Microeconomia - Riassunti precisi e comprensivi di libro, spiegazione delle lezioni e slide. PDF

Title Microeconomia - Riassunti precisi e comprensivi di libro, spiegazione delle lezioni e slide.
Course Istituzioni di Microeconomia
Institution Università degli Studi di Parma
Pages 44
File Size 2.8 MB
File Type PDF
Total Downloads 153
Total Views 366

Summary

MICROECONOMIA1) PENSARE DA ECONOMISTILa microeconomia studia i processi decisionali in condizioni di scarsitá. Il problema della scarsitá si pone sempre, anche quando le risorse naturali sono abbondanti: esistono infatti limitazioni a livello di tempo, energia e altri fattori. Queste scelte vengono ...


Description

MICROECONOMIA 1) PENSARE DA ECONOMISTI La microeconomia studia i processi decisionali in condizioni di scarsitá. Il problema della scarsitá si pone sempre, anche quando le risorse naturali sono abbondanti: esistono infatti limitazioni a livello di tempo, energia e altri fattori. Queste scelte vengono effettuate secondo l’approccio dei COSTI-BENEFICI, dove Beneficio > Costo. Si va in contro quindi al trade-off, ovvero quella situazione dove se si sceglie un’alternativa, si deve necessariamente rinunciare ad un’altra. 1.3 ERRORI PIÚ COMUNI NEL PROCESSO DECISIONALE 1. IGNORARE I COSTI OPPORTUNITÁ L’errore consiste quindi nell’escludere costi non espliciti. Se compiere l’azione X significa escludere l’azione Y, il valore rappresentato da Y, se l’avessimo compiuta, é un costo opportuitá di X. 2. NON IGNORARE I COSTI NON RECUPERABILI In altre occasioni invece un costo appare rilevante quando invece non lo è. Si chiamano costi non recuperabili perché vanno ignorati. 3. MISURARE COSTI E BENEFICI IN TERMINI PERCENTUALI INVECE CHE IN TERMINI ASSOLUTI Tutto dipende dal contesto. I modo logico viene spontaneo ragionare in termini percentuali, ma questo spesso pone molti dubbi. Ad esempio, conviene andare da Trony in auto per risparmiare 10€ su una sveglia del valore di 20€, o comprarla nel negozio sotto casa? Tenendo conto del costo del tempo, del viaggio in auto e della benzina, non conviene molto. Converrebbe di piú fare questo viaggio per comprare un televisore dal valore di 1010€ da Trony e da 1000€ nel negozio sotto casa. Il risparmio di 10€ è uguale in entrambi i casi, ma si deve tenere conto del contesto e delle variabili. 4. NON COMPRENDERE LA DIFFERENZA TRA COSTO MEDIO E COSTO MARGINALE La regola del calcolo costi-benefici ci dice di incrementare il livello di un’attivitá finché il suo beneficio marginale eccede il suo costo marginale. Il costo marginale è l’aumento dei costi totali derivante dall’effettuazione di un’unitá addizionale di attivitá, ovvero dall’aggiunta di un’unitá. Il beneficio marginale è l’aumento dei benefici totali derivante dall’effettuazione di un’unitá addizionale di attivitá, ovvero dall’aggiunta di un’unitá. Il costo medio è il rapporto fra il costo totale di un’attivitá il numero n di due unitá effettuate. Il beneficio medio è il rapporto fra il beneficio totale di un’attivitá e il numero n di sue unitá effettuate. 1.4 RAPPRESENTAZIONE GRAFICA DEL COSTO E DEL BENEFICIO MARGINALE

Asse Y valore monetario; Asse X come viene utilizzata la risorsa; Tracciare la retta del prezzo, cioè il costo marginale e la curva del beneficio marginale.

1

2) LA DOMANDA E L’OFFERTA 2.2 CURVA DI DOMANDA E DI OFFERTA Lo strumento fondamentale che si utilizza per studiare il funzionamento di un mercato e l'analisi della domanda e dell’offerta. Un mercato è costituito dall’insieme dei compratori e dei venditori di un determinato bene o servizio. Alcuni mercati sono delimitati da vincoli molto precisi di spazio e di tempo, altri invece coprono un territorio geografico sterminato.

CURVA DI DOMANDA La curva della domanda ci dice quali sono le quantitá che i consumatori sono disposti ad acquistare a diversi prezzi. LEGGE DELLA DOMANDA La sua caratteristica principale è l’inclinazione negativa: quando si riduce il prezzo, la quantitá domandata aumenta. PREZZO ALTO → MINORE DOMANDA PREZZO BASSO → MAGGIORE DOMANDA

CURVA DI OFFERTA La curva dell’offerta ci dice quali sono le quantitá che i venditori sono disposti a vendere a diversi prezzi. LEGGE DELL’OFFERTA La sua caratteristica principale è l’inclinazione positiva: quando il prezzo aumenta, aumenta anche l’offerta. PREZZO ALTO → MAGGIORE OFFERTA PREZZO BASSO → MINORE OFFERTA INTERPRETAZIONE ORIZZONTALE Dice qual è la quantitá offerta dai produttori per prezzo. INTERPRETAZIONE VERTICALE Dice qual è il prezzo minimo al quale i venditori sono disposti ad offrire il prodotto. 2.3 LA QUANTITÁ E IL PREZZO DI EQUILIBRIO Utilizzando le curve di domanda e offerta è possibile determinare la quantitá e il prezzo di equilibrio di mercato, ovvero l’incrocio tra domanda e offerta dove sono soddisfatti sia i consumatori che i produttori. I consumatori possono acquistare la quantitá di prodotti che vogliono acquistare per un dato prezzo e i produttori riescono a vendere la quantitá desiderata (EFFICIENZA PARETIANA). Talvolta puó accadere che ci sia: - ECCESSO DI DOMANDA, quando il prezzo è inferiore a quello di equilibrio (D > S); - ECCESSO DI OFFERTA., quando il prezzo è superiore a quello di equilibrio (S > D). 2.4 IL PROCESSO DI AGGIUSTAMENTO VERSO L’EQUILIBRIO 2

SQUILIBRIO TRA DOMANDA E OFFERTA Quando il prezzo differisce dal suo livello di equilibrio, gli scambi che si realizzano sul mercato sono condizionati dal comportamento dei consumatori o da quello dei produttori. Se i prezzi sono superiori al livello di equilibrio, i produttori vendono meno di quanto vorrebbero. L’impulso del produttore insoddisfatto é quello di abbassare il prezzo. Tuttavia accade spesso che alcuni prodotti ad esempio il cibo, non possono essere semplicemente immagazzinati e quindi vengono surgelati. La conseguenza sará che poi il prezzo di vendita per un prodotto surgelato, sará nettamente inferiore. P > a quello di equilibrio → ECCESSO DI OFFERTA P < a quello di equilibrio → ECCESSO DI DOMANDA 2.5 LA PROPRIETÁ DELL’EQUILIBRIO DI MERCATO IN TERMINI DI BENESSERE Se i prezzi e le quantitá non sono al loro livello di equilibrio, sará sempre possibile individuare una riallocazione in grado di soddisfare la situazione di qualcuno, senza danneggiare quella di qualcun altro, in modo da migliorare la posizione economica di entrambe le parti.

2.6 IL LIBERO MERCATO E I PROBLEMI DELLA POVERTÁ É possibile che tutti i mercati siano in perfetto equilibrio e che, ciononostante, molte persone abbiano un reddito tanto basso da non consentire loro di vivere decentemente? Sí perché efficienza, non significa uguaglianza. L’efficienza del mercato ci consente solo di dire che, dato il loro basso livello di reddito, anche gli individui piú poveri potranno, grazie al libero scambio utilizzare al meglio quel reddito.

2.6.1 CONTROLLO DEGLI AFFITTI Il tetto di un prezzo é il livello oltre il quale, per legge, il prezzo di un bene non puó salire. Se si dovessero quindi avere affitti controllati, il prezzo diminuirebbe, facendo aumentare in modo esponenziale la domanda. DI conseguenza ci sarebbero sempre meno appartamenti da poter affittare.

2.7 GLI INTERVENTI DI SOSTEGNO AI PREZZI

PREZZO MINIMO Livello sotto il quale il prezzo di un bene non puó scendere, stabilito per legge. Il prezzo minimo viene fissato al di sopra del prezzo di equilibrio, creando eccesso di offerta, che viene acquistato dal governo. Ció che viene comprato da quest’ultimo spesso peró rimane inutilizzato ed è quindi uno spreco di risorse ed energie. Quindi il governo pensa di sostenere le imprese, quando in realtá le appesantisce e basta. Non è quindi un metodo efficiente. 2.8 LE FUNZIONI ALLOCATIVE DEI PREZZI 3

I prezzi sono informazioni e svolgono due funzioni principali: 1. Servono per distribuire i beni ai consumatori che attribuiscono a quel bene il maggior valore (FUNZIONE ALLOCATIVA DEI PREZZI RISPETTO AI BENI); 2. Servono a segnalare verso quali settori produttivi far affluire risorse produttive (FUNZIONE ALLOCATIVA DEI PREZZI RISPETTO ALLE RISORSE). 2.9 DETERMINANTI DELLA DOMANDA E DELL’OFFERTA 2.9.1 DETERMINANTI DELLA DOMANDA - REDDITI → La quantitá domandata ad un certo prezzo, aumenterá all’aumentare del reddito; - GUSTI → Non tutti i consumatori hanno gli stessi gusti e questi non rimangono immutati nel tempo; - PREZZI DI BENI SOSTITUTIVI E COMPLEMENTARI → L’incremento del prezzo di un bene complementare, fa diminuire la domanda dell’altro bene. Per i beni sostitutivi, l’incremento del prezzo di un bene tende ad accrescere la domanda dell’altro; - ASPETTATIVE → Le aspettative dei consumatori dei prezzi e del reddito incidono sugli acquisti; - FATTORI DEMOGRAFICI → Quanto è piú grande un mercato, tanto é piú grande la quantitá domandata di un bene ad un certo prezzo. 2.9.2 DETERMINANTI DELL’OFFERTA - TECNOLOGIA → La quantitá di beni che ogni produttore è disposto ad offrire ad un determinato prezzo dipende anche dai costi di produzione, strettamente legati alla tecnologia; - PREZZI DEI FATTORI PRODUTTIVI → Legato ai costi di produzione abbiamo anche il prezzo dei fattori produttivi (capitale e lavoro); - NUMERO DEI PRODUTTORI → Piú è alto il numero delle imprese che producono un certo bene, maggiore sará la quantitá offerta; - ASPETTATIVE → I produttori tengono conto delle variazioni attese nei prezzi; - CONDIZIONI METEOROLOGICHE → Per alcuni prodotti i fattori legati al clima hanno un ruolo determinante nel definire la curva dell’offerta. 2.9.3 VARIAZIONI DELLA DOMANDA RISPETTO A VARIAZIONI DI QUANTITÁ DOMANDATA VARIAZIONE DELLA DOMANDA → Spostamento dell’intera curva di domanda VARIAZIONE DELLA QUANTITÁ DOMANDATA → Spostamento lungo la curva di domanda VARIAZIONE DELL’OFFERTA → Spostamento dell’intera curva dell’offerta VARIAZIONE DELLA QUANTITÁ OFFERTA → Spostamento lungo la curva dell’offerta 2.10 PREVEDERE E SPIEGARE LE VARIAZIONI NEI PREZZI E NELLE QUANTITÁ Per prevedere o spiegare le variazioni le variazioni che intervengono nei prezzi e nelle quantiá di equilibrio, dobbiamo prevedere i movimenti delle curve di domanda e offerta: ● Un aumento della domanda determina un aumento sia del prezzo di equilibrio, sia della quantitá di equilibrio; ( > D > P > Q ) ● Una riduzione della domanda determina una riduzione sia del prezzo di equilibrio, sia della quantitá di equilibrio; ( < D < P < Q ) ● Un aumento dell'offerta determina una riduzione del prezzo di equilibrio e un aumento della quantitá di equilibrio; ( > S < P > Q ) ● Una riduzione dell’offerta determina un aumento del prezzo di equilibrio e una riduzione della quantitá di equilibrio. ( < S > P < Q ) 4

3) LA SCELTA RAZIONALE DEL CONSUMATORE 3.2 VINCOLO DI BILANCIO Un paniere è una particolare combinazione di due o piú beni. Il vincolo di bilancio è l’insieme di tutti i panieri che esauriscono esattamente il reddito del consumatore determinati prezzi.

VINCOLO DI BILANCIO

M = PA (A) + PC (C)

INVERSA

M - PA (A) = PC (C)

RETTA

C = (M/PC)-(PA/PC)(A)

PENDENZA

- (PA/PC)

INTERCETTA VERTICALE

(M/PC)

INTERCETTA ORIZZONTALE

(M/PA)

3.2.1 SPOSTAMENTI VINCOLO DI BILANCIO DOVUTI A VARIAZIONI DI PREZZI O REDDITO

VARIAZIONI DEI PREZZI La variazione di uno solo dei prezzi di due beni, determina la variazione della pendenza e della posizione del vincolo di bilancio. Se il prezzo aumenta, aumenterá anche la pendenza.

VARIAZIONI DEL REDDITO Se il reddito aumenta, la retta del vincolo di bilancio si sposta parallelamente verso destra. Se il reddito si dimezza anche l'intercetta verticale e orizzontale di dimezzano, mentre la pendenza rimane invariata perché quest’ultima dipende dai prezzi. 3.2.2 VINCOLI DI BILANCIO RELATIVI A PIÚ DI DUE BENI 5

Una situazione piú realistica, è quella dove il consumatore deve scegliere tra piú di due beni. BENE COMPOSITO Per poter rappresentare questa scelta imponiamo che X sia un bene particolare e Y un insieme di altri beni. Questo prende il nome di bene composito, ovvero l’ammontare di reddito che rimane disponibile per il consumatore dopo l’acquisto di X. Si tratta quindi della parte di reddito che spende il consumatore per acquistare tutti i beni diversi da X.

3.2.3 VINCOLI DI BILANCIO ‘’A GOMITO’’

I vincoli visti fino ad ora sono rappresentati da linee rette, perché i prezzi sono costanti. Quando i prezzi non sono costanti e sono presenti quindi sconti, il vincolo di bilancio puó assumere una forma ‘’a gomito’’.

3.3 LE PREFERENZE DEL CONSUMATORE Un ordinamento di preferenze è uno schema attraverso il quale un consumatore ordina tutti i possibili panieri secondo le sue preferenze. Questo ordinamento possiede 4 proprietá: 1. COMPLETEZZA → Un ordinamento di preferenze é completo se consente al consumatore di classificare tutte le possibili combinazioni di beni e servizi. 2. TRANSITIVITÁ → Se il consumatore preferisce il paniere A al paniere B e il paniere B al paniere C, allora preferirá sempre il paniere A al paniere C. 3. NON SAZIETÁ → A paritá di condizioni, il consumatore preferisce avere una quantitá maggiore di un determinato bene. 4. CONVESSITÁ → Le combinazioni intermedie di beni sono preferite a quelle estreme 5. CONTINUITÁ → Piccoli cambiamenti delle quantitá di un bene non dovrebbero causare un improvviso mutamento delle preferenze. Questa proprietá genera la CURVA DI INDIFFERENZA.

GRAFICO DI NON SAZIETÁ

6

3.3.1 CURVE DI INDIFFERENZA

Una curva di indifferenza é un insieme di panieri tra i quali il consumatore è indifferente. Qualunque paniere al di sopra della curva di indifferenza, sará sempre preferibile al paniere che giace sulla curva di indifferenza.

Una mappa di indifferenza rappresenta l’insieme delle curve di indifferenza del consumatore, usato come riassunto grafico dell’ordinamento di preferenze. I panieri che appartengono ad una qualsiasi saranno sempre preferiti a panieri che si su curve di indifferenza piú basse e offrono al consumatore una minore soddisfazione. Piú ci allontana dall’origine, maggiore è la soddisfazione.

curva, trovano si

Caratteristiche delle curve di indifferenza: 1. Le curve di indifferenza coprono tutti i panieri. Ciascun paniere puó giacere su un’unica curva di indifferenza. 2. Le curve di indifferenza hanno una PENDENZA NEGATIVA. 3. Le curve di indifferenza NON POSSONO INCROCIARSI, perché violerebbero almeno una delle proprietá degli ordinamenti di preferenze. 4. L’inclinazione delle curve di indifferenza si riduce man mano che ci spostiamo verso destra. 3.3.2 TRADE - OFF TRA BENI

In qualunque punto della curva di indifferenza, il saggio marginale di sostituzione (MRS), è il tasso al quale il consumatore è disposto a scambiare il bene misurato lungo l’asse orizzontale. Equivale al valore assoluto della curva di indifferenza. Rappresenta la quantitá di cibo che il consumatore è disposto a ricevere per essere compensato della rinuncia ad una unitá di alloggio. La pendenza del vincolo di bilancio è data dal rapporto dei due prezzi.

7

3.4 LA SCELTA DEL MIGLIOR PANIERE

La scelta del miglior paniere è il paniere che dá al consumatore la soddisfazione maggiore tra tutti quelli ammissibili. La miglior scelta che il consumatore possa fare é quella di scegliere il paniere che sta sulla retta del vincolo di bilancio, ma che si intersechi anche con la curva di indifferenza piú elevata. La CONDIZIONE DI OTTIMO l’abbiamo quindi quando MRS = Rapporto tra i due prezzi dei due beni.

3.4.1 SOLUZIONI D’ANGOLO Nella scelta fra due beni in corrispondenza del paniere migliore per il consumatore, il MRS non eguaglia la pendenza del vincolo di bilancio. Di conseguenza il consumatore potrebbe rinunciare completamente ad uno dei due beni. Le curve di indifferenza sono rette: se sono piú inclinate del vincolo di bilancio, il consumatore sceglie un paniere che contiene solo il bene rappresentato sull’asse orizzontale. Nel caso opposto, la soluzione d’angolo implicherá il consumo del solo bene rappresentato lungo l’asse verticale.

PERFETTI SOSTITUTI

FINIRE

PERFETTI COMPLEMENTI

8

FINIRE

4) LA DOMANDA INDIVIDUALE E LA DOMANDA DI MERCATO 4.2 GLI EFFETTI DELLE VARIAZIONI DI PREZZO 4.2.1 LA CURVA PREZZO-CONSUMO

CURVA PREZZO-CONSUMO (PCC) Rappresenta i panieri ottimali corrispondenti a tutti i prezzi possibili dell’abitazione, tenendo fissi il reddito e i prezzi degli altri beni. Se il prezzo dell’abitazione diminuisce, il valore della pendenza, e quindi del vincolo di bilancio, si abbassa e ruota verso l’esterno.

4.2.2 LA CURVA DI DOMANDA INDIVIDUALE CURVA DI DOMANDA INDIVIDUALE Dalla curva prezzo-consumo, si puó ottenere la curva di domanda individuale per l’abitazione. La curva di domanda individuale rappresenta la quantitá domandata dal singolo consumatore ai diversi prezzi e ognuna è diversa dalle altre a seconda delle preferenze del consumatore. Per ricavare la curva di domanda individuale si devono registrare in una tabella la quantitá di abitazione domandata dal consumatore in corrispondenza di ogni livello di prezzo dell’abitazione. Quelli sul grafico sono tutti punti di scelta ottimale e la curva di domanda non è necessariamente una retta.

4.3 GLI EFFETTI DELLE VARIAZIONI DI REDDITO 4.3.1 LA CURVA REDDITO-CONSUMO

CURVA REDDITO-CONSUMO (ICC) Rappresenta i panieri ottimali corrispondenti a tutti i possibili livelli del reddito, tenendo fissi i prezzi dei beni. All’aumentare del reddito, aumenta anche il consumo 9

abitazione. Tutti i punti sono punti di scelta ottima.

4.3.2 CURVA DI ENGEL

CURVA DI ENGEL Esprime la relazione tra la quantitá consumata di un bene e il reddito individuale, mantenendo costanti. Dalla curva reddito-consumo si ottiene la curva di Engel, registrando in una tabella il reddito e la quantitá di abitazione domandata.

4.3.3 BENI NORMALI E BENI INFERIORI I due beni (filetto e hamburger) non sono perfetti sostituti, ma sono abbastanza simili, quindi all’aumentare del reddito, le persone che possono permetterselo, tendono a consumare piú filetto e meno hamburger. Questo perché possono permetterselo e perché entrambi i beni andranno a soddisfare lo stesso bisogno di carne. Quindi la curva di hamburger sará decrescente, perché all’aumentare del reddito si riduce il suo consumo perché si preferisce consumare il filetto, che ha una qualitá maggiore. Ció dimostra che la curva non deve essere necessariamente crescente. BENI NORMALI Se all’aumentare del reddito, il consumatore acquista una quantitá maggiore del bene X, allora il bene X è un bene normale e la curva di Engel sará CRESCENTE (Es. Filetto di carne) BENI INFERIORI Se all’aumentare del reddito, il consumatore acquista una quantitá minore del bene X, allora il bene X è un bene inferiore e la curva di Engel sará DECRESCENTE (Es. Hamburger di carne)

10

4.3.4 EFFETTI DI REDDITO E DI SOSTITUZIONE DERIVANTI DA VARIAZIONE DI PREZZO Nel caso di variazione del prezzo di un bene, possiamo notare due tipi di effetti: - EFFETTO DI SOSTITUZIONE Componente dell’effetto totale di una variazione di prezzo che deriva dalla corrispondente variazione della corrispondente variazione della convenienza relativa agli altri beni. L’effetto sostituzione sostanzialmente é quindi un effetto dell’aumento del prezzo di un bene, che rende piú conveniente i suoi sostituti. Questo effetto causa sempre una variazione della quantitá acquistata di segno opposto a quello della variazione del prezzo, quindi: quando il prezzo aumenta, la quantitá domandata diminuisce e viceversa. - EFFETTO DI REDDITO Componente dell’effetto totale di una variazione di prezzo che deriva dalla componente variazione del potere di acquisto del consumatore. L’effetto reddito sostanzialmente é quindi un effetto sempre dovuto all’aumento del prezzo di un bene, che va a ridurre il potere d’acquisto, poiché il consumatore puó acquistare una minore quantitá di beni. La sua direzione dipende dalla tipologia di bene: ➢ Se si tratta di un BENE NORMALE, l’effetto di reddito opera nella stessa direzione dell’effetto di sostituzione perché al crescere del prezzo, diminuisce il potere di acquisto e la quntitá domandata e viceversa; ➢ Se si tratta di un BENE INFERIORE, l’effetto reddito e l’effetto sostituzione vanno in due direzioni opposte.

Bene inferiore

L’EFFETTO TOTALE dell’aumento del prezzo é la somma dell’effetto di sostituzione e dell’effetto di reddito.

4.3.5 BENI DI GIFFEN Se l’effetto reddito è tale da piú che compensare l'effetto sostituzione, allora l’effetto totale della riduzione del prezzo del bene conduce ad una rid...


Similar Free PDFs