Letteratura spagnola riassunto dal poema del mio cid ad Alfonso X PDF

Title Letteratura spagnola riassunto dal poema del mio cid ad Alfonso X
Author Claudia Terrano
Course Letteratura spagnola 1
Institution Università degli Studi di Catania
Pages 9
File Size 132.8 KB
File Type PDF
Total Downloads 101
Total Views 131

Summary

Download Letteratura spagnola riassunto dal poema del mio cid ad Alfonso X PDF


Description

CANTAR DE MIO CID Il più importante poema epico del Medioevo spagnolo è l’anonimo Cantar de mio Cid (Poema del mio Cid). Il Poema si basa su una parte delle imprese di Rodrigo Diaz de viver, nobile castigliano che visse nella seconda metà del XI secolo, conquistò Valencia e morì nel 1099. La conquista di Valencia ha poco conto probabilmente perché venne conquistata dagli almoravidi poco dopo. Cita la data di morte che colloca a fine maggio ed è piuttosto esatta poiché egli muore agli inizi di Giugno. Tutto questo ci fa pensare che il testo sia stato redatto tra il 1099 e il 1207 . E’ noto con l’appellativo di Cid Campeador (in arabo sidi “signore” e in spagnolo campeador “trionfatore”). Il poema, scoperto da Tomas Antonio Sanchez in un manoscritto recante la data del 1307. Si identifica Per Abbat come autore dell'unica copia conosciuta del poema spagnolo. Il poema si compone di tre cantare che, però, non corrispondono alla strutturazione del contenuto: -Metà del poema narra le prodezze del Cid: Nella prima parte Rodrigo Diaz (El Cid Campeador), vassallo del re, è ingiustamente accusato di essersi appropriato di una parte dei tributi dovuti ad Alfonso VI. Esiliato dal re, è costretto ad abbandonare la moglie e le figlie Elvira e Sol in un monastero. Vaga per la Spagna con un gruppo di amici fidati, compiendo imprese contro i capi musulmani alla riconquista di Valencia. -L’altra metà in cui non ci sono scene belliche si concentra sulla relazione dei conti Carino e le figlie del Cid: Nella seconda parte si riconcilia con il sovrano e le sue figlie si sposano con i nobili leonesi Infanti di Carrión, due uomini senza scrupoli che, umiliati dal Cid durante una festa, nella terza parte del poema, si vendicano oltraggiando le loro spose e lasciandole in preda a belve feroci. Le donne vengono poi salvate da Felez Muñoz, nipote del Cid, il quale sfida i due infanti a duello e li uccide. Il poema si conclude con il Cid che ottiene nuovamente le sue terre, mentre le figlie sposano i principi reali di Navarra e d’Aragona. Per questo si può dedurre che il Poema sia costruito su due assi: disonore morale e politico e discredito personale e famigliare. L’azione costituisce l’elemento fondamentale per recuperare l’onore e la rispettabilità fino alla piena riabilitazione agli occhi del re. La conquista di Valencia, sebbene perda di importanza qualche anno più tardi con la conquista da parte degli almoravidi, è di fondamentale importanza per dividere il poema poiché segna la fine di un periodo e l’inizio di un altro. Il poema: sobrio e semplice, struttura rettilinea senza perifrasi ne digressioni. Il poeta ricorre all’uso di formule ed espressioni formulari senza risultare

ripetitivo. Risulta eloquente l’apparizione di determinati epiteti come “Mio Cid Ruy Diaz, colui che in buon’ora cinse la spada) che danno maggiore intensità alla narrazione e esprimono l’importanza dell’eroe . Personaggi: Cid centrale, attorno a lui ruotano tutti gli altri. Gli avvenimenti narrati sono storicamente avvenuti, sebbene molto romanzati, in funzione del genere epico. Il poema divenne talmente famoso che sul protagonista vennero composti altri cantar poiché Rodrigo divenne una figura fondamentale nei racconti di varie conquiste. Dall’esigenza di raccontare la sua vita nascono LE MOCEDADES DE RODRIGO, che narrano le gesta di un giovane Rodrigo dal carattere sicuro come in maturità. LE MOCEDADES E LE TRASFORMAZIONI DEL GENERE E’ frutto di una rielaborazione di un cantar de gesta precedente e perduto da parte di un chierico colto. Le Mocedades utilizzano la versificazione della juglarìa, assolutamente irregolare. Nell’introduzione in prosa si racconta la storia dei giudici di castiglia Rasura e Calvo. Il verso inizia con lo scontro tra Fernan Gonzales e il re di Leon che culminerà con l’indipendenza della Castiglia. Da Calvo discendono Rodrigo Dìaz e le principali famiglie castigliane. Durante il regno di Fernando I si produssero attriti tra i discendenti di entrambi i giudici -> Rodrigo, dopo aver ucciso Gomez de Gormaz e aver catturato i due figli, li libera per la clemenza chiesta dalle tre sorelle. Una di loro, Jimena, chiede di sposare Rodrigo, anche se inizialmente si sospetta un tradimento. In seguito Rodrigo giurerà di non consumare il matrimonio se non avesse prima vinto cinque battaglie. Tra queste battaglie ricordiamo la sconfitta del conte di Savoia dopo di che si stabilisce una tregua di 12 anni. Finisce il manoscritto. Vari nuclei tematici: -introduzione storica; -imprese di Rodrigo nella Penisola; prodezze in Francia. Incongruenze: dovute al fatto che sicuramente dovevano esserci altri cantare de gesta. Il testo mostra l’impronta dei cantar de gesta a cui si ispirano oltre che avere elementi derivanti dal folclore. Inoltre troviamo congruenze difficili da spiegare con altre opere contemporanee. Con l’inizio del XIV secolo appare nella penisola un nuovo tipo di poesia narrativa dal tono eroico: le cronica in rima -> il proposito di una cronica e quello di un poema epico possono coincidere. LA POESIA COLTA

XXI secolo-> proliferano in occidente poemi dialogati in latino o volgare sui temi più vari (religiosi, filosofici, amorosi…) ove i personaggi sono i più disparati (un cadavere, l’anima, il giglio..) e hanno una chiara intenzione didattica. Il successo del dibattito nel mondo medievale si deve all’abitudine scolastica della controversia e della disputatio. Le testimonianze vanno dalla semplice arringa (=difesa orale, di particolare ampiezza e impegno oratorio, pronunciata durante un processo penale.), alla discussione dialogata. Esempi: • Debate del alma y el cuerpo castigliano, documento formato da 18 righe che derivano da un poema francese imparentato con un’opera latina. • Razon de amor con los denuestos del agua y el vino, già dal titolo vediamo il carattere misto dell’opera: da una parte contenuto amoroso, dall’altra un dibattito tra l’acqua e il vino. Abbondanti sono gli elementi provenienti dalla lirica galaico-portoghese, altri dal mondo cortese e soprattutto dalla poesia latina e dei goliardi. Nella composizione vi è il tema del piacere del bere, frequente nella poesia goliardica. • Vida de Santa Maria Egipciaca e Libro de la infancia y muerte de Jesus che sono contenuti in un manoscritto, Libro de Apolonio, da cui differiscono per la forma metrica a cui manca la cuaderna via, sostituita da versi ottonari, come accadeva nei poemi di dibattito delle opere francesi. POEMI IN “CUADERNA VIA” “IL MESTER DE CLERECìA” INIZI XII-FINE XIV nasce in Castiglia una serie di opere scritte in strofe di 4 versi in rima consonante di quattordici sillabe con cesura dopo la settima, denominate da un verso del Libro de Alexandre “cuaderno de via”. Forma metrica-> si associa al verso alessandrino francese; l’influsso francese deriva dalla presenza di monaci arrivati dalla Francia nel XI secolo. Le origini di questo tipo di verso e strofa si situano nella poesia ritmica goliardica, in latino, e da ciò appare evidente la base colta. Questa fonte goliardica spiega la diffusione in tutto il mondo romanzo, e vediamo la metrica presente sia nella letteratura francese che in quella italiana che in quella Castigliana. Nei testi in latino manca la tendenza didattica. I cultori della cuaderna via hanno delle caratteristiche ben definite: • la forma metrica lontana dai cantares de gesta e dalle forme più brevi. • Sono scrittori colti, conoscitori del latino, sicuramente chierici. Per questo tale preparazione veniva definita “mester de clerecìa” (professione del clero). • Disprezzano tutto ciò che non si regge su un’autorità, dunque i juglares per le loro parole ingannevoli.

• Scrivono con intenzione didattica, proprio per questo utilizzano tecniche juglarescas (coinvolgimento del pubblico, intromissione dell’autore dell’opera, epiteti…) • Si concedono grandi libertà sia nella metrica, sia nel contenuto delle opere (storiche, vite di santi, didattiche..). LA MATERIA RELIGIOSA: GONZALO DE BERCEO Gonzalo de Berceo era chierico, la formazione forse ottenuta all’Estudio General. E’ un possibile chierico secolare formatosi a seguito delle decisioni del consiglio lateranense. Conosceva il latino, ma non sufficientemente da comporre poesie in questa lingua; usò perciò il volgare (il castigliano della Rioja con frequenti arcaismi e aragonesismi) nelle sue opere che si possono riunire in tre gruppi, a seconda del contenuto: • Vite di santi • Opere dottrinali o liturgiche • Opere Mariane Ci pervengono anche tre inni sacri di dubbia autenticità. L’opera di maggiore diffusione è Milagros de Nuestra Senora. Le raccolte dei miracoli della Vergine cominciano a formarsi a partire dalla seconda metà del XI secolo, aumentando durante i secoli XII e XIII. I Milagros di inserisco in questa tradizione letteraria con dei chiari obiettivi: rendere grazie alla vergine -ci riferiamo sicuramente alla Nostra Signora di Marzo del monastero di San Millan- e intrattenere i pellegrini. Dai Milagros possiamo dedurre che Fernando III era già morto e ci troviamo sotto il regno di Alfonso X. FONTI ->Il poeta utilizzò varie fonti e documenti: raccolte latine e francesi di miracoli, biografie monacali dotte, tradizioni orali del monastero di S. Millán. STRUTTURA->si basa sull’amplificatio (un complesso di tecniche che intensificano i discorsi con finalità pratiche, come argomentare tesi, suscitare passioni o commuovere), sul dominio del dialogo e sull’abilità narrativa (cambi di ritmo con rotture del filo della narrazione..) LA MATERIA ANTICA: IL “LIBRO DE ALEXANDRE” Poema anonimo spagnolo, possibile data di redazione 1201-1250. Il più vasto e ambizioso del mester de clerecía. Fu attribuito a Berceo, ma la critica ha rifiutato tale ipotesi. L'autore, sicuramente un chierico o un monaco assai colto. FONTI-> latine e francesi -Historiae Alexandri Magni di Curzio Rufo -L’Alexandreis di Gautier de Châtillon -Ilias latina (per la lunga digressione sulla guerra di Troia). La ricchezza di fonti è giustificata al fatto che l’autore

voleva raccontare la vita di Alessandro Magno senza lasciare lacune. Importanti i parallelismi con il Poema de Mio Cid. CONTENUTO: esordio: l’autore giustifica il proprio lavoro e troviamo l’allusione al mester de clerecia. 1 parte: Gioventù di Alessandro Magno, formazione nelle armi e nelle lettere. 2 parte: maturità, incoronazione e trasformazione in grande imperatore. 3 parte FINALE scopo didattico: • vengono spiegate le ragione della caduta di Alessandro Magno -> verrà castigato per il suo atteggiamento superbo. • L’opera diventa un compendio del sapere -> i viaggi favoriscono la descrizione del mondo (abitanti, animali, alberi..) e riflettere sulla storia passata (caso di Troia). La struttura è tripartita, e si divide in episodi sempre più piccoli per essere più dettagliato. IL “LIBRO DE APOLONIO” Anonimo. È basato sulla latina medievale Historia Apolonii Regis Tyrii che elabora in cuaderna via. L’autore ha arricchito il materiale ereditato grazie alla sua vasta cultura. Di egli non si sa nulla. Si suppone che abbia avuto una formazione universitaria e che il testo, in base al linguaggio utilizzato, si possa situare a metà del XIII secolo. Il testo ebbe un successo tale che nacquero altre versioni. Il successo del libro è dovuto al contenuto in parte passionale: fu proprio la tensione tra i peccati della carne e la didattica morale a catturare il pubblico per almeno mille anni. BREVEMENTE LA TRAMA: storia del re di Tiro Apollonio che perde inizialmente il regno dopo un naufragio fatto durante un viaggio a scopo didattico, in cui solo lui resta vivo. Perde la moglie che muore di parto e la figlia Tarsiana viene rapita dai pirati e il padre la crede morta. Ritrova Tarsiana che era costretta a prostituirsi, scopre che la moglie non è morta ma era solo svenuta e riesce a tornare e riprendersi il regno. Il racconto è chiuso dalla morte di Apollonio. Il libro si preoccupa del mondo intellettuale, tratta di amore (più che altro rapporti sessuali-incesti). Tratta di viaggi: Apollonio intraprende tredici traversa marittime. Mare e musica sono chiavi del libro. Mare: separa e riunisce la famiglia. Musica: importante perché accompagna le attività ‘lavorative’ dei protagonisti (Luciana e Apollonio a corte, Tarsiana per strada come juglaresa..). FILO NARRATIVO-> non sempre rettilineo perché ci sono flashback sulla vita passata dei protagonisti.

LA PROSA E LE TRADUZIONI DALL’ARABO La prosa letteraria castigliana nacque nell’ambito di un’opera molto intensa di traduzione, sviluppatasi soprattutto grazie alla Scuola dei Traduttori di Toledo, sorta per opera dell’arcivescovo francese Raimundo, e divenne presto un importante centro di produzione e divulgazione culturale. Inizialmente i testi tradotti erano quelli lasciti in eredità dagli ultimi sovrani moreschi, che, costretti dall’avanzata della Reconquista ad abbandonare i loro regni, lasciarono dietro di sé biblioteche fornitissime. I migliori conoscitori dell’arabo erano gli Ebrei, ma l’opera di traduzione era particolarmente complessa e prevedeva che ad ogni testo si dedicassero anche un arabo, un mozarabo e un sacerdote, ognuno dei quali di solito conosceva almeno due lingue. SERMONI ED EXEMPLA Dalla traduzione dei testi arabi si passò presto a quelli scritti in lingua latina e greca, poiché durane il Concilio di Tours si raccomandava al clero l’uso della lingua dei fedeli. Si trattava soprattutto di: • SERMONI: destinati all’istruzione del popolo cristiano, contengono solo testimonianze in latino. Hanno finalità moralizzante e per questo motivo i chierici coinvolgono il pubblico, migliorando le omelie. L’accezione moralizzante porta ad una trasformazione di sermoni in versi. Alcuni predicatori abbelliscono i sermoni attraverso divisioni e non rinunciano all’uso di rime e ritmi; un altro modo di abbellire il sermone consisteva nell’uso degli exempla. • EXEMPLUM: tratto generalmente dai libri sacri, era qualsiasi narrazione, storia, favola, parabola, morale, proverbio… capace di servire da prova religiosa e morale. Verso la fine del XII secolo un ebreo convertito scrisse la Disciplina Clericalis, un compendio di sentenze e pensieri di ispirazione filosofica e di brevi racconti didattici a scopo edificante. Nel momento in cui l’exemplum si distacca dai sermoni poiché appaiono altri valori, si comincia a sentire la necessità di cambiare la struttura e distaccarsi dal sermone. MASSIME E PROVERBI A metà del XIII si iniziano a tradurre dall’arabo una serie di testi di carattere moralizzante o didattico, moda che però non durò a lungo in quanto tutti i testi conservati si possono situare nello stesso periodo. Numerose sono le opere medievali formate da proverbi, aforismi o sentenze; in alcuni casi derivano dall’India o dalla Persia, attraverso l’arabo e già con un lungo passato.

Esempio: il Libro de los buenos proverbios. ADDOTTRINAMENTO DEI PRINCIPI Insieme alle collezioni di proverbi, il medioevo conobbe altre forme destinate all’educazione di principi e infanti. Le opere concepite come trattati morali si trasformano e danno origine a regole di carattere militare che sostituiranno qualsiasi altra forma di istruzione e occuperanno un posto di prim’oridine per l’educazione della nobiltà. Un esempio importante giunge dalla tradizione orientale: il Calila e Dimna. CALILA E DIMNA->si basa su una collezione indù di favole animali. Inizialmente finalizzata all’addottrinamento di principi, poi amplia il pubblico per la popolarità. E’ strutturata in un dialogo in 15 capitoli tra un re ed un filosofo. Quest’ultimo da consigli al re mediante racconti che hanno quasi sempre protagonisti gli animali. Importante è dunque il contenuto, ma anche la ricchezza di tecniche narrative. ALFONSO X Impulso decisivo alla prosa castigliana venne da re Alfonso X (el sabio=il dotto) che succedette a Fernando III e governò sul regno di Castiglia per quasi tutto il XIII secolo. Politicamente è ricordato per la sua velleità nel diventare imperatore del Sacro Romano Impero, ostacolato sia dal papa che dai nobili castigliani. Decisamente più apprezzata fu la politica culturale. Egli si circondò di una schiera di studiosi e traduttori arabi, ebrei e cristiani e promosse numerosissimi progetti culturali, supervisionati da lui in persona. Voleva compilare un compendio del sapere storico, giuridico e scientifico del suo tempo. • AMBITO SCIENTIFICO: Alla fine dell’antichità importanza fondamentale ebbero lo studio dell’astrologia e l’influsso continuo degli astri. Con Alfonso X avviene un’unione tra storiografo e astronomo/astrologo, poiché egli si interessava di conoscere i disegni divini sia di carattere collettivo (storia), sia di tipo individuale (astronomia/astrologia). Il successo dipendeva gran parte dall’esattezza dei calcoli che avveniva grazie alla costruzione di strumenti affidabili. L’importanza tra ascendente (per conoscere il destino dell’uomo), le congiunzioni astrali e l’influsso delle stelle permettono di fondere/ confondere astronomia e astrologia nella stessa scienza. La raccolta più importante di trattati astronomici in lingua romanza sono I LIBROS DEL SABER DE ASTRONOMIA. Divisa in 3 parti: 1) costituita da “Los cuatros libro de la ochava espera”, considerando l’ottava sfera come il cielo delle stelle fisse e dei segni zodiacali. 2) costituita dal “Libros de Los

estrumentos et de Las huebras”, manuale per la costruzione e utilizzazione di tredici strumenti, spesso novità dell’astronomia. 3) costituita dalle “Taulas alfonsies”, tavole di calcolo astronomico che hanno come base le coordinate di Toledo. • AMBITO STORIOGRAFICO: Importante contributo è dato da Don Rodrigo, arcivescovo toledano. La sua opera costituisce una trilogia basilare per comprendere l’impostazione Alfonsina, in quanto è la principale fonte utilizzata dal re. Una delle opere più importanti del re fu “La Storia de Espana” o “Primera cronica general”, continuata dai suoi predecessori. Non si sa quando il re e i suoi collaboratori iniziarono la composizione, si pensa intorno al 1270 poiché vennero chiesti in prestito dei libri per farli copiare. L’obiettivo di Alfonso era far conoscere il passato e le imprese dei buoni come quelle dei cattivi, per non seguire questi ultimi. STRUTTURA: 1. primi 565 capitoli->storia dell’antichità fino all’arrivo degli arabi; 2. Arriva fino alla morte di Fernando III 3. La continuazione fu per mano di Alfonso XI. Fonti-> Bibbia, leggende religiose, fonti poetiche e cantares de gesta. In particolare un’opera di Jimenez de Rada. Altro progetto sconfinato, praticamente impossibile da realizzare, fu la General estoria, che rispetto alla precedente opera più restrittiva, si presenta con una tendenza più esaustiva. Non si sa nulla circa la data d’inizio dell’opera, si pensa sia intorno al 1272. Il piano generale era molto ambizioso: realizzare una storia universale dalla creazione del mondo fino ai tempi di re Alfonso. Utilizza come trama i Canones cronico di san Gerolamo. STRUTTURA: 1. Parte: genesi fino a Mosè; 2. Parte: fino alla morte di re Davide. Include gran parte del materiale presente nelle Metamorfosi e Eroidi di Ovidio; 3. Parte: dai Salmi ad Ezechiele. Si includono le vicende di Ulisse e la storia dei re di Bretagna, la vita di Salomone e parti dell’antico testamento; 4. Parte: dall’epoca di Daniele all’antico testamento dei settanta, gli imperi di Babilonia e in particolare Alessandro Magno. 5. Parte: storia dei Maccabei e una traduzione della Farsalia, la storia di Roma fino alla nascita di Cristo; 6. Parte: molo frammentata, parla dei profeti e della Vergine Maria.

LE DUE OPERE SONO IMPORTANTI SIA DAL PUNTO DI VISTA STORICO, SIA PER LA FORMAZIONE DELLA PROSA CASTIGLIANA: IN ENTRAMBI I TESTI SI TROVANO LE PRIME VERSIONI NELLA LINGUA ROMANZA DI OPERE COME LA BIBBIA, OVIDIO… AMBITO GIURIDICO: Alfonso X si rese conto dell’importanza di dare una forma nazionale al diritto del suo Paese, mettere per iscritto le leggi sulle quali esso si fondava, fino ad allora costituite da usanze locali tramandate oralmente. Promuove così “Las siete partidas”, una vera e propria enciclopedia relativa al diritto, al ruolo dei governanti e alle istituzioni giuridiche. Le “sette parti” si riferiscono alla suddivisione dell’opera e spaziano dal diritto canonico, riguardante la vita religiosa ed ecclesiastica, ai diritti e doveri dei governanti, ai contratti di ogni tipo, delitti e pene ad es...


Similar Free PDFs