L\'invenzione della stampa PDF

Title L\'invenzione della stampa
Author GIADA BERGAMASCO
Course Comunicazione e media Aziendale
Institution Università degli Studi di Napoli L'Orientale
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Summary

La stampa da Gutemberg ...


Description

L’INVENZIONE DELLA STAMPA A CARATTERI MOBILI Anticamente la riproduzione dei testi ed immagini era affidata ai “amanuenses”, ovvero a monaci che all’interno dell’abbazie avevano il compito di riprodurre e copiare libri, per garantirne la diffusione, ciò comportava però molto spesso una trascrizione errata dei testi, oltre a richiedere dei tempi estremamente lunghi, da qui nacque l’esigenza di creare un metodo di stampa. La tecnica di stampa si perfezionò con gli anni, fino ad arrivare a quella più innovativa della stampa a caratteri mobili, riconducibile al tipografo cinese Bi Sheng, introdotta tra il 1041 ed il 1048 d.C. Si suppone che questa tecnica di stampa cinese, sia stata successivamente importata in Europa, ma di questo passaggio non c’è alcuna testimonianza, per questo motivo convenzionalmente attribuiamo la nascita dalla stampa all’orafo Johannes Gutenberg, il quale inventò una matrice in grado di fondere singole lettere, inizialmente venivano utilizzati dei cubi di piccole dimensioni, prima fatti in legno e successivamente si passò a dei punzoni in metallo sui quali erano scolpite le lettere dell’alfabeto. Tale innovazione, unita alla scelta di nuovi inchiostri ad olio e ad una rivoluzionaria concezione di pressa, ispirata al torchio per l’uva, conferì alla macchina da stampa maggiore precisione, velocità e resistenza nel tempo. Così, grazie a Gutenberg nel 1455 circa, si hanno particolari opere di stampa, denominate “incunabili”, (documenti stampati tra la metà del XV secolo e il primo ventennio del XVI) la prima delle quali fu la Bibbia a 42 linee, dal numero delle righe di testo che strutturano ogni pagina. Da questo momento in poi i tempi di diffusione dei libri diventarono sempre più brevi, diminuirono i costi di realizzazione, rendendo il materiale letterario accessibile a più persone e non più un bene di lusso. La rivoluzione di Gutemberg, portò a una crescita culturale e sociale in tutta Europa, gli allievi del tipografo si spostarono per il continente diffondendo le nuove tecniche di stampa, così nel giro di pochi anni si diffusero rapidamente anche in Italia, dove l’arte tipografica trovò l’ideale luogo di espansione nella città di Venezia, lì nel 1500 operavano circa 200 tipografie, non è un caso infatti che si affermò come principale centro editoriale d’Europa nel giro di pochi anni. Personalità rilevante fu sicuramente quella di Aldo Manuzio, letterato legato al mondo accademico, che intraprese l’attività tipografica come modo di diffusione della conoscenza della letteratura greca e latina, riproponendo i grandi capolavori classici in edizioni stampate, denominate Aldine. Quest’ultime erano dei volumi stampati in formato tascabile, grazie all’utilizzo del carattere cancelleresco, più noto come carattere corsivo, aldino o italico, realizzato nella sua bottega con l’aiuto del bolognese Francesco Griffo, che incise per Manuzio sia i punzoni del corsivo, sia un romano denominato successivamente “Bembo”, per essere stato utilizzato nel libro “De Aetna” di Pietro Bembo. La creazione del corsivo aveva due scopi: risparmiare la carta e rendere i testi più leggibili ed eleganti rispetto al gotico di Gutenberg. Queste edizioni erano caratterizzate da importanti novità tipografiche, come l’introduzione della punteggiatura in chiave moderna, ovvero secondo il nostro utilizzo attuale, l’invenzione del punto e virgola e la riproduzione dei libri in un formato ottavo più maneggevole ed economico da produrre a confronto degli ingombranti volumi in quarto. Il primo libro stampato in corsivo e in formato ottavo fu un testo di Virgilio nel 1501....


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