Appunti Lezioni Letteratura Latina I (15 Ottobre) PDF

Title Appunti Lezioni Letteratura Latina I (15 Ottobre)
Course Geografia Umana
Institution Università degli Studi di Messina
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Appunti lezioni introduttive di Letteratura Latina I (Prof. Santoro)...


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COMPARATIVO -IOS è la desinenza del comparativo per i generi maschile e femminile -IUS per il neutro e il comparativo avverbiale -IOS incontra le desinenze della terza declinazione e diviene intervocalico: Clariosis diventa Clarioris (rotacismo dal genitivo in poi); fornisce al nominativo una spinta analogica per cui si ha clarior, nel neutro si ha Clarius. Il latino conosce altri suffissi indoeuropei, come -TERO , -ERO o -ER, e costituisce il comparativo in greco, mentre in latino è sentito come oppositivo (Dexter e Sinister). Exterior è un comparativo che ha -IOR ma anche -ER, in opposizione a Interior. SUPERLATIVO Il suffisso del superlativo più noto è -ISSIMUS, -ISSIMA, -ISSIMUM, che rende qualunque aggettivo un aggettivo di prima classe e come tale si declina. Il superlativo può essere: 1) ASSOLUTO 2) RELATIVO: il termine di relazione si stabilisce con un COMPLEMENTO PARTITIVO, esprimibile tramite genitivo partitivo (e/ex + ablativo, inter + accusativo) Il RAFFORZATIVO DEL SUPERLATIVO è espresso tramite avverbi come longe, iter, quam. Dalla terminazione -ISSIMUS, bisogna togliere la s cioè la desinenza del nominativo. Il superlativo è il massimo grado dell’aggettivo. -Is è il grado zero di ios, ies, iis ( magis, maiestas). L’originario suffisso latino del superlativo è -mo, poi divenuto -emo, -temo, -semo. Si possono trovare anche come arcaismi (- omo, - tomo, - somo). Basi preposizionali o avverbiali formano alcuni gradi degli aggettivi, senza partire da una base aggettivale di grado zero che in italiano giungono identici. IN/INRE  Comparativo: interior  superlativo: inmos (-mo, le nasali si annullano in una sola e la o si oscura -> imus) oppure intemos (temo, che con la chiusura delle vocali brevi diventa intimus) SUPER/SUPRA  Comparativo: superior  Superlativo: supremus (- emu) o supmos (- mo, che diviene summus con assimilazione totale regressiva) PRAE (PRAI, PREI, PRI)  Comparativo: prior  Superlativo: primus (- mo)

POST  Comparativo: posterior  Superlativo: postremus e postumus (- omo). EXTRA  Comparativo: exterior  Superlativo: extremus ULTRA vuol dire lontano, oltre, perché la radice ul- deriva da ol-, cioè la radice dell’aggettivo dimostrativo ille, cioè quello, originariamente olle. Ol- è diventato il- per analogia con gli altri aggettivi.  

Comparativo: ulterior Superlativo: ultimus

CITRA  Comparativo: citerior  Superlativo: citimus PROPE (presso) derivava da proque, la labiovelare q è diventata p.  

Comparativo: proprior Superlativo: proximus (procsemos, - semo). COMPARATIVI E SUPERLATIVI SUPPLETIVI (si ricorre ad altra radice)

- Bonus, Melior – melius prende la radice da mel, melis (miele, concettualmente veicola l’idea del buono, cambia solo morfologicamente). - Optimus (- temo, op- è la radice di ops, opis (abbondanza). - Malus / Peior – Peius ha la radice in ped, pedis (piede, ped + ios); è un giudizio morale / Pessimus, Pedsemo la consonante si assimila. Convenzionalmente Magnus viene ritenuto una eccezione ma in realtà non lo è: - Magnus, Maior deriva da Magios, la radice è la stessa. - Massimus deriva da Magsemos e per sonorizzazione e assimilazione parziale si ha Masemos e quindi Maximus, la radice è sempre MAG-. Parvus; Minu- è la base del comparativo, significa meno -> Minor, Minumus deriva da Minemos (- emo). Plus, pluris è l’unico aggettivo con unica uscita, vuol dire di più, comparativo di multus. Pl- è la radice indoeuropea che significa pieno, deriva pleo che vuol dire riempire; la s rotacizza. Plurimus deriva da plusemo, la r rotacizza. Gli aggettivi in R fanno il superlativo in -errimus.

Pulchrosemo è il punto di partenza, sincope della vocale tematica, resta pulchrsemos -> il nesso triconsonatico non si può sentire, la r sonante sviluppa la vocale d’appoggio e si ha pulchersemos -> assimilazione totale progressiva (s -> r) e restringimento timbrico delle vocali, pulcherrimus. Tra gli aggettivi di seconda classe che terminano in – is rientra facilis, facile. Faclisemos, la i cade per sincope -> si sviluppa la vocale d’appoggio e si ha facilsemos -> assimilazione totale progressiva -> facillimus dovuto al restringimento timbrico (vocale da e > i) e oscuramento della o. Alcuni aggettivi non hanno il superlativo come iuvenis, ha iunior come comparativo. Stessa cosa juvenis, junior.

IL VERBO È la parola per eccellenza: verbum vuol dire parola, senza verbo non c’è frase. Il genere si alterna tra transitivo e intransitivo (regge complemento oggetto). Desnier ha applicato la grammatica della dipendenza, inizialmente alla lingua francese e successivamente al latino, facendoci capire che esistono verbi che reggono inesorabilmente, al fine di avere un senso compiuto, casi di cui non possono fare a meno, formando un unico blocco, anche se non reggono il caso dell’accusativo. Oggetto in ablativo o dativo -> complemento obbligatorio. La FORMA del verbo può essere attiva quando il soggetto compie l’azione, passiva quando l’azione si riflette sul soggetto stesso. Il MODO definisce il punto di vista di chi compie l’azione; abbiamo modi finiti (indicativo, congiuntivo e imperativo) e modi indefiniti, le persone non ci sono (infinito, gerundio, gerundivo participio, supino -> nomi e aggettivi verbali).  



L’oggettività è espressa dall’Indicativo, l’azione è reale. Il Congiuntivo esprime la soggettività, l’azione come non reale bensì pensata, ipotizzata (congiuntivo indipendente, esortativo, dubitativo, ipotetico, potenziale, irreale, usato dall’autore per prendere le distanze). L’Imperativo è il modo del comando.

Il Participio e il Gerundivo (passivo, ma originariamente aveva valore attivo, lo sappiamo da secundus, participio di seque che vuol dire “colui che segue”) sono participi verbali in quanto si declinano come aggettivi di prima classe, il gerundio è un nome verbale con valore attivo. Gerundio e Gerundivo si possono usare alternativamente in ablativo e genitivo senza preposizione. Il tema del Supino serve a formare il PARTICIPIO PERFETTO, il PARTICIPIO FUTURO e l’INFINITO FUTURO. In sintassi è un nome verbale, originariamente di quarta declinazione, tema in –u, fossile di un nome verbale di cui restano due casi, accusativo e ablativo. Il supino di facio è factum, accusativo dal cui tema formiamo PARTICIPIO PERFETTO, PARTICIPIO FUTURO e INFINITO FUTURO. In sintassi serve a fare la finale in dipendenza dai verbi di movimento (legati venerunt petitum pacem, vennero per chiedere la pace, si sono mossi, supino attivo). Il supino passivo factu è un ablativo di limitazione usato in dipendenza da aggettivo (horribile victu)....


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