GLI Ordini Architettonici PDF

Title GLI Ordini Architettonici
Author edoardo esposito
Course Lettere e storia
Institution Università degli Studi di Macerata
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Summary

Periodizzazione dell'arte greca
Storia dell'arte > Stili

L'arte greca comincia a manifestarsi con un processo di svolgimento autonomo e coerente intorno al 1.000 a. C., segue l'Età Micenea e si sviluppa in fasi successive e molto diverse tra loro che si avvicendano in periodi r...


Description

GLI ORDINI ARCHITETTONICI L’ordine architettonico è la più grande novità che i Greci introducono nell’arte del costruire e risponde a una profonda esigenza concettuale nell’architettura greca: quella di eliminare qualsiasi forma di casualità nella realizzazione di un edificio. Esso consiste in una serie di regole geometriche e matematiche che fissano forme e dimensioni delle varie parti che compongono il tempio in modo che tutti gli elementi dell’edificio siano in rapporto proporzionale fra di loro e con l’insieme. Al fine di porre in relazione armonica le varie parti dell’organismo architettonico, gli architetti greci ricorsero al modulo, un’unità di misura (il raggio di base della colonna) con la quale le proporzioni dell’edificio erano regolate attraverso l’uso dei multipli e dei sottomultipli della stessa. Tre sono gli ordini architettonici impiegati dai Greci: il DORICO, lo IONICO e il CORINZIO. Ciascuno di essi presenta caratteristiche formali proprie e ben definite. Ciò che li accomuna è l’uso di una serie di rapporti proporzionali, di accordi armonici e di regole geometrico-matematiche tali da renderli il fondamento stesso dell’arte del costruire.

ORDINE DORICO Caratterizzato da proporzioni massicce e da una rigorosa semplicità di forme, è il più antico e maestoso dei tre. I primi esempi documentati risalgono all’inizio dell’epoca arcaica. Le sue principali zone di diffusione sono il Peloponneso, la Magna Grecia e la Sicilia. Il tempio dorico poggia su un CREPIDÒMA in pietra, un massiccio basamento costituito da tre o più gradini con la funzione di sopraelevare l’edificio, separando simbolicamente la residenza degli dei dal livello terreno. La parte superiore del crepidòma prende il nome di STILÒBATE e costituisce il piano orizzontale sul quale poggiano tutte le colonne del tempio. La colonna si compone di due elementi distinti: il FUSTO (composto di rocchi fissati con un perno centrale di bronzo) e il CAPITELLO. Fusto e capitello sono uniti tra loro mediante un elemento anulare di raccordo chiamato COLLARINO. Il fusto è rastremato verso l’alto. A circa un terzo della sua altezza la colonna presenta un leggero rigonfiamento detto ÈNTASI che serve a correggere la percezione ottica della colonna che altrimenti vista da lontano sembrerebbe innaturalmente sottile. Il fusto non è lascio, ma scanalato, in quanto tutta la sua superficie è percorsa verticalmente da scanalature realizzate scolpendo i rocchi dopo averli sagomati e sovrapposti. Queste scanalature, uguali e semicilindriche, sono accostate in modo da formare spigoli vivi. Tale accorgimento comporta una netta individuazione di fasce di luce alternate a fasce d’ombra, il che le conferisce un ulteriore senso di compattezza e di solidità. Il capitello costituisce il coronamento della colonna. È formato da due elementi sovrapposti chiamati ECHÌNO e ÀBACO. L’echìno ha la forma di un catino circolare dal profilo convesso. L’àbaco invece ha la forma di un parallelepipedo molto basso. L’insieme degli elementi strutturali e decorativi che si appoggiano sui capitelli prendono il nome generico di TRABEAZIONE. La trabeazione è formata a sua volta da tre elementi sovrapposti chiamati ARCHITRAVE, FREGIO E CORNICE. L’architrave collega orizzontalmente fra loro le varie colonne del tempio e serve da appoggio per le travi del tetto. Nell’ordine dorico l’architrave è sormontato per tutta la sua lunghezza da un fregio che si sviluppa lungo l’intero perimetro del tempio con un ordinato e ritmico alternarsi di mètope e trìglifi. Le mètope sono delle lastre, originariamente lisce e a partire dall’epoca classica dipinte o decorate a bassorilievo, con scene tratte dalla mitologia. I trìglifi sono decorati da quattro profonde scanalature che li percorrono verticalmente. La cornice, infine, aggetta sul fregio sottostante al fine di proteggerne i bassorilievi dalla pioggia. La facciata è chiusa dal frontone, entro il quale si distingue la parte triangolare, il timpano. Esso ospita sculture in altorilievo o a tutto tondo, narranti episodi mitologici.

ORDINE IONICO Si sviluppa con un ritardo di pochi decenni rispetto al dorico, a partire dalle coste orientali dell’Asia. La colonna non si appoggia direttamente sullo stilobate, ma ha una propria base costituita da due elementi circolari sovrapposti, una convessa, sporgente (toro) e una concava, rientrante (trochilo). Il fusto è meno rastremato di quello dorico, non ha entasi e presenta un numero maggiore di scanalature, che non si succedono più mediante spigoli vivi, ma sono smussate. Ciò contribuisce ad accentuare quel senso di grazia e di leggerezza che è uno dei fattori caratterizzanti dell’ordine ionico. Nel capitello l’echìno è ornato con decorazioni ovoidali (ovoli) e, fra esso e l’àbaco, quadrato, un elemento intermedio, il pulvino, si curva lateralmente in due ampie volute sottolineate da listelli. L’architrave si divide in tre fasce, progressivamente aggettanti, ed è sormontato da un fregio continuo raffigurante esseri viventi.

ORDINE CORINZIO Non è possibile enucleare un ordine corinzio in senso proprio, in quanto la sintassi delle sue modanature e il proporzionamento generale sono ampiamente mediati dall'ordine ionico. Risale al V secolo a. C e raggiunge la sua massima diffusione in età ellenistica. Sarà utilizzato molto dagli architetti Romani. Simile allo ionico, presenta un capitello caratterizzato dalla presenza di un motivo decorativo a foglie di acànto.

ORDINE EOLICO In periodo arcaico, nelle colonie eoliche d'Asia Minore si diffonde uno stile che, seppure molto vicino all'ordine ionico, non si risolve in un organico sistema architettonico. È probabile che, partendo da una base architettonica comune, alla fine del periodo orientalizzante l'uno si sia sviluppato in maniera indipendente dall'altro per poi subirne progressivamente il fascino. L'eolico perde ogni seguito alla fine del VI sec. a.C. con il decadere del ruolo politico di quelle colonie e il sorgere della supremazia ionica. La colonna presenta per base un toro a superficie liscia, coronato da un tondino e da un anello di raccordo al fusto, anch'esso liscio e molto slanciato. Il capitello prende spicco da un'ampia superficie torica, decorata da foglie piegate verso il basso, la quale rispecchia un parallelo nell'echino del capitello ionico. È articolato in due volute a sviluppo verticale, simmetricamente avvolte verso l'esterno, e in un'ampia palmetta che occupa la superficie triangolare intermedia; il canale della voluta può essere liscio o a superficie convessa. Gli orizzontamenti sono totalmente in legno con rivestimento in terracotta, similmente a quanto adottato per le corrispondenti membrature dell'ordine ionico nel periodo arcaico. Per la singolare forma del capitello sono stati richiamati precedenti medio- orientali ed egiziani, che tuttavia non sembrano costituire una indiscussa base stilistica e cronologica; inoltre suggestiva, ma ancor più improponibile sotto il profilo cronologico, è l'ipotesi di un suo travaso morfologico in alcuni dettagli del capitello corinzio (corone di foglie alla base, volute angolari, fiore centrale

COLONNE Ordine Dorico, Ionico e Corinzio ovvero gli Stili per l'architettura Greca Gli Ordini architettonici usati dagli antichi greci. Gli antichi architetti della Grecia per costruire i loro meravigliosi Edifici come per esempio quelli dedicati al culto, i celebri Templi crearono negli anni dei particolari metodi, degli stili conosciuti

col nome di Ordini architettonici che attraverso dei precisi calcoli matematici e geometrici presentavano alla fine nella visione dell'architettura una precisa e perfetta armonia nelle forme e negli elementi. Questi Ordini architettonici serviranno nell'architettura Greca soprattutto a rispondere a delle esigenze concettuali, tra cui forse la più importante era l'eliminazione di qualsiasi forma di casualità nella realizzazione di un Edificio.

Quindi con il termine di Ordine possiamo intendere l'insieme delle regole o dei canoni (dal greco kanòn, ossia norma, regola) che fissano forme e dimensioni delle varie parti che compongono una costruzione o un Tempio greco, in modo che alla fine tutti gli elementi che lo compongono abbiano un preciso rapporto proporzionale tra di loro e l'insieme. Tra gli Ordini architettonici Greci troviamo l'Ordine Dorico, l'Ordine Ionico e l'Ordine Corinzio. Gli Ordini Dorico e Ionico prendono il nome dai luoghi in cui vennero ideati dagli architetti greci. L'Ordine Corinzio invece secondo una antica leggenda sarebbe stato inventato da Kallimakos intorno al V secolo a.C. Questo personaggio sembra che ebbe l'ispirazione guardando un cesto con delle foglie d'acanto che era collocato su una tomba di una fanciulla nella città di Corinto. L'Ordine Dorico L'Ordine Dorico è il più antico e diffuso dei tre e si attribuisce la definizione della struttura e della forma del Tempio Greco. Si sviluppa prevalentemente nel territorio greco continentale e nelle colonie della Magna Grecia. Vediamo sopra una immagine con i vari elementi. Le caratteristiche principali dell'Ordine Dorico sono che la colonna non ha una vera e propria base e appoggia direttamente sullo stilobate. La colonna presenta un fusto che si assottiglia man mano che si sale verso l'alto e ha delle scanalature molto larghe. Il capitello che funge da corona per la colonna è molto semplice ed è costituito da due elementi chiamati (echino) un blocco tronco-conico, e (abaco) che è una lastra quadrangolare. L'architrave risulta liscio. In

esso vi è un fregio costituito da triglifi che sono lastre con tre scanalature verticali alternati a metope, dei riquadri con rilievi scolpiti. Nelle colonie greche della Sicilia l'ordine Dorico acquista in monumentalità ma perde in raffinatezza per l'uso del calcare al posto del marmo e per la forma più tozza della colonna. L'Ordine Ionico Esso nacque e si diffonde intorno al VI secolo a.C. soprattutto nelle zone di influenza ionica, quindi in Asia Minore e in alcune isole del mare di Egeo. Esso è più raffinato, più slanciato ed elegante di quello Dorico. Vediamo una sua immagine qui sotto con gli elementi.

La colonna non appoggia direttamente sullo stilobate ma ha una propria base costituita da sporgenze (toro) e rientranze (trochilo). Il fusto presenta delle scanalature strette ed è sormontato da un capitello decorato ai lati da due volute. L'architrave liscio è sormontato da un fregio continuo decorato senza interruzioni. L'Ordine Corinzio Questo tipo di ordine viene elaborato un po' più tardi, alla fine del V secolo a.C. e incomincia ad affermarsi e diffondersi ovunque in età Ellenistica. Sotto lo vediamo con i suoi elementi.

La colonna dell'ordine Corinzio poggia su una propria base ed è più sottile di quella Ionica. Il capitello è riccamente decorato con foglie d'acanto e il fregio è continuo come nel tempio ionico. Sin dall'antichità e fino al secolo ottocento moltissime opere architettoniche prodotte in occidente sono state costruite seguendo i parametri e gli stili degli architetti dell'antica Grecia perché essendo veri e propri "stili classici", i committenti dei lavori andavano sul sicuro per non essere delusi in un futuro a loro prossimo. Ma la ragione è anche dovuta ai vari materiali usati fino a quell'epoca, (marmi, pietre, mattoni ecc) che erano alla base degli stili degli architetti greci. (trovi articolo sui materiali)....


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