Lez02 - Ordini architettonici PDF

Title Lez02 - Ordini architettonici
Author erica gentiluomo
Course Storia dell'architettura antica e medioevale
Institution Università degli Studi di Ferrara
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Ordini architettonici Storia dell’architettura antica e medievale – lez02, 6.03 Bibliografia → Introduzione allo studio degli ordini architettonici antichi, Roma, 1995 – Rocco Guida alla lettura degli ordini architettonici antichi I: il dorico – cap. 1-2 + II: lo ionico – cap.1, G.Rocco Elementi fondamentali dell’ordine architettonico sono architrave e trabeazione. Questo, in sé, è l’insieme organico di elementi che concretizzano un edificio, dall’appoggio a terra alle strutture in elevazione sino alle coperture. Esistono cinque ordini architettonici, distinti per morfologia e proporzioni: tuscanico, composito, dorico, ionico e corinzio. Tuttavia, è solo nel ‘500 che diversi trattatisti – Serlio, Vignola – hanno redatto opere in cui fissare i canoni degli ordini architettonici, sebbene nell’antichità questi non

esistessero in identificazioni.

base

alle

odierne

Vitruvio parla di generi, non di ordini. Le denominazioni dorico e ionico derivano dalle popolazioni omonime, Dori e Ioni che si stanziano rispettivamente nella Grecia continentale e nell’est del bacino mediterraneo, sulle coste dell’odierna Turchia. Le migrazioni ioniche definiscono la nascita dello stile ionicoattico, dello ionico-asiatico e dello ionicoellenistico. Il corinzio, da ultimo, è una variante orientale dello ionico, particolarmente usato e ripreso nell’architettura romana.

Aree geografiche di particolare interesse sono la Ionia, l’Attica, il Peloponneso e la Magna Grecia – Italia meridionale. Un probabile collegamento agli ordini architettonici è possibile in riferimento all’imitazione della natura, la mimesis greca, alla base degli ordini e in stretto rapporto alla scultura arcaica: l’ordine dorico è facilmente associabile al kuros, lo ionico è più slanciato e associabile alla kore – loggia delle Cariatidi, Eretteo, Acropoli di Atene, in cui le colonne sono sostituite da statue femminili. L’idea dell’imitazione non è diretta, ma si basa su principi ritrovabili in natura, che seguano proporzioni e leggi ben precise secondo filosofia pitagorica: la perfezione è raggiungibile seguendo questi principi naturali, anche se nel V secolo la filosofia naturale proveniente dalla Ionia fa venir meno queste convinzioni. Nel periodo del canone di Policleto si afferma come non si debba ricercare solo la perfezione, ma privilegiare anche l’estetismo. L’ordine architettonico integra anche il concetto di capanna primitiva citata da molti trattatisti quali W.Chambres nel ‘700, in cui gli elementi verticali e orizzontali assumono il ruolo di colonne e architrave. Vitruvio riteneva che in origine le prime coperture dei templi fossero in legno – come del resto le intere strutture, più antiche di ciò che rimane oggi – anche se le opinioni sono innumerevoli. La tesi delle coperture lignee rende possibile individuare, sopra le colonne, due travi di sostegno e ulteriori travi ortogonali che sostengono la copertura sporgente, costituita da travetti. Il cambiamento graduale di materiali implica che il legno sia sostituito dalla pietra, ben più resistente e massiccio – per cui è inevitabile il cambiamento di proporzioni. Le testate delle travi ortogonali divengono triglifi e la parte quadrata fra gli stessi divengono metope. La sporgenza del tetto costituisce il gocciolatoio e la sima è l’ultimo elemento della cornice; le scanalature delle travi ortogonali originarie e divenute poi triglifi implicavano, secondo una teoria, che non fosse un’unica trave, ma tre più sottili che

avrebbero fornito più resistenza e compattezza. Le gocce al di sotto dei triglifi sarebbero file di chiodi posti per fissare le travi – teoria non uniformemente accettata.

Ordine dorico Il dorico non è da intendere come ordine astratto, tant’è che l’esempio è tratto dal Tempio di Zeus a Olimpia, costruito intorno al V secolo a.C, epoca dell’architettura classica per eccellenza. Il modulo m costituisce il diametro D, anche se forme e proporzioni variano nel tempo – esempio di colonna slanciata, contrariamente alle colonne tozze del periodo arcaico. Le componenti dell’ordine, dal basso verso l’alto, sono:  Crepidoma → costituito da tre scalini  Stilobate → piano orizzontale su cui posa la colonna  Colonna → a fusto scanalato, comprende base – se c’è – e capitello, a sua volta costituito da echino e abaco  Trabeazione → elemento orizzontale composto da: o Architrave → unica fascia liscia o Fregio → triglif e metope o Cornice → comprende la sottocornice con elementi inclinati, il gocciolatoio a protezione dalla pioggia, la sima inclinata che delimita il timpano – se la si considera in prospetto laterale è orizzontale e realizzata in terracotta.

Conflitto angolare In origine, quando le strutture erano costruite in legno, il conflitto angolare non era inteso come tale, proprio per le colonne snelle e la trabeazione leggera. A. I triglifi sono posti in angolo al fregio, allineati in asse con il fusto della colonna e con la medesima larghezza rispetto allo spazio creatosi per le metope. Esiste una corrispondenza perfetta, con la stessa larghezza tra colonna, triglifo – tanto adesso quanto in origine definisce un pieno – e architrave. B. Inizia il conflitto angolare dal momento in cui varia il materiale da ligneo a lapideo: il triglifo è posto in asse rispetto al fusto più massiccio della colonna, per cui non è posizionabile in angolo rispetto al fregio. Le soluzioni sono due, di cui una mai usata nell’architettura greca ma in quella romana, con il posizionamento di mezza metopa. C. Soluzione al problema angolare: si allarga il triglifo

per porlo sia in asse che in posizione angolare – soluzione adottata in Magna Grecia. D. Soluzione che prevede un ritmo costante nel fregio, con l’allargamento di tutte le metope ma con la contrazione dell’interasse dell’angolo.

Colore nell’ordine dorico I templi erano originariamente colorati: testimonianze derivano dalle antiche tombe macedoni nelle sculture dei templi, con triglifi azzurri, tenia in rosso e molti altri colori per definire determinati elementi architettonici.

Ordine ionico

Si

Gli elementi utilizzati sono più snelli e sottili, forse per la dimensione delle specie vegetali diverse da quelle attiche, o perché gli Ioni erano un popolo pacifico a differenza dei Dori. individua la base del capitello come rettangolare, a differenza di quella quadrata del capitello dorico. Due travi al di sopra di quest’ultimo e una serie di travetti ortogonali cin ulteriori elementi che costituiscono il solaio di copertura.



La variazione di materiali ha fatto che una trave continua coprisse i pieni e vuoti dei travetti lignei.

Trabeazione ionica

In base ai periodi e ai luoghi di diffusione dell’ordine, la trabeazione subisce delle modifiche sostanziali: i travetti spesso vengono modificati in dentelli, con o senza fregio in base alle zone – in Asia Minore sono presenti sia dentelli che fregio.

o o o o

La trabeazione ionico si diffonde nel II sec. d.C variazioni. Ha elementi generale più dettagli.  Architrave, elementi fascia, astragalo ripetuti ovolo (convesso) cavetto (concavo) listello (el.rettilineo).

ellenistica (a fianco) pur con diverse curvi, sinuosi e in Dal basso: costituita da aggettanti: tre volte,

Il fregio è a unica fascia e decorata a sculture continue;  Cornice, costituita da: o gocciolatoio – a sua volta composta da ovolo, cavetto, dentelli e gola rovescia, gocciolatoio – ovolo e fascia – e sima – costituita dalla gola diritta e un listello finale.

Modanature ioniche Esistono diverse tipologie di modanature (inserire slide) Nel profilo a semicerchio vi sono: semicerchio semplice, toro semplice, toro scanalato. L’ovolo può essere intervallato da lancette o freccette – si trovano in trabeazione o capitello, nell’echìno. La gola rovescia è decorata a foglie lesbie asiatica o attica. Il tondino/astragalo può essere ad astragalo, cordone o rettangoli alterni. La fascia può essere: a meandro – dal fiume su cui sorge Magnesia, in Asia Minore –, a treccia doppia, a rosette.

Colore nell’ordine ionico Come per il dorico, anche per lo stile ionico si utilizzano colori per determinare gli elementi architettonici nei templi: testimonianze derivano dalle tombe di Lefkadia.

Elementi dell’ordine ionico sono ben diversi per dimensioni, proporzioni e morfologia da quelli dell’ordine dorico. Dal basso verso l’alto:  Crepidoma  Stilobate  Colonna → costituita da base a elementi concavi e convessi, fusto e capitello a volute simmetriche.  Trabeazione → con architrave a tre fasce sporgenti, fregio a sculture continue e cornice, a sua volta costituita da dentelli e gocciolatoio.  Frontone → con timpano, sottocornice, gocciolatoio e sima.

Problema ionico

angolare

capitello

Risolto in epoca ellenistica per meglio adattare le volute a ogni angolo e da qualsiasi zona lo si osservasse.

Correzioni ottiche edifici sacri I correttivi - Aλεξ sono di tre tipi: o Curvatura delle superfici,

o o

soprattutto dello stilobate con generazione dell’entasi a 1/3 del fusto della colonna, Variazioni dimensionali, con contrazione angolare o ingrossamento della colonna posta in angolo, Inclinazione di piani e/o assi verticali, comprendenti colonne, trabeazione e pareti rispetto al piani verticale nei prospetti.

Sono correzioni trasmesse in gran parte da Vitruvio, che ritiene siano finalizzate a dare una visione lineare e diritta a elementi che altrimenti non sarebbero tali: gli elementi orizzontali darebbero stati visti appena inclinati, cosa da correggere per dare una visione d’insieme ottimale. Anche le colonne potrebbero essere viste come inclinate verso l’osservatore: inclinarle all’indietro avrebbe risolto il problema. Queste teorie, tuttavia, sarebbero dubbie alla luce delle moderne leggi scientifiche; altre teorie supportano il fatto che gli antichi avessero una propria visione e che a quei tempi credevano fosse importante dare quella lettura. «[..]Il bello è il risultato di una svariata serie di rapporti numerici, ma a che la piccola variazione è decisiva.» Frammento canone di Policleto Borghini conclude che tale imitazione della natura – basilare e fondamentale – passi anche per comprensione dello spirito vitale e organico che essa possiede, impossibile da imbrigliare entro rapporti matematici.

Impianti templari A. Antis → cella con portico antistante con due colonne nella parte anteriore B. Doppio antis C. Prostilo → con quattro colonne anteriori al pronao; D. Anfiprostilo → quattro colonne anche nella parte posteriore nell’opistodomo; E. Peripetero → un perimetro di colonne – peristasi – intorno alla cella F. Pseudoperiptero → perimetro di semicolonne addossate, diffuse nel periodo tardo classico del IV sec, poi diffuso nel periodo romano G. Diptero → due o più peristasi

H. Pseudodiptero → tipologia diffusa durante il periodo tardo-ellenistico, con una peristasi di colonne esterna e spazio per una eventuale ulteriore peristasi interna....


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