Letteratura - appunti delle lezioni, parafrasi, riassunti PDF

Title Letteratura - appunti delle lezioni, parafrasi, riassunti
Author mizzz scovenna
Course letteratura
Institution Università degli Studi di Milano
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appunti delle lezioni, parafrasi, riassunti...


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LETTERATURA ITALIANA CRONOLOGIA ESSENZIALE -

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960  primi documenti in volgare italiano 1194  primi documenti letterari in volgare italiano 1224  Cantico di frate sole di Francesco D’Assisi (di argomento religioso) 1270 circa  Laudario di Cortona, Jacopone da Todi 1233- 1250  Scuola siciliana Guittone (1235-1294) prime poesie (di argomento amoroso) anni ’40; Fra Guittone (1265), cambia la sua produzione Guinizzelli (bolognese) carriera poetica 1263-1274 Cavalcanti (1259- 1300) Cecco Angiolieri (1260-1312), poesia comico-realista Dante (1265-1321) “Vita Nuova”: poesie 1283-1293 “Convivio”: 1304-1307 “Commedia”: 1308-1321 Petrarca (1304-1374) “Secretum” “Trionfi” “Epistole” Boccaccio (1313-1375)

DEFINIZIONE DI POETA LIRICO I poeti lirici duecenteschi non hanno nulla a che vedere con il poeta romantico, solitario e immerso nella natura. Essi vivono in contatto tra loro, si scambiano opinioni, sono impegnati attivamente nella società (Dante era un uomo combattente, che agiva concretamente nella società). In generale, la lirica è una poesia caratterizzata da un forte io, il quale però deve sempre essere posto in relazione con gli altri (emerge la soggettività del poeta).

SCUOLA SICILIANA La scuola poetica siciliana, sorta attorno al 1230 negli ambienti che gravitavano attorno all’imperatore e re di Sicilia Federico II di Svevia, produsse la prima lirica in volgare italiano. La sua attività durò circa un trentennio e si concluse con la fine, nella battaglia di Benevento (1266), di Manfredi – figlio di Federico – e quindi con lo sgretolamento dell’ambiente di raffinata cultura che si era venuto a creare. Durante la prima metà del XIII sec. il regno di Sicilia comprendeva tutta l’Italia meridionale e godeva di un periodo di particolare equilibrio politico-amministrativo e prosperità economica per merito di Federico II. Iniziative culturali e politiche significative furono la fondazione dell’università di Napoli (1224) e le Costituzioni Melfitane (1231), in cui veniva ribadita l’autorità del sovrano rispetto ai potentati feudali. Venne dato anche un notevole impulso alle conoscenze tecnico-scientifiche, agli studi di magia, alla letteratura filosofica araba, alla letteratura greco-bizantina, alla poesia tedesca e alla poesia provenzale in lingua d’oc. Le forme tipiche di questa poesia sono la canzone, modellata sulla canso provenzale: essa è l’espressione “alta” della poesia siciliana ed è utilizzata soprattutto per composizioni di carattere teorico e dottrinale; la canzonetta, costituita da strofe di versi brevi, viene impiegata per testi più narrativi (ex: invocazioni d’amore); il sonetto è creazione autonoma e specifica della scuola ed è diventato il componimento lirico breve per eccellenza della poesia italiana. I poeti siciliani: Lo stesso re Federico II e i suoi 2 figli Enzo e Manfredi si dedicarono all’attività poetica, pur senza raggiungere livelli di eccelsa qualità. Il poeta sicuramente più significativo fu Iacopo da Lentini (1210-1260), riconosciuto da Dante nel Purgatorio – canto XXIV – come fondatore della scuola siciliana e al quale è probabilmente attribuita l’invenzione del sonetto. A lui si deve la prima definizione di amore nella letteratura italiana: “Amor è uno desio che ven da core / per abondanza di gran piacimento”. Piu scarna ma notevolmente raffinata sul piano stilistico per l’abbondanza di figure retoriche è la produzione poetica di Guido delle Colonne (1210-1280), del quale sono pervenute 5 canzoni. Eternato da Dante nell’Inferno (canto XIII) fu Pier della Vigna (1190-1249), collaboratore di Federico II, caduto poi in disgrazia e morto suicida. Egli fu tra gli interlocutori di Iacopo da Lentini nella disputa sull’amore che probabilmente diede inizio alla scuola siciliana e che era iniziata da Iacopo Mostacci, rimatore aulico. I poeti appartenenti alla scuola siciliana sono omogenei, sono dei funzionari. Dal pt di vista linguistico, le poesie sono omogenee. Sono consapevoli che stanno portando una nuova letteratura: c’è un modello comune, si citano l’un l’altro (per questo l’etichetta ‘scuola’ sembra adatta) esperienza comunale, i siciliani-> corte); temi: non si parla di politica, si parla di amore (siciliani-> definizione di amore, i provenzali->donna); metrica: sonetto (novità siciliana); musica: provenzali-> metrica accompagnata da musica;

COS’E’ LA FILOLOGIA? È la disciplina relativa alla ricostruzione e alla corretta interpretazione dei documenti letterari di una determinata cultura. Il manoscritto Vaticano Latino 3793, conservato presso la Biblioteca Apostolica Vaticana, è una raccolta di poeti italiani del Duecento. È il più ampio manoscritto della lirica italiana delle origini: contiene circa mille componimenti, mentre tutti gli altri manoscritti di poesia "pre-stilnovista" oltrepassano appena, nell'insieme, il numero di cinquecento. Senza questo codice, di molti autori oggi avremmo perso completamente notizia. La raccolta è divisa in due parti: la prima comprende solo canzoni, la seconda sonetti. desidera la gloria terrena. Goffredo nel Gierusalemme parla prendendo tempo, usa una retorica da ambasciatore più che da comandante militare (nella Liberata invece parla con una retorica asciutta e dura, diretta). Apologia in difesa della Gerusalemme Liberata ---> opera che scrive dopo aver concluso l'opera, in cui parla della retorica dei propri personaggi. Goffredo, afferma, comincia a dimostrare ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. La sua sentenza è il dritto giudizio del buon principe (principe saggio). Goffredo viene legittimato da Dio: la fede e lo zelo sono i valori a cui si attacca Goffredo, che diviene un soldato di Cristo. Rinaldo, nella prima redazione del poema si chiamava Ubaldo. Veniva rappresentato nel segno della forza incontinente (feritas): un animale furente che non domina l'ira. Ha dei tratti ferini: gli stessi che utilizzerà per descrivere Argante, un eroe negativo. L'etica del cavaliere Tasso ridisegna i suoi eroi sulla base di due direttive: -asse anagrafica: gioventù e maturità -asse etica: etica e perfezione Tasso usa come fonti il secondo libro della retorica di Aristotele, che distingue giovinezza, maturità e vecchiaia. Tutti i tratti giovanili di Goffredo vengono trasferiti poi a Rinaldo. Goffredo assume le caratteristiche dell'età di mezzo: la forza e la saggezza, l'equilibrio di giovinezza e vecchiaia.

In cosa si misura la forza dei cavalieri? Il cavaliere si definisce eticamente in rapporto alla disponibilità a morire. La fortezza permette di affrontare la morte senza timore, per ottenere la salvezza definitiva dell'anima. Tasso nel corso della revisione definisce meglio il rapporto complementare tra Goffredo e Rinaldo, entrambi necessari allo sviluppo della storia. Il poema è caratterizzato da una coralità di personaggi che contribuiscono alla storia: all'interno di una lettera, Tasso specifica che cerca di unire la necessità di Rinaldo e la superiorità di Goffredo. Superiorità ---> non solo di grado. Goffredo è il capitano, Rinaldo è l'esecutore (il primo eroe della battaglia). Rinaldo compie due errori nel corso del romanzo: -Uno di carattere etico, legato alle armi -Uno di carattere passionale, perché cede ad Armida Goffredo viene rappresentato da giovane in un'analessi (nel 3 canto, durante la teichoscopia) ---> Aladino dice di averlo visto in passato, mentre giostrava in un torneo in Francia, un eroe che prometteva molto e ancora desideroso di combattere (come il Rinaldo della Liberata). Canti 4/5 - fase alfa -concilio infernale/Idraote e Armida/Armida al campo cristiano/risposta negativa di Goffredo ad Armida/Goffredo richiama Armida/Goffredo sceglie la scorta per Armida/duello Rinaldo-Gernando/reazione di Goffredo/Rinaldo fugge/sentenza di Goffredo Fase beta -concilio infernale (con orazione differente)/Idraote e armida (con aggiunta ottave)/Armida al campo cristiano/risposta negativa di Goffredo a Armida/intervento di Eustazio che ottiene la richiamata di Armida/Goffredo non sceglie la scorta, affida la decisione ad altri/duello Rinaldo-Gernando/razione di Goffredo (cambiamento ottave)/Rinaldo fugge (riscrive le ottave)/sentenza goffredo (riscrive le ottave) Armida al campo cristiano Armida si mostra come molto seduttiva. È capace di riconoscere il desiderio umano, l'immaginazione che si spinge a desiderare ciò che non è visibile. I cavalieri cominciano a desiderarla ---> lei scatena la battaglia interiore. Goffredo e Armida Fase alfa: dopo aver sentito il discorso, Goffredo guarda i suoi uomini e vede che tutti sono commessi dalla figura e dalla sua richiesta e cede (compie un errore perché non si rende conto di cosa sta facendo Armida) Fase beta: Goffredo tempera le passioni. Acquista moralità e capacità di proiezione narratologica sul poema, ricordando il loro compito ai suoi cavalieri. Goffredo incerto esecutore della legge Rinaldo è inevitabilmente da condannare, ma nella prima redazione Goffredo tentenna rivedendosi in lui. L'empatia rende meno nitida la sua capacità di amministrare la legge. Goffredo, Eustazio e la pietas Tasso amplia e complica la struttura dell'episodio aggiungendo il fratello di Goffredo, Eustazio. L'esigenza di condannare la tentazione di Armida e di assolvere Goffredo vengono narratologicamente risolti con l'introduzione di Eustazio.L'esigenza di condannare la tentazione di Armida e di assolvere Goffredo vengono narratologicamente risolti con l'introduzione di Eustazio. Non si nega la possibilità di aiuto ad Armida, ma viene posta prima la missione cristiana e poi la problematica laica. Goffredo giudice imparziale Goffredo giudica Rinaldo, che ha commesso un errore imperdonabile. Non fa nessun favoritismo. Condanna inflessibilmente, anche se ciò gli procura dolore ---> diventa il capitano perfetto. La riconciliazione (18 canto) È interessante riconoscere che tra i due si crea una sorta di rapporto padre-figlio. Quando Rinaldo fa ritorno al campo, infatti, è costruito sull'episodio del figliol prodigo. La redenzione di Rinaldo Rinaldo, per poter combattere, deve fare una sorta di cammino spirituale/redenzione privata per raggiungere la salvezza, che gli permetterà di ottenere la vera fortezza. La "ventura" della spada -fase arcaica: Sveno è un combattente; è un potenziale Rinaldo che non ha raggiunto la sua maturità, morto come martine nel segno della fortezza. Viene portata al campo cristiano la spada di Sveno, che è ancora macchiata di sangue. Per scoprire chi sarà l'erede di

Sveno, chi ne vendicherà la morte, il cavaliere che impugnando la spada fa sparire le macchie di sangue la otterrà ---> quasi una legittimazione divina. -Vulgata: ciò accade similmente nella Liberata. Goffredo per primo la prende in mano e scopre di non essere lui ---> un altro errore di ruolo. Sarà Rinaldo l'erede. 29/11 Canto 16 c’è una descrizione delle azioni di Armida (ottava 23), c’è un lessico labirintico (ex: tolse in anella). Ottava 24 due similitudini: pavone= immagine di narcisismo ottava 25 nel cinto di Armida ci sono teneri sdegni, elementi dell’amore, del litigio amoroso e della riappacificazione; molteplicità del fenomenico (tutto ciò che costituisce la realtà). Il cinto è magico. Ottava 27 i due guerrieri escono armati è in opposizione con il pavone (polarizzazione di amore-guerra), c’è anche la negazione di Rinaldo. I 3 oggetti la mappa del labirinto, la bacchetta magica e uno scudo (serve a Rinaldo per specchiarsi)  lo scudo viene dispiegato di fronte a Rinaldo (≠ da ciò che succedeva nell’Orlando furioso). Ottava 30 chiasmo (che serve a marcare il tema della conoscenza di sé  rimanda al primo sonetto di Petrarca); contrapposizione con lo specchio (dimensione di chiusura, si vede semplicemente se stessi senza alcuna proiezione) Ottava 32 enjambement Canto 18 Rinaldo arriva da Goffredo ricongiungimento Mirto pianta di Venere Armida cerca di fermare l’attacco alla pianta e non ci riesce  ottava 35: trasformazione estrema della dimensione visiva: non era il Mirto ma era il noce. Gli ultimi due canti sono di strage la prima a morire è Argante (idea dello scontro interno). Ricorre il termine “ruina”: Argante è patetico, è l’inutilità del ruolo umano Ottava 30 sta descrivendo il saccheggio feroce dii un esercito senza regole e leggi Tancredi è l’esito di una purificazione del suo profilo, è aggressivo e non rispetta le regole interne al campo, primo responsabile del Tempio di Gerusalemme. Tasso ci mostra l’orrore della guerra. La caduta di Gerusalemme viene guardata con gli occhi dello sconfitto Ambiguità e continuo cambio di prospettive caratteristiche del testo Ottava 39-40 Solimano si rifugia in un castello, Aladino si sta facendo portatore di una prospettiva umana, ma Solimano dice di continuare a combattere. Il canto 20 ottava 30: viene tematizzato un aspetto estetico  anche l’orrore esteticamente bello è bello (estetica che può rendere bella qualsiasi cosa). Il vero è l’orrore di quest’ultimo canto: non c’è una dimensione religiosa di quest’estetica: è completamente umana. L’estetica è il segno di uno scollamento molto profondo che si sta creando tra estetica-etica Ottava 51 dall’Egitto si sta avvicinando un esercito Ottava 73 Solimano è sulla torre Si conclude con un personaggio, un musulmano, che guarda dall’alto ciò che sta succedendo e lo fa con una dimensione teatrale e guardò la tragedia dello Stato umano....


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