Llanto por Ignacio Sánchez Mejías-Lorca spiegazione PDF

Title Llanto por Ignacio Sánchez Mejías-Lorca spiegazione
Author Cecilia surya
Course Letteratura spagnola 1
Institution Università degli Studi di Firenze
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analisi poema LLanto por la muerte de Ignacio Sánchez Mejías di Lorca...


Description

Llanto por Ignacio Sánchez Mejías – F. G. LORCA Scritto nel 1934 in occasione della morte dell’amico ma pubblicato nel 1935. Il torero era membro della Generazione del ’27, si interessò quindi anche alla letteratura, stringendo amicizia con gli intellettuali di questo periodo. è un elogio funebre, un tipo di testo classico che veniva scritto per personaggi particolarmente importanti. Si tratta di un solo componimento. L’episodio avviene durante una corrida a Madrid, quando Ignacio venne ferito mortalmente da un toro e morirà di lì a poco per cancrena. Lorca parte da questo fatto concreto, realmente accaduto, per poi spostarsi sul piano allegorico, più universale, con il quale anticipa la morte della Repubblica e l’avvento del Franchismo (la morte del torero diviene simbolo della morte della Repubblica. Lorca, che si rende conto di come sta andando la vita politica in Spagna, ha una sorta di premonizione. Riprende una sorta di tradizione iniziata da Picasso con il Guernica: il toro come simbolo di morte e di distruzione, la cui forza bruta in Lorca diviene la forza bruta della falange di estrema destra che porrà fine alla Repubblica. Un’altra interpretazione della critica vede che la premonizione fatta da Lorca sia individuale e non nazionale,ovvero che la morte fisica del torero stia per la morte violenta che Lorca pensa che avrà. il poeta qui si fa portavoce di un sentimento popolare. Da un punto di vista formale si ispira a due tradizioni: 1) TAUROMACHIA: parte della letteratura spagnola che si occupa della celebrazione de la Fiesta de los Toros, ma che in Lorca risulta capovolta: in questo caso non si tratta della vittoria dell’uomo sulla natura, ma viceversa, infatti in questo caso ha la meglio il toro, che diviene il boia, l’esecutore della morte, mentre il torero diviene la vittima. 2) ELEGIA FUNEBRE CLASSICA: a cui rimane più vicino per quanto riguarda la struttura. Si tratta di un tipo di componimento poetico che affonda le sue radici nella tradizione classica greco-romana e si fonda su tre momenti: • del lamento, durante il quale il poeta mostra tutta la sua sofferenza per la morte della persona in questione; • la celebrazione, il momento in cui l’autore ricorda le qualità della persona scomparsa; • Infine, la consolazione: il poeta qui capisce che, grazie ai suoi versi, la persona defunta non è scomparsa ma ciò che rimane è la sua memoria resa dalla poesia stessa. In Lorca il testo, però è diviso in quattro parti, che possono essere lette anche singolarmente, come se fossero un poema a sé stante; La cogida y la muerte e La sangre derramada, nelle quali viene presentato il fatto concreto, al quale Lorca partecipa in prima persona e insiste sull’ora della morte nella la prima parte, e sulla visione del sangue dell’amico sulla sabbia nella seconda parte. Queste due parti nella loro unione vengono definite dalla critica come “piano terreste”, perché descrivono il concreto. A queste si contrappongo Cuerpo presente e Alma ausente: trattano di un “piano metafisico”, a partire dal concreto Lorca introduce temi universali. Ignàcio non è più un corpo morto, ma rappresenta la morte stessa. Lorca mostra ancora una volta una grande vicinanza al Surrealismo, con l’uso di immagini particolarissime, che anche la critica fatica a spiegare, soprattutto per quanto riguarda la terza parte.

Una tarde a Agosto de 1934 en la plaza manchega de Manzanares Ignacio Sánchez Mejías sufrió una grave cogida que le acarreó la muerte pocas horas después. Era el torero amigo de poetas entre los que se contaban García Lorca y Alberti. Llanto es el nombre tradicional que durante siglos han recibido las elegías. Recordemos el más famoso de todos las "Coplas" de Jorge Manrique. La literatura está llena de elegías pues no hay nada mas común que la muerte y nada tan habitual que los lamentos de familiares y deudos del difunto. En este "llanto" o elegía por la muerte de Ignacio Sánchez Mejías, Lorca va a cantar la muerte del torero y del amigo. En ella se unen lo lírico, lo épico y lo dramático. El poema entero consta de cuatro partes y son una síntesis de la poesía lorquiana (según palabras de Pedro Salinas). El llanto fue publicado en 1935 y está compuesto por 4 poemas. Sánchez Mejías era un buen amigo de Lorca y un miembro de la Generación del 27, ya que además de ser torero era escritor. Este torero fue testigo de la llamada Época Dorada de la tauromaquia. Metrica: • nelle prime due parti fa riferimento alla tradizione, infatti incontriamo versi brevi, 7/8 sillabe, tipici della tradizione popolare del Romancero, che il poeta sceglie per dare un ritmo incalzante alla proprio poesia; • nelle ultime strofe utilizza il verso lungo, l’endecasillabo e l’alessandrino, perché nella sua ottica dà un tono solenne, necessario a trattare i temi universali affrontati. Vi è pertanto una diversificazione tematica e metrica all’interno dello stesso componimento. Estructura. El Llanto es un momento de culminación de la poesía de Lorca no solamente por ese saber hacer verso a verso sino por el afán de estructurar este largo poema en un conjunto armonioso en el que cada parte sea una unidad pero formando parte de un conjunto superior. Este largo poema (el más largo de G. Lorca, tiene 220 versos) consta de cuatro partes que son como las partes de que consta una sonata En ella aparecen armónicamente lo popular, lo culto, lo autobiográfico y lo lírico, el romance, el alejandrino, el ritmo de la soleá, la fatalidad, el presagio posible de su propia muerte… TEMA La idea principal se corresponde con el tema; la narración de la muerte de Ignacio Sánchez Mejías. RESUMEN Lorca nos cuenta cómo sucedió la muerte del torero. Aconteció a las cinco de la tarde. El toro da una cornada en el muslo del torero. Recogen a este en una cama con ruedas y su muerte comienza a causa de la gangrena. da cosa si notano le influenze moderne? -Uso della metrica: ottonario+endecasillabo; -svolgimento temporale: immagini flash di un attimo: Costruzione paratattica. -non ha estribillo (ritornello) Contesto Ignacio è un banderillero di Siviglia nato da famiglia altoborghese. Aveva sempre voluto essere torero che è una cosa non per le persone colte. Va in Messico per inseguire il suo sogno. Nel 1910 entra a far parte della squadra di toreri di Joselito e si forma come banderillero: tiene aste con bandierine. È uno spettacolo di morte. Diventa cognato di Joselito,uno dei più grandi toreri, si sposa con Lola gomez una gitana. Nel 1920 Ignacio inizia a arrivare alla vetta della toreria. Muore Joselito (il cognato) incornato. Assume il testimone dei più grandi espada spagnoli. Ignacio è un torero insolito perché è colto e raffinato cosa di cui sarà accusato. Amava la cultura, scrive romanzo, teatro, diventa critico taurino. Diventa mecenate dei giovani poeti della generacion del 27, ama Gongora e si trova bene con alberti e Lorca. Nel 27 ha quasi 40 anni e come torero si ritira dalla plaza perché risente dell’età. Quando si ritira un torero di solito taglia il codino.

Lorca era ammirato come torero perché non chiudeva mai gli occhi. Scende nella plaza de toros di Cadiz ed è un trionfo, si riconferma come torero. Tuttavia le cronache sottolineano che è meno agile. 11 agosto 1934 va a torear in una plaza minore, Manzanares, durante l’incontro sfida se stesso con una danza col toro. Era noto perchè avvicinava il toro e subito si sedeva sulla staccionata. Ma questa volta il toro gli prende l’inguine. Prima di andare in plaza era andato a vedere le infermerie perché sentiva il presagio e capisce che non deve essere curato lì in caso di ferita. Ignacio dice che non vuole restare a Manzanares e vuole andare a Madrid, tuttavia Igancio muore per la cancrena che subentra il 13 ago 1934. In ottobre 34 Lorca scrive il Llanto, elegìa pianto funebre all’amico morto. Non fu l’unico a scrivere un’elegìa tra la generacion del 27. Poesia suddivisa in 4 parti. Eroe che incarna il valore dell’eccellenza. Lorca canta un eroe epico in chiave elegiaca: Le tradizioni si fondono. I protagonisti sono 3: Il toro, torero, e il pubblico (coro). Alterna 2 metriche: ottonario popolare tradizionale come la corrida a las cinco de la tarde. Come momento ipnotico. E sperimentalmente vi alterna endecasillabo a cui “affida la narrazione”, un’immagine prima e dopo la morte. Immagini scandite dall’ipnotico a las cinco de la tarde… trasforma l’ottonario in endecasillabo, metro colto raffinato usato per flash descrittivi. Las cinco de la tarde è l’ora in cui iniziano le corride. trasfigurazione poetica fa confluire tutto in questo momento della sera. 1. La cogida y la muerte A las cinco de la tarde. Eran las cinco en punto de la tarde. Un niño trajo la blanca sábana a las cinco de la tarde. Una espuerta de cal ya prevenida a las cinco de la tarde. Lo demás era muerte y sólo muerte a las cinco de la tarde.

El viento se llevó los algodones a las cinco de la tarde. Y el óxido sembró cristal y níquel a las cinco de la tarde. Ya luchan la paloma y el leopardo a las cinco de la tarde. Y un muslo con un asta desolada a las cinco de la tarde. Comenzaron 105 sones del bordón a las cinco de la tarde. Las campanas de arsénico y el humo a las cinco de la tarde.

Primo soggetto è un niño che porta la blanca sabana. Il lenzuolo era già pronto. (questo verso è un decasillabo perché accento cade sulla 9° sàbana. è un eccezione) Elemento legato alla morte. Inizia che la morte è già avvenuta. La morte di Ignacio diventa morte cosmica. La corrida è uno spettacolo di morte come sacrificio estremo, considerata alla pari di cerimonia religiosa. è il momento della presa di coscienza della morte dell’amico: Lorca al momento dell’incidente è consapevole che l’amico morirà e rende questa sua sensazione con quattro immagini, del bambino che porta fuori il lenzuolo, della calce che viene utilizzata per coprire il sangue, ecc… • Insiste molto sui colori, sul cromatismo, specialmente sul colore bianco che richiama il bianco pallore della morte, in contrasto con il rosso del sangue del torero

La natura diventa complice dell’impossibile recupero di Ignacio, si porta via il cotone. Appaiono molti elementi dell’ambito infermieristico. Trasfigurazione simbolica torerotoro, alla pari. Non c’è filo cronologico. Oxido, ruggine degli strumenti. El oxido sembrò cristal..(seminare) poi diventa causa della morte predestinata.

Ricca di sonorità funebri, corda più bassa della chitarra. Immagini e percezioni sensoriali. Campane accostate a elementi chimici. 3° protagonista folla attonita (grupos de silencio).

Nella seconda strofa, la presa di coscienza della morte scatena nel poeta una serie di immagini che richiamano la morte stessa e manifestano il dolore del poeta. Sembrano immagini intervallate dalla ripetizione del tempo (a las cinco de la tarde). • Vi è un riferimento ai metalli ossidati, vi è distruzione e morte anche nei metalli (soffrono anche loro). • Parla della lotta tra il leopardo e la colomba, una lotta impari, come quella tra il torero e il toro. • Il primo riferimento diretto al fatto concreto è il verso Y un muslo con un asta desolada, l’immagine della coscia trafitta dalla lancia. • Torna a creare immagini sul suono, parla del suono del bordòn, che produce un suono basso, che ricorda quello delle campane. Parla anche di campanas de arsenico, che è un veleno, quindi richiama proprio il suono di morte

En las esquinas grupos de silencio a las cinco de la tarde. ¡Y el toro solo corazón arriba! a las cinco de la tarde. Cuando el sudor de nieve fué llegando a las cinco de la tarde, cuando la plaza se cubrió de yodo a las cinco de la tarde la muerte puso huevos en la herida a las cinco de la tarde. A las cinco de la tarde. A las cinco en punto e la tarde.

Un ataúd con ruedas es la cama a las cinco de la tarde.

Boca arriba)-corazon arriba, trionfatore oppure morto oppure indica il movimento della spada che insegue il cuore La morte è viva, depone uova.

Nella terza strofa afferma che negli angoli vi erano gruppi di persone in silenzio: il pubblico è in silenzio, stupito perché non si aspetta che il torero possa essere finito. Lorca insisterà molo sulla differente reazione tra lui e il pubblico, specialmente nella seconda parte [differenza di sensibilità tra massa e individuo]. • Appare poi il toro (¡Y el toro solo corazón arriba!), il quale rimane solo nell’arena ma trionfante, perché ha vinto sull’uomo. • “Sudor de nieve”: costruzione ossimorica, perché si suda solitamente quando si ha caldo, ma parla della neve, quindi un sudore gelato, perché è il sudore della morte, per indicare la rigidità del corpo morto. • Afferma poi che l’arena si ricoprì di iodio, che sta per sangue, [riferimento ai metalli] poiché questo metallo è come se condividesse il dolore della vittima. – • Il verso successivo (la muerte puso huevos en la herida),si riferisce alla decomposizione del corpo: la morte viene vista come un insetto che depone le sue uova infette nella ferita del torero. Lorca immagina una morte immediata, anche se, nella realtà, non è stato così.

Huesos y flautas suenan en su oído a las cinco de la tarde. El toro ya mugía por su frente a las cinco de la tarde. El cuarto se irisaba de agonía a las cinco de la tarde. A lo lejos ya viene la gangrena a las cinco de la tarde. Trompa de lirio por las verdes ingles a las cinco de la tarde. Las heridas quemaban como soles a las cinco de la tarde, y el gentío rompía las ventanas a las cinco de la tarde. A las cinco de la tarde. ¡Ay, qué terribles cinco de la tarde! ¡Eran las cinco en todos los relojes! ¡Eran las cinco en sombra de la tarde!

Le ossa spezzate scricchiolano come flauti: metafora gongorina. personificazione della gangrena. Petali del giglio, immagine più dolce per indicare un foro creato dal corno, verde funebre. Lessico della corrida: il sole brucia

Todos: morte cosmica

Nella quarta strofa, la bara diviene il letto di morte del torero. • Los flautos rappresentano una musica celestiale. • Il toro rimarca la sua vittoria “muggendo dalla fronte”, con cui ha inflitto la morte al torero, solo nell’arena: si tratta di una METONIMIA, perché in realtà il toro muggisce dalla bocca. • La cancrena della ferita, che sta per il dolore fisico del torero ma anche per la sofferenza del poeta, è rappresentata attraverso lo strumento della tromba di giglio: il giglio è un fiore che si identifica con la morte perché si deteriora molto velocemente, come la ferita in putrefazione e la vista di questa ferita produce un dolore quasi fisico e un senso di desolazione nel pubblico che assiste alla scena; il pubblico, che inizialmente era in silenzio, inizia, poi a lamentare la morte del torero Non vediamo né la cogida né la muerte. Ma immagini quasi surrealiste. Questa prima parte è la più sperimentale: alterna le metriche ottosillabici e endecasillabici. La 2° parte è quella più varia. La 3° e 4° è il trionfo dell’alessandrino e endecasillabo. Descrive l’agonia del torero nella plaza e nell’ospedale. È una serie di immagini, tipico della modernità. in questa prima parte, vuole insistere sul tempo, come si capisce dell’ANAFORA del primo verso, che si ripete in tutto il componimento, un tempo che è concreto e misurabile (la cinco de la tarde), che si andrà a contrapporre con l’immisurabile infinito che è la memoria. Con la ripetizione del medesimo verso, Lorca vuole dare un certo ritmo, piuttosto lento e angosciante, al testo, si tratta di una ripetizione monotona, una litania, con la quale vuole richiamare il suono delle campane a lutto [il riferimento al suono è comunque una costante nella poesia di Lorca, che tende sempre ad includere e fondere i cinque sensi].

Aquí Lorca no inventa nada, se limita a escribir los hechos tan y como son. Una tecnica que utiliza mucho es la repetición da la frase “a las cinco de la tarde”, cuando las corridas tienen lugar. Esta frase es como un tañido (rintocco) sordo, profundo, que se repite con un tono muy obsesivo. “Eran las cinco en todos los relojes” se convierte en la hora de la eternidad en una España tragica. Es como si fuese la hora eterna de la muerte. Paráfrasis: La sábana blancasirve para cubrir el cuerpo del torero. La emoragía es tan violenta que necesita la sábana. La cal se utiliza para que la sangre no se derrame. El angodón es utilizado para curar las heridas del torero. Significa que ya no se puede hacer nada más porque son heridas de muerte y por lo tanto el algodón no sirve ya. Las manchas (pezzi) de oxido se difundieron sobre el cristal y el niquel de los instrumentos del medico que intentaba curarlo, pero los instrumentos son inutiles. Los animales simbolizan el contrasto entre inocencía y violencía, vida y muerte. El toro ha golpeado (colpito) el torero en una pierna, en el muslo y esto crea agonía. El bordón es la quinta corda de la guitarra y es el tono más grave; puede simbolizar el tono de la marcha funebre y las campanas que sonan la muerte. Las campanas de arsenico llevan la muerte. El humo (fumo) simboliza las velas (candele). Los amigos miran en silencio la marcha funebre y solo el toro triunfa. Es una fiera orgullosa de haber vincido al hombre, pero es un triunfo simbolico porque a su vez el toro ha sido matado. El sudor es frío como la muerte. Después llegaron las sombras (ombre) de la noche de un color violeta como lo yodo puesto en las heridas de Ignacio. Ya sus heridas tienen germines de la infección, son rapresentados por huevos horrorosos. Se encuentra la imagén de la camilla (barella) con la que Ignacio ha sido llevado al hospital. Lo unico que se oye es el sonido del cuerno (hecho de huesos) del toro y el sonido de la banda musical que toca los flautos. Durante la agonía Ignacio veía su habitación llenarse de colores como si tuviese alucinaciónes. La herida de Ignacio parece una trompa (corolla del fiore) a forma de lirio (spirale) y está asumendo el color verde de la gangrena, de la putrefacción y de la muerte. La gente se acercaba a la ventana de la habitación de Ignacio (infermeria) para verlo antes que se muriese. En la ultima parte se desarolla el tema de la agonía. Se concluye la tragedia con la muerte de Ignacio y con su destino tragico

2 la sangre derramada ¡Que no quiero verla! Dile a la luna que venga, que no quiero ver la sangre de Ignacio sobre la arena.

Ignacio ormai è un sogno rievocato. Interlocutore anonimo. Luna, invocazione dell’oscurità, archetipo della pena e della morte. È anche simbolo materno che consola. luna che si muove associata al cavallo. Cielo si contrappone alla plaza. Dal cielo ci si sposta alla terra-plaza.

¡Que no quiero verla! Nel primo verso chiede l’intervento della luna, quindi dell’oscurità, la invoca per non vedere la morte, il sangue dell’amico. [Ancora una volta nella poesia di Lorca l’oscurità è positiva]. cavallo=forza irrazionale La luna de par en par.

• La luna è personificata, perché è “cavallo di

Caballo de nubes quietas, y la plaza gris del sueño con sauces en las barreras.

quiete nubi”, quindi più che altro è animalizzata. Qualsiasi elemento che intervenga per offuscare la vista è ben accetto dal poeta. • Altro elemento che ha per non vedere è il sonno, in cui si può rifugiare per dimenticare. • Il riferimento allo steccato e ai salici è un riferimento che richiama la bara, fatta appunto di legno,associato indirettamente alla morte. Sauces=salici piangenti.

¡Que no quiero verla! Quema (prima erano las heridas), qui è assenza di corpo. Interlocutore pubblico o interno mondo. • Il gelsomino è associato all’amicizia, che legava il poeta al torero. Gelsomini=purezza.

 Que mi recuerdo se quema. ¡Avisad a los jazmines con su blancura pequeña!

¡Que no quiero verla! La vaca del viejo mundo pasaba su triste lengua sobre un hocico de sangres derramadas en la arena, y los toros de Guisando, casi muerte y casi piedra, mugieron como dos siglos hartos de pisar la tierra. No. ¡Que no quiero verla!

Por las gradas sube Ignacio con toda su muerte a cuestas. Buscaba el amanecer, y el amanecer no era. Busca su perfil seguro, y el sueño lo desorienta. Buscaba su hermoso cuerpo y encontró su sangre abierta. ¡No me digáis que la vea! No quiero sentir el chorro cada vez con menos f...


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