logrante alternarsi di vittorie e sconfitte. La resa cartaginese avvenne solo dopo la grande battaglia delle isole Egadi nel 241 a.c. che vide il trionfo i Gaio Lutazio Catulo. Roma impose agli sconfitti dure condizioni di pace e i cartaginesi avrebbero dovuto lasciare la Sicilia. La vittoria Romana portò quindi al controllo immediato della Sicilia e successivamente nel 237 a.c. della Sardegna e della Corsica. Le tre isole furono organizzate come provincie, cioè territori amministrati da Roma per mezzo di governatori di rango pretorio o consolare.

LA SECONDA GUERRA PUNICA 219-202 a.C Roma non sottovalutava il pericolo che Cartagine continuasse a rafforzare la sua flotta. Infatti, Cartagine aveva ripreso attivamente le operazioni militari espandendosi anche in spagna. I romani allora stipularono con i punici un trattato che limitava la loro area di espansione al fiume Ebro e strinsero un’alleanza con la città di Sagunto che si trovava nelle zone di influenza cartaginese. L’avvio verso un nuovo conflitto si ebbe nel 221 a.c. quando il comando delle truppe puniche passò ad Annibale, che mostrò subito intenzioni aggressive. Egli infatti attaccò la città di Sagunto nel 219 a.c. dopo un assedio di 7 mesi. I romani non intervennero subito proprio per evitare di riaprire subito un altro conflitto. Tale incertezza convinse Annibale che nel 218 a.c. guidò un ingente esercito che attraverso spagna e Gallia e attraversò le Alpi al fine di attaccare i romani prima che questi potessero organizzarsi. Giunto nel nord italia, dopo aver battuto i romani presso il Ticino e il Trebbia nel 218, si spinse verso il lago Trasimeno nel 217 a.c.. Quinto Stampo Massimo cercava di tenere a distanza il nemico con una tattica attendista, ovvero temporeggiando. L’idea non era sbagliata ma non funzionò, infatti l’anno successivo i romani furono sconfitti in Puglia nella battaglia di Canne in cui morì uno dei 2 consoli in carica.

Successivamente alcune città alleate di Roma come Siracusa e Capua, passarono dalla parte dei cartaginesi. L’esercito di Annibale però non riuscì né ad attaccare direttamente Roma né promuovere una ribellione contro i romani. Questa situazione di stallo consentì ai romani di riorganizzarsi. La riscossa dei romani partì dalla ripresa del consolato di Sicilia e dell’Italia meridionale. Nel frattempo, Annibale aveva stipulato un alleanza con il re macedone Filippi V e chiesto aiuti. Ma l’esercito giunto dalla Spagna fu sconfitto presso il fiume Metauro nelle marche nel 207 a.c. I successi dell’Italia continuarono dal 210 a.c. quando il giovanissimo generale Publio Cornelio Scipione aveva riaperto i fronti in Spagna dove la guerra era iniziata. Tornato a Roma, Scipione convinse il senato a traferire la guerra in africa, in quanto Cartagine era priva del suo leader. Scipione sbarco sulle coste africane dove strinse un’alleanza con Massinissa e ottenne alcune vittorie. Scipione e Annibale si affrontarono a Zama nel 202 a.c. ebbe la meglio Scipione che fu rinominato l’africano. La battaglia di Zama segnò la fine dell’impero di cartagine che fu obbligata a cedere la Spagna e a consegnare la flotta di guerra. Roma ne usciva vincitrice ma pagava un prezzo altissimo in termini di vite umane e di impoverimento del territorio visto i 15 anni di guerra.

LA TERZA GUERRA PUNICA 149-146 a.C L terza guerra punica fu un atto di aggressione romana motivato dagli scontri tra i Cartaginesi e i Numidi, alleati dei romani. Roma, potenza nell’area mediterranea temeva la rinnovata prosperità di Cartagine. Le operazioni militari furono affidate a Publio Cornelio Scipione Emiliano (nipote dell’africano) che raderà al suolo Cartagine. I sopravvissuti furono venduti come schiavi e il territorio trasformato nella provincia dell’Africa e solo allora i romani ritennero la questione risolta....


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