Lezione neuroPSICOLOGIA NUMERO QUATTRO PDF

Title Lezione neuroPSICOLOGIA NUMERO QUATTRO
Author Marialaura Marra
Course Neuropsicologia
Institution Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli
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Summary

Metto a disposizione appunti di neuropsicologia scritti da me utili per poter superare l'esame al meglio!...


Description

Massimiliano Conson Lezione del 7 Aprile 2020 Slide :1- 28 Mentalizzazione e teoria della mente Oggi ci concentriamo su una teoria interpretativa de

.

Questa teoria riconduce ai la spiegazione delle difficoltà che i ragazzi affetti da autismo incontrano nell’interagire efficacemente con gli altri.

Questioni terminologiche: Ci sono vari termini che possono essere usati in maniera intercambiabile ma che vengono riportati in modo diverso da testo a testo. Proviamo a fare un po’ di ordine:

Facciamo riferimento a i. Questo avviene allo scopo di essere in cognition/simulazione.

Sebbene l omprenda una parte che riguarda l’interpretazione di stati mentali e una parte legata all’analisi degli elementi emotivi, la cosa fondamentale che la caratterizza è . Richiede dello stato soggettivo e la c

verificare. La ToM è simile alla simulazione sotto certi aspetti perché “gioca d’anticipo”. Il sistema possiede

.

MENTALIZZAZIONE C’è un po’ di confusione in merito alla differenza tra ToM e mentalizzazione. Si può usare mentalizzazione in modo più specifico per far riferimento alla ToM o in modo più ampio come sinonimo di cognizione sociale.

Queste sono abbastanza dissimili da quelle utilizzate nella ToM. C’è

. che essendo motorio riesce ad elaborare segnali e fare previsioni più rapidamente.

Differenze tra ToM e Simulazione Motoria: quasi logiche, attivate nella mente di colui che vuole capire l’altro. Dobbiamo immaginare 2 sistemi che lavorano secondo due modalità diverse:  

(ToM).

(mirror system), che una decina di anni fa ha acquisito parecchia fama e interesse. Questo modello sembrava essere diventato il modello dominante per spiegare molti fenomeni comportamentali (nell’autismo).

[per correlati neurali ed esperimenti vedi dopo]

Teoria della Mente e Autismo un di acquisizione degli stati mentali quasi evidente anche dalle

. Ciò è

Spesso quando pensiamo alla teoria della mente l’accento cade sulla capacità di capire gli stati mentali degli altri e viene posto meno sul fatto che gli stessi sistemi vengono usati anche per capire la propria mente. . In caso di difficoltà, queste si presenteranno nel capire gli stati mentali ed emotivi sia propri che altruiCome avviene il processo? Si ha prima di tutto una rappresentazione . Questi contenuti mentali devono essere trasformati in una anticipare

C’è una lunga tradizione nello studio della ToM attraverso lo studio delle seguenti 2 situazioni sperimentali sviluppate nei primi anni 80. Queste rientrano nel paradigma della falsa credenza, creato per studiare se bambini o animali avessero comprensione dell’altro.

. Il test consente di discriminare tra quello che il bambino sa riguardo la scena e quello che i protagonisti della scena sanno rispetto agli eventi. Le situazioni sperimentali all’interno del paradigma di falsa credenza sono 2:

Titolo Descrizione

Difficoltà

Situazione Sperimentale Spostamento Inatteso Scatola Ingannevole Sally e Anna Scatola di Smarties C’è una sequenza di eventi in cui ci Il bambino entra in una stanza. Vede sono 2 protagoniste: Sally e Anna. una scatola di Smarties, poi andando a verificare, dentro la scatola c’è qualcosa di diverso da quello che si aspettava e ci trova una matita.

Il bambino che osserva la scena, ha visto che mentre Sally usciva Anna spostava la palla

perché Sally non ha avuto la possibilità di assistere al verificarsi di alcuni eventi. . Fatta questa operazione complessa, se il bambino risponde che Sally cerca la palla nella scatola ha attribuito a Sally conoscenze che Sally non ha. Se invece risponde che Sally cercherà la palla ancora nel cesto allora la risposta sarà corretta.

. Il proprio punto di vista è ben radicato nel proprio cervello. Lo psicologico lavora anche su questo, è un aspetto fondamentale della psicoterapia.

In questo compito, più che in quello di Sally e Anna, Immaginare che io so qualcosa che non è lo stesso che sa una persona che stava fuori la stanza. Allora il bambino dirà c’è la matita (che è quello che sa lui) rispondendo male o dirà che ci sono gli Smarties (che è quello che pensa una persona che non ha visto che dentro c’è un contenuto diverso da quello che si poteva immaginare dall’esterno della scatola) rispondendo bene.

Critiche metodologiche Sally e Anna La tradizione psicologica ha sempre dimostrato che C’è un punto critico importante però. Da quando è stato sviluppato questo test c’è sempre stata la convinzione che i bambini non

. Quindi secondo questa interpretazione i bambini non hanno una buona comprensione della mente altrui perché non riescono a risolvere Sally e Anna.

Critiche metodologiche compito degli Smarties Qua si fa ancora più evidente il peso che altre capacità (linguistiche/ esecutive) hanno sul compito, dal momento . Il bambino non ha una capacità di ritensione a breve termine complessa come può averla un adulto, che gli permette di tenere a mente tutti gli step del processo. Il compito poi, è grammaticale perché il bambino deve avere una buona conoscenza per poter rappresentare correttamente tutte le informazioni che gli vengono date.

. Si vedrà infatti che se faccio a questo test i bambini riescono Il vincolo più importante per la risoluzione del test è che . Il bambino deve dirsi nella sua mente che

. Inoltre, il compito si basa sull’analisi di una scena visiva ma viene raccontata e affrontata in modo verbale. Per poter affrontare questo tipo di compit

.

. E’ molto diverso lavorare su un disegno che fare un Sally e Anna con delle bamboline che il bimbo così la situazione. Il bambino, in un contesto reale/naturale anche palla.

. Viceversa, se si trova in . La domanda è: non risolve il compito perché non ha ancora la ToM o perché altre variabili non gli permettono di accedere a questo tipo di ragionamento esplicito sugli stati mentali?

Questo si può vedere anche di più nei compiti di falsa credenza di secondo ordine.

Descrizione:

Difficoltà:

SINTESI DEI COMPITI DI FALSA CREDENZA

Critiche Metodologiche in sintesi: complessi dal punto di vista delle

. Sono e dal punto di vista

Richiedono al bambino di ragionare in modo consapevole sui fatti e sulle cognizioni dei personaggi consapevole.

. Nel cervello era rimasta una traccia di quel comportamento. Seguendo l’esempio di H.M. se usassimo una misura di comportamento esplicita potremmo dimostrare che i bambini più piccoli di 4 anni posso o risolvere Sally e Anna. Sicuramente il carattere esplicito gioca tanto, . Prima dei 4 anni il bambino difficilmente risolverà Sally e Anna, non possedendo le conoscenze morto-sintattiche adeguate a comprenderlo e a rispondere. Altro aspetto importante è che Sally e Anna disegno che fare un Sally e Anna

ed è molto diverso lavorare su un

NUOVE TECNOLOGIE: Ci sono varie metodologie. Per esempio: occhi mi fa capire ch palla all’insaputa di Sally, ma ancora

Anche l movimento degli non sulla scatola dove Anna ha messo la

Attraverso Questo ci fa capire che il bambino questa cosa la sa prima ancora di essere in grado di riuscire ad esprimerla esplicitamente in modo verbale. In conclusione sbagliata rispetto a Sally e Anna allora avremmo ottime possibilità di . Questo ci rincuora perché dà prova che i bambini molto prima dei 4 anni riescono a capire cosa gli succede intorno.

l’altro. Questi sono i , cioè abilità più semplici rispetto a questi ragionamenti che il bambino deve fare per capire quello che gli accade intorno. I precursori sono molto studiati soprattutto nell’autismo.

. L’attenzione condivisa invece, ha una particolarità rispetto alle altre forme di attenzione studiate fin ora perché è un’attenzione a 3

Quest’operazione che fa la mamma funziona quando il bambino si gira verso la mamma, vede la mamma dove sta guardando e guarda anche lui dove sta guardando la mamma. Funziona anche dal punto di vista . Infatti, la mamma dicendo quella parola mentre guarda il biberon, attrae l’attenzione del bambino che guarda il biberon mentre ascolta la parola e quindi associa il suono all’oggetto. Pian piano sulla base di una ripetitività di quest’associazione il bambino imparerà il linguaggio. In una situazione contraria, in cui la mamma guarda ripetutamente il bambino e l’oggetto ma il bambino non si gira, non coglierà l’associazione che si sta verificando.

o . . Questa si chiama risposta all’attenzione condivisa ed è la forma più semplice. La capiamo ancora meglio guardando il temine inglese gaze-following cioè seguire lo sguardo.

Siccome questo tipo di attenzione si basa principalmente sulla vista,

i. In quel momento il bambino si gira verso lo stimolo e orienterà anche lo sguardo in quella direzione. attenzionale Questa triangolazione che sfrutta tantissimo il meccanismo visivo sarà soppiantato da una triangolazione dell’attenzione su base uditiva. La visione nell’uomo ha sempre il primato, è un canale informativo potentissimo però sicuramente in un cervello plastico la cosa positiva è che si sostituisce uno stimolo con un altro. bilanciamento. Un esempio di questo meccanismo del gaze following è quello a sinistra qua [slide] Qual è la scena? Il bimbo sta con la mamma. Dall’altro lato c’è una persona che indica un oggetto (pointing, che è un altro tipo di facilitazione spaziale potente). Il bambino si gira dove puntano gli occhi e dove punta il dito.

. Questa è un’iniziativa di attenzione condivisa. Differenza tra risposta all’attenzione condivisa e iniziativa di attenzione condivisa:  

volontario. Il bambino in questa sequenza lancia delle occhiate alla persona che gli sta di fronte in modo da poter comunicare guardando oggetto e interlocutore. Vuole richiamare l’attenzione e a questo punto può condividere con l’altra persona l’interesse per l’oggetto. E’ un atto intenzionale. Questo si presenta un po’ di tempo dopo,

Senza che gli venga detto niente il partecipante ha seguito lo sguardo della faccia,

Questa discrepanza che c’è tra la 1^ e la 2^ condizione si chiama . Ci fa capire che gli occhi di chi sta facendo l’esperimento sono stati catturati dallo sguardo della faccina, in modo completamente automatico senza che lo sperimentatore abbia detto niente al partecipante.

Il meccanismo di base quindi funziona ma il meccanismo complesso è alterato. .

La tecnologia non è semplicissima ma negli ultimi anni è diventata abbastanza avanzata da potere essere utilizzata con bambini più piccoli con problemi comportamentali. In questo esperimento bambini che sono abbastanza grandicelli hanno s

. Se invece misuriamo il numero di volte che i bambini vanno sugli oggetti cerchiati in verde vediamo che i bambini con sviluppo tipico hanno punteggi molto più alti di quelli con autismo. Ovviamente ci sono variazioni individuali in questi dati. (operazioni della vita quotidiana, linguaggio). . Dunque, c’è La variabilità dipende dalla gravità della sintomatologia, più grave è la sintomatologia più si lega a questa scarsa presenza del comportamento comunicativo. Da questi esperimenti si capisce che il gaze following è un parametro fondamentale nello studio dell’attenzione sociale.

CORRELATI NEURALI DELLA SIMULAZIONE E DELLA ToM Domande All’inizio della lezione lei ha fatto la differenza tra ToM e simulazione (componente embodied). Quando noi abbiamo fatto la ToM con la Raimo, ci disse che la ToM si suddivide in ToM cognitiva e ToM affettiva; poi all’interno della ToM stessa ha suddiviso la teoria della teoria e teoria della simulazione. Quando lei parla di ToM in termini cognitivi si riferisce alla teoria della teoria? Questa è una distinzione proposta da Goldman. In realtà la ToM comprende una parte che riguarda l’interpretazione di stati mentali e una parte legata all’analisi degli elementi emotivi. Ma la cosa fondamentale che caratterizza la ToM non è tanto avere a che fare con stimoli emotivi o con stimoli cognitivi, quanto la modalità di approcciare la situazione (che è strettamente inferenziale). La ToM è un processo logico che fa delle ipotesi e le va a verificare. E’ il processo di verifica empirica di un dato che riguarda lo stato mentale o le emozioni di un’altra persona. La simulazione p un processo diverso, vuol dire una cosa molto precisa: “come se”. La persona capisce l’altro come se si trovasse a vivere l’esperienza dell’altro. E’ Prevalentemente sensorimotorio, automatico. Non analizza le situazioni del contesto. Sono due modalità di elaborazione che procedono secondo caratteristiche totalmente diverse, e questa è una distinzione abbastanza classica. Infatti, i correlati neurofunzionali di ToM e simulazione sono dissociabili.

. Io capisco l’azione dell’altro perché il mio sistema sensorimotorio riproduce quell’azione come se io volessi eseguirla. Ecco che si crea una sorta di mapping, una corrispondenza esatta tra quello che vedo fare e quello che faccio

Al livello terminologico è stato usato il termine ToM come sinonimo di cognizione sociale perché come ha detto prima lei la cognizione sociale riguarda sia la ToM che la cognizione sociale giusto? Sì …Perché noi abbiamo avuto anche dei modelli neuronali in cui c’era la ToM cognitiva la ToM affettiva. Le componenti che sono coinvolte in entrambe erano tutta quella parte del mirror, della giunzione temporo-parietale ecc coinvolti anche nella simulazione. . Veramente nella letteratura ci sono piccole divergenze sulla terminologia. Perciò è importante capire come funziona però parlare di ToM in opposizione alla simulazione è abbastanza classico.

Quindi il sistema mirror sarebbe il correlato neurale della simulazione piuttosto che della ToM? Sì. Sulla faccia laterale abbiamo i Un’altra area parte del mirror che risponde così velocemente e automaticamente è insula

Questo è il sensorimotorio perché questa è la corteccia premotoria, qua abbiamo la somatosensoriale e qua abbiamo la temporale vicino alle uditive primarie. Quelle implicate nel mirror sono aree primarie non solo associative, con un’attività molto rapida, legate sempre a un’elaborazione sensoriale e motoria.

Quello che si sa è che il sistema mirror ha dei nodi: sensorimotori, premotori, parietali, temporali ed è un sistema simulativo.

ToM Per quanto riguarda la TOM, anche qua la rete può essere più o meno articolata, ma andiamo sui dati sicuri. Un nodo fondamentale per la , sulla parte mediale. La ToM è Ha anche 2 nodi laterali ma bisogna semplificare. Quindi se diciamo che tutte le strutture principali della ToM sono sulla

(pensare ai propri pensieri, desideri). E’ un’attività abbastanza sganciata dal corpo, sicuramente più inferenziale e non di tipo simulativo cioè basata su risposte corporee veloci.

ESPERIMENTI Per esempio a questo proposito:

Esperimenti degli anni 80, prima che la simulazione diventasse così famosa attraverso il sistema mirror.

.

 

 

altri elettrodi sul

.

Quindi questa è tutta simulazione rapida e inconsapevole quindi un meccanismo molto diverso da quello della ToM.





 . Una cosa è guardare le facce un’altra è trovarci un nome. Per convenzione chiamiamo il meccanismo rapido: simulativo; e il meccanismo lento, consapevole, esplicito, linguistico: ToM.

DESCRIZIONE DELL’EMOZIONE ASTRATTA (teorica) O CONCRETA (fisica)

No, io posso dire il nome di queste emozioni facendo una serie di ragionamenti o posso sfruttare un canale più rapido.

In clinica se parliamo con dei

LA SIMULAZIONE NEI BAMBINI AUTISTICI Prof ma questo non vuol dire che non c’è il meccanismo simulativo in questi bambini? Quindi non c’è nemmeno il fatto che abbiamo visto nell’esperimento precedente di percepire un’immagine al di sotto dei 25/35 millisecondi… Sì esatto. E’ stato fatto proprio questo esperimento con i bambini.

i. Diciamo questo perché c’è qualcuno che immagina che questi due sistemi debbano essere collegati, che interagiscano in qualche modo. Però

. . Uno di questi meccanismi è la

, cioè la

Quindi, è possibile che più che Ma allora a 20 mesi nel bambino perché si parla di teoria della mente implicita e non di percezione sociale? Perché non si fa questa distinzione? Diciamo che forse possiamo anche usare teoria della mente implicita come sinonimo di percezione sociale. Sicuramente la teoria della mente si basa sulla percezione di questi segnali sociali, quindi potremmo chiamarla come sinonimo di percezione sociale. Infatti, molti libri di testo e anche test utilizzano il termine percezione sociale. Quello descritto sopra è il modello interpretativo che dice che che non vengono percepiti perché il bambino non è attento (la sua attenziona va meno sui segnali sociali di base).

Modello interpretativo: STORM (Social Top-Down Response Modulation) E’ come se la . Possiamo parlare di un Quindi un meccanismo di basso livello che mi permette di cogliere i segnali sociali.

 

(

). Qui

Attualmente lo sforzo della robotica infatti è quello di simulare il movimento umano, ma appunto ciò che determina la fluidità del movimento umano è proprio la sua la natura biologica.

Dobbiamo immaginare 2 sistemi che lavorano secondo due modalità diverse:  

la ToM: astratto, cognitivo, inferenziale, logico, esplicito, complesso, lento. Il Meccanismo Simulativo: rapido, sensorimotorio, automatico, inconsapevole.

Evidentemente entrambi sfruttano dei prerequisiti cioè la capacità di cogliere i segnali. Una volta colti questi segnali il sistema farà delle elaborazioni: simulative o della semplice percezione sociale. Queste elaborazioni verranno poi elaborate al livello superiore (ToM).

Il ragazzo con autismo ha le maggiori difficoltà proprio quando sta chiacchierando nel gruppo, perchè non riesce ad elaborare e a reagire a quello che gli sta intorno. Quando va a casa ne parla con la mamma e tutti e due riescono a capire quello che è successo ragionandoci su.

. Il meccanismo simulativo a sua volta ha un ritardo e crea problemi all’interno della situazione sociale. difficile

reagire

Stiamo capendo che l’autismo è un problema di controllo delle reazioni che non s’innescano, si ritardano e ti fanno perdere il momento importante per sintonizzarti con gli altri. La prossima volta vedremo le prove empiriche a favore del modello STORM e chiudiamo questa parte dell’autismo.

Mi chiedevo allora per quanto riguarda queste situazioni complesse che un bambino autistico deve affrontare, come l’ingresso nella scuola/asilo. Come si può permettere al bambino di attuare quelle condizioni sociali che si devono esperire? L’idea è quella di insegnare ai bambini autistici (con autismo meno grave) a riconoscere per via semantica quello che dovrebbero riconoscere per via simulativa/ viscerale. Si potrebbe fare una cosa del genere? E’ proprio quello che si fa di solito. Si parte da questa spiegazione semantica delle funzioni e poi man mano si stressa sempre di più l’aspetto corporeo/fisico dell’emozione. Probabilmente questo passaggio completo non si fa. . I

mettersi esperienzialmente nei panni dell’altro. Questo tipo di esercizio di alfabetizzazione emotiv

Questo trattamento funziona anche nel periodo adolescenziale perché nella maturazione cerebrale, la capacità di comprendere segnali sociali sebbene sia innata è molto complessa. E’ una capacità che ci mette tanto tempo per svilupparsi appieno e raggiungere un livello massimo di efficienza. L’immaturità è protratta per tutto il periodo adolescenziale. Da un punto di vista positivo questo ...


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