Lezioni St. Economica e sociale del Medioevo LM 6 cfu PDF

Title Lezioni St. Economica e sociale del Medioevo LM 6 cfu
Author Elisa B
Course Storia economica del medioevo
Institution Università di Bologna
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Summary

Appunti delle lezioni del corso di laurea magistrale di storia economica e sociale; in dettaglio:
- venezia vs genova
- insediamenti commerciali a tana e caffa
- rapporti con bisanzio ed orda d'oro
- metodologia...


Description

STORIA ECONOMICA E SOCIALE DEL MEDIOEVO - 6 CFU Le motivazioni d’indagine

di

una

ricerca,

contenuti

e

metodo

Storia economica e sociale  studia i fatti, le persone, le idee dal punto di vista economico (cioè i meccanismi alla base del sostentamento della società e del profitto, sfruttamento risorse naturali, lavoro, etc.) e sociale (cioè le relazioni umane, ceti sociali, gruppi etc.).  Fondamentali per questa materia gli studi di Febvre/Bloch (Scuola degli Annales, 1929). È stato fatto un lavoro di ricerca sulle fonti d’Archivio (quello di Stato a Venezia); le fonti esaminate sono di tipo notarile (atti redatti da notai nel XIV sec.). L’obiettivo era di raccogliere atti e documenti di notai veneziani e il risultato è stato la redazione dei regesti ( ) dei singoli atti. Atto notarile: nel medioevo i documenti (es. compravendite, testamenti, patti etc.) erano redatti dal notaio. Il documento notarile è un atto privato che regola la natura dei rapporti tra due parti contraenti. Viene anche definito rogito = atto che acquista validità se appunto redatto e firmato dal notaio, con data topica e cronica dello stesso. Documenti esaminati in questa ricerca  copie di rogiti trascritti per esteso o riassunti; gli atti notarili sono stati circa 700 databili tra Trecento e Quattrocento, i primi inediti e i secondi editi. Gli atti pubblici esaminati (delibere dello stato veneziano) relativi a Tana coprono i secc. XIV-XV. Le informazioni tratte dagli atti notarili sono state confrontate con quelle riscontrate nella documentazione pubblica dello stesso periodo per ricostruire meglio l’organizzazione veneziana a Tana. Oltre alle fonti pubbliche e a quelle private, vengono usati altri tipi di fonte: -

Manuali di mercatura (es. anonimo fiorentino) Lettere dei mercanti (es. lettere a Pignol Zucchello) Cronache (Viaggio di Giosafat Barbaro)

 Regesto: (da latino regesta, -orum) catalogo; raccolta ordinata di documenti ed atti non riportati per intero ma in riassunto o solo nelle parti essenziali ai fini della raccolta stessa.

Tana Storia del territorio Tana si trova quasi alla foce del Don, a brevissima distanza dal mare d’Azov. Storicamente è stato ultimo avamposto dell’Orda d’oro verso l’Occidente; insediamento commerciale più orientale creato da mercanti europei. “Tana” viene attribuito dai mercanti italiani ad Azak, insediamento sorto vicino a Tanais, antica colonia greca di cui parla anche Strabone. Wilhelm Heyd: il nome Tana compare per la prima volta nel 1306 in una carta geografica compilata da Giovanni, curato della chiesa di San Marco di Genova. Tana fu a lungo una meta ambita dai mercanti italiani poiché era centro di passaggio strategico per Via della Seta e Spezie da Oriente; il territorio era inoltre ricco di prodotti locali apprezzati in Occidente (es. pesce o pelli). Fu mercato internazionale sia per import (prodotti tessili) sia per export (schiavi, pelli, pesce).

Tana Veneziana All’inizio del Trecento Tana compare nelle delibere del senato veneziano. Nel 1332 Senato delibera istituzione di consolato a Tana e nel 1333 viene stipulato trattato con khan Uzbek in base al quale ai veneziani viene concesso di abitare a Tana e di edificare qua case. Compito fondamentale del console era quello di occuparsi della costruzione di case sulla terra concessa dai Tartari sulle rive del Don; territorio paludoso che doveva essere bonificato alzandone il livello. Fondi per questi lavori  dazi corrisposti dai mercanti che arrivavano a Tana. Vietato vendere o donare terra ai non veneziani; i nuovi veneziani non potevano essere in più di 50 e potevano avere diritti dei veneziani solo entro i confini delle terre del Khan Uzbek. L’insediamento veneziano confina con: insediamento genovese, Tana degli alani, contrada degli ebrei, territorio greco e territorio autoctono (Tana dei tartari). Era composto da una piazza, una loggia del comune, dalla dimora del console e consiglieri, dalle case dei veneziani; intorno c’era palizzata a difesa della città. A Tana avveniva il commercio degli schiavi; la maggior parte di loro aveva tra gli 11-16 anni e si tendeva a chiedere più schiave di sesso femminile sia nel Trecento che nel Quattrocento. Negli atti notarili si trovano le cittadinanze  soprattutto russe, mongole, tartare, greche, alane. Gli schiavi erano utilizzati: -

Per rivenderli sul luogo

-

Usarli per le mansioni domestiche

 Nel corso del Trecento le opportunità offerte da un centro di frontiera quale Tana attirano con forza uomini d’affari e avventurieri da tutte le parti d’Europa, sia dall’Occidente che dall’Oriente. Organizzazione dell’amministrazione veneziana (curia) a Tana: -

Console 2 consiglieri Notaio Traduttore 2 banditori Medico 4 servitori

Dalle fonti notarili sappiamo che erano presenti una contrada del pesce, delle fovee (cantine), taverne e un incrocio di vie (trivium magnum). All’interno dell’insediamento commerciale sorgono inevitabilmente reti assistenziali di natura laica (confraternite) e religiosa (chiese cristiane e cimiteri, come quella di S. Giacomo) e figure professionali volte alla cura dell’individuo nella vita quotidiana (es. ospedale, medico pubblico a domicilio, taverne, fovee).

Tana Genovese La cronologia della presenza genovese a Tana tra XIII-XV sec. si intreccia con la storia dei soggetti politici protagonisti sul Mar Nero e Mar d’Azov in quel periodo: Impero bizantino; postazioni commerciali in Crimea + controllo del Bosforo -

Khanato mongolo; agevolazioni fiscali sui traffici a Tana

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Venezia; controllo del mare fino a foci del Don

A una fase iniziale dove i mercanti genovesi operavano a Tana solo a partire da Caffa, si passa ad una seconda fase dove viene creato un comptoir dotato di consolato attorno al 1311 per concessione dei Khan tartaro.

Atti del notaio Lamberto di Sambuceto (1289-90) I genovesi mostrarono interesse verso Tana sin dalla fine del Duecento come risulta dagli atti del notaio Lamberto di Sambuceto che rogava a Caffa; i suoi atti permettono di fare una serie di riflessioni circa: -

Le società commerciali create fra genovesi: viene registrata con frequenza la costituzione di società tra mercanti genovesi per trafficare/investire a Tana. Viene ripetuto spesso un tipo d’accordo (mercante genovese che conferma di aver ricevuto somma da

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connazionale per commerciare a Tana e/o sul Mar d’Azov). Si tratta sempre di mercanti residenti a Caffa che si recano a Tana per far fruttare denaro; una volta fatto ciò tornano a Caffa dove rendono conto ai soci del loro operato. Solo in alcuni contratti è dichiarata esplicitamente la percentuale di remunerazione per i soci che fanno i viaggi da Caffa ai porti attorno. 1/3 e ¾ del guadagno  più ricorrenti. Valore del capitale era maggiore di quello del lavoro. Le imbarcazioni, i proprietari e il trasporto: nel Duecento Caffa è una tappa decisiva per andare a Tana e i genovesi avevano obbligato a tutti i padroni di navi (sia piccole e leggere che più imponenti) che passavano di lì il pagamento per diritto di passaggio. Le tratte coperte dalle navi genovesi e veneziane attestano regolare servizio di trasporto marittimo delle persone da foci del Don a Mar Nero e addirittura fino al Mediterraneo. Contratti di noleggio  proprietario dell’imbarcazione dava servizio di trasporto di merce di altri in cambio di compenso fissato in base alla quantità di prodotto stivato. Le merci trattate: si tratta soprattutto di prodotti locali ed importazioni di merci degli operatori italiani; spezie e seta sono presenti nei rogiti di Lamberto solo in pochi casi (in riferimento a Caffa o Solgat). Merci principali erano: pesce, cereali, sale, miele, cera, pelli e schiavi.

Secondo Berindei e Veinstein  trasporto di merci pregiate inizia nel Trecento (fonti da cui traggono questa conclusione sono anche Anonimo Fiorentino e Balducci Pegolotti).

Genovesi e Veneziani a Tana nella prima parte del Trecento Genovesi: prime attestazioni della loro presenza a Tana  Duecento; viene fatta ipotesi di creazione di consolato genovese nel 1311 in base a serie di atti conservati a Genova. Veneziani: prime attestazioni  probabilmente 1326? Si sa per certo che nel 1333 viene creato un consolato su concessione del khan (notizia presa dalle delibere del senato). Portolani  manuali di navigazione costiera e portuale basati su esperienza e osservazione; contenevano informazioni relative ad un’area geografica precisa, mostravano direzione in base ai venti principali e disegnavano linea costiera con indicazione di tutti i porti. Rivelano profonda conoscenza del mare da parte degli europei: disegnati su pergamene e quindi trasportabili durante il viaggio. Introduzione di portolani è del XIII secolo prima in Italia e poi in Spagna. Alla fine del XII sec. Mar Nero aveva città portuali costruite su vecchie colonie greche che traevano vantaggi dall’essere così vicini alle ricchezze d’Oriente (es. breve distanza tra Costantinopoli e Trebisonda).

Rapporti tesi tra le due comunità I rapporti tra Genova e Venezia alle foci del Don e delle comunità locali erano molto fragili; il periodo di costruzione del quartiere veneziano è un esempio dato che il funzionario tartaro di Tana e forse Genova cercarono di impedire costruzione di case sul terreno dato loro dall’autorità centrale. Wilhelm Heyd: ostilità del governatore tartaro era dovuta alla pressione dei genovesi che avevano accolto male la notizia della concessione di insediamento dei veneziani. A confermare questa ipotesi  tentativo veneziano di ottenere permesso di edificare abitazioni in modo da non dover condividere spazi comuni con genovesi. Doge veneziano viene a sapere questa cosa e manda a Khan Ouzbek ambasciatore per chiedere che i veneziani siano trattati meglio e allontanati da insediamento genovese; richiesta rimane inascoltata perché nel khanato dalla morte di Ouzbek nel 1340 si crea una forte instabilità politica durante la quale i governatori di Tana si indeboliscono lasciando spazio a lotte tra le varie popolazioni presenti a Tana. 1342: situazione si risolve con salita al potere di Gianibek, figlio di Ouzbek, al khanato. Venezia ottiene possibilità di trasferire luogo di insediamento. Anno successivo (1343): commercio italiani a Tana ha una battuta d’arresto quando veneziani (e genovesi) sono espulsi dalla località alle foci del Don per 5 anni a seguito di un conflitto non chiaro con Gjanibek  avvicinamento tra genovesi e veneziani (Unio inter Venetos et Ianuensis) per paura che khan si rivolgesse anche a Caffa. Volevano entrambi il rimborso dei danni subiti e ripristino concessioni precedenti. Tra 1344-1348 stipulati atti per recuperare posizioni a Tana e venne stabilito dalle due parti che non si sarebbero intrecciate alcune relazioni commerciali con il khanato, restando in attesa delle controparti. Nel 1347 Gjanibek dà di nuovo possibilità di tornare a Tana a Venezia restituendo terre. Venezia e Genova rompono alleanza e conflitto da locale diventa internazionale.

Sacco di Tana (1375) e Tana nel XV secolo Tamerlano distrugge nel 1375 Tana e altre città importanti per l’Orda d’oro. Nonostante l’attacco di Tamerlano, i veneziani e i genovesi tornano a Tana e ci rimangono. Dopo attacco di Tamerlano si hanno due assalti a Tana da parte dei khan mongoli nel 1410 e nel 1418. Dagli atti notarili emerge: -

Ridimensionamento della popolazione di stranieri. Persistere dell’attività commerciale a Tana di genovesi e veneziani. Aumento di matrimoni misti.

Insediamento è ricostruito sia da parte genovese che da quella veneziana. Le due comunità erano ancora organizzate secondo la modalità del consolato; console in particolare aveva potere amministrativo e giudiziario + doveva tenere rapporti col khan a partire dal pagamento della tassa per il terreno. Un servizio di assistenza era poi garantito da un medico probabilmente da parte di entrambe le città. Commercio era ancora fruttuoso soprattutto nell’attività di vendita di pesce e tratta di schiavi; ma commercio non si limitava alle derrate locali e comprendeva anche produzioni lontane che qua erano convogliate. Mercato spezie e seta era vivace  ha più spazio delle merci prodotte in loco. Conquista di Costantinopoli nel 1453 dà battuta d’arresto a commercio genovese e veneziano. Per Venezia commerciare nel Mar Nero è sempre più difficile a partire dal 1463 quando Maometto II entra in città. Queste possibilità terminano definitivamente quando Caffa viene presa da Turchi nel 1475. In questo scenario assume importanza il banco di S. Giorgio che assorbe consolato genovese.

Genova e Venezia Lotta tra Genova e Venezia L’affermazione di Genova e Venezia come potenze marittime di grande rilievo nelle relazioni con l’Oriente va di pari passo con la loro crescente rivalità. La concorrenza commerciale nel Mediterraneo si sviluppa a seguito della conquista veneziana di Costantinopoli (1204). Entrambe le due potenze: -

Avevano trovato nel mare il mezzo principale per accrescere ricchezze Volevano difendere il proprio honor civitatis (concetto che farciva il discorso politico del tempo) Affermavano identità mercantile/guerriera

In gioco c’era la supremazia sulle rotte commerciali internazionali, la possibilità di arricchimento dei mercanti e imprenditori e quindi mantenimento di benessere diffuso. Il confronto con l’avversario  nuova identità bellica per le due città che rifletteva sul mare ideali di forza e potenza; sono attestate anche relazioni pacifiche e di mutuo soccorso per Tana e Caffa tra mercanti genovesi e veneziani.

Collaborazione tra Venezia e Genova Collaborazione legata soprattutto a situazioni contingenti (es. società, testi, prestiti, procuratori); gli atti redatti dai notai veneziani a Tana nel Trecento danno casistica varia delle fitte relazioni tra Genova e Venezia (es. procura per restituzione di un prestito o procuratore di beni). C’è anche esempio di nolo di nave da parte di un genovese a un veneziano. Le situazioni di emergenza o criticità economica che entrambe le città dovevano affrontare sia a Tana che a Caffa le porta a soprassedere le differenze nazionali e sociali. Dopo ogni crisi politica o bellica capitava dunque che le relazioni tra operatori economici dell’una e dell’altra tornassero ad avere contatti pacifici e a stringersi.

Guerra di San Saba 1256: conflitto nasce tra mercanti veneziani e genovesi ad Acri, forse per la proprietà di un edificio strategico per le attività commerciali (un fondaco?). Entrambe le parti cercarono di avere concessioni sull’edificio. Obiettivo  controllo del porto.  Quartiere genovese: sudovest della città e confinava a est coi veneziani e a nord con i Templari. Non aveva accesso al porto!

Nell’area del porto c’era edificio appartenente al monastero di S. Saba, forse elevato fortificato più che luogo di culto  luogo strategico per attività commerciali vicino al porto e utile per difesa dei quartieri già delimitati da mura difensive con porte e feritoie. La disputa per questo edificio inizia nel 1251 e sfocia in una guerra nel 56 quando genovesi invadono prima quartiere pisano poi quello veneziano. Lorenzo Tiepolo (ammiraglio) rovescia la situazione: incendia diversi legni genovesi mettendoli in difficoltà. Vanno a crearsi due fazioni distinte: -

Veneziani e Pisani, Provenzali, cavalieri templari, membri di nobiltà locale. Genovesi, Catalani, Anconitani, cavalieri ospitalieri, membri di nobiltà locale.

Battaglia di Tiro Sconfitta Genova, Venezia (con Pisani) occupa la città dando fuoco al quartiere genovese e tagliano rifornimenti ai genovesi. 1257: a Tiro, alleata dei genovesi questi vengono definitivamente sconfitti in una battaglia navale dai veneziani. Genovesi perdono per scarsa organizzazione. 1258: scontro navale che si conclude a favore dei veneziani appoggiati dai pisani e dai templari; Genova invece era guidata da Filippo di Montfort che sbaglia tattica portando a Genova un’altra sconfitta. Quartiere genovese di Acri è occupato da veneziani che ne tirano giù le fortificazioni.

Battaglie tra Genova e Venezia Compromesso raggiunto dal papa Alessandro IV che fa firmare una convenzione: entrambe le città devono consegnare le fortezze e le torri, pena  pignoramento dei beni mobili e immobili ad Acri. Veneziani si oppongono fino al 1261. 1263: Battaglia di Spetzepulo  Genova attacca Venezia ma quest’ultima riesce a difendersi bene e cattura 4 navi genovesi. 1264: Battaglia di Saseno  nuovo confronto tra genovesi e veneziani a Saseno; genovesi stracciano veneziani grazie a una tattica navale pensata da Simone Grillo, comandante della flotta genovese. 1266: Battaglia di Trapani  Genovesi perdono contro veneziani nonostante maggioranza numerica. Venezia smonta tattica difensiva dei genovesi. I capitani genovesi riescono a scappare ma una volta tornati a casa vengono sanzionati con multe severe.

Tra il 1266 e il 1269 ci sono diversi tentativi di Genova di riprendere la propria postazione ad Acri, ogni volta però sono ostacolati dai pisani e veneziani che ad Acri hanno mantenuto quartiere.  Ottava crociata (1270): Luigi IX di Francia e Clemente IV contro Mamelucchi. Luigi IX chiede aiuto di Genova e Venezia. Genova da subito non vuole, Venezia ne approfitta per riaprire rapporti con Bisanzio: viene firmata tregua che dura dal 1268 al 1277 (viene rinnovata). Venezia riesce ad avere riconoscimento del possesso di Creta, Modone, Corone e tutte le isole dell’arcipelago fatta eccezione per Negroponte. Tregua tra Genova e Venezia: Tregua di Cremona (1270)  tregua di 5 anni per poter permettere ad entrambe le parti di fare l’ottava crociata. Viene rinnovata tra alcune difficoltà fino al 1283. Nel 1291 Acri cade in mano ai musulmani che la strappano ai crociati; vicenda segna fine del regno di Gerusalemme e delle basi cristiane in città.

Terza guerra veneto-genovese (1350-1355) Nel 1347: pace tra Genova e Gianibek + veneziani riottengono le terre. Genova propone condizioni di commercio tra Caffa e Tana ma Venezia rifiuta  basi per un nuovo conflitto. Nel 1348: avamposto genovese nello stretto del bosforo da cui Genova fa pagare dazi di passaggio e i mercanti non potevano transitare di lì senza un permesso speciale. Venezia allora stringe alleanza con Bisanzio e con Pietro IV d’Aragona che era in lotta contro Genova per la Sardegna. Battaglia del Bosforo (1352): flotta veneziana + aragonese + greca contro la flotta genovese. Vince Genova e Bisanzio offre un trattato ai genovesi dove: -

Dà la piena proprietà di Pera ai genovesi. Rinnova franchigie doganali del trattato del Ninfeo. Vieta alle navi veneziane e catalane l’accoglienza nei propri porti. Divieto di navi greche ad andare verso Tana senza controllo dei genovesi.

Trattato di pace: 1355. Tra le clausole del trattato c’è impegno delle due potenze italiane a non inviare navi a Tana per tre anni, al termine di questo periodo avrebbero avuto libera navigazione. Solo nel 1358 Venezia si reca da Khan Berdibek a chiedere concessione di privilegi del 1332-1333; Khan accetta e nel 1358 emana diploma dove conferma dettato dei trattati precedenti e concede ai veneziani terreno a Tana per fare nuovo insediamento, stavolta lontano da genovesi.

Quarta guerra veneto-genovese (1377-1381)

Premessa della guerra: iniziative di Pietro I di Lusignano (re di Cipro e sovrano titolare di Gersualemme); vuole sconfiggere i mamelucchi che minacciavano Cipro e la Terra Santa. Tra 1360-1363 avvia alleanza con Genova, Venezia, francesi e inglesi. Nello stesso periodo Urbano V bandisce una crociata e Pietro I ne approfitta e crea una poderosa flotta; nel 1363 i crociati assaltano Alessandria e la saccheggiano per poi evacuare sapendo che mamelucchi sarebbero arrivati. Mamelucchi colpiscono mercanti latini e subito Venezia manda legati a Cairo e ristabilisce una normale attività commerciale; anche Genova manda ambasciatore e ottiene ciò. Pietro I fallisce e nel 1369 viene as...


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